Lucca Comics and Games chiude trionfalmente qualche giorno fa la sua edizione 2012 registrando centocinquantamila visitatori in quattro giorni e la presenza, accanto ai gruppi ormai consolidati di cosplay e di appassionati di fumetti, videogiochi e MMORPG anche degli affezionati di questo genere quasi esclusivamente italiano che è il play by chat, in grado di raggiungere un mercato di utenti a sei zeri e di generare fenomeni di fidelizzazione estremamente interessanti.
L’origine del play by chat – nato insieme a Internet in Italia intorno alla fine degli anni ’80 – è il gioco di ruolo a proiezione interpretativa, fenomeno di origine statunitense che accanto ai celebri Dungeons and Dragons e Vampire conta anche una serie di applicazioni aziendali ideate per consentire di sviluppare il potenziale del team di lavoro mettendo i partecipanti alle sessioni di gioco di fronte a situazioni ipotetiche nelle quali interpretare e teatralizzare scelte e comportamenti: in particolare, il gioco di ruolo è particolarmente apprezzato perchè forma i partecipanti all’idea di lavoro in team e in collaborazione, grazie a un regolamento e a un sistema pensati per far emergere le diverse caratteristiche vincenti di un gruppo bene assortito.
Nel gioco via chat le tematiche sono infinite: dal fantasy alla fantascienza, dai telefilm alle saghe più celebri, dal mondi di tenebra ai puffi, tutti offrono la possibilità di giocare attraverso il computer e impersonare un personaggio di un mondo di fantasia gestendone incontri, scontri e rapporti, fino ad arrivare ad inscenare parentele, gravidanze, matrimoni e morti con grande disinvoltura, sulla base del principio di “sospensione dell’incredulità“.
Il portale amatoriale che recensisce tutti i play by chat italiani, gdr online, nasce nel 2004, raccoglie le schede tecniche e le recensioni di oltre 2.000 play by chat, chiamati per convenzione land, e raduna poco meno di 40.000 iscritti che ne visitano le pagine con altissima frequenza, grazie alla scelta di non essere esclusivamente un contenitore di recensioni, ma di offrire pacchetti open source, informazioni, tips e note sul mondo del gioco. E’ dell’8 novembre il dato significativo relativo all’apertura della pagina Facebook del portale che nel giro di poche ore raccoglie oltre 100 consensi sulla base del passaparola.
Per partecipare attivamente a un play by chat – tutti quelli censiti in Italia sono gratuiti e creati da amatori – è sufficente scegliere la tematica che si preferisce nell’elenco proposto, e iscriversi a uno dei siti, scegliendo quale personaggio interpretare dopo aver consultato con attenzione l’ambientazione e il regolamento, per verificare di aver fatto la scelta giusta e di rispettare le regole dell’interpretazione e dell’interelazione. Una volta effettuato il login nel sito prescelto verrà chiesto di completare la scheda di descrizione del personaggio, e di scriverne una breve storia articolata, che consenta ai narratori di inserire il personaggio all’interno della trama: dopodiché è possibile iniziare a giocare. Nel gioco vero e proprio ognuno descrive per iscritto quello che il personaggio fa, vede o dice, utilizzando un sistema evoluto di chat che prevede non solamente il parlato, ma anche azioni e che ha la possibilità di utilizzare comandi automatizzati per comportamenti specifici, come colpire un avversario o scassinare una serratura. Per gli appassionati del genere rappresenta un’ottima alternativa alla ricerca di un gruppo nella propria città, offrendo la possibilità di conoscere e incontrare persone provenienti da tutta Italia nel corso dei raduni che vengono organizzati per permettere ai giocatori di socializzare.
La diversità del play by chat rispetto ai propri omologhi cartacei è l’utilizzo del media – internet nello specifico – che costringe i giocatori allo sforzo ulteriore di una resa drammatica in forma scritta della rappresentazione: non è un caso che tra gli iscritti alle varie comunità ci siano lettori attenti e consapevoli, con consumi in termini di acquisto e fruizione del libri decisamente più alti della scoraggiante media italiana di 5 libri letti a testa all’anno (che se la legge dei polli risulta valida, significa che buona parte della popolazione non acquista/non legge libri).
Cosa ha a che vedere con il mondo delle aziende e della comunicazione aziendale questa riflessione? Molto e molto poco, a seconda dal punto di vista con il quale affrontiamo l’argomento, lasciandoci alle spalle la preclusione tutta italiana sullo scarso valore delle attività ludiche nella formazione della persona e ci lasciamo ispirare dalla notizia secondo la quale alcune aziende statunitensi accettano nel curriculum vitae informazioni circa le attività del candidato su WoW.
L’attività di gioco in rete ha generato una ricca scuola di programmatori e disegnatori: pur non essendo professionisti la maggior parte dei gestori e dei programmatori della città virtuali di gioco ha grande dimestichezza con la materia, e familiarità con linguaggi complessi di programmazione, dal php ad ajax ai css.
Una dimestichezza che spesso conduce i giocatori a scegliere una carriera nel mondo della programmazione evoluta, con ottimi risultati.
Altrettanto si può dire di chi si occupa della grafica della maggior parte delle land virtuali: giovani, attenti e entusiasti sono in grado di comprendere la comunicazione, analizzare l’impatto dei colori e delle composizioni sulla base della permanenza dell’utente, ideare soluzioni in linea con le tendenze più attuali, raccogliendo suggestioni e spunti dalla grafica di tutto il mondo.
Un giocatore di ruolo della rete ha a sua volta caratteristiche interessanti: una forte resistenza allo stress, un’ottima capacità organizzativa e relazionale, la tendenza a lavorare in team e per obiettivi, una grande facilità ad intessere rapporti sociali senza farsi fuorviare da elementi irrilevanti.
Possiede un’ottima capacità di scrittura ed analisi del testo scritto, e ovviamente è un utilizzatore evoluto dei programmi e delle risorse della rete.
Utilizzare il play by chat – ed i suoi meccanismi – all’interno dell’azienda significa riconoscere il valore della scrittura collettiva come momento formativo, e permette di generare ed incrementare i rapporti del team di lavoro attraverso un’attività legata all’esercizio dell’immaginazione creativa: costringere anche chi è ancora strettamente agli stereotipi della funzione/comportamento ad uscire dagli schemi prestabiliti, prestare ascolto ai colleghi ed ai collaboratori, imparare a gestire situazioni impreviste attraverso l’uso critico delle risorse e delle possibilità.
Fonte: Giro di News