Avete tutti letto l’articolo sui pericoli dei giochi di ruolo, immagino, pubblicato sull’augusto blog Papaboys 3.0 e scritto da Massimo Montani e Gilberto Gerra, a quanto pare completamente a digiuno di GdR, ma nondimeno esperti assoluti nell’uso strumentale di fonti di ricerca.
Non ho intenzione di sprecare tempo nel distruggere paragrafo per paragrafo l’articolo incriminato, raffazzonato nella stesura e insultante verso l’intelligenza dei propri lettori. Non ne vale la pena e, sopratutto, giocare in casa è sempre troppo facile.
Piuttosto ho deciso di fare un esperimento, consigliato dal mio sodale Galactus (no, non quello che divora mondi, quell’altro, quello che è amico mio) che sa quanto sia stupido e mi piacciano queste cose. Vi ripubblico l’articolo, cambiando solo alcune parole (in grassetto) e lasciando il resto pressoché invariato. Alla fine della lettura, mi direte se non vi sembrano modifiche calzanti. Ma, sopratutto, chiedetevi perché lo siano e ne parleremo poi in chiusura, occhei? Occhei.
Letture sacre: l’insidia è a portata di mano. I genitori lo sanno?
L’espansione della pratica delle letture sacre ha sollevato da più parti perplessità e allarme: l’ambientazione spesso irreale o truculenta, il carattere totalizzante e la lunga durata di queste “letture” porterebbe a fenomeni di alienazione e dipendenza fra i praticanti. L’articolo che segue prende dettagliatamente in esame il rischio reale.
La diffusione delle “letture sacre” tra gli adolescenti, nell’età della difficile ricerca personale, è estremamente preoccupante e dovrebbe suscitare interrogativi non banali negli adulti. L’impiego di questo materiale riguarda un gran numero di giovani, a diversi livelli di coinvolgimento psichico ed emozionale, con conseguenze sul comportamento che non è semplice valutare.
Certo non è sensato liquidare il problema sbrigativamente, considerando questa, al pari di altre, la moda legata ad una effimera sottocultura: troppo evidente è la difficoltà degli adolescenti del nostro tempo a pensare un proprio futuro, a riconoscere la propria identità sostanziale, a polarizzare l’esistenza rispetto ai sistemi dei valori, per sottovalutare strumenti “ricreazionali” che proprio con l’identità inducono a giocare.
E ancora la diffusione di disordini psicologici e comportamentali che includono la ricerca delle “sensazioni forti”‘, al di fuori di un quotidiano grigio, la incapacità a distinguere tra reale e virtuale, la povertà di percezione e comunicazione delle emozioni suggeriscono la possibile corrispondenza ambigua di queste letture sacre alle patologie sociali emergenti.
L’ambientazione di queste letture include, nella migliore delle ipotesi, il mondo magico, del mistero, pieno di incantesimi, maghi, guerrieri mitici; tematica classica lo scontro tra il guerriero buono e il potente malvagio: l’adolescente respira una mentalità fatta di destini ineluttabili e di insormontabili maledizioni, si immedesima in una cornice piena di ultra-poteri e di mitologie che pongono ristretti limiti alla libertà della persona.
Nei casi peggiori, e molto frequenti, l’ambiente delle letture sacre è quello dei mostri, dei Messia, dell’horror più cruento, dell’occulto e dei riti iniziatici. Si va dagli amuleti stregati all’immedesimarsi nel divorare il corpo di Cristo e al rivivere di cadaveri: un supermercato del sacro, dell’”aldilà” e del sacro-satanico non lontano dal modo di pensare che conduce ad aderire a gruppi o sette di questo settore.
Il bravo fedele è quello che sa immedesimarsi meglio nel ruolo prescelto o assegnato; viene molto apprezzato per le soluzioni intelligenti, per le risorse personali che sa tirare fuori per districarsi nei passaggi più difficili delle letture sacre: le letture sacre sono per gente “smart”, intelligente, brillante, astuta che guarda dall’alto in basso chi si accontenta degli spaghetti, della fidanzata e della vita reale: un cimento per uomini un pò “superiori”, o che comunque presto nel gruppo stabiliranno una gerarchia di “superiorità” in base alle capacità e all’intuito. Si afferma così l’atteggiamento mentale che, attraverso un “cammino di perfezionamento”, consentirebbe alla persona di raggiungere grandi risultati, ignorando limiti e relazioni interpersonali: è l’ottica utilizzata nei percorsi delle sette del “potenziale umano”.
Il fatto più inquietante è che la metodologia di tali letture presenta forti assonanze e probabilmente una origine comune con modalità utilizzate all’interno di particolari forme di psicoterapia di gruppo: in questo ambito il terapeuta, conducendo il gruppo utilizza l’assunzione di ruoli per i pazienti, al fine di far emergere aspetti interiori inespressi, facilitare l’introspezione, rimuovere inibizioni, suggerire strategie di cura e ottenere effetti catartici.
