Ipotetico duello samurai vs. cavaliere postato il 27/08/2008 02:25:49 nel forum giochi
Visto che il post sullo stile di combattimento a due armi sembra aver riscosso un certo interesse da parte degli utenti, copio su questo nuovo messaggio un documento che trascrissi a mano tempo fa e dal quale ho imparato diverse cose. Sarà lungo da leggere ma dà molte informazioni a chi fosse curioso.
Questa analisi è tratta da un articolo della rivista Dragon&Dungeon, redatto da John Clements, uno dei principali istruttori e ricercatori professionisti della scherma medievale e rinascimentale, avendo studiato l'argomento per 24 anni e avendo condotto ricerche e insegnamenti in 6 nazioni differenti (tanto per farvi capire che sta roba non me la sono inventata). L'articolo intero riguarda un ipotetico scontro tra un samurai e un cavaliere occidentale e si conclude con un nulla di fatto dettato da troppe incognite, ma l'analisi dei due singoli combattenti è lucidissima e accurata, permettendoci di conoscere preziosi dettagli sui differenti armi e stili. L'articolo è molto lungo, io ne ho trascritto la parte che ritengo più interessante, perdonate eventuali errori di battitura. Ho anche aggiunto immagini e definizioni da un enciclopedia online sulle armi.
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La spada del samurai
Nelle battaglie più importanti combattute da entrambi i tipi di guerrieri, sia i samurai che i cavalieri impugnavano una spada, a una o a due mani. Per il cavaliere, le armi principali sono sempre state la lancia lunga e la spada e,in secondo piano, la scure d' arme, il pugnale e la mazza. La spada fu sempre l'arma fondamentale nell'addestramento alla scherma di un cavaliere. Per il samurai, tuttavia, la spada era solo una delle tre armi principali, assieme all'arco e alla yari (lancia perforante) utilizzata a cavallo. Dovremmo considerare il fatto che, nonostante la loro successiva consolidata reputazione nell'arte della spada, l'arma primaria dei samurai non fu in effetti la spada. Questa non divenne l'arma principale della cultura dei samurai e non raggiunse il suo stato di oggetto di culto prima della seconda metà del diciassettesimo secolo, quando il periodo delle guerre civili ebbe termine. è una sorta di mito il fatto che ogni singolo samurai fosse egli stessi un esperto spadaccino (non diversamente dall'idea, che ogni cow-boy del Far West fosse un esperto pistolero). Dopotutto, la massima che si associa al bushido è "la via del cavallo e dell'arco", non "la via della spada". Inoltre, diversamente dai resoconti di guerra e dalle epiche storie dei cavalieri, la maggioranza dei singoli combattimenti tra samurai descritti nella letteratura feudale giapponese si svolsero con pugnali, e non con spade. L'accoppiata proposta da D&D katana- Wakizashi veniva solitamente usata per combattimenti rituali e cerimonie ufficiali, ma raramente utilizzata in combattimento. La wakizashi era una spada corta di scorta che solitamente veniva sguainata solo dopo che il samurai veniva disarmato della katana o essa si spezzava. Stili di combattimento con due armi erano impiegati, ma si usava un pugnale corto e dalla lama larga, ben diverso dalla wakizashi.
