29/10/2021 18:16:35
29/10/2021 21:12:29
Volevo solo dirvi che non ho mai avuto a che fare con voi e il vostro gioco e non ho nulla contro di voi o contro la singola persona che ha scritto i documenti del pbc. Sono finito sulla vostra pagina per pura curiosità seguendo l'annuncio di ricerca di un programmatore se non ricordo male, poi ho cliccato sul link e mi sono messo a leggere partendo dalla home.
Concordo molto con ciò che hai detto: stiamo parlando di un gioco e di qualche riga scritta nei documenti.
Non ho leso i diritti di nessuno e meno che mai quelli di un povero lavoratore che rischia il posto di lavoro e quindi la pagnotta sul tavolo.
Nessuna condanna a morte, nessun complotto di rettiliani al comando di spietate multinazionali, niente di niente, solo il commento di uno sconosciuto che legge documenti pubblici. Questo per tranquillizzare le anime belle e senzibbbili turbate dalla mia turpe malvagggitudine.
Può piacere o meno ma se esponi in pubblico, il pubblico può dire come la pensa, nulla di assurdo direi.
E accettarlo senza giocarsi il ruolo della vittima è molto molto apprezzabile.
Tanto di cappello per la tranquillità della risposta.
30/10/2021 02:20:06
Mi sembra un confronto civile, tra due persone civili.
Come tale non discutibile. Non siamo untouchables. Abbiamo tanto di scheda dove si possono lasciare commenti pubblici e non vedo la differenza tra l'apertura di un topic che, prescindendo dal singolo caso specifico, può riguardare la concezione di tanti player e tanti gestori, qui o un commento.
Detto questo se ti vuoi fare un salto sulla nostra documentazione e fare considerazioni, ben volentieri. E se ti diamo altri spunti, anche critici, possiamo discuterne qui, magari nello stesso thread a cui, volendo, puoi cambiare titolo *spersonalizzandolo*.
Tutto sommato ho trovato il tema interessante a prescindere dal fatto che tu abbia chiamato in causa uno di noi, di cui ho apprezzato, davvero, la civiltà della risposta e la capacità di dialogo. I primi applausi, quindi, al gestore del gioco in questione.
Quanto ai tuoi discorsi moraleggianti, li condivido pienamente e non ho alcun dubbio che in questo thread non ci sia stato un secondo fine offensivo.
Critico, senza dubbio. Ma fosse questo il problema del confronto qui.
30/10/2021 11:44:13
Divido il mio intervento in 2 parti, dato che sarà lungo.
1) Premessa di carattere generale utile per chiarire alcuni punti del mio pensiero.
2) Ritorno sull'argomento principale affrontato quando ho aperto la discussione.
1)
IlGrandeinverno ti giuro mi hai letto nel pensiero, ieri stavo riflettendo proprio sulla possibilità di cambiare titolo alla discussione anche perché avevo già trovato dentro altri regolamenti la stessa confusione relativa allo stesso tema qui trattato.
Ho riflettuto e sì, ritengo sia più utile allo scopo la scelta di non nominare direttamente i singoli pbc ma solo i concetti espressi nei regolamenti, in questo modo le persone si sentiranno meno colpite sul piano personale.
Leggerò volentieri i vostri documenti ma, permettetemi un minimo di pregiudizio e di superficialità, dubito che troverò concetti palesemente scorretti, si percepisce lontano un miglio la cura e la competenza del vostro progetto. E se devo essere sincero conosco il vostro pbc, come altri attualmente aperti da anni, fin dalla nascita e l'ho seguito (con tutte le lacune di un osservatore estraneo) con interesse anche se non ho mai giocato e non mi sono mai palesato sotto nessuna forma perché al tempo ero impegnato altrove. Purtroppo per tutta una serie di ragioni mi sono allontanato dai pbc, e complice anche la mancanza di tempo e di tranquillità mentale, non sono riuscito più a tornare e mi dispiace perché i pbc mi hanno offerto tantissimo divertimento (mai vissuti ambienti tossici perché appena li percepivo me ne andavo senza fare un fiato) e mi hanno anche aiutato a sentirmi meno solo durante periodi veramente brutti e bui. Il gdr per me non è mai stato un ripiego quando non avevo di meglio da fare ma una delle attività che preferivo non appena avevo del tempo libero.
