Spoiler: Sì! Ma leggete fino in fondo per favore!
Lungi da me voler creare discussioni, polemiche, rivalità; vorrei soltanto intavolare una discussione riportando il mio parere. Ackseth!
Nell’immaginario collettivo che forse per un certo periodo è corrisposto alla realtà, Dungeons & Dragons ha coinciso con la definizione di gioco di ruolo. All’epoca, precedente alla mia devo dire, i giocatori erano dei veri, puri e dissociati appassionati che si inventavano le proprie regole per impersonificare i personaggi preferiti dei table-game di elezione. Fin qui è storia!
Poi è venuto D&D: l’indimenticabile edizione dei cofanetti; sono certo che degli appassionati come noi non possono ignorarla! All’epoca l’elfo e il nano erano classi, non razze, le regole erano semplici, le avventure immediatamente fruibili e quello che contava, signori miei, era l’interpretazione.
Ebbene sì, l’ho detto: la prima edizione è l’unica che mette l’interpretazione al centro dell’ottica. La semplicità e la pochezza del regolamento rendono possibile concentrarsi sui rapporti con gli altri, sull’avventura, appunto. Passare 3-4 anni a giocare lo stesso personaggio senza problema alcuno era possibile e anche comune. Poco importa se la meccanica non fosse mirabolante.
Poi venne Advanced Dungeons & Dragons: che dire, io ci sono cresciuto. Millemila parole sono state spese su entrambe le edizioni, decidete voi quali siano più congeniali. C’è però da dire una cosa, non di secondaria importanza: l’enorme vastità delle regole e il numero indecente di manuali da possedere rendeva l’approccio al gioco non solo completo (la meccanica può piacere o meno, ma non mi dite che non è completa, per favore, c’è almeno una regola se non un manuale per tutto….) ma anche elitario: io giocavo AD&D, io sono un Giocatore di Ruolo!
Questo si pensava, questo era l’approccio! La meccanica faceva schifo, lo dico e lo ripeto; il THAC0 è il sistema per colpire quanto più orribile e macchinoso esista, le ambientazioni (a parte Planescape) raffazzonate e chiaramente arrivate a noi da mille fonti diverse e riunite con un machete, la progressione a livelli, l’allineamento, oddio, non mi ci fate pensare… però, cazzo, era Advanced! Se volevi essere preso in considerazione nel mondo degli appassionati, DOVEVI giocare ad Advanced.
Ciò non toglie che ci fossero giochi più belli anche all’epoca e meglio studiati, ma la TSR sbaragliò la concorrenza. Pure troppo!
Poi i giocatori cominciarono ad avere un po’ di anni sulle spalle, non parlo qui da noi, ma Là da Dove Tutto Proviene, e il progredire solo a cazzotti cominciò a stare stretto un po’ a tutti! Complice l’aumento del numero degli appassionati e la caduta del muro di Berlino che aprì, dopo qualche anno, un enorme mercato ricco di persone che erano abituate a cavarsela con le proprie forze, forse c’ha messo un po’ lo zampino anche la rete delle reti, eh, ma insomma cominciò un fioccare, uno zampillare, di regole fatte in casa, di aggiunte, di correzioni, di miglioramenti in qualche caso. Non ti piace che il mago memorizzi gli incantesimi? Tac, regola sul mana. Non ti piace che al cambio di livello l’unica cosa che puoi fare è tirare il dado vita? Tac, talenti… e via così, col vento in poppa!
Tra manuali e stampe rilegate ci voleva un TIR: nel frattempo uscivano le aggiunte ufficiali più assurde e deleterie al gioco mai viste. Il monaco, il ninja e, quello che secondo me ha fatto toccare il fondo, lo psionico. Ora, a me piacciono i monaci, i ninja e gli psionici, ma che cazzo ci incastrano con i Forgotten Realms? Mah!
Sarà stato quello l’orizzonte degli eventi? Il caos in cui ci aggiravamo rendeva tutto troppo macchinoso e impossibile da gestire. Urgeva chiarezza.
La storia dice che la Wizard of the Coast comprò tutto l’ambaradan. Fu un bene? Ceeeeerto, perché tutti i cervelloni di Magic presero le regole fatte in casa, le mischiarono, pelarono a caso, tapparono le terre e si inventarono la terza edizione. In pratica se prima le regoline aggiuntive potevi più o meno usarle, se ti piacevano, adesso diventavano parte della meccanica con l’indubbio risultato di appesantirla ancora di più e, mi raccomando, ricomprati pure tutta la quintalata di manuali, grazie!
