Song of Sauin ricerca Tester

Nome Gioco: Song of Sauin

URL: http://songofsauin.altervista.org ↗

Stato: In Costruzione

Autore: sos_tellers (4 annunci di ricerca aperti)

Categoria: Play by Chat

Genere: Altri Generi

Codice Utilizzato: GDRCD

Stato dei Lavori: Tra il V e il VI secolo dopo Cristo, voci che sanno di dolore e di mestizia, timorose fra le pietre umide che guardano ad est, si rincorrono senza posa. Nei corridoi di Glastonbury solo una, la più devota, delle monache, si ferma per una preghiera di raccoglimento. I suoi occhi verdi si posano sulla giornata piovosa che ristora i giardini, fuori dall'abbazia. In realtà guardano qualcosa che è oltre le nebbie salite dal mare. E' arrivata da poco.
A Tintagel, dove è al culmine il solleone, un anziano signore sorretto da un nodoso bastone, fatto di quercia, passeggia sulla spiaggia. E' in compagnia di una ragazzina benestante, che chiede il suo consiglio. Insieme, verso la scogliera, sembrano amici di vecchia data. In realtà lei lo ha conosciuto da pochi minuti, mentre il vecchio la aiutava a smontare dal castrone di suo padre. C'è qualcosa, è un sentimento effimero, come un palpito appartenente ad un mondo segreto, che la spinge a fidarsi di lui, soprattutto viste le belle parole spese a proposito della fede cristiana che, in famiglia, intendono volerle far seguire. Ma la ragazzina non è del tutto certa che quegli insegnamenti siano giusti. Ed il vecchio, che sembra appena più alto del normale nell'istante in cui le indica il mare, sorride alle sue parole. Il sorriso però è triste, quasi portasse un dolore vivo, nel cuore.

"Da quanto giri per queste terre, vecchio?"
"Settimane, una manciata."
"E perchè?"
"Perchè cerco un amico."

Nei tempi dimenticati durante i quali i Sassoni incalzavano dalle terre orientali, il popolo di Britannia aveva appena appreso la notizia che tutti cercavano di tacere: Artù, l'erede di Uther Pendragon, colui che era sembrato l'unica speranza per salvare un mondo e una civiltà appena riconquistati dal giogo romano, giaceva a letto sull'orlo della morte.
Il Santo Graal, recuperato dai suoi più valorosi Cavalieri della Tavola, dicono le dame sotto i portici che nulla ha potuto per sanare le ferite del re. L'unico lato chiaro, l'unica notizia che incoraggia gli animi di chi ancora si rifiuta di abbandonarsi al dominio germanico, è la fine della guerra civile. Mordred e coloro che l'hanno sostenuto mentre usurpava il trono di suo padre, in Gallia a combattere, sono stati o uccisi o ridotti in miseria, e se da una parte il popolo piange l'imminente morte del suo re, il non dover più temere dai propri stessi fratelli è l'ultimo raggio di sole che imporporisce il crepuscolo di un mondo al tramonto. Speranza che oramai è molto flebile: la Tavola Rotonda giace vuota dei suoi cavalieri nella grande sala del consiglio, chi disperso, chi morto, chi tradito, solo la luce della luna ancora siede al posto d'onore; i migliori dei paladini che difendevano il regno se ne sono andati. Gawain, Lionel, portati via dalla guerra. Bors e Galahad, immolati nelle sale del Re Pescatore. E tanti, troppi altri. Ed ora Artù, il loro Re, il loro Dio, sente l'aria delle sempre giovani sponde farsi vicine.

