Perché tradurre di nuovo un’opera se si ha già una traduzione? Quali sono le
difficoltà che un traduttore deve affrontare nel confrontarsi con un’altra lingua e
un’altra cultura? È possibile creare una traduzione perfetta?
Nelle prossime pagine tenteremo di dare una risposta a queste domande
prendendo in esame le traduzioni di Vittoria Alliata di Villafranca e di Ottavio
Fatica di The Fellowship of the Ring, primo libro di The Lord of the Rings di J.R.R.
Tolkien.
Nel primo capitolo ripercorreremo in breve la storia editoriale dell’opera in Italia
per comprendere la necessità di una nuova traduzione, cosa ha spinto la casa editrice
Bompiani ad affidarla ad un nuovo traduttore.
Nel secondo capitolo ci soffermeremo su dei brani estratti dal testo originale e
dalle due traduzioni per analizzare le differenze nelle scelte traduttive legate a delle
problematiche specifiche: la ricategorizzazione, l’ordine frastico e l’unità melodica.
Infine, cercheremo di capire se è possibile stabilire una traduzione migliore tra
le due e se si può arrivare ad ipotizzare una traduzione perfetta.