Ammetto senza problemi che la diplomazia non è mai stata una dote che io possiedo e sicuramente si percepisce senza dubbio una certa durezza e una certa intransigenza nel commento che ho rivolto al pbc in questione (e quindi rinnovo la stima per la risposta che mi è stata data) però voglio dirvi questo:
il messaggio che volevo far passare è che se ti esponi a un pubblico devi cercare di essere quanto più chiaro e preciso e cauto possibile, e visto che i giochi di ruolo esistono, sotto forme diverse, da ormai più di 40 anni, essi hanno stabilito delle regole base che non sono mai cambiate, sono cambiati solo i mezzi usati per giocare: cartacei-tavolo, live, chat, ma le caratteristiche che rendono un gdr un buon gdr ora sono le stesse che valevano 20 o 30 anni fa.
Sono cambiante le forme esteriori, le opzioni, nuovi mezzi tecnici hanno influito, ma la sostanza che caratterizza il genere quella non è mai cambiata, e non poteva essere altrimenti. Però nell'ambiente pbc con il passare degli anni ho percepito una confusione sempre maggiore e atteggiamenti che spesso si potevano riassumere così: io qui sono il padrone e faccio quello che voglio, oppure io ho la mia idea e questa è valida sempre e comunque e sono gli altri che devono adattarsi ed essere elastici perché io ho ragione a prescindere. E certi atteggiamenti messi in campo da gestori e da giocatori hanno creato un ambiente pubblico, a livello generale, affatto gradevole oltre a far nascere e morire progetti con una velocità imbarazzante.
Quando ti approcci a una materia essa merita rispetto, in questo caso parliamo di gdr e i gdr sono stati creati e tramandati da persone che sono venute prima di noi e se non lo avessero fatto noi nemmeno ne avremmo scoperto l'esistenza, sarebbero andati persi nelle pieghe del tempo.
E per rispettare una materia occorre tempo e calma, la devi prima di tutto studiare, ovvero conoscere, poi una volta che l'hai fatta tua puoi anche decidere di stravolgerne le regole, ma lo fai con consapevolezza, lo fai con coscienza, lo fai per trovare una tua strada, affermare una tua idea personale, ed è una cosa bellissima. Potresti anche arrivare a creare qualcosa di nuovo, di visceralmente differente e a quel punto crei anche un nuovo nome, non usi un nome iconico che definisce un genere ben preciso: non è che puoi chiamare sparatutto un videogioco dove spari 10 volte nel corso di 100 ore di gioco.
Atteggiamento diverso è quello di trattare una materia in maniera superficiale e del tutto soggettiva, convinto di innovare qualcosa che nemmeno conosci, rifiutando regole che nemmeno hai compreso e con la pretesa di spiegare ad un pubblico un concetto valido a livello generale, e quindi a quel punto non parli più a tuo nome ma a nome di una collettività di persone molte delle quali hanno concorso a stabilire quelle regole molto tempo prima di te, e vanno rispettate perché sono regole fondanti e caratterizzanti del genere.
Inoltre non puoi pretendere il diritto di parlare/mostrare in pubblico e non offrire lo stesso diritto al pubblico a cui ti rivolgi, a meno che tu non sia il dittatore di turno.
Il rispetto che pretendi nei confronti di te stesso e del tuo progetto lo devi prima di tutto mettere in campo nei confronti dei progetti di coloro che sono venuti prima di te e ti hanno passato il testimone. È grazie a loro che tu sei qui ora con tutto un bagaglio di conoscenze teoriche e pratiche dietro le spalle.
Marchiamo a fuoco nella mente questo concetto: nessuno di noi ha inventato nulla di nuovo negli oltre 20 anni di pbc trascorsi.
Il gdr è rimasto sempre quello.