Come spada, la katana giapponese è ineguagliata nella sua affilatura e nella sua potenza di taglio, ed è particolarmente efficace nel tagliare il metallo (ma riesce a tagliare in due le altre spade sono nei film e nei fumetti). Tuttavia l'armatura di piastre medievale è bene nota per la sua superiore resistenza ai tagli e cercare di tagliare un bersaglio in movimento, nascosto dietro uno scudo o uno spadone a due mani, è un'impresa ardua. Nonostante il taglio di una katana sia molto resistente, con un'eccellente affilatura ad unghia, ha una forma a cuneo molto spessa e deve poter affettare mentre taglia (ossia scorrere mentre affonda). Sebbene sia devastante contro la carne e le ossa, è molto meno efficace contro le armature. Capito questo, diversi stili dell'arte della scherma giapponese svilupparono tecniche specifiche non per tagliare l'armatura, ma per infilzare e colpire ai varchi e sulle giunture di questa, proprio come facevano gli Europei contro le loro stesse armature di piastre. Eccetto per i maggiori conflitti in Corea e le incursioni contro i Mongoli, la katana si sviluppò in un isolamento comparativo, e non è propriamente "la Spada definitiva" che i suoi ardenti ammiratori declamano talvolta come tale. La lama straordinariamente robusta della katana era soggetta alle sbavature e richiedeva una costante ripulitura e poteva spezzarsi o piegarsi esattamente come avrebbe potuto farlo qualsiasi altra spada. Non era progettata per sostenere un utilizzo eccessivo e non è ideale nè versatile per opporsi direttamente ad armature sia di cuoio che di metallo, quanto invece potevano essere alcuni tipi di spade medievali.
La forma della katana non era scolpita nella pietra. Fu cambiata e alterata nel corso dei secoli come qualsiasi altra spada, migliorata o adattata lentamente, a seconda delle differenti necessità o dei gusti di chi doveva utilizzarla, per quanto riguarda la sezione trasversale, la curvatura e la lunghezza. Per esempio, nel tredicesimo secolo, la sua punta dovette essere rimodellata poiché tendeva a spezzarsi contro le armature di cuoio torchiato, rinforzate in metallo (essenzialmente equivalenti all'armatura brigantina europea) dei Mongoli e dei Cinesi. Dal diciottesimo secolo la sua lama, non più così assiduamente utilizzata contro le armature, iniziò a prendere un forma più lunga, più leggera e più sottile, rivolta alla pratica e all'addestramento.
I guerrieri feudali giapponesi possedevano una loro variante dello spadone nella spada lunga no-dachi. Questa era impiegata specificatamente dai soldati appiedati di rango inferiore contro i cavalli e se si presentava l'occasione contro le picche. Non possiamo, così, stabilire un'equivalenza tra questa e lo spadone medievale utilizzato nelle arti di scherma cavalleresca o con le vere spade a due mani dei campi di battaglia europei del sedicesimo secolo. Nell'insieme la katana era un tipo di spada decisamente valido: eccellente nel fendere e nel tagliare, ancora buona nel trafiggere e adatta a combattere con o senza armatura, a cavallo o a piedi, e ad essere usata a una o a due mani. Si trattava di un'arma stupenda realizzata con massima cura, che rifletteva generazioni di arte e di terribile necessità, ma era tuttavia solo una spada: un utensile di metallo ben temprato e sapientemente lucidato creato dall'uomo. Benché i dettagli nella fabbricazione differissero, questa era realizzata per mezzo degli stessi fondamentali procedimenti scientifici di scaldare e lavorare il metallo, dandogli forma e piegandolo, utilizzati per realizzare altre eccellenti spade nel mondo, nel corso della storia
1 - Samegawa ( o Same) - Rivestimento di pelle di razza del manico (tsuka)
2 - Posizione del menuki (nr. 10)
3 - Posizione del fuchi (nr.11)
4 - Posizione della tsuba
