Sembra ieri il capodanno 2020, tra un bicchiere di spumante ed i meme sull’anno del doppio critico. La bacheca di Facebook e non solo era piena di riferimenti a quell’anno dalla numerazione unica, con un significato ben chiaro per coloro che dei giochi di ruolo ha fatto la sua passione. Sempre ieri quando le battute hanno iniziato gradualmente a cambiare tenore, affrontando, pur sempre con ironia, argomenti già più seri, meno gioiosi, dal rischio di una nuova guerra mondiale ad una pandemia che pochi, inizialmente, hanno preso sul serio, portandoci alla situazione odierna con tutto il mondo in lockdown, chiusi in casa per evitare la diffusione del virus ed il contagio.
La quarantena in Italia ha avuto inizio a metà marzo, il resto dell’Europa e del mondo ha iniziato a seguire a ruota solo successivamente, ma non è del maledetto Coronavirus o della quarantena in sé che ho intenzione di parlare, più che altro di come l’essere rinchiusi in casa senza poter uscire ha posto una sfida verso molti giovani e meno giovani italiani. Gli introversi, i nerd ed i gamer (a volte definizioni che coincidono in un unico individuo) non hanno faticato ad adattarsi: rimanere chiusi in casa a giocare era già ciò che si faceva normalmente (da qui nuove battute su come saranno i nerd a salvare il mondo), ma anche i videogiochi tradizionali prima o poi stancano, annoiano, si dimostrano ripetitivi. Ad un certo punto, ritrovarsi davanti ad uno schermo con il joypad in mano a premere tasti non basta più.
Entra qui in scena il Gioco di Ruolo Play by Chat (GdR PbC). Si tratta di un genere che spopolava maggiormente tra i 20 ed i 15 anni fa, la cui utenza è andata pian piano scemando, così come pochi i GdR online che sopravvivono. Perché? Se n’è discusso a lungo, numerosi sono gli articoli e le interviste tra gestori e giocatori. La mia opinione è che i giovani d’oggi preferiscano qualcosa di immediato, che impegni poco tempo, che faccia diventare subito forti e per cui basta qualche clic senza troppi sforzi, proprio perché viviamo in un’epoca frenetica, sempre di fretta, con mille impegni scolastici, lavorativi, sportivi, familiari, etc. Non si ha più il tempo libero di una volta, troppe distrazioni. La quarantena ha annullato tutto. La quarantena ha ridimensionato gli impegni delle persone e dei giovani, prima abituati ad uscire continuamente, ora costretti a seguire lezioni online.
Diversamente da molti altri esempi di videogiochi sia da console che da pc e mobile, il PbC richiede tempo e dedizione. Anche una certa capacità di scrittura, ciò che spesso allontana immediatamente i neo-iscritti che si immaginano un genere diverso. Giocare con altri giocatori porta a far durare certe giocate anche ore, delle quest possono togliere un giorno intero (certo, con tempi morti tra un turno e l’altro che non impediscono di sistemare faccende in casa). Il proprio personaggio parte da zero e cresce man mano che si gioca, si evolve, diventa più forte, vive la sua storia che non ha mai fine, anche quando muore. Se ne crea un altro e tutto può ricominciare, vivendo esperienze di ogni tipo e trascinando la propria mente in un mondo diverso. Giocare ad un GdR è come leggere un libro ed immergersi ed estraniarsi da tutto, con la differenza che nel PbC il libro lo scrivi tu stesso, sono le tue azioni che creano la storia.
Nello specifico, porto l’esempio del Grande Blu o Gb, il primo GdR italiano su “One Piece” (celebre manga di Eiichiro Oda in corso dal 1995 e pubblicato da Shueisha) nonché uno dei più longevi nel panorama italiano (creato nel lontano 2005), sul quale gioco da sempre. Nel Gb basta giocare, anche senza partecipare alle quest organizzate dai master, per poter far crescere il proprio personaggio. All’alba del decreto Conte che ha imposto agli italiani la quarantena, il gestore ha supportato il movimento #iorestoacasa proprio per invogliare i giocatori, giovani o non più giovanissimi, a rimanere a casa e giocare, riscontrando anche un particolare successo. Probabilmente con la poca possibilità di uscire ogni giorno si registrano nuovi utenti, sia esperti di GdR che neofiti. La maggior parte di essi resta a giocare perché ha trovato un nuovo passatempo o ha riscoperto un genere ludico che fino a quel momento trascurava.
