17/01/2013 14:00:23
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17/01/2013 14:16:27
17/01/2013 14:20:08
personalmente quoto in alcune cose con te.
proprio per questo parlo del mio caso come eempio,si inizia tutti,(copresi gestori admin master) allo stesso livello degli altri,ci si evolve nel gioco,cosi come le statistiche.
Nei duelli tra PG è stato creato un regolamento di ''via di mezzo''diciamo che si considerano le azioni,la meritocrazia,come viene esposta come ci si muove con l'aggiunta di supporto delle statistiche ed il lancio dado diciamo che è raro o che comunque serve in casi estremi quando l'esito ha bisogno anche di quel di piu.
Penso sia funzionale ma è anche vero che c'è chi è abituato ad altri modi di giocare o ad altre regole,in soldoni credo che non esista mai il ''manuale perfetto'' la falla la troveremo sempre e comunque.
però concordo sull'equità! quella deve essere fondamentale.
17/01/2013 15:02:03
Io ritengo che secondo me tutto sta molto dalla Gestione di un gdr creare le basi per una coesistenza sana e duratura tra i nuovi i vecchi, la gestione stessa e tutto il meccanismo della Land.
Di mio penso che chi naturalmente dimostra costanza, credenziali di gioco corrette e valenti e serietà debba essere premiato di suo ma non a scapito dei nuovi. Che tuttavia se dimostreranno serietà, costanza e buone capacità potranno intraprendere coerentemente un percorso formamito e di accrescimento e sviluppo dei propri pg normalmente.
In sostanza ritengo che tutto sta nella mani della Gestione, in primis ritengo che debba essere la gestione a garantire imparzialità e meritocrazia. Naturalmente non a scapito di nessuno, ne dei pg anziani e ne dei pg nuovi che iniziano il loro percorso formativo nella land!
17/01/2013 15:14:22
Blablah, scusami, forse non capisco, ma mi sembra che tu ti contraddica: dici che l'evoluzione deve essere interiore e su questo ti do pienamente ragione.
Poi però parli della naturale crescita di un pg come di quella di una "persona" che, sicuramente è una crescita interiore, ma lo è anche nell'acquisizione di capacità, dal leggere e scrivere al fare un mestiere al diventare un professionista, magari, in quel mestiere.
(Che è un po' anche il discorso delle cinture nelle arti marziali).
Se le cose funzionano e la crisi non ci lascia tutti, ma proprio tutti a casa, la speranza è che è a qualifica maggiore corrisponda un maggiore compenso.
Più denaro = maggiore benessere, che può essere rappresentato dalla casa super lusso, dalle vacanze sull'isola tropicale, alla guardia del corpo e via dicendo.
Proprio perché il gioco imita un sistema reale, un pg presente in land da molto tempo e con livello alto, finisce per avere più skill, più denaro e quindi più oggetti.
Non mi pare che sia un sistema così sbagliato, o per lo meno sbagliato quanto la nostra intera società.
Semmai potremmo sindacare sul fatto che un cattivo giocatore (per X motivi) riesca a mantenere a lungo il pg: qui è chiaro che c'è un problema di fondo nello staff, che, per motivi che non ci è dato sapere, non ha fatto il suo dovere: ovvero educare il giocatore oppure far pesare l'ambientazione nella maniera corretta per portare il pg a determinate conseguenze.
Da giocatore è facilissimo prendersela con amministrazioni e staff.
Da (ex)gestore ti assicuro che non è facile come sembra riuscire ad avere un quadro completo di tutta l'utenza e di ogni singola giocata, e, a volte, nemmeno scegliere i giocatori giusti per fare il master.
17/01/2013 16:41:04
Sfatiamo un mito (forse l'ha già fatto qualcuno, ammetto di non aver letto le 3 pagine di commento)
Essere tutti uguali non significa che tutti ottengono le stesse cose come si è facile credere, cadendo in errore. Essere tutti uguali significa avere tutti le stesse OPPORTUNITA'.
Per meglio spiegarmi, i giocatori sono tutti uguali in PARTENZA. Dopo di che, il merito di ognuno ci mette il proprio e succede (ed è giusto che succeda), che il merito faccia crescere.
