Quella del videogioco è un’industria che, secondo i più recenti rilevamenti, genera un fatturato superiore a quello che registrano insieme cinema e musica. Il mercato mobile è quello che guida con confortevole distacco tutti gli altri settori dell’industria, prevedendo un’offerta diversificata e alla portata di ogni giocatore, quest’ultimo da intendersi ormai come chiunque possieda uno smartphone. La crescita vertiginosa del settore gaming affonda le sue radici in un passato non troppo distante, quando il videogioco era ancora un fenomeno da sala giochi e relegato alle prime console casalinghe, mentre a spadroneggiare nell’intrattenimento erano i giochi da tavolo e i giochi di ruolo. Proprio questi costituiscono forse il miglior esempio di genitore dei moderni videogames, che comincia a guardare ai figli notando dei progressi difficili da comprendere. La platea degli utenti incarna perfettamente questa sorta di distacco generazionale: tutt’oggi gli affezionati ai classici GdR carta e penna guardano con sospetto, e talvolta con supponenza, chi si appassiona alla loro declinazione contemporanea.
Le origini del gioco di ruolo più puro infatti vanno ricondotte a Dungeons & Dragons, uscito negli anni ’70 e al quale va imputata la creazione di una serie di linee guida ed elementi essenziali, che da lì in avanti avrebbero ispirato tutto il crescente concetto di gioco di ruolo: statistiche espresse con valori numerici, ruoli ben definiti, personaggi plasmabili dal giocatore e così via. Soprattutto, l’aspetto fondamentale di un GdR è la fantasia: ogni giocatore, attraverso l’immaginazione propria e degli altri giocatori, contribuisce a creare una storia. I moderni RPG, intesa come categoria di videogames, secondo i più tradizionalisti mancano proprio dell’elemento della fantasia del giocatore; ma a ben vedere, sembra che i moderni RPG debbano ai giochi di ruolo molto più di quanto normalmente si ritenga.
La tipologia di RPG più diffusa al giorno d’oggi è costituita dai Massively Multiplayer Online, dei quali fa parte, a titolo di esempio, World of Warcraft: caratteristica fondamentale è proprio quella di poter interagire, attraverso la creazione del proprio personaggio, con gli altri personaggi del mondo di gioco, creati a loro volta da altri giocatori coi quali si può collaborare o competere. Estendendosi invece al contesto degli RPG più action, si possono considerare Sacred o Knights of the Old Republic: in entrambi il giocatore sceglie il personaggio da interpretare e ne cura lo sviluppo lungo la storia, attraverso statistiche da migliorare. Un esempio più recente viene poi da The Witcher, che si caratterizza per prevedere numerosi finali ai quali si giungerà attraverso le scelte che il giocatore compierà nello sviluppo della trama. E se in tutti questi casi l’ambientazione fantasy costituisce un evidente punto di contatto con i classici giochi di ruolo, ciò non significa che le tematiche che fanno da sfondo a videogiochi RPG non possano essere le più svariate: esiste per esempio un gioco che permette di simulare la vita di un giocatore di poker professionista, Poker RPG. Si può immaginare un Second Life ma ambientato nel mondo del poker: si crea un personaggio e lo si fa crescere, dall’imparare come giocare a poker fino a partecipare a tornei e acquistare la propria poker house.
Il debito dei moderni RPG nei confronti dei più blasonati GdR è evidente, ma ciononostante spesso rimane una grossa riserva: il fatto che nei videogiochi sia tendenzialmente impossibile influenzare, attraverso la fantasia, il passato del protagonista, alter ego del giocatore. Tuttavia, anche in questo caso la realtà è piuttosto diversa. Si può considerare, sempre a titolo di esempio, la componente online dell’ultimo titolo Rockstar, Red Dead Redemption 2. Dopo una brevissima introduzione, il giocatore si trova a poter vagare liberamente per l’enorme mappa di gioco, incontrando altri giocatori, personaggi non giocanti e così via. Non sono previste statistiche migliorabili, se non in un senso estremamente approssimativo. Eppure, nonostante il gioco sia decisamente lontano dall’essere un RPG, la fantasia dei videogiocatori in questo senso gioca un ruolo insostituibile, in maniera ancora più netta rispetto ai precedenti esempi. Infatti attraverso il vestiario i giocatori “plasmano” il proprio alter ego, immaginando per lui una storia e vivendo le attività del mondo di gioco coerentemente a questa: è estremamente comune imbattersi in giocatori sfoggianti un outfit messicano e un cavallo battezzato con nome spagnolo, o in giocatori che scelgono vestiti di pelli e tagli di capelli lunghi per “impersonare” un nativo americano. La rete è ricca di videoguide su come creare fisicamente il personaggio in modo che ricordi personaggi di film famosi, come i protagonisti di Django Unchained, per poter vivere la fantasia di fare il cacciatore di taglie impersonando Django o il Dottor Schultz, o insieme a un amico per interpretarli entrambi.
Proprio la fantasia, quindi, lungi dall’essere differenza, è il punto di contatto fra gli appassionati di GdR e i videogiocatori di qualsiasi genere: un elemento che collega i giocatori attraverso qualsiasi gioco, sia questo fisico o meno.