Per altri utenti non si tratta solo di un passatempo. Per alcuni è proprio una distrazione in un periodo storico difficile, una salvezza vera e propria, come nel caso di Alex, rimasto bloccato all’Estero senza lavoro, con a disposizione solamente uno smartphone (e la versione mobile del Gb) per giocare con gli amici di vecchia data; Andrea, più fortunato con la possibilità dello smartworking, nel Gb ha trovato un aiuto a staccare dalla routine lavorativa ed a sentirsi comunque vicino agli amici che, soprattutto in questo periodo, sono impossibili da incontrare sparsi su tutto il territorio nazionale; similmente, per Michele entrare nei panni del suo pg è un modo di fare ciò che gli piace e distrarsi dai problemi del mondo di cui già abbiamo parlato fin troppo, evitando di deprimersi; Marika, nonostante non abbia mai smesso di giocare ed aiutare i nuovi iscritti, in queste giornate ha riscoperto il piacere di creare spunti con i suoi compagni di “gilda”, ha ritrovato la fantasia che la aiuta a far passare rapidamente il tempo; anche Mattia vede il Gb come un mondo per evadere, vivere avventure in gioco quando, invece, si è chiusi tra quattro mura, combattendo la solitudine assieme alla community del gioco; Manuel è uno tra coloro che ha scoperto il GdR da poco e ne è rimasto piacevolmente colpito, si direbbe che condivide le stesse esperienze degli altri esempi, ma anche se già sa che al termine della quarantena il tempo da dedicare al gioco sarà ridotto, si ripromette di non smettere, in segno di gratitudine, per non dimenticare il bene che finora gli ha fatto.
Nella piccola realtà storica di Opéra immaginavano che gli incentivi per l’iniziativa #iorestoacasa (bonus in PX e denaro, ancor maggiore intervento dei master) avrebbero avuto un’influenza relativa sul trend di un comunità già affiatata. Avevano ragione in parte. Oltre ad una fisiologica maggiore presenza e ad un maggior numero di iscrizioni hanno infatti notato un incremento della quantità del gioco e della qualità dell’iniziativa dei singoli indipendente dalle agevolazioni previste. L’impressione generale è quella di una presa di coscienza che va ben oltre i premi, la consapevolezza che ognuno, persino in un contesto ludico, può nel proprio piccolo rendere meno gravosi il tempo e l’umore dell’altro in queste settimane difficili. Un messaggio che giunge non solo dai veterani ma anche dagli arrivi recenti, a dimostrare che il necessario isolamento fisico non ha smorzato lo spirito che da sempre anima il loro gioco: far crescere e migliorare la comunità della quale ci si sente parte.
Anche per chi gioca su Crystal Tokyo passare le giornate in casa è molto difficile, anche per chi ha un animo profondamente nerd. La loro è comunità di adulti e molti di loro svolgevano, prima della quarantena, attività lavorative e/o badavano alle rispettive famiglie. L’utenza è formata da impiegati, studenti, cabin crew, operatori sanitari, baristi, estetisti, ragazze alla pari e così via. Ognuno di loro si è trovato chiuso nel proprio angolo di mondo (chi a Los Angeles, chi a Dubai, chi a Londra, chi a Milano o in qualche paesino delle Marche) isolato dal resto e spesso lontano dai propri affetti. Molti di loro avevano progetti da intraprendere: qualcuno doveva andare a convivere e traslocare, qualcun altro è in attesa di un figlio, qualcun altro ancora stava preparando dei concorsi o si stava per laureare. Quindi il Covid-19 è stato uno tsunami che ha bloccato molti di questi progetti. Tuttavia, avere una piattaforma online ha permesso di mantenere l'ultimo spazio di "normalità" in una vita sospesa, perché di fatto è l'unico luogo in cui la socialità può andare avanti senza limiti.
Tutte queste sono testimonianze di utenti che affollano i GdR in questi giorni e, pur continuando a lavorare o a studiare da casa per chi può, trovano supporto e sollievo nel gioco, ma soprattutto negli altri giocatori che, anche se spesso non sono mai stati incontrati di persona, anche se se ne conosce solo la voce in chat vocali o a stento una foto, ancor prima di trovarsi in real ad un raduno diventano amici ed aiutano a creare una forte community che in questi tempi difficili si sente unita e si fa forza creando Gioco.