L'unica vera innovazione che ha cambiato qualcosa è stata l'introduzione del web e quindi la possibilità di muovere i nostri personaggi scrivendo dentro una chat e quindi la nascita dei play by chat. Prima nel 90% dei casi si giocava tra amici intorno a un tavolo o immersi in qualche scenario reale poi si è potuto giocare anche tra estranei attraverso un computer.
STOP
2)
Esaurita questa lunga premessa torno sul tema del mio commento iniziale.
Ieri ho letto nel regolamento di un altro pbc, ma negli anni mi è capitato spesso:
"Il funzionamento dei giochi di ruolo online è paragonabile alla scrittura di un romanzo a più mani"
Spiego perché è scorretto.
Innanzitutto sarebbero i pbc, non i giochi di ruolo on line (definizione troppo larga, che dice tutto e nulla soprattutto oggi), che vengono paragonati alla scrittura di un romanzo a più mani. Tuttavia questa affermazione non fa che confondere il lettore.
Il giocatore non crea come farebbe "uno degli scrittori del romanzo a più mani" perché non crea un'opera letteraria e poi consegna tale opera a un pubblico che non può in alcun modo intervenire, può solo leggere.
Quindi non sarebbe corretta come definizione nemmeno nei confronti del creatore del pbc, perché il gioco si crea in divenire, a tavolino vengono stabilite solo l'ambientazione e le regole, che si tratti di opere del tutto originali o preesistenti.
Il pbc mette in campo un terreno sul quale giocare, che ha delle caratteristiche e delle regole precise, una solida base sulla quale costruire.
Il giocatore seguendo l'ambientazione crea dei personaggi che la popolano e la rendono viva e se i giocatori sono bravi, e lo staff-master-gestore-supermegapresidente lo permette e l'ambientazione è malleabile senza perdere la propria identità, potrebbero anche incidere e modificarla, pochissimo e solo in maniera superficiale, oppure tanto e in maniera profonda, catastrofe che distrugge il mondo etc etc
Il finale non è contemplato, almeno finché qualcuno tiene aperto il pbc e qualcuno ci gioca.
Detto questo, il gdr pbc cosa avrebbe in comune con un romanzo scritto da un singolo o scritto da due persone?
A più mani intendo due persone, perché? Io conosco solo un esempio di romanzi scritti da un collettivo, quindi più di 2 persone, che utilizzava uno pseudonimo conosciuto come: Luther Blissett che poi ha preso il nome, ancora attuale se non erro, di Wu Ming. Se qualcuno ne conosce altri sono sempre pronto a imparare cose nuove.
Un romanzo e un pbc in comune hanno solo l'uso della scrittura come mezzo espressivo.
Uno è un'opera letteraria uniforme con un inizio e una fine, l'altro è un gioco creato per ospitare un numero non prevedibile di personaggi con le relative storie che poi si vedrà come e quanto durano, e quale sarà la qualità delle loro singole trame da integrare nelle trame generali dell'ambientazione.
Uno è un mondo chiuso e non modificabile, l'altro un mondo aperto e modificabile.
Molte lamentele che ho sentito nel corso degli anni:
- il gestore si crede il protagonista del suo libro
- i giocatori non sono disposti a giocarsi le conseguenze delle loro azioni, vogliono muovere burattini perfetti sempre immersi nella loro comfort zone
- la gestione non intende permettere ai giocatori di incidere nell'ambientazione e tutto va deciso a tavolino dall'alto verso il basso
- non sono disposti ad accettare una sconfitta di qualsiasi genere essa sia,
questi problemi e le relative lamentele nascono anche perché esiste una grande confusione a livello teorico che inevitabilmente si riflette sulle dinamiche pratiche. E uno dei motivi l'ho spiegato in questo intervento.
Non discuto che io possa risultare antipatico, solo un bambino viziato e ingenuo penserebbe che tutti debbano tributargli onori e simpatia, ma se non riuscite ad andare oltre non riuscirete nemmeno ad apprezzare, almeno in minima parte, ciò che vi scrivo. Non penso di essere il dio del gdr, non ritengo la mia parola legge, io difendo solo una tradizione sulla quale tutti poggiamo le gambe e che merita di essere riconosciuta e ricordata perché veniamo tutti da lì e penso che qualche concetto utile l'ho tirato fuori nel corso di tutti i miei interventi che non sono mai stati brevi, non perché sono logorroico e sono guidato da manie di protagonismo, ma perché cerco di essere il più chiaro possibile, pur con tutti i miei limiti cerco di non lasciare nulla al caso.