Riassumendo: al tempo 0 si parte tutti dallo stesso livello. non significa che al tempo 0+1 tutti siano allo stesso livello, perchè magari X è stato più bravo di Y.
Forse ho detto una banalità per alcuni (spero per la maggioranza di voi) ma vi assicuro che mi è capitato di dover spiegare a lungo questo semplice concetto: la meritocrazia non è ugualianza.
17/01/2013 17:07:18 e modificato da ilgrandeinverno il 17/01/2013 17:10:07
Mi piacerebbe dire che ci sono delle eccezioni - e nemmeno poche - alle casistiche di abuso che hai descritto. Ma questo é del tutto irrilevante, a mio parere é proprio sbagliato il principio di fondo.
Mi sembra che tu stia facendo un po' di confusione tra capacità del giocatore e capacità del personaggio; e che stia anche mescolando due problemi diversi: eventuale divario tecnico eccessivo tra pg 'niubbi' e 'pg sgravati' e quello che é un principio 'evolutivo' e di crescita del pg che fa parte di qualunque gioco di ruolo.
Dirò un'eresia: se con un pg appena creato in una certa ambientazione decidi di andare contro il pg figone di turno con skill ed equipaggiamento sgravato, sei cretino. Tu personaggio ipotetico, non tu giocatore, sia ben chiaro.
E' del tutto secondario che il pg figone sgravato sia mosso da un gestore, da un master, da un capo corporazione o da un ex niubbo che gioca da 3 anni più di te e quindi si è guadagnato quello che ha in termini di skill, equipaggiamento e amicizie che intervengono in suo sostegno in caso di necessità.
Il problema non è lui che essendo più skillato/equipaggiato di te giustamente te le suona se vai a provocarlo, il problema sei tu che vai ad attaccarlo e pretendi di avere gioco facile (bonci-bonci-bon-bon-bon....) senza essertelo guadagnato.
Un gioco di ruolo non è uno sparatutto nel quale tutti entrano alla pari con la stessa pistoletta schifida, trovano magari qualche arma più sgravata durante la partita, si spappolano, e finita la partita si azzera di nuovo tutto (e dove quindi il personaggio conta zero assoluto e conta solo l'abilità del giocatore).
Un gioco di ruolo si svolge lungo una linea temporale e in una ambientazione persistente in cui i personaggi crescono, accumulano potere, sconfitte, onori, oneri, equipaggiamenti, capacità, ferite, bonus e malus, relazioni, clientele e inimicizie.
In un gioco di ruolo contano proprio la storia e le capacità, il potere acquisito dal personaggio, che quasi sempre inizia essendo un "nessuno" o poco più e gradualmente cresce in funzione di quello che si guadagna. Togli questo aspetto per mettere tutti alla pari ed ammazzi un elemento essenziale del gioco di ruolo.
Ma dove sta scritto che sia sensato e ragionevole mettere tutti i pg alla pari in un gioco di ruolo?
Permetti: che piattume un gioco nel quale tutti sono alla pari. E che desolante concezione del gioco pensare che i limiti naturali del proprio pg appena creato, che solo l'impegno e la costanza di gioco possono ridurre, debbano essere invece eliminati appiattendo gli altri.
Non ho capito: sarebbe giustizia ed equità questa?
Per permettere al "nabbo" (virgolette volute: leggere dopo) di farsi figo andando ad sfondare da solo la torre di Barad Dur a testate da solo, si deve trasformare Sauron in una vicino di casa caratterialmente disturbato e che al massimo ti riga la macchina sotto casa per dispetto?
Mettere forzatamente alla pari tutti i *personaggi*, in barba al giocato, in barba all'ambientazione, e soprattutto in barba a chi gioca da mesi o da anni e si é sudato l'acquisizione di skill ed equipaggiamenti anzichè pretendere di avere la pappa pronta appena entrato, mi sembra una assurdità bella e buona. Una logica da sparatutto, non una logica da gioco di ruolo.
Qualcuno si ricorda cosa vuol dire giocare di ruolo?