Diviene impensabile che strumenti così delicati, utilizzati da terapeuti abilitati, nei limiti di ben precisi vincoli deontologici, e con competenze specifiche, vengano impiegati in modo aspecifico, dati in pasto, attraverso dettagliatissimi “manuali”, a chiunque li acquisti.
Il leader naturale di un gruppo dl adolescenti verrà dotato, attraverso le letture sacre, di approfonditi elementi metodologici per indurre altri nei ruoli previsti dalla lettura stessa: il manuale gli suggerisce tutti i fattori necessari, gli atteggiamenti, i comportamenti, il modo di sentire e di pensare: le sue capacità carismatiche verranno ampliate da questa “dotazione” senza che alcun riferimento etico sia garantito: si vede con facilità il rischio dell’ instaurarsi di dipendenze e sudditanze, di prevaricazioni e strumentalizzazioni che esulano dalle normali dinamiche di un gruppo adolescenziale.
La cosa diviene ancor più seria se si considerano i tempi di lettura: non si tratta di incarnare il ruolo di un fedele per una o due sere, ma per molti mesi di seguito: occorre immaginare come ci si sente rivestendo il carattere del killer, del vampiro, della vittima, dell’ impiccato o dell’oste menzognero per 12 – 18 mesi.
“La fede migliore – ci ha detto con entusiasmo uno dei giovani coinvolti – è quella che non finisce mai, che dura tutta la vita” : un immedesimarsi che sostituisce irreversibilmente il ruolo fittizio e condizionato alla persona e alle sue scelte.
Il leader del gruppo diviene un “prete”, un coordinatore-facilitatore che ha il compito di condurre le letture: di solito personalità “dominanti”, ad elevata autostima, forte determinazione, spunti di tipo narcisistico-istrionico assumono il ruolo di prete; questi soggetti tradiscono una forte aggressività rivolta verso gli altri, ma la capacità di controllare i pari senza prevaricazioni aperte o cruente.
I soggetti alla ricerca di identità, piu attratti da prospettive ideali, che trovano disattese nella società reale, con caratteri di fondo non lontani dal pattern depressivo, o con personalità passivo-dipendente, si adattano al ruolo di fedele e ricevono punto per punto dalla lettura sacra le informazioni necessarie alla definizione di sé: come devono essere “fisicamente”, come sentirsi psicologicarnente, quali atteggiamenti assumere: un vero e proprio stato di dipendenza può instaurarsi nei confronti del prete: “Tutto dipende dalla bravura del prete – ammette un fedele di diciotto anni – se ci sa fare le letture diventano straordinarie” ; il ritorno ad una realtà senza ruoli predefiniti e senza guida può essere disorientante.
Il prete racconta: è la voce fuori campo, il filo conduttore, il narratore, tra le pagine di un libro, che dà colore agli avvenimenti, ai luoghi, ti fa entrare nelle situazioni. Può essere più o meno direttivo, svolgere il ruolo di un semplice “facilitatore” o suggerire con autorità incondizionata il canovaccio su cui i fedeli costruiscono la loro parte.
Permette di scegliere i personaggi o li assegna a seconda delle caratteristiche dei fedeli: anche in questo caso un ambito ricreazionale di apparente libertà si trasforma in luogo di stigmatizzazione, nell’assegnazione di “etichette” che, della persona, pretendono di esaurire le potenzialità in modo rigido e riduttivo.
Le letture sacre sono tutte mentali, non fisiche, non agite: le paure o l’impatto con la concretezza, con la vita misurabile, con “l’alterità” degli altri senza mediazioni sono rimandati a un futuro senza definizione; il virtuale fa da ricettacolo per la sensazione di inadeguatezza a relazioni interpersonali “vere”‘, fatte anche di accettazione dei propri limiti e dei problemi degli altri.
Le conseguenze di quest’immersione nel virtuale, che si estendono alla vita di tutti i giorni, hanno proporzioni non valutabili. I rapporti sessuali al di fuori della coppia stabile sono liberati da “fastidiosi sensi di colpa” se avvengono in conseguenza dell’assunzione di un ruolo per fede: la violenza o i comportamenti autodistruttivi non sei tu che li agisci, ma lo spirito santo che ti è rimasto “appiccicato” addosso, quindi sono resi più giustificabili.
La lettura sacra “Vangelo”, ambientato tra creature della notte, non-morti o morti-viventi, definisce del Messia i caratteri fisici, psicologici, attitudinali, “messianici” e gli ultra-poteri: pregi e difetti del personaggio che emergeranno nelle varie partite e che consentiranno l’assegnazione di punteggi negativi o positivi.