30/10/2021 12:09:31
Inizialmente pensavo anche io fosse un topic scritto piu per trollaggio che non altro, però continuando nella lettura ho trovato un punto interessante.
Premetto che non ho la più pallida idea di quale regolamento/manuale l'utente stia parlando, però io su una cosa vorrei soffermarmi, sulla quale mi sto battendo da anni: il GDR non è un libro scritto a più mani. Un gdr non ha nulla a che fare con la scrittura creativa.
Vi prego: sfatiamo questo mito.
30/10/2021 13:18:09
@Freccia
ti ringrazio, davvero una bellissima discussione, stimolante. Mi ci vorrà almeno un giorno per scrivere la risposta, considerando che tocchi una serie di temi davvero interessanti e controversi. Questo ci fa ricordare a cosa servono i forum.
Torno non appena "porto carico" (cit.)
31/10/2021 11:31:00 e modificato da goodhunter il 31/10/2021 11:33:00
31/10/2021 15:50:46
Goodhunter
Proprio perché nel corso del tempo si sono create correnti differenti che hanno creato una marea di confusione io sono qui a raccontare, non la mia idea di gdr, ma il gioco di ruolo, dove siamo nati tutti, il che non significa che qualcuno vi impedirà di continuare per la vostra strada. Anche voi giocate di ruolo, se seguite certe regole, scrivere tanto o poco, scrivere aulico o moderno, dado sì dado no, non cambiano la sostanza, sono scelte che non tolgono nulla al fatto che giocate di ruolo.
Io sono qui proprio per dirvi che facciamo parte della stessa famiglia, anche se abbiamo idee differenti.
Ragazzi ma perché ogni volta ve ne uscite con frasi del tipo è un male? Qualcuno vi ha condannato?
Non state in ospedale e nemmeno dentro un tribunale.
Occorre ogni volta ribadire che nessuno di noi ha ragione e nessuno torto?
Però i contenuti, la ciccia che si mette sul tavolo, il modo con cui vengono argomentate le idee, quello conta oppure siamo tutti uguali anche lì e nessuno deve permettersi di fare un fiato?
Uno che gioca pbc da un anno sempre nello stesso gioco e lì ha iniziato e non si è mai preso il disturbo di approfondire nulla e conosce solo i pbc e ritiene che i gdr siano solo quelli, ha lo stesso peso di uno che gioca da 10 anni e ha provato gdr cartacei, gdr pbc, gdr live? Le loro argomentazioni e i ragionamenti che mettono in moto sarebbero assimilabili?
Eddai su.
Mathramstaff: condivido molto poco di ciò che hai scritto, e spiego il perché, e rispondo anche Goodhunter.
Se stavamo parlando a livello privato tra due amici che si fanno una bevuta e vogliono alimentare il lato poetico/idealistico, ti do ragione su tutta la linea, ma se parliamo di metodi/sistemi/concetti che poi devono essere applicati in un gioco pubblico e dare risultati, per me non funzionano affatto bene, perché alimentano atteggiamenti affatto simpatici.
Teniamo chiaro il concetto che stiamo parlando di pbc, non di gdr, quando parliamo di assimilare un gioco di ruolo (giocato by chat) ad un libro-racconto. Perché altrimenti iniziamo già da un concetto confuso. Sui libri game mi spiego meglio più avanti.
Che la letteratura incrociasse la strada dei gdr era inevitabile, la letteratura esiste da migliaia di anni e ha ispirato giochi, film, fumetti etc etc, ha ispirato di tutto quindi se uno vuole collegarla al gdr è semplice farlo, basta rimanere sulla superficie delle cose.