5 - Kurigata - Asola di corno o di metallo (raramente di legno) sul lato esterno (omote; quello posteriore, verso il corpo di chi porta l'arma, si chiama "ura") della guaina, entro cui passa il sageo
6 - Saya (lato omote) - Fodero di legno
7 - Posizione del kashira (nr. 9)
8 - Sageo - Lungo nastro di seta per fissare l’arma alla cintura
9 - Kashira - Placca
10 - Menuki - Piccoli scudetti di metallo con figure in rilievo fissati sul samegawa sotto la nastratura di nastro di seta (tsukamaki) che fascia l’impugnatura di legno (di solito magnolia)
11- Fuchi - Anello di metallo lavorato tra impugnatura e coccia
12 -Tsuba - Coccia di metallo (acciaio, shakudo, ecc.) di forma arrotondata
13 - Kogatana - Coltellino fissato al lato posteriore (ura) della katana
14 - Kogai - Spillone fissato al lato esterno (omote) della katana
15 - Nagako jiri - Punta del codolo
16 - Hitoye - Dorso del codolo
17 - Mekugi-ana - Foro per rivetto di bambù (mekugi)
18 - Shinogi-ji - Parte lucida fra dorso e nervatura
19 - Mune - Dorso della lama
20 - Shinogi - Nervatura
21 - Mitsukado - Incontro di shinogi, ko-shinogi e yokote
22 - Ko-Shinogi - Parte della nervatura dopo lo yokote
23 - Kissaki - Punta
24 - Fukura - Tagliente della punta
25 - Yokote - Nervatura che separa il piatto dalla punta che si restringe
26 - Hamon - Linea di separazione tra metallo temprato e non temprato
27 - Jihada - Parte non temprata della lama
28 -Yakiba - Parte temprata della lama
29 - Jigane - Piatto della lama
30 - Habaki - Manicotto metallico di frizione lama-guaina
31 - Nakago - Codolo
Altri termini
Horimono - Incisioni sul metallo
Daisho - Il paio formato da katana e wakizashi oppure tachi e tanto, portato alla cintura
Kaiken - Piccolo pugnale per donne
Kaji - Spadaio
Kariginu - Abito cerimoniale indossato dal fabbro nell’ultima fase della creazione della katana
Katana-kake - Sostegno a due palchi su cui si espongono la katana e lo wakizashi.
Katana-jogi - Lucidatore della lama
Ken - Termine generico per spada e talvolta tipo di spada dritta cinese usata in cerimonie religiose (meglio ken-tsurugi)
Kozuka - Impugnatura ornata del kogatana
Nambam - Stile di esecuzione di armature (yoroi), tsuba e altri oggetti d'arte. L'acciaio importato dall’estero è detto nambam-tetsu
Saya - Fodero di legno
Sentoku - Lega di rame, zinco e piombo che assume un color cromo
Seppa - Piccole guarnizioni di rame dorato o argentato sopra e sotto la coccia
Shakudo - Lega di rame e oro che assume colorazioni nere o blu nerastre
Shibuichi - Lega di rame e argento che assume colorazioni dal verde al marron
Tachi - Sciabola ad un taglio più lunga della katana, usata in battaglia fino al periodo Edo e in cerimonie di corte
Tanto - Pugnale portato infilato nella cintura
Wakizashi - Corta lama portata alla cintura assieme alla katana
Zogan - Metodi per la colorazione e ornamentazione del metallo
Nota sulla pronuncia giapponese
Premesso che è assolutamente sconsigliabile, a tutela del proprio equilibrio mentale, di studiare il giapponese, ecco alcune note essenziali. La lingua giapponese non conosce i generi maschile-femminile e quindi noi siamo liberi di assegnare il genere in base alle nostre regole: diremo quindi "la katana", "il tanto". La trascrizione in caratteri europei rende abbastanza fedelmente il suono delle parole giapponesi. In giapponese non esiste quasi l’accento tonico e perciò ogni sillaba ha lo stesso valore; non si deve perciò pronunziare katàna o katanà, ma kà-tà-nà, senza troppo accentuare l’ultima sillaba poiché, in tal caso, il nostro orecchio, per sua impostazione, sentirebbe il tutto come se avessimo detto katanà! Se provate a pronunziare la frase "chi te lo fa far" come se fosse una parola unica, avrete un’idea di come funziona l’accento in giapponese.
