L’elaborato si propone di indagare dettagliatamente le ragioni che hanno portato alla nascita dei cosiddetti millennial monsters giapponesi, cioè quell’insieme di personaggi e creature d’immaginazione che, partendo dal Giappone, hanno invaso pacificamente il mercato globale dell’intrattenimento. Ci si prefigge, inoltre, di individuare le dinamiche di diffusione della cultura popolare nipponica tramite svariati media, ponendo particolare enfasi sulle sue due manifestazioni più importanti: anime e manga. Dopo un primo capitolo che funge da introduzione, nel quale sono descritte in linea generale le caratteristiche dei monster e il loro valore economico e affettivo, seguono due capitoli che, benché separati, sono accomunati dalla medesima logica: fornire un quadro minuzioso dei motivi per cui tali personaggi e medium sono così importanti nell’immaginario popolare giapponese. Nel secondo capitolo, si intraprende un’analisi storica, sociale ed economica del periodo 1945-60; nel terzo, del periodo compreso tra gli anni settanta e il nuovo millennio. Naturalmente fenomeni di così grande impatto e rilevanza non mancano di causare ripercussioni, talvolta anche negative, sul tessuto sociale: questa è la principale motivazione per cui all’interno della tesi è stato dedicato un intero capitolo allo studio, con approccio sociologico e filosofico, della sottocultura otaku. Infine, gli ultimi due capitoli sono incentrati rispettivamente su anime e manga, trattati partendo da due diverse prospettive: nel primo caso è stato privilegiato l’aspetto tecnico, fornendo una descrizione particolareggiata del settore industriale dell’animazione giapponese. Nel secondo, è stato privilegaito più l’aspetto culturale, fornendo le giustificazioni per cui un maggiore sforzo accademico nello studio del fumetto è tanto necessario quanto di difficile realizzazione. Infine, viene delineata una panoramica sulla storia del manga in Giappone dagli anni settanta fino al nuovo millennio.