Anche un videogioco action o uno sparatutto multiplayer possono raccontare una storia e per forza di cosa andrà calata in un contesto, un'ambientazione, che sia ristretta e focalizzata tipo laboratorio segreto 20.000 leghe sotto i mari o in un contesto più allargato tipo una nazione in guerra. Tu vivi quella storia interpretando il ruolo del soldato e magari ti viene permesso di prendere qualche bivio, fare qualche scelta, hai più di un finale a disposizione, sali di livello, upgrade dell'equipaggiamento. Se giochi on line affronti il tutto con i tuoi compagni e vivrete insieme un "racconto collettivo".
Se prendo la tua logica posso definire gdr anche il videogioco sparatutto appena descritto e poi se allargo ancora il concetto posso paragonare il tutto a un racconto scritto a più mani. Vogliamo parlare di quanto e come la letteratura ha incrociato la strada dei videogiochi e di come a volte si siano influenzati a vicenda?
Troppo vaga, troppo generica come descrizione la tua, aggiunge confusione ad altra confusione.
I libri grame erano libri scritti da una persona, nemmeno ti creavi il personaggio ma eri il protagonista scelto da qualcuno per te, con caratteristiche scelte da qualcuno per te, tu al massimo sceglievi con quali poteri iniziare tanto era ovvio che li avresti ottenuti bastava giocare tutti i libri. E cosa da non sottovalutare il lettore-giocatore si autogestiva, seguire o non seguire le regole dipendeva solo da lui. Tranne alcune eccezioni, dove potevi giocare in 4, giocavi in solitaria.
I libri game sono una via di mezzo tra un libro e un gioco da tavolo, sono nati sulla scia del gdr ma sono assimilabili a livello superficiale, come appunto assimilare la scrittura di un libro a un gioco di ruolo.
Continuare a sostenere la visione secondo cui tu sei il protagonista della storia che stai scrivendo, oltre a confondere il mezzo (la scrittura in questo caso) con il fine (giocare di ruolo) offre molteplici occasioni ai giocatori per nutrire il proprio ego e credersi i protagonisti intorno al quale gira il mondo. Perché quando uno scrittore scrive è come il dio creatore del proprio mondo ed ha il controllo su tutto ciò che accade, perché decide in assoluta autonomia secondi i propri gusti/idee/sensibilità/stile/poetica.
Immagina cosa potrebbe accadere con 20 giocatori ognuno convinto di essere lo scrittore della storia e il proprio personaggio il protagonista. Immagina se aggiungiamo anche gestori e master che seguono la stessa linea.
Anzi, quello che potrebbe succedere credo lo abbiamo visto tutti nel corso degli anni.
31/10/2021 18:21:34
Ti giuro mi hai disarmato, mi arrendo, dopo una risposta come la tua che ignora e stravolge tutto quello che ho scritto, mi arrendo.
Continuate il gioco di volermi trasformare in carnefice solo perché dico quello che penso, ma gli argomenti?
Sì, la faccio molto tragica mentre depreco, e nel mentre ancora prendo il tutto come un lavoro, meglio ancora una sfida mortale, ma quale gioco io non ho mai giocato io vado in guerra per vincere.
Sono fiero di essere un essere abietto, mi aggiro dentro corridoi virtuali strisciando bava nera, mi nutro di odio e di fastidio (come disse qualcuno). Potessi vedere la mia faccia mentre scrivo, credo che potrei spaventare anche me stesso.
p.s.
Quanto alla capacità di dare un nome alle cose, ovvero un linguaggio molto strutturato è stata una delle attività fondamentali dell'essere umano, senza non esisterebbero i computer, i giochi di ruolo, parole come lavatrice o dado, praticamente non esisterebbe nulla oltre quello che esiste in natura.
Però sì, come dici tu "Ultimamente ho visto una strana cosa, ovvero dover definire tutto, dar una parola una definizione a tutto, perdersi in ore e ore di discussioni per far una sorta di tracciato, elenco, correnti di pensiero ecc ecc" praticamente hai descritto la storia dell'essere umano, ma la penso come te, più che altro è successo ultimamente.
p.p.s. "I limiti del mio linguaggio sono i limiti del mio mondo" cit.
31/10/2021 20:34:08 e modificato da goodhunter il 31/10/2021 20:36:58
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