E’ appurato da tempo come la maggior parte dei gestori di giochi di ruolo via chat italiani non conoscano o ignorino volutamente la legislazione web, creando dei siti che contengono elementi di illegalità e per questo perseguibili per legge.
Con questo articolo non si vuole rivelare alcun dogma rimasto occulto o chissà quale segreto antidiluviano, ma semplicemente informare ancora una volta dei rischi in cui i gestori di siti web incorrono se non rispettano la normativa che regola il copyright e i diritti d’autore in Italia.
La prima fase che contraddistingue la realizzazione di un gdr online è la stesura (anche una bozza sommaria) dell’ambientazione. Questa può essere farina del proprio sacco oppure, come spesso accade, ci si ispira ad una nota saga letteraria, ad un romanzo, ad un film o un fumetto. Se nel primo caso, una volta redatta l’ambientazione, possiamo già porre le basi per strutturare il codice e la grafica, nel secondo caso c’è un’operazione ulteriore che si frappone tra le due.
Questo perché per trattare materiale coperto da copyright bisogna possedere:
- l’autorizzazione scritta dall’autore;
- l’autorizzazione scritta degli aventi diritto.
In assenza di ciò l’utilizzo di qualsiasi materiale di proprietà di terzi è da ritenere illegittimo.
Supponiamo che Francesco sia un ragazzo appassionato di giochi di ruolo e letteratura fantasy, e decida per questo motivo di realizzare un Pbc che abbia come sfondo le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco. Dopo aver impostato l’ambientazione, sarà sua premura contattare l’autore della saga George R.R. Martin e contestualmente la casa editrice che distribuisce i volumi nel nostro territorio nazionale e ne detiene i diritti, in questo esempio la Mondatori. E’ consigliabile, se fosse possibile recuperare l’indirizzo di casa o della sede, spedire una raccomandata con avviso di ritorno, nella quale si espone la volontà di realizzare quel progetto e se ne richiede il consenso.
Va da sé che anche il diniego di una sola delle due controparti vanifica la possibilità di creare un gioco sfruttando tale ambientazione; potrebbe verificarsi anche il caso che l’autore o gli aventi diritto non rispondano alle vostre mail o alla lettera. Se la risposta da parte loro non perviene entro 60 giorni, potete considerare il loro silenzio come un assenso. Questo non esclude che loro possano, per svariati motivi, rivendicare il loro diritto d’autore successivamente; ecco che la ricevuta di ritorno con la data impressa vi farebbe da garanzia in caso di azione legale nei vostri confronti.
Qualora ci fosse un diniego alcuni sostengono di poter ricorrere all’escamotage di dichiarare il proprio gioco come fansite del prodotto che utilizzano come ambientazione. Anche qui va precisato che se non sono a gestirlo gli stessi detentori dei copyright, gli amministratori del sito web in questione se non vogliono essere perseguiti legalmente devono anche loro chiedere l’autorizzazione ai proprietari del marchio.
Anche scrivere in Home Page o nel Disclaimer che, “nel caso il proprietario dell’opera o delle immagini voglia rivendicare la propria paternità, non ci saranno problemi a rimuovere gli elementi che gli appartengono..”, non vi esime dall’essere perseguibili dalla legge. Questa soluzione può essere adottata solo nel caso specifico in cui sia impossibile risalire al proprietario.
A questo punto a tutti sorge spontanea una domanda: Ma se nessuno lo fa, perché dovrei farlo io?
Riporto quanto scritto da gemini in un suo intervento nel forum, che mi pare assai puntuale ed esaustivo:
“[…]Il fatto che l´autore o i terzi proprietari dei copyright violàti non facciano valere i propri diritti dipende generalmente da:
- pubblicità positiva (di norma insignificante) derivante dall´esistenza di questi siti;
- pubblicità negativa (di sicuro terrificante) che avrebbe seguito ad un tale tipo di azione legale.
Per questo motivo, se l´azione è già rischiosa con un fansite gestito da una o due persone, figuratevi in un gioco pbc, dove può entrare in chat letteralmente chiunque e scrivere quel che gli pare.[..]”.
Anche il solo fatto che il sito non sia a scopo di lucro non vi esime nè dal pagare i Diritti d´Autore, nè dal pagare gli eventuali danni morali e materiali derivanti da un potenziale danno d´immagine.
Al mancato rispetto di questa normativa si va dall´immediato sequestro cautelativo del server (con conseguente danno economico per il gestore dell´hosting e conseguente richiesta di risarcimento danni), alla successiva chiusura del sito e relativa multa, all´eventuale richiesta di risarcimento per danno d´immagine da parte dei titolari dei soggetti usati senza autorizzazione. Questo ovviamente solo nei casi in cui il sito non abbia alcun tipo di entrata economica derivante dalla sua attività e attribuibile al soggetto economico non autorizzato che si è utilizzato. Se il sito percepisce sovvenzioni/entrate economiche di qualsivoglia tipo il discorso cambia radicalmente e diviene decisamente più aspro, con pesanti sanzioni pecuniarie e ricadute nel codice penale.
Con questo non si vuole spaventare nessuno, semplicemente tentare di farvi riflettere su ciò in cui potreste incorrere nell’utilizzare impropriamente materiale altrui. Anche perché la legge, fino a prova contraria, non ammette ignoranza, dunque è sempre bene essere in regola e con la coscienza pulita. E non serve a nulla pararsi dietro la questione che in molti lo fanno, perché in Italia le sentenze sono individuali e non collettive. Se io credevo di fare il furbo e vengo beccato, a meno che non vengano contestati anche gli altri siti, sarò io solamente a pagare; e nel frattempo gli altri, almeno ciò si auspica, correranno abilmente ai ripari.
Un ringraziamento sentito a Gemini che mi ha aiutato nella redazione dell’articolo.