D&d and PBC (non pvc, eh?) postato il 01/10/2013 19:01:55 nel forum giochi online
Premessa: è cosa nota che la prima e più anziana delle Land, Extremelot, sia nata da giocatori di ruolo, appassionati di D&d e che, inizialmente, a quel sistema di gioco ispirava la sua chat.
In realtà Lot è quasi subito stata un ampio raggio di ispirazioni e commistioni, che, nel corso degli anni, ha tracciato convenzioni più o meno mutuate dagli altri sistemi, ma di fatto, oggi alla base del sistema tecnico che definisce il PBC.
Nel corso degli anni ci è capitato di incontrare molti giocatori di D&D che cercavano in una chat lottiana, quello che di fatto Lot non poteva dare ma più in generale, quello che troviamo estremamente difficile possa dare un sistema di gioco in chat, "aperto" a decine di players, dove le sessioni non sono chiuse, dove il concetto di livello, anche quando c'è, è sempre e regolarmente frantumato dalla tensione liberatoria della scrittura e dall'inevitabile realtà: scrivere scava un personaggio molto più che un'interpretazione orale e lo fa tendere a sfumature difficilmente inquadrabili in concetti come allineamento, livello, limitazione.
I puristi di D&D negli anni si sono distaccati dal diceless, ritornando a sperimentare chat più elitarie, più inquadrate sulla sessione che sullo sviluppo del personaggio continuativo.
Ma D&D resta, a nostro parere, uno spartiacque impressionante nella mentalità del player, anche del PBC. Di fatto è una struttura di gioco imprescindibile per comprendere cosa sia un gdr e a cosa, anche un sistema alternativo come il diceless, dovrebbe tendere.
E voi cosa ne pensate?
Quanto ha influito D&D nel vostro approccio al PBC? Ci siete passati prima o dopo il gioco in chat?
Ritenete imprescindibile che un sistema di gioco PBC (non un'ambientazione, ma un sistema) sia pensato coi debiti confronti o a vostro parere è di fatto tempo perso o inutile?
A voi
01/10/2013 19:35:38 e modificato da akajia_cain il 01/10/2013 22:13:50
Potrei rispondere che, fosse per me, applicherei il sistema D&D a qualsiasi land, indipendentemente dall'ambientazione e credo di aver già chiarito il mio pensiero in merito.
Ho cominciato giocando a cartaceo, negli anni '90, con Dyrr come master, poi lui mi ha fatto scoprire le chat e ho trovato questo modo di giocare il migliore, proprio per lo spessore che permette di dare al pg.
Non trovo il gioco in chat per nulla limitante nell'interazione col sistema regolistico, né nell'interpretazione del livello.
Stretto sull'allineamento, sì, tanto da aver optato, in passato, per non inserirlo nelle schede, sebbene, molto dopo, credo di aver compreso un po' di più l'importanza di quel parametro (pur continuando a trovarlo stretto).
Nel tempo ho visto e provato sistemi di gioco diceless, ma li trovo, nella maggior parte dei casi, pessimi: se ne è già lungamente e più volte parlato, quindi non voglio ripetere cose già dette e ridette.
Ho visto altri sistemi che fanno un moderato uso del dado, con le loro regole e mi ci sono più o meno adattata, ma non li trovo esaustivi come il sistema usato da D&D, anche se, in questo caso, non nego che l'abitudine ha il suo peso: se devo tirare dei dadi, perché non quelli "giusti"?!
Certamente, questi sistemi sono, generalmente, più semplici e quindi più immediati per chi non viene dalla "scuola" del cartaceo e qui è indubbio che il vecchio D&D abbia fatto "scuola". Un esempio banale è quello di "accettare e interpretare" l'esito del dado, anche quando non piace o fa fare al proprio pg la figura del fesso. Fa parte del gioco e una volta si giocava anche questo, mentre oggi si tende a non accettare che al proprio pg capiti qualcosa di poco gradito.
Di sicuro io posso dire di essere stata "segnata" dal D&D, ma prima ancora di iniziare a giocare: ho cercato questo gioco per circa 10 anni prima di poterci giocare.
Comunque, se devo trovare una "limitazione" all'applicazione del D&D in land, non viene dal sistema, ma dai giocatori che come hai detto tu, venendo dal cartaceo, sono "intrappolati" nel meccanismo "quest" e spesso non sanno portare avanti il gioco spontaneo. Spessissimo non sono in grado di sviluppare la psicologia del personaggio e ancora più spesso non sanno relazionarsi con l'ambientazione, intendendola nulla di più di una mappa su cui potersi muovere come vogliono.
