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23/04/2017 14:38:57
23/04/2017 16:14:33 e modificato da ilgrandeinverno il 23/04/2017 16:16:44
23/04/2017 16:52:17
OK allora.. sull'articolo in se non mi esprimo se non con una frase:
"Articolo scritto con leggerezza, da una persona che non ha ben chiare le idee né la situazione attuale dei GdR PbC"
Per quanto riguarda invece la ricerca di soluzioni... faccio una premessa che potete, tranquillamente, saltare:
--- Se non vuoi leggere la premessa, salta da QUI ---
Noi non siamo l'Activision, né la 343 Industries né la Bungie e non dobbiamo aspirare ad esserlo.. non nel mondo dei GdR PbC. Siamo (sempre stati?) una cerchia ristretta di giocatori che cercano online il modo di radunare persone con lo stesso interesse tematico (Stargate, LOTR, Naruto...)
Personalmente SGCO è nato perché non avrei mai trovato 4-5 persone con le quali fare una campagna cartacea a Roma (e immagino chi non abita nelle grandi città come stia messo).
Quindi, lo scopo non credo debba essere: avere centomila giocatori... non siamo MMORPG.
--- A QUI ---
[Detto questo] Trovare un modo di avere un ricambio e di "unire le forze" mi sembra cmq giusto. Non tanto per diventare Colossi dei GdR, ma più che altro perché come da noi potrebbero esserci giocatori interessati a provare un gioco Fantasy Epico come Il Grande Inverno, così altrove potrebbero esserci persone che vorrebbero provare una role su Stargate. Ma magari queste persone non se la "sentono" di creare un nuovo PG giusto per "provare una ruolata".
La mia "semi proposta indefinita" quindi potrebbe essere: perché non proviamo a organizzare delle giocate "Cross-Land"? E se la cosa funziona... perché non creare un sistema "Cross account"? Nel quale con un singolo account (registrato con tutti gli accorgimenti legali, il double opt-in per ogni DB ecc ecc) da accesso a più land?
Ovvio, l'esperimento andrebbe fatto con 2-3 land e poi chissà, potrebbe essere allargato...
Delle Quest che partono da una parte, continuano dall'altra e terminano in una terza, con un gruppo di "cross-PG" che possono seguire tutta la giocata e dei PG "semplici" che giocheranno solo le parti tenute "nella loro land".
Sarebbe sicuramente un bel lavoro creare una Quest che possa passare in 3 "reami/mondi/realtà" diverse, in maniera coerente, assicurando che "ogni parte" sia giocabile anche da sola (per i PG "classici, diciamo) ma al contempo connessa per quei Cross-PG"...
Non tutte le land si prestano, ma molte possono essere unite con un filo di fantasia fantastica (fantasy) o scientifica (fantascienza).
23/04/2017 20:27:09
23/04/2017 20:31:14
23/04/2017 21:33:24 e modificato da ghennadi72 il 23/04/2017 21:57:15
Quanto alle soluzioni: siamo tremendamente in ritardo, a mio parere.
Io personalmente resto dell'idea che il motivo del "declino" del PbC non ha niente a che fare con la scelta di quella o questa dinamica di gioco, con gli smartphone, col declino di D&D, con le azioni da 2000 caratteri solo per sgrullarsi le spalle, la concorrenza dei giochi "social" o dei videogame più recenti.
Per me ha a che fare con gli stessi motivi per cui è esploso e col particolare contesto in cui è esploso. Internet della fine degli anni novanta era una internet ancora massicciamente popolata di persone che usavano la rete prevalentemente per scrivere e leggere. "Share". Cazzate da etichette come Web 2.0, Internet è sempre stata, sin dagli albori, uno strumento di condivisione.
Ma in quegli anni era usata soprattutto per scambi attivi e fruizioni passive che passavano per la parola scritta. Email, newsgroup, chat IRC, i primi forum senza supporto di veri e propri database "moderni".
Le web community erano estremamente concentrate e note. Non credo sia stato un fattore secondario del successo numerico di extremelot il fatto che fossero stati i primi a conquistarsi uno spazio fisso su extreme.tin.it, che all'epoca era (perlomeno per l'italia) propbabilmente la vetrina più importante di pubblicizzazione per i giochi online e faceva da riferimento per la community di utenti che usavano la connessione di telecom. Fastweb manco esisteva o era roba per marziani, su italiaonline/libero c'era poco, tiscali peggio mi sento. E le social community come le conosciamo oggi erano ancora lontane a venire. Che cavolo, praticamente lo stesso Google ancora si litigava il primato tra i motori di ricerca competendo con Altavista, Yahoo, Lycos e gli italianissimi Arianna e Virgilio.
Questo è il contesto in cui è nato ed esploso il pbc, una rete che tra l'altro era ancora massicciamente popolata di "migranti" provenienti dalle reti telematiche amatoriali di BBS (Fidonet in testa, ma anche peacelink, ecn, cybernet ecc), reti civiche e reti universitarie. Utenti per i quali l'uso della scrittura come principale se non unico mezzo di comunicazione era semplicemente la norma.
Che il pbc potesse avere allora una visibilità molto maggiore (per la maggior concetrazione dei portali e siti di riferimento), e che potesse avere allora, in quella specifica fase transitoria di utenti prevalentemente "scrittori", una maggior attrattiva, è scontato.
Sfatiamo un po' il mito che il pbc sia un genere di gioco adatto o figlio di una rete e di una tecnologia più arretrata. E che quindi oggi sarebbe minacciato dalla concorrenza delle tecnologie più recenti e dinamiche. Ecco, questa è la classica ca#@ata pazzesca di fantozziana memoria.
