Nel ’98 giocavo a Lot e, come tanti, rimasi affascinato dalla magia che poteva generare una semplice chat collocata in un programma che fungeva da teatro. Così, un po’ per prova, un po’ per curiosità, creai un’estensione con l’intento di dare a Lot un ampio e sconosciuto ambiente fantasy al di fuori della Rocca e della Cittadella; per allargare, fisicamente, il mistero e il gusto della scoperta degli abitanti.
L’esperimento con Lot non riuscì, ma mi ritrovai pronto l’embrione di una Land dalle dimensioni teoricamente infinite. Inizialmente percorsa da elfi e fate, decisi che potevo benissimo cercare di ricreare il territorio della Terra di Mezzo e consegnarlo a tutti coloro che avessero voluto perdersi nell’esplorare e rivivere i luoghi vissuti da Gandalf, Bilbo, Frodo e amici nonché nemici. Nacque così Terre di eXtramondo, anche detto EM.
I GDRbyChat, a quel tempo forse non erano neppure mezza dozzina e, a parte Lot, avevano tutti una marea di problemi soprattutto di hosting e di banda; ricordo ancora tutti i test per ottimizzare il codice in modo che facesse il minor traffico possibile e non corressimo il rischio di vederci bloccato il servizio; non so quanti degli attuali GDRbyChat si pongano questo problema ora. In ogni caso, un po’ alla volta le cose si fecero sempre più interessanti;
Terre di eXtramondo prendeva una sua ben delineata fisionomia che era la seguente:
- cercare di essere geograficamente più descrittivo e ampio possibile, nonché assolutamente fedele al territorio descritto o supposto da Tolkien (abbiamo sviluppato anche aree solo descritte e mai percorse dagli eroi del SdA)
- allora Master e Quest erano soggetti astratti, avrebbero preso una loro definizione, rispetto ai GDR by Chat, solo dopo e quindi noi potevamo tranquillamente farli ‘crescere’ secondo le nostre necessità; ecco che, allora cercammo di accostare a quella che ora è definita una ‘quest dettata dal fato o master’ anche percorsi che potessero essere seguiti in tutta solitudine o in piccoli gruppi di personaggi.
Ne risulta un ambiente che può riservare notevoli sorprese, sia quelle classiche dettate dalla fantasia dei Master, sia quelle più strane legate alle mutevoli situazioni del territorio, con avventure che possono essere colte tra i meandri delle innumerevoli strade, villaggi, città. Il tutto vissuto da un personaggio il cui ‘abito’ è scelto tra una ventina di razze tra buone, cattive e neutrali e che, come primo, compito ha il dovere di trovarsi una ‘collocazione’ tra mestieri da affrontare e una ‘posizione’ da guadagnare.
EM non è un ambiente per chi ha fretta, ma per chi ha una mezz’ora da impiegare per rilassarsi e poter progredire quando desidera: si può giocare da solo o in gruppo a seconda del tempo o della voglia che si hanno a disposizione.
Per realizzare ciò, tecnicamente, abbiamo utilizzato un bel po’ di linguaggi di scripting e di programmazione: naturalmente non si tratta di una delle Land ‘open source’ che, per quanto ben congeniate, non permetterebbero la nostra flessibilità nell’introdurre ciò che ci serve.
Terre di eXtramondo ha più di dieci anni ed ha vissuto il passaggio di migliaia di persone, molte hanno aiutato, senza di loro non sarebbe così, sono state indispensabili; alcune sono rimaste, altre hanno seguito l’evolversi delle loro necessità altrove; mi vien da sorridere all’idea che ci son figli di vecchi PG che si affacciano ora alla Land che vide giocare i loro genitori. Ecco… credo che uno dei punti forza di EM sia anche la ‘stabilità’: a differenza della ‘frenesia’ che accompagna la rete, noi siamo sempre qui che con la nostra calma cerchiamo di favorire l’esprimersi della fantasia scaturita dalla mente di ogni personaggio con i tempi e la voglia che ha. Noi mettiamo il ‘teatro’ ma l’emozione nasce dagli interpreti.
Lo Stregone programmatore di Terre di eXtramondo