E' sera a Camelot, e Samhain è ormai alle porte. Merlino si vede sempre meno in giro, sfuggente come i vecchi dèi pagani che ancora venera, e dagli appartamenti del sovrano è un gran via vai di ancelle, domestici, cerusici e amici. Facce cupe si avvicendano attorno ad Artù, e sebbene provino tutti a mantenere alto l'umore, per dare l'ultima speranza a un moribondo, si fa sempre più manifesto ad ogni ora che passa il destino nefasto che lo aspetta, pronto a spezzarlo. La terribile ferita infertagli da Mordred non accenna a guarire, nelle cucine si mormora che Morgause la strega abbia maledetto quella lama, e che nemmeno tutte le lacrime dei santi potrebbero nulla contro il maleficio pagano. Le tenebre incalzano, e in una piccola sala comune, Parsifal e Lancillotto stanno in silenzio, a guardarsi negli occhi. Dopo la morte di Galahad non hanno più avuto molto da dirsi. E ora, al dolore di un figlio o di un amico perduto, si aggiunge anche quello di un sovrano, del migliore tra loro che sta per assurgere alla grazia. Il fuoco nel camino viene lasciato a morire, nessuno si cura di tener vive le braci: che importanza ha, se le forze del loro popolo stanno per venir meno di fronte all'incalzare di altri, di popolazioni straniere e di creature partorite dal buio e da magie arcane e blasfeme? Senza Artù, nessuno più riuscirà a mantenere il vecchio mondo in vita.
Giove sorge dietro le querce, e una figura incappucciata scivola tra i corridoio in pietra del castello, ombra tra le ombre. Si muove con il silenzio di un lupo in caccia, l'orlo del suo mantello scivola sul pavimento come acqua sul greto di un torrente, il suo sguardo ha gli anni della foresta che circonda il fossato.
Querce robuste, querce nodose che paiono proteggere Camelot molto meglio dei solidi bastioni di cui è cinta. La porta del salottino si apre, sotto la spinta di una mano vecchia ma non indebolita, i cardini cigolano. Parsifal è il primo a scattare sull'attenti, la mano corre alla spada di Davide che il Re Pescatore gli ha donato.
Stringe l'elsa, ma non sfodera.
Lancillotto resta seduto, la schiena dritta, ogni muscolo teso e pronto a scattare in piedi, in armi.
Ma la figura si limita a far scivolare fuori dal mantello che gli copre membra e volto un'altra mano, le palme tese verso i due paladini ad indicare quanto sia disarmato e privo di intenzioni ostili. Entra nel salottino, senza che nessuno dei due guerrieri fiati, si stupisca o gli tolga gli occhi di dosso. E forse è tutto quello che il nuovo venuto vuole: con la lentezza e i movimenti misurati del bardo che sa di dover mantenere l'attenzione del pubblico ben viva, si abbassa il cappuccio e finalmente si rivela.
Ogni istinto combattivo sparisce, gli occhi si sgranano.
Merlino è la parola che corre su entrambe le labbra dei due cavalieri, stupiti nel vedere di nuovo il vecchio druido tra quelle mura dopo tanto, troppo tempo. Il vecchio sorride, accennando un saluto con il capo. Prende fiato, gonfia il venerabile petto e schiude le labbra.
Ma Parsifal interrompe.
Come ha potuto abbandonarli nel momento di maggior bisogno? Perchè non era a Camlann, ad impedire che Artù venisse ferito mortalmente da suo figlio? Dov'eri, Merlino? Perchè non rispondi?
Tutto quello, però, che il vecchio risponde, con uno sguardo che comunica solo delusione e irritazione, per l'irruenza del guerriero, sono poche laconiche parole: "Non piangetelo, perchè non è morto, ma riposa soltanto, lontano dai vostri occhi e fino a quando i tempi non saranno propizi. Nascondete la Spada e nascondete il Calice, dimenticatevi del Re Pescatore, e non fidatevi di nessuno che non siate voi stessi. Artù ha benedetto voi e tutti i vostri compagni caduti, prima che partiste alla ricerca del Graal. E di nuovo, prima di chiudere gli occhi. Fatene tesoro, e pregate che conservi il suo spirito integro".
Lancillotto è il primo a farsi avanti, a chiedere spiegazioni, con già presentimenti oscuri nei pensieri. Ma basta un attimo di distrazione che, Merlino, la vecchia quercia che muore con gli antichi dei, torna a sparire tra le ombre, senza che nessuno dei due cavalieri sia riuscito a chiedere spiegazioni.
Prima di chiudere gli occhi. Ha benedetto voi e tutti i vostri compagni caduti.
Uno sguardo trai due, colmo di terrore, è tutto quanto necessitano due compagni d'arme che si conoscono da così tanto per precipitarsi lungo i corridoi, verso le stanze del re. Hanno il cuore in gola.
Le tenebre sono scese con il rombo del tuono, il loro manto ricopre il mondo. La Britannia è condannata a cadere, la Tavola Rotonda è già sul punto di spaccarsi. Nel letto di Artù non c'è più il suo corpo, ed in realtà, non c'è mai stato.
Sotto i drappeggi del baldacchino, un essere piccolo e deforme, dagli occhi nerissimi, lunghe ali di fuochi fatui bluastri e un capo sormontato da una corona di sambuco, la lunga chioma di fiamma celeste, sorride ai due paladini con la dentatura aguzza di un pipistrello.
Samhain volge al termine. Sotto il novilunio, del corpo fisico di Re Artù non è rimasta traccia alcuna.

"Chi è il tuo amico, vecchio?"
"Una persona speciale, unica nel suo genere."
"Io lo conosco?"
"Oh, tutti lo hanno conosciuto, e lo conosceranno.
Vale la pena domandarsi se potranno emularne le gesta."

Ambientazione: Link.

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Requisiti Richiesti e Posti Disponibili:

Il sito che forniamo è la "base" di partenza per il lancio di una piattaforma più stabile, curata graficamente, concettualmente e in via di contenuti, che pubblicizzeremo - e utilizzeremo, quando sarà pronta per l'apertura ufficiale. Perchè allora cercare candidati?

Per poter garantire al gioco, adesso, un gruppo stabile di revisori, tester propriamente detti e personalità da coinvolgere nella trama, nonchè una squadra affiatata in futuro.

Sono richieste doti essenziali:

- Buone capacità di interazione tra giocatori. Questo non significa far crescere la land su skype, ma direttamente IN LAND.
- Buone capacità di esprimersi in italiano.
Superfluo ribadirlo ma teniamo sia una delle doti più importanti, è un play by chat.
- Voglia di informarsi, chiedere, mandare messaggi, gli amministratori sono solo contenti di potervi aiutare a costruire il Vostro personaggio, nell'ottica di quello che verrà.
- Voglia di aiutare a portare a termine il progetto.
Le novità e la ricerca di nuove risorse continua anche mentre si lavora al prodotto finito. In quest'ottica, proposte per il gioco, di corporazioni o di qualsiasi fattore a beneficio di Song of Sauin, da una lettura veloce delle documentazioni mancanti ad hint per colmare lacune varie ed eventuali, sono bene accette.

Il lavoro prevede un pagamento? NO

Data Annuncio: 26/11/2015

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