Nel 1485 venne pubblicato il Malleus Maleficarum (noto anche come “il martello delle streghe”), libro cardine per chi avesse voluto approfondire l’argomento “stregoneria”.
Scritto da due teologi domenicani, Heinrich Krämer e Jakob Sprenger, fu approvato da papa Innocenzo VIII e l’imperatore Massimiliano I d’Austria. Sebbene il Martello delle streghe sia stato il primo volume ad ottenere un successo in larga scala ottenendo in due secoli trentaquattro ristampe, la storia della stregoneria ha inizio molto prima, a partire dal X e XI secolo.
Al principio del millennio la chiesa interpretava ancora la stregoneria come una sorta di paganesimo, residuo culturale della cristianizzazione avvenuta secoli prima nell’impero romano d’occidente, per tutto l’alto medioevo l’approccio con questi “pagani” non fu tanto assimilabile a una persecuzione, quanto al tentativo di conversione degli stessi. Andando ad avvicinarsi al basso medioevo le cose iniziarono ad assumere carattere più preoccupante. Nel 1138 il decretum di mostra uno dei primi accostamenti ufficiali delle pratiche di stregonerie con la figura del diavolo e di conseguenza con i suoi poteri malvagi. E’ da qui che si può dire inizi il processo di identificazione tra lotta contro l’eresia e lotta contro la superstizione e la magia accumunate appunto dall’influenza malefica del demonio che si contrappone a quella che veniva indicata come l’unica via di salvezza alla sua corruzione: la chiesa.
Dopo essersi occupata della repressione dei movimenti evangelici, quelli cioè che predicavano una dottrina differente dal dogma della chiesa rifacendosi ai vari vangeli e agli atti degli apostoli, la chiesa iniziò a puntare l’occhio sulla stregoneria. “Tutti possono potenzialmente abbracciare la stregoneria”, questa la teoria espressa dal Malleus maleficarum; facevano eccezione a questi solamente i giudici e tutti coloro che, autorizzati dalla chiesa, effettuavano per essa i riti di esorcismo.
L’eresia della stregoneria in questo modo venne perseguita non solo dal clero, ma anche dai detentori del potere temporale che spesso ne fecero largo uso per eliminare pericolosi rivali politici. Lentamente la condanna civile a questo tipo di eresia venne trasportata su larga scala coinvolgendo le popolazioni rurali, più vicine alla superstizione e quindi facilmente influenzabili; se infatti la stregoneria era una corruzione diabolica, questa andava contro l’uomo, il bestiame, i campi… tutto quanto interessava cioè ai contadini e proprietari terrieri.
Nel 1258 abbiamo l’ufficializzazione della condanna da parte del potere temporale, di coloro che praticavano stregonerie; l’avvicinamento completo e il definitivo contatto dei concetti eresia-stregoneria, si ha nel corso del XIV secolo nel corso del quale la stregoneria diviene l’eresia per eccellenza, in quanto punibile anche quale reato contro gli uomini e le cose con procedimento civile.
Nel secolo successivo poi abbiamo una ulteriore cernita dei soggetti imputabili, è in questi anni che la chiesa cattolica stabilì che le donne, in quanto soggetti più deboli, erano più facilmente influenzabili dal demonio. Ebbe così inizio la “caccia alle streghe” una sorta di genocidio che in tre secoli portò al rogo circa centomila donne.
Questo è un breve excursus sulla nascita del concetto di streghe nel medioevo e sulla formazione dell’inquisizione contro esse.