La spada del cavaliere
Avendo equipaggiato il nostro samurai, dobbiamo ora spostare la nostra attenzione alla spada usata dal nostro combattente cavalleresco. Deve essere chiaro che c'era una grande diversità di spade cavalleresche e tipi di armature. Le spade europee furono, in un certo senso, sempre modelli specializzati piuttosto che generalizzati: c'erano spade per il combattimento a terra, spade per combattere a cavallo, spade a una e a due mani, spade dritte e spade curve, spade per combattimenti con o senza armatura, spade per i tornei, spade per i duelli civili, spade ideali per infilzare o solamente per tagliare e spade solo per allenamenti.
La spada di un cavaliere era solitamente un'arma a una mano, concepita originariamente per essere usata assieme a uno scudo. La sua lama è ampia e piuttosto sottile, ma rigida, con estremità cesellate, specificatamente progettate per penetrare, con un colpo veloce e potente, a fondo nella carne e nelle ossa, trapassando le maglie di un'armatura. Erano leggere, agili, rigide e tuttavia abbastanza versatili da sopportare un uso intenso. Variavano da modelli più ampi e piatti, a quelli rigidi, affusolati e on la punta appuntita, ben adatti a trapassare sia le armature di piastre che quelle lamellari. Il più tardo modello di spada bastarda, con una lama ampia alla base e una punta ccuminata, era eccezionale nel penetrare. Così, anche se l'armatura giapponese era realizzata con lo stessi metallo pregiato delle loro armi, non c'era nulla nella sua realizzazione che la rendesse superiore alle armature cavalleresche, per trapassare le quali le lame lame europee erano state progettate.
Nonostante la combinazione spada e scudo fosse abbastanza comune, spade più lunghe utilizzabili a due mani videro un ampio utilizzo in Europa, nel periodo all'incirca compreso tra il 1250 e il 1600. Quando parliamo delle spade lunghe o delle spade da guerra (o anche degli spadoni) medievali europee, non ci troviamo di fronte a un unico modello uniforme. Alcun spade avevano lame piatte e larghe con tagli paralleli ben adatti a fendenti potenti. Le spade più tarde, specificatamente progettate per affrontare armature più pesanti, avevano lame più strette e molto più rigide, con la sezione trasversale a forma esagonale o di diamante, che si rastremavano in punte dure e affilate. Furono usate per sfondare l'armatura, prima di trafiggere e conficcarsi nelle giunture e nei varchi di questa. Potevano anche essere impiegate per trafiggere come fossero delle lance corte o per schiantare come fossero martelli da guerra, e tuttavia erano ancora capaci di tagliare gli avversari che indossavano un' armatura più leggera.
La differenza tra queste due spade europee è significativa e sottolinea ancora una volta la distinzione tra il modo di utilizzare una katana e il modo di utilizzare una spada medievale europea dritta. Il modello di spada con punta rastremata ha un diverso centro d'equilibrio ed è spesso più leggera. Il suo punto di percussione è situato molto in basso sulla lama e la sua punta sottile è capacedi effettuare affondi rapidi, veloci e potenti. Il modello più ampio è più agile e permette di proteggersi e parare più facilmente. La sua elsa versatile si presta ad essere utilizzata più facilmente per trattenere, intrappolare e colpire. Il suo corretto modo di utilizzo (con i suoi movimenti serrati, numerosi affondi e l'incalzare con l'elsa) è di rado rappresentato con una minima accuratezza nei film e nelle rappresentazioni. Anche il fattore della portata non può essere tralasciato. Nonostante un abile guerriero possa usare con efficienza una spada corta contro una spada lunga e viceversa, e nonostante nè le spade lunghe nè le katane avessero delle lunghezze predefinite, in genere la katana è significativamente più corta delle spade a due mani e degli spadoni europei. Un'arma più lunga, con due tagli, ha dei vantaggi; soprattutto se utilizzata da un uomo più alto di quello che impugna una spada più corta a un solo taglio.