Il problema non è a mio parere l'incapacità di competere con le innovazioni. Il problema è che rispetto a quella fase, l'utenza "scrittrice" si è contratta mostruosamente.
Vuoi per crescita esponenziale della componente commerciale e dei social, vuoi per la riduzione in generale della capacità di utilizzo del testo scritto come forma di spressione (questo ben aldilà della rete).
Entrambi i fenomeni sono di dimensioni e portata globali, e tali che pensare di combatterli, come se il destino del pbc dipendesse da questo, è come condannarci da soli a una gloriosa (?) morte da kamikaze.
Al pari del pensare di inseguire quella che di volta in volta appare come "il mezzo del futuro" del momento (per poi essere smentiti l'anno successivo dal un nuovo "mezzo del futuro" e l'anno dopo ancora, e l'anno dopo ancora).
Adattare e migliorare una cosa in funzione del meglio che la tecnologia ha da offrire in un dato momento è innovazione. Stravolgerla in funzione di quello che in un dato momento è percepito come "il mezzo del futuro", al punto da farne qualcosa di radicalmente diverso, è un completo ribaltamento di approccio.
E' perdere completamente di vista la funzione della tecnologia, è follia da nerd che vanno a comprarsi la macchina in funzione dei giga di memoria del lettore Mp3 integrato nella consolle di bordo.
Non è più "la tecnologia al servizio dei miei scopi" ma "piego i miei scopi in funzione della tecnologia del momento".
Cosa che entro certi limiti si può fare tranquillamente. Oggi nessun radioamatore (collezionismo vintage a parte) utilizzerebbe apparati a valvole invece di apparati radio basati su circuiti integrati e microchip. Ma dite a un radioamatore (o anche solo a un appassionato di CB) di buttare via il suo amato baraccone/baracchino e di fare a cambio con whatsapp perchè è più moderno e ce l'hanno tutti. Vi manda a fanculo. Giustamente.
Il punto non è se questo è o non è un gioco di nicchia, o se appassionati di CB e Radioamatori sono fenomeni di nicchia.
Il pbc è sempre stato un fenomeno di nicchia, anche quando ha vissuto la sua fase culminante in quel contesto di rete così favorevole. Esattamente come CB e radioamatori sono sempre stati fenomeni di nicchia, a prescindere dal meglio che la tecnologia metteva a disposizione in un dato momento.
Allora o siamo convinti che lo "scopo" (il pbc) non abbia di per sè più niente da dire, e allora ribaltiamolo quanto ci pare, anzi meglio ancora cantiamo il de profundis e dedichiamoci ad altro, oppure prima di sacrificarlo sull'altare del "mezzo del futuro" del momento io personalmente ci penserei ottocento volte, se questo significa stravolgerlo e farne qualcosa di completamente diverso. Nicchia? Lo siamo sempre stati una nicchia.
Il punto è che NOI siamo stati così fessi da non tenercela nemmeno stretta la nicchia, da non sapercela coltivare, da inseguire sempre altri modelli (il cartaceo, i mmorpg, i socialgame, ora le app da mobile...) come se soffrissimo di un complesso di inferiorità.
E da frammentarci in scuole di pensiero ciascuna della quale impegnata a smerdare la scuola di pensiero opposta, lasciando a zero qualunque possibilità di promozione condivisa che desse l'idea di quest'ambiente di qualcosa di vitale ed attraente e di meglio di una gabbia di matti, nerd e sfigati impegnati a litigarsi l'osso sotto il tavolo e a gettare palle di cacca sul gioco del vicino.
Ed è questo l'imperdonabile a mio parere.
Ed è solo su quello che possiamo intervenire (anche se è molto tardi)
24/04/2017 01:42:45 e modificato da ghennadi72 il 24/04/2017 01:46:33
24/04/2017 07:00:20
Io invece ho un po di dubbi sulla salute del GdR.
Se parliamo di giochi di carte et simila mi verrebbe da dire che stiamo parlando di derivati di gdr piu che di gdr.
Non sono nel circuito di una ludoteca, non frequento decine di gruppi ludici pero noto sempre piu difficolta nel reperire manuali di giochi di ruolo in italiano.
Nella mia citta i manuali di gdr occupano a malapena uno scaffale in tutta la fumettistica (anche nei negozi specializzati).
Qualche giorno fa sono andato a Verona e fra le tante cose ho visitato un negozio storico nell'ambito ludico, ma non ho trovato molto di piu.
Mancano traduzioni, mancano prodotti, manca a volte persino l'interesse dei distributori nel conoscere le prossime uscite sul mercato.
Certo, ci sono piccole realta che fioriscono e si propongono sul mercato ... ma ci sono sempre state.
E' il mercato dei prodotti di massa che mi preoccupa:
Se qualcosa come la ex WW o D&D 5 non ha traduzioni o Pathfinder ha roba che vende a 60 e passa euri non so che futuro si possa avere.
24/04/2017 09:42:55 e modificato da lom il 24/04/2017 09:44:47
Un simboletto non basra a fare di te un gestore.
Si parla di capacità organizzative, creative, promozionali, tecniche... se "è stato facile", ho seri dubbi sulla tua esperienza.
Quanto al successo del progetto, ho difficoltà a trovarlo fra i gdr aperti...
24/04/2017 09:47:49 e modificato da lom il 24/04/2017 09:50:04
[Quando il dito indica la luna...
Era metaforico.
So che le responsabilità le prendi mal volentieri.
Perchè solo chi non fa nulla, non sbaglia. E può criticare gli altri.
Ed ecco trovato il cuore del problema di questo malsano ambiente.
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