Presi quel piccolo libro dalla mano dell’angelo e lo divorai; e mi fu dolce in bocca, come il miele, ma come l’ebbi inghiottito ne sentii nelle viscere tutta l'amarezza.
Allora mi fu detto: “Devi profetizzare ancora su molti popoli, nazioni, lingue e re”.
Apocalisse 10:10-11
Se un tempo una persona qualunque osservava una rappresentazione apocalittica, molto probabilmente si trovava in una chiesa e stava guardando una raffigurazione degli episodi dell’ultimo libro del Nuovo Testamento: l’Apocalisse di San Giovanni. Oggigiorno, invece, siamo continuamente bombardati da immagini cataclismatiche: guerre, uragani, terremoti, eventi che si verificano in tutto il globo giungono a noi grazie ai mezzi di comunicazione. Tali catastrofi, però, non sono le sole a far sì che il pensiero apocalittico entri a far parte della nostra quotidianità: anche ammettendo che il nostro sia già, stando alla tradizione cristiana, un mondo post-apocalittico (noi saremmo la discendenza dei sopravvissuti al diluvio universale), promesse di distruzione continuano a pervenire da ambientalisti allarmati per il buco nell’ozono, sedicenti astronomi preoccupati per una cometa che transita troppo vicina al nostro pianeta, sette religiose sparse per il mondo, presunti esperti informatici terrorizzati che allo scoccare del nuovo anno il sistema informatico mondiale vada in tilt, e poi film, romanzi, libri e persino giochi, tutto questo ad infiammare e rinnovare le promesse di una futura fine del mondo, una spada di Damocle che pare gravare quotidianamente sulle nostre teste, senza però mai cadere.
Argomento di questa tesi è la narrativa post-apocalittica. Ovviamente, quello della letteratura collocata dopo la “fine del mondo” è un campo di studi molto ampio, cresciuto esponenzialmente nell’ultimo secolo. Una trattazione completa dell’argomento non sarebbe possibile in questo contesto, per questo motivo sarà utile restringere il campo sotto diversi punti di vista. Innanzitutto, questo lavoro si occuperà dell’analisi di opere narrative scritte nel solo Regno Unito; così facendo, una considerevole parte dei lavori letterari concernenti temi apocalittici verrà esclusa in quanto prodotta sul suolo americano. Quindi, per evitare un lavoro generico e dispersivo dato il comunque alto numero di opere britanniche, il campo d’indagine sarà ulteriormente ristretto tramite la focalizzazione dell’analisi letteraria su tre romanzi specifici (sebbene verranno menzionati anche altri lavori), collocati rispettivamente durante la nascita dei primi esempi di narrativa appartenente a questo genere, a inizio del XX secolo e dopo il lancio delle bombe atomiche sul Giappone.
Prima di affrontare l’analisi delle tre opere, sarà opportuno però cercare di dare una definizione di ciò che si intende con i termini “apocalisse” e “post-apocalisse”, e vedere come questi si colleghino ad altri due temi che vengono spesso loro associati, ovvero i concetti di utopia e distopia. Riguardo alcuni di questi argomenti, moltissimi libri, saggi e articoli sono stati scritti e una loro trattazione approfondita, oltre a spostare il nucleo argomentativo di questa tesi, richiederebbe uno spazio maggiore di quello a disposizione. Intere bibliografie sono state prodotte nel tentativo di chiarire cosa si intenda con “apocalisse” e “utopia”, e ancora oggi non si è trovata (e forse non è possibile trovare) una definizione univoca di tali parole. Mi limiterò, nei primi due capitoli di questa tesi, a esprimere i concetti generali relativi a questi termini in modo da fornire un quadro concettuale il più ampio possibile sull’argomento, all’interno del quale mi muoverò durante tutto lo sviluppo di questo lavoro.
Cosa si intende con apocalisse e letteratura post-cataclismatica? Quali tratti deve avere un testo letterario per essere considerato appartenente a questo genere? Può un testo post-apocalittico essere considerato altro rispetto ad uno prettamente apocalittico? Che relazione sussiste tra apocalisse e distopia? Quali obiettivi si pongono gli autori di queste storie? A queste e molte altre domande si cercherà di rispondere, sempre nei primi due capitoli di questo lavoro, in maniera più approfondita e in concomitanza con una valutazione delle teorie offerte da vari studiosi su tali argomenti.
È necessario mettere in evidenza che, rispetto alla mole di studi incentrati sulla fine del mondo, poco è stato detto attorno a ciò che fa seguito al cataclisma. Comunemente, infatti, i racconti escatologici1 venivano incentrati o su una conclusione definitiva della realtà, o su una palingenesi che però non concedeva una seconda possibilità agli umani che abitavano il mondo precedente; più recentemente, attraverso i suoi traguardi culturali e tecnologici, grazie ai quali è stato in grado di valorizzare ed elevare se stesso rispetto agli altri esseri viventi, l’uomo è divenuto anche capace di porre fine alla sua stessa esistenza, e tale consapevolezza ha contribuito alla stesura di opere che trattano la scomparsa del genere umano. Quella descritta, però, è una fine non risolutiva: come a espiare le colpe dell’umanità, in questi lavori alcuni sopravvissuti si aggireranno in quello che viene definito “mondo post-apocalittico”. Persino nell’Apocalisse descritta da San Giovanni, infatti, muoiono un terzo dei peccatori della Terra; questo vuol dire che, già sin dalle origini del concetto apocalittico, non vi era la necessità di sterminare l’intera popolazione per trasmettere l’idea della fine del mondo. Sarà proprio attorno ai sopravvissuti che verrà sviluppato questo lavoro; grazie alla loro presenza, è difatti garantito un mondo “post”, all’interno del quale i superstiti si imbarcheranno in viaggi mitici che permettano loro di evolvere e maturare per essere all’altezza del nuovo contesto in cui si ritrovano, loro malgrado, a vivere, adempiendo al tempo stesso a una funzione conoscitiva della realtà.
A chiudere questo lavoro, il sesto capitolo descriverà il mio tentativo di redigere una lista delle opere post-cataclismatiche britanniche e includerà una analisi delle manifestazioni apocalittiche utilizzate maggiormente dagli scrittori anglosassoni. Un’appendice raccoglierà quindi suddetta lista e un sondaggio volto ad analizzare come il pubblico inglese si ponga nei confronti di questo genere letterario