Sorprendentemente, la spada lunga o lo spadone sono forse armi più complesse della katana. Hanno due tagli che possono essere entrambi utilizzati, così come una guardia a croce e un pomolo versatile, che permettono numerose tecniche specializzate. Un altro elemento da considerare è che le spade europee potevano essere usate in tecniche di "mezza spada", dove la mano secondaria guantata afferrava la stessa lama, brandendo l'arma per urtare, deflettere immobilizzare o intrappolare, allo stesso modo in cui potevano essere utilizzate una scure d' arme o una lancia corta. Queste manovre erano particolarmente efficaci contro le armature di piastre.
Le lame dei cavalieri potrebbero esser spade eccellenti, ma sono spesso denigrate come rudi pezzi di metallo, mentre le spade dei samurai sono venerate e talvolta esaltate ai limiti dell'assurdo dai collezionisti, dagli appassionati e dai film. La verità è che le armi le spade medievali erano indubbiamente armi da guerra ben fatte, leggere e agili, capaci di smembrare con i loro fendenti o penetrare a fondo nelle cavità del corpo. Erano ben lontane dai goffi e ingombranti arnesi rappresentati nelle trasmissioni popolari. Infatti, confrontando il peso delle katane con quello delle spade lunghe, risulta molto simile, in quanto ognuna pesava mediamente meno di 1,8 kg e anche gli spadoni, lenti e goffi per tradizione, assai raramente superavano il peso di 2,8 - 3 kg.
- Punta; 2 - Nervatura; 3 e 6 - Taglio; 4 e 7 - Filo ; 5 - Sguscio; 8 - Guardia; 9 - Braccio dell'elso o della spranga (a sinistra "di guardia", a destra "di parata"); 11 - Crociera; 12 - Archetto; 13 - Testa di moro inferiore; 14 e 15 - Avvolgimento; 16 - Pomo; 17 - Testa di moro superiore; 18 - Bottone; 20 - Rivetto; 21 - Codolo; 22 - Guardia di terza; 23 - Tallone; 24 - Placchetta; 25 - Anello; 26 - Ponticello; 27 - Manica dell'impugnatura; 28 - Controguardia o guardia di quarta); 29 - Controguardia ; 30 - Ricasso;
nota: questa immagine rappresenta solo uno dei tanti tipi di spade (un rapier, fra l'altro post-medievale) e in alcuni casi cambia la nomenclatura di poche parti. Il pomolo, più volte citato nell'articolo, è il punto in cui converge l'elsa a croce di una spada medievale.
L'arte della scherma
Se invece di una spada e uno scudo, decidiamo di confrontare un cavaliere armato di spada lunga o di uno spadone contro il samurai armato di katana, questa fa una differenza significativa sul modo di giudicare il combattimento. Non dobbiamo cadere nella trappola di giudicare la spada lunga medievale in termini di ciò che sappiamo riguardo alla scherma classica giapponese. è un errore pensare che un spada medievale, dritta con due tagli e un'elsa cruciforme, sia impugnata allo stesso modo di una katana ricurva. Mentre ci sono sicuramente delle somiglianze e aspetti condivisi tra i due stili di scherma (come nelle pose e nei tagli), ci sono anche differenze significative e fondamentali. Ogni stile effettua i sette od otto tagli e affondi di base. Come lama ricurva con taglio estremamente affilato, la katana è potenzialmente superiore nello sferrare fendenti brevi e veloci. Tuttavia la spada lunga, con lama lunga e rastremata in una punta affilata, è migliore nell'affondo. Inoltre il suo doppio taglio, grazie al suo pomo afferrabile, permette di attaccare da più direzioni rispetto agli otto tagli di base. Avere due tagli di cui servirsi consente tagli di rimando e all'indietro. Tutto ciò permette un maggior numero di colpi da diverse angolazioni.