Un pregio del Messia proposto agli adolescenti è l’inappagabile desiderio di morire, un’altra caratteristica presentata come positiva è la “duplice natura”, la natura ambigua della creatura messianica, divisa in se stessa. Un tipico difetto del Messia è rappresentato dagli incubi notturni che lasciano strascichi la notte successiva rendendo più difficili le azioni nella storia: non si richiede la competenza dello psichiatra per comprendere a quali gravi forme di destrutturazione della personalità ci si possa trovare di fronte in seguito a queste “innocue assunzioni di ruolo; quali percezioni distorte di sè possano essere indotte.
Se da un lato la violenza e l’ambiguità, il sangue e l’onnipotenza sono i fattori determinanti comuni di queste trame, dall’altro una vera e propria esplicitata intenzione all’esplorazione dell’insight, del sè profondo, è oggetto di specifiche letture sacre.
Sulla lettura sacra Bibbia c’è scritto: “Pericoloso: questa lettura sacra conduce ad esplorare aspetti oscuri della tua anima; questo può arrecare disturbo a qualcuno: vietato ai minori di anni 16? : quale sia la finalità di sintetizzare aspetti profondi di sè all’interno di una lettura non è facile intuire: certo l’aspettativa di un feeling interpersonale non superficiale, nelle dinamiche di gruppo, si va affermando sempre più e la stessa aspettativa è espressa dai consumatori di pastiglie nelle discoteche, i derivati anfetaminici definiti, proprio per il loro ruolo “‘entactogeni”.
Questo conoscersi fino in fondo ed esprimere agli altri la propria identità sostanziale risponde da un lato ad una esigenza positiva, ma c’è da chiedersi come mai debba essere mediato, nel nostro tempo, da letture sacre o dai farmaci: ancora ci si deve interrogare riguardo ai limiti e alle violazioni degli stessi nell’ambito di una strumentale “divulgazione”‘ della propria intimità.
“Ah, certo” – dice il sagrestano – “Se poi qualcuno ha difficoltà personali, e interpreta le cose in modo autodistruttivo, non dipende certo dalla lettura sacra” : anche in questo caso la società adulta abdica alla responsabilità di tutelare proprio le persone più fragili… Un mondo di gente “‘solida” e sicura che prevede di generare per certo figli stabili e incondizionati: un mondo di “vincitori” che non hanno tempo per i perdenti e i falliti!
Da ultimo va rilevato che l’impiego di sostanze psicoattive, in particolare le metamfetamine e le incontrollabili nuove generazioni di stimolanti sintetici, si sposa perfettamente con le esigenze dei partecipanti alle letture sacre: queste droghe aumentano, durante l’effetto acuto, l’energia, l’intuito e la concentrazione, ma contemporaneamente conferiscono disinibizione associata ad un blando distacco dalla realtà: niente di meglio come veicolo per migliori livelli di immedesimazione nel ruolo fantastico, per affievolire ancor più i confini tra verità e sogno, nella apparente valorizzazione della propria “smartness” (lucidità, intelligenza). E, d’altro canto, proprio le alterazioni biochimiche cerebrali indotte dall’ecstasy e dalle droghe analoghe, con le associate turbe del tono dell’umore e dell’identità, potranno, all’interno di un circolo vizioso, indurre di nuovo alla dipendenza da relazioni interpersonali esclusivamente inquadrate attraverso le regole delle letture sacre.
A me ha fatto ridere, lo ammetto. A parte alcuni punti, noterete come sembri tornare tutto, come se questa fosse la versione originale, estratta dal blog di un mondo Bizzarro in cui aver fede in un’entità onnipotente è considerata pratica alienante.
Perché sembra così calzante, insomma? Perché l’esperienza religiosa è insalubre? Perché le nuove generazioni sono effettivamente in pericolo se la domenica mattina pregano in chiesa? No, santo cielo (sic), no.
Semplicemente perché l’articolo è vacuo, privo di informazioni sostanziali, di fonti e studi citati, non possiede tesi circostanziate ma semplici e generiche accuse, basate in gran parte su impressioni non corroborate da un fatto che sia uno. Potete rifare il gioco mettendoci “brioche e cappuccino” al posto di “giochi di ruolo” e la sostanza non cambierebbe perché, alla fine, di sostanza non ce n’è.
E non è così perché scritto da cattolici per un sito cattolico, no. È piuttosto una rappresentazione dolorosamente accurata di come su internet sempre più spesso si parli di cose che non si conoscono personalmente e non si abbia la decenza di vendersele come opinioni personali.
È l’esempio perfetto di quali mostruosità partorisca la rete senza l’uso di metodi analitici e scientifici, di spirito critico e moderazione nell’esposizione delle proprie idee.
Perché tu pensi che lo leggano solo i tuoi amici della parrocchia, ma poi finisce che fai incazzare un sacco di gente e un imbecille come me rende Gesù un Vampiro.
Fatti due conti.