In questi casi l'approccio al gioco è, per come la vedo io, incompleto, esattamente come per chi non si sa rapportare (rifiuta) il dado.
Detto questo, non escludo a priori che possano essere costruiti altri sistemi di gioco, ben ponderati e funzionanti, ma restano un'incognita: in tanti anni (e tanti manuali e tante correzioni) D&D ha costruito una struttura piuttosto solida, anche se non priva di problemi, mentre un sistema nuovo va testato (e può sempre capitare il giocatore che riesce a trovare la falla ed allargarla).
Infine, forse la cosa meno importante, ma capita di trovare giocatori che propongono "LA" modifica al regolamento perché a loro non piace, non lo trovano giusto, eccetera... quando c'è un manuale gli si può rispondere che così dice il manuale, mica lo si è fatto noi quel sistema!
Edito perché avevo scritto di fretta prima di cena, facendo un post poco chiaro. :P Spero che ora si capisca meglio ^^'
02/10/2013 00:59:14
La parzialità del master finisce dove il d20 inizia.
Lunga vita ai dadi ed al sistema d&d.
02/10/2013 10:04:17
D&D lo conoscevo da prima per i libri di Dragonlance, ma non ho mai avuto la possibilità di giocarci.
Poi ho iniziato a Lot e ho trovato un gruppo di D&D, capendo che Lot <> GdR...in tutto.
Aldilà di D&D (ormai ci sono decine di sistemi di gioco diversi e io stesso apprezzo più il D100 del buon CoC rispetto al D20 per certi tipi di gioco), resto convinto fermamente e irrimediabilmente che un sistema di gioco che integri il fattore alea/super parters debba essere la base di un pbc.
Il diceless inteso come si intende nel post di apertura è deleterio in modo esponenziale rispetto al numero di giocatori.
E l'implosione/esplosione di Lot e delle varie land di quel periodo è l'esempio lampante: dove non c'è qualcosa di superpartes e irrevocabile che decide, nascono i malumori.
02/10/2013 10:26:17
02/10/2013 10:29:40
02/10/2013 10:41:14
Mai giocato a D&D. I miei amici camminano con le clave e si vestono con pelli di animali morti, ho poco da proporre..
Ma comunque penso che mia linea di fondo non cambi. Se si chiamano PBC e non D&D significa che non sono la stessa cosa, questo mi basta per esser sicuro che per quanto possa esser bello D&D, su un PBC non andrò sicuramente a cercare le stesse cose.
02/10/2013 10:42:58
Nonostante io abbia provato prima i PbC e poi i cartacei, conoscevo comunque di fama D&D e qualcun altro, e sapevo in che modo si svolgevano.
In realtà la cosa che più mi piace del cartaceo è proprio l'interazione continua tra giocatori, e tra giocatori e master, un qualcosa che per forza di cose nei PbC non può avvenire vista la ridottissima percentuale di master rispetto ai giocatori :) Forse è anche un po' questo, che spesso mi "impedisce" di affezionarmi realmente a un PbC, con poche eccezioni :D
02/10/2013 14:51:28
Personalmente ritengo che i due generi, quello basato sulla casualità di un lancio di dadi e quello basato sulla fiducia in un master super partes, siano ammirevoli di attenzione in egual modo.
I gusti personali non si discutono se non davanti ad una birra, tanto per lasciare ogni "contendente" sulle proprie posizioni.
Il sistema Diceless, cioè facciamo a fidarci del master, mi ha dato grandi soddisfazioni in ambito creativo e di soddisfazione personale, in quanto ero proprio io che potevo scegliere fino in fondo il proseguo dell'avventura.
Il sistema casuale mi ha permesso altre piacevoli serate dove ho dovuto più accettare la sorte e trovare vie di sviluppo alternative.
Personalmente credo che il pbc sia molto più interessante come diceless, mentre al tavolo preferisco la casualità. Ma nulla vieta di fare un ottimo diceless da tavolo e l'inverso su un pbc.
03/10/2013 02:10:57 e modificato da gdr-online.com il 16/11/2023 16:05:18
03/10/2013 02:13:29 e modificato da ilgrandeinverno il 03/10/2013 02:14:41
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