La katana è brandita in maniera veloce e scorrevole, con una torsione dell'impugnatura e una spinta dei fianchi. Spingere in questo modo una spada curva fa sì che affetti mentre taglia. Il gioco di gambe è più lineare, saltellando (e anche strisciando) con passi piccoli e veloci. In contrasto con il fendente tagliente di una lama giapponese ricurva ad un solo taglio, le spade medievali erano realizzate per tagli mutilanti e trancianti, inferti primariamente dal gomito alla spalla, e che impiegavano passi dall'ampia falcata. I movimenti sono più ampi con un numero maggiore di veloci rotazioni, quando i due tagli sono utilizzati, quando è afferrato il solo pomolo, o quando le mani cambiano a una differente posizione sull'impugnatura. Come lama dritta questa colpisce con un punto di percussione dai 15 ai 20 cm più in asso rispetto al punto in cui colpirebbe una katana ricurva, la quale usa maggiormente la parte superiore. Se portiamo nell'equazione la spada bastarda medievale con un'elsa composta con anelli laterali e barre di protezione, come anche l'elsa a mezza-presa che permette vari metodi d'impugnatura, questo potrebbe essere un fattore significativo. Tale elsa permette numerose opzioni d'impugnatura a una o a due mani e permette un controllo della punta per trapassare e un allineamento della lama superiori.
Quando si devono confrontare questi due tipi di spada, dovremmo anche tenere a mente un certo numero di fattori. Noi classifichiamo entrambe come spade lunghe ed entrambe sono progettate per il medesimo scopo: uccidere. Le differenze tra di loro dipendono dalle particolarità delle loro funzioni specifiche e dal modo in cui ottengono il risultato.
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27/08/2008 09:11:18
ho letto solo la parte spada del samurai..... l parte del cavaliere non mi interessa.. dai su.. dopo aver visto l'ultimo samurai qualcuno di voi mi vuol dire ancora he i cavalieri soo mejo dei samurai?? xd
27/08/2008 12:51:29
parole su parole inutili, tanto vince sempre il ninja su tutti!
27/08/2008 14:45:21
Non so chi vince ma per spirito campanilista FORZA CAVALIERE, vinci e fai vincere con te la nostra cara Europa.
27/08/2008 17:02:20
Qualche piccola precisazione:
1. L'articolo non l'ho scritto io, solo trascritto (dalla rivista già in italiano) e come ho precisato, è solo una parte, essendo lungo varie pagine. Mancano quindi fattori dei quali avete notato l'assenza, vale a dire armatura, scudo, addestramento specifico, corporatura e circostanze. Il che è comunque sicuramente superficiale, visto che trattati sulle armi durano interi libri, ma si tratta sempre di un articolo, non un manuale. Potete trovare l'originale sul numero 13 di Dragon&dungeon - settembre 2005.
2. Sapevo che l'ipotetico scontro avrebbe fatto discutere, ma è solo aria fritta, paragonabile a chiedersi chi vincerebbe fra mazinga e i power rangers. Come dice Faber e come scritto sull'articolo, vince quello più bravo. Consiglio piuttosto di soffermarsi sull'analisi.
3. Le immagini da me aggiunte hanno il solo scopo di illustrare la nomenclatura delle varie parti, che non varia sostanzialmente da un modello all'altro, non pretendo di farvi credere che quelli siano gli unici schemi per entrambi i tipi, come da me specificato nella nota sotto il rapier, dove indico che non è una spada medievale.
Se volete vedere una rappesentazione generica di ogni tipologia di arma esistente, qui di seguito trovate il link per un semplice atlante di immagini http://www.earmi.it/armi/glossario/glossario.htm.
4. Riguardo la suddetta analisi, a mio parere è affidabile, sostenuta anche da altri documenti che ho letto nel tempo. Naturalmente è chiaro che l'autore predilige le armi occidentali, ma non trovo profondi errori di contenuto nel testo, tranne qualcuno dovuto alla traduzione.
Per esempio swanking ha ragione che in giappone non esistono le picche, il traduttore del testo avrebbe fatto meglio a scrivere "armi in asta", in modo da comprendere sia yari che naginata senza introdurre un termine specifico estraneo.