Quelli di noi un po’ stufi, o che magari aspettavano una svolta nell’approccio al gioco di ruolo mantendendo i capisaldi fantasy che, senza dubbio, permeavano la filosofia di D&D, non è che la presero proprio benissimo, anzi a qualcuno bruciò un po’, considerando la mossa come una scusa per ricominciare a vendere i manuali base. Ma tanto chi se ne importa dei vecchi appassionati, nerd cicciotti stempiati e con i capelli lunghi (non è il mio caso, io sono bellissimo!), pensiamo alla nuova generazione…. e in effetti ci hanno pensato e bene!
Allora sì che D&D è diventato il sinonimo di gioco di ruolo: tra i giovani non si poneva nemmeno più il problema di “a cosa giochi?” e addirittura, ve lo ricordate, facevano la pubblicità alla televisione. Da strabuzzare gli occhi!
Qui inizia il declino, secondo me: quando un prodotto di nicchia, che vive della passione degli appassionati diventa di massa, c’è sempre qualcosa che si stravolge! In questo caso è stato l’apertura totale delle classi e delle razze in virtù di un preteso bilanciamento che, scusatemi se lo dico, ma nell’ottica fantasy non sta né in cielo né in terra.
Perchè il mago elfo deve essere bilanciato col guerriero umano? Dov’è la logica? Sono due cose diverse, si vede a occhio, se uno è più debole di un altro a bassi livelli, problemi del giocatore, starà più attento! Ma nooo, vogliamo non solo che maghi e guerrieri siano bilanciati ma anche che l’halfling possa fare il paladino, così come il mezz’orco! Bravi…
L’apertura al degenero della filosofia, solo perché dei ragazzetti volevano poter fare dei combattimenti più fighi al primo livello è stata il primo passo verso il baratro.
Io nel frattempo mi ero spostato su altri sistemi di gioco, ammetto che ero arcistufo di nani ed elfi e di tutto il resto, ma comunque, lo sapete anche voi, ti rimane nel cuore e sempre ho seguito le vicende. La 3.5, per dare un po’ più di potere ai poveri castatori di incantesimi, la Hasbro, la 4, ora Next… boh, di male in peggio (tranne la 3.5, forse eh! e mi dicono che Pathfinder ne mantenga la filosofia).
La cosa preoccupante dal mio punto di vista è che anche gli altri produttori hanno seguito questa deriva. Warhammer Fantasy RolePlay 1ed è un gioco stupendo che tutt’ora uso; la terza edizione? Un gioco da tavolo. Il World of Darkness può piacere o non piacere, però è evidente l’estrema cura dei dettagli; ma quello nuovo? Santoddio, è come Profondo Rosso girato da Muccino! I nuovi giochi indie? Giochetti, non vogliatemene se li usate, ma chi è che può farci una campagna di due anni?
Non lo so! Sarò io che vedo la cosa in maniera pessimistica o che invecchio e basta, ma mi sembra che il target del fuitore si sia ulteriormente abbassato, sia come soglia di età che di attenzione. A volte leggo dei commenti agli articoli sui giochi di ruolo che mi fanno accapponare la pelle!
La cosa peggiore è che in realtà gli appassionati di questi giorni, non sono più stupidi o più pigri o meno appassionati, appunto, semplicemente non hanno alternative.
Scusate questo mio sfogo, mi è venuto in mente perchè ho cominciato a giocare a Numenera e ne sono entusiasta e l’ho anche commentato entusiasticamente, qui ed in altre sedi… ma sarà veramente questo gioco bello come mi sembra o anche io ho abbassato i miei standard, in mancanza di meglio? Sono alla terza seduta e non riesco a rispondere a questa domanda: un po’ mi affligge…
Se hai letto fino in fondo allora capisci: la colpa è di D&D, sì, di come è stato trattato, vituperato, lanciato nel fango trascinandosi dietro tutti gli altri.
Peccato…
EDIT: Correggo perché non sono stato chiaro: non volevo dire “D&D fa schifo e voi siete dei pischelli”, come invece sembra essere arrivato, ma che tutti i giochi negli ultimi anni hanno seguito una deriva semplicistica che ha portato, secondo il mio parere, a un declino filosofico del gioco di ruolo. D&D è stato l’esempio perché é il gioco più importante e diffuso e il primo a subire, nel corso delle edizioni, questo processo. Gli appassionati che si approcciano al GdR adesso, pertanto, non hanno alternative qualitative migliori nel panorama ATTUALE delle pubblicazioni. Scusate se ho scritto un articolo di merda e poco chiaro.