SI DICE CHE QUANDO SI BEVE IL SAKÈ IN COMPAGNIA
DI UN TEMIBILE NEMICO, QUEL SAKÈ SIA OTTIMO
(CAPITAN HARLOCK)
Quando, circa vent'anni or sono, le emittenti televisive Italiane vennero
inondate di cartoni animati provenienti dal Giappone, grandi e piccini non
poterono che sorprendersi di fronte agli elementi di diversità che essi
portavano con sè. Di fronte ad un' “invasione culturale” cosi massiccia, il
pubblico adulto si è allarmato non poco, soprattutto perchè non aveva gli
strumenti per capire i nuovi cartoon e per operare delle distinzioni all'interno
di una produzione di qualità estremamente eterogenea.
Gli spettatori più piccoli (tra cui io stesso) accolsero invece con grande
entusiasmo i nuovi cartoni animati, che erano capaci di presentare orrizzonti
fantastici ed emotivi fino a quel momento sconosciuti: nonostante
provenissero da una cultura lontana dalla nostra, noi non ci trovavamo
affatto a disagio davanti al teleschermo, anzi ci sentivamo coinvolti, per
quanto capivamo perfettamente che si trattava di storie e personaggi
giapponesi e quindi diversi dai soliti.
Le spesso giustificate proteste di molti genitori e insegnanti hanno
portato di fatto a condannare il cartoon nipponico per le influenze dal punto
di vista educativo e per questo motivo, verso la fine degli anni ottanta essi
sono sostanzialemte scomparsi dalle reti nazionali e da allora molti dei
cartoon della prima 'ondata' non furono più trasmessi. Si sono moltiplicati
pregiudizi (come l'utilizzo del computer nella realizzazione dei disegni), con
il risultato che si è fatto di tutto un fascio in assenza di informazioni sugli
autori dei cartoon (alcuni dei quali sono dei veri maestri) e non essendoci
insomma nel nostro paese una cultura del cartone animato.
Bisogna ricordare come ancora oggi una certa critica, che si esprime sulla
qualità pedagogica dei cartoni animati, nel valutarli continua a basarsi su
elementi spesso superficiali come la violenza o le componenti erotiche, non
accorgendosi che moltissimi altri serial apparentemente innocui rifilano noia
e banalità a non finire.
Ovviamente vi sono prodotti giapponesi di infima qualità, ma nella
condanna sommaria si è persa l'occasione di gustare e valorizzare serie
meravigliose, che rimangono tuttora degli irrinunciabili punti di riferimento
per gli artisti del settore.
A partire dagli anni novanta i bambini cresciuti con Goldrake, Capitan
Harlock, Remì, Heidi, ecc, hanno trovato in un neonato mercato dell'Home-
Video non solo molti dei cartoon di una volta, ma anche un'infinità di nuovi
titoli, specialmente tra i manga (i fumetti giapponesi). Si sono moltiplicate
le fanzine, non mancano neppure alcune riviste specializzate, e nell'ambiente
degli anime-fan (anime indica il cartoon nipponico) molti auspicano che la
dimestichezza con questo tipo di prodotti non rimanga prerogativa di un
numero relativamente ristretto di appassionati. Ciò nonostante, il rinato
interesse per il cinema d'animazione nipponico, fino ad ora solo raramente
ha dato alla luce studi veramente approfonditi sull'argomento, molti dei
quali sono pure di difficile reperibilità.
La mia ricerca si sofferma ad analizzare nella maniera più accurata
possibile i cartoni animati che fanno riferimento al nome di Leiji Matsumoto
(il creatore di Capitan Harlock), uno degli autori più significativi nella
storia del cinema d'animazione del Sol Levante. In questa mia analisi ho
incontrato tre ordini di difficoltà: il primo grande ostacolo è stato reperire le
serie animate, il che mi ha richiesto ben quattro anni di ricerca tra i
collezionisti di mia conoscenza (parecchie registrazioni infatti risalgono a
metà degli anni ottanta, quando i videoregistratori erano prerogativa di
pochi).
Una seconda difficoltà ha riguardato invece la bibliografia su Leiji
Matsumoto, che tutt'ora si riduce di fatto ad una manciata di interviste, metà
delle quali pubblicate su riviste statunitensi. Mi sono trovato quindi davanti
ad un terreno completamente inesplorato, con i vantaggi e gli inconvenienti
che un'indagine del genere implica.
Un terzo problema con cui la mia analisi ha dovuto fare i conti è
costituito dal fatto che non mi è stato possible sapere il livello di
coinvolgimento che ha avuto Leiji Matsumoto nella realizzazione di cartoni animati tratti dai suoi fumetti o comunque da lui ideati. L'imbarazzo che
provo di fronte ad una situazione di questo tipo non si sarebbe posto se
avessi avuto a disposizione almeno i manga a cui i corrispettivi anime fanno
riferimento. Invece, nonostante la lunghissima carriera dell'autore ed il
livello delle sue opere, in Italia è giunto il solo fumetto di Capitan Harlock,
probabilmente perchè lo stile grafico di Leiji Matsumoto si discosta dai
canoni di facile vendibilità, molto spesso legati alla carica erotica delle
eroine o ai combattimenti cruenti dei personaggi protagonisti di molti
manga4.
Leiji Matsumoto è innanzitutto un autore di fantascienza, inventore di
grandi avventure interstellari al centro delle quali troviamo sempre l'uomo e
la sua dignità: sono 'space romance', spesso a sfondo drammatico e
fantascientifico, che hanno nel fascino e nel pathos gli elementi di maggior
attrattiva.
Ritengo tuttavia che la peculiarità che distingue l'artista giapponese dagli
altri cartoonist del mondo sia soprattutto la sistematicità di un impegno che
possiamo definire anche pedagogico e etico, che si dispiega su una
vastissima produzione (oltre centosessanta ore di pellicola accanto a più di
quarant'anni di carrira fumettistica) e che lo inserisce tra i grandi della storia
del cinema d'animazione.
Nella analisi delle varie opere e nel tentare di ricostruire la visone del
mondo di Leiji Matsumoto, ho adottato un approccio testuale, nel senso che
ho cercato di attenermi il più possibile a quanto accade o emerge dalle storie
dei personaggi: puntata per puntata ho preso nota delle frasi più significative
e delle tematiche trattate in modo tale da poter ricostruire per ogni saga
spaziale un quadro d'insieme il più attendibile possibile. Come si potrà
notare nel corso della lettura, alcuni argomenti costituiscono delle vere e
proprie costanti, mentre altri si richiamano e si intrecciano reciprocamente:
per questo motivo la trattazione di alcuni argomenti si dispiegherà su più
capitoli.
La tesi è suddivisa in tre parti: una prima introduttiva sull'autore, una
seconda dedicata alle opere 'minori' e una terza che prende in considerazione
il Galaxy Express 999, la saga spaziale di maggior impegno etico-filosofico
e che riassume l'intero pensiero dell'autore, il quale, più che un semplice
narratore, si rivela un maestro di vita.