Riguardo il no-dachi non era certo l'arma tipica della fanteria, ma raramente alcune truppe appiedate lo usavano, diversificando i ranghi, come nel caso dei pochissimi soldati feudali che invece di lancia o picca usavano solo la spada. Del resto possedere l'arma non vuol dire di certo saperla usare con piena perizia.
Per informazioni su tale John Clements http://www.thearma.org/Director.htm
Nella pagina ci sono link a molti suoi articoli interessanti, in inglese. In particolare vi segnalo quello sul peso delle spade del periodo medievale e quelle rinascimentali http://www.thearma.org/essays/weights.htm, tanto per evidenziare che non sono "pesanti", come diverse persone sono radicate a credere (purtroppo con le dannate libbre come unità di misura).
Infine un piccolo approfondimento storico, molto breve, su yari e naginata http://www3.sympatico.ca/apc/en-hast.htm.
Spero troviate il tutto interessante e convincente.
27/08/2008 18:17:40
Sentendo parlare di samurai, e di armi orientali, mi sono sentito chiamare in causa.
Non posso dire altro sull'argomento, se non che, per un articolo piuttosto breve come questo, è necessario parlarne in maniera piuttosto superficiale.
Se volessimo fare una cosa fatta bene, credo che ne uscirebbe un bel librone di almeno duecento/trecento pagine, e forse non riusciremmo comunque a dire tutto quello che c'è da dire al riguardo.
Tuttavia, per quelli che vorrebbero avere una semplice "infarinatura" sull'argomento, consiglio la lettura dell'articolo, anche solo per far passare un paio di minuti. :)
28/08/2008 09:20:24 e modificato da raizingher il 28/08/2008 09:34:56
28/08/2008 11:12:17
Ma tutte queste nozioni sulle armi medievali dove le avete reperite? Su testi scritti oppure nel web?
28/08/2008 12:18:33
Le valutazioni qualitative qui espresse su armi ed armature sembrano anche a me per lo più esatte. Consiglio anch'io di leggersi gli articoli del sempre ottimo Clements, che sono facilmente reperibili sul web e tutt'altro che campati in aria.
Secondo me è anche emblematico leggere quanto è stato scritto da chi ha avuto un'esperienza diretta dello scontro tra guerrieri orientali ed occidentali (non parlo di cavalieri perchè in questo topic mi sembra si sia valutato di tutto tranne l'influenza del cavallo in guerra ;). Quando i portoghesi si sono scontrati con i giapponesi nel XVII sec., i cronisti portoghesi nei loro resoconti riportarono stupiti che le spade giapponesi erano così affilate da penetrare persino le loro armature. D'altra parte i cronisti giapponesi riportarono stupiti che le armature portoghesi erano così resistenti che nemmeno le loro spade riuscivano a penetrarle. :D
In ogni caso occorre tener conto che ogni combattente è preparato ed efficace nel proprio contesto storico e culturale, non solo tecnologico. Le regole della guerra in Europa non erano le stesse della guerra in Giappone. Basti pensare che benchè la metallurgia Giapponese non avesse nulla da invidiare a quella Europea (anzi), nel XVII sec. le armature europee erano costruite per resistere ad un colpo di arma di fuoco (!), non ad una semplice spada.
28/08/2008 12:54:54
08/09/2008 22:21:02
Ho letto tutto l'articolo e posso solo dire che l'argomento viene trattato con presupposti analizzati in maniera molto superficiale.
Iniziamo col dire che cosa si intende per samurai e cosa per cavaliere, sono infatti due termini generici che racchiudono una lunga evoluzione di tattiche ed armamenti.
Lo stereotipo di samurai armato di katana ormai diffuso nella cultura occidentale è quello dell'epoca Tokugawa (1603-1867) mentre il "cavaliere" (termine molto improprio) armato di corazza completa come descritto nell'articolo si colloca tra il XV e la prima meta' del XVI secolo.
In prima anlisi, quindi, le figure analizzate sono vissute in epoche lontane due secoli, cosa che di per se rende il confronto anacronistico.
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