Immedesimati nel contadino, nella recluta appena coscritta a forza in un esercito medievale. Prova a immedesimarti in quello che penserebbe. Penserebbe di avere la possibilità (e di non aver di meglio da fare) che attaccare il re d'Inghilterra da solo e sconfiggerlo in singolar tenzone con il suo forcone mentre magicamente tutte le sue guardie se ne stanno da parte senza interferire?
Dove sta la bellezza di un gioco di ruolo al quale togli quella componente fondamentale che é la crescita graduale del pg, l'avere delle mete (più alte) da raggiungere e delle difficoltà che non può superare e che agiscono come stimolo a migliorarsi?
Immaginarsi che sfragolamento di zebedei se Harry Potter avesse avuto sin dall'inizio le capacità e le conoscenze magiche necessarie a sconfiggere definitivamente Voldemort. O se Voldemort e Silente, per non essere "ingiusti" verso l'Harry Potter del primo anno non avessero potuto castare niente di più pericoloso di "Vingardium leviosa". Due palle mortali.
Le disparità, in qualunque gioco di ruolo, non solo non sono 'ingiuste': Sono essenziali, strutturalmente necessarie, e sono quello che dà il sale al gioco.
Forniscono al personaggio degli obiettivi da raggiungere e gli danno una scala con cui misurarsi. Il trucco é non rendere la crescita del pg un calvario di mesi od anni solo per permettergli di prendere in mano una spada o salire a bordo di un'astronave come recluta. E l'altro trucco é non mettere il personaggio 'non attrezzato' in interazione continuata e quotidiana con il semidio. Perchè ovviamente non solo non esiste possibilità di confronto diretto, ma avrebbero anche davvero poco da dirsi di interessante l'uno per l'altro.
Vogliamo dirlo che a volte si spacciano per "ingiustizie e favoritismi" le sacrosante difficoltà di affrontare (senza alcun briciolo di senso e di coerenza ongame) personaggi altolocati col pg nabbo appena creato?
Quando in realtà il semplicissimo (e tristemente banale) problema é che in quest'ambiente circola una marea di "giocatori" che si sono scordati i fondamentali del gioco di ruolo.
E quel che é peggio: non giocatori "niubbi". Giocatori che spesso hanno alle spalle anni di gioco. Alle spalle, appunto.
Il loro problema, se mai, é che non hanno più la voglia di fare la "gavetta" quando approcciano un nuovo gioco. Comprensibile, dico davvero.
Ma non si cerchi di far passare la mancanza di entusiasmo all'idea di "ricominciare a guadagnarsi la pagnotta" come se fosse un problema di ingiustizia e favoritismi ai danni dei poveri niubbi, anzichè un vostro egoistico desiderio di avere la botte piena (pari opportunità) e la moglie ubriaca (gioco se va bene una volta al mese in una land diversa).
Siate onesti e schietti, ditelo: "non ho voglia di ricominciare daccapo a giocare stabilmente per guadagnarmi in gioco capacità ed equipaggiamenti perché so già che giocherò una volta al mese (forse), ma siccome la volta che entro voglio poter spaccare il cuBo a tutti, facciamo che per la mia ora mensile di gioco da sborone tutti gli altri si devono adeguare a me, anzichè il contrario".
Sarebbe più onesto dirla così, credo, che cercare di spacciarla per volontà di giustizia e par condicio a beneficio dei nubbi. E, tanto per non farci mancare nulla, condendo l'argomentazione con un po' di sano populismo sui pg sgravati dei gestori spappolaniubbi, che non guasta mai.
Se non altro per rispetto nei confronti di chi quella possibilità se la guadagna giocando quotidianamente o quasi, perchè magari a differenza vostra ancora ci si diverte con play by chat.
Per finire: non so la Rowling, ma Martin é un appassionato di gioco di ruolo. Dubito che lui si lamenterebbe di favoritismi gestionali e ingiustizie di sistema se col suo pg al primo anno da piccolo padawan del tempio Jedi non riescisse a scoprire e annientare i Sith al secondo giorno di scuola. Ma lui, ovviamente, non è un giocatore medio.
17/01/2013 17:16:45
Ho aspettato per tutto il giorno gli interventi di jan33 e di ilgrandeinverno.
Entrambi i post mettono praticamente il punto alla questione.
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