Dun Na nGall

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« Mia antica Donegal, sei stanca anche tu eh? » disse il vecchio, mite e paziente, con aria pensierosa, guardando dalla finestra.

« Perché nonno? Tu sei stanco? » domandò il fanciullo.

« Si, figliolo, sono vecchio e stanco ormai. Ed è il momento che ti racconti una storia…»

« E’ una bella storia?»

« E’ la nostra »

Il Fanciullo allora sedette sul tappeto, di fronte al caminetto, ai piedi della poltrona. Silenzioso, speranzoso e solennemente raccolto in ascolto delle parole che il vecchio stava per regalargli

« Il Tempo ha ormai nascosto il segno del principio, ma nella pietra si perpetua l’esistenza e la leggenda si fa storia. Nessuno sa esattamente quando, si narra di un freddo più terribile del grande inverno conosciuto, quando gli Ulfhednar giunsero alle coste più settentrionali della nostra verde isola… »

« Cos’è un Ulfhe.. Ulf… cos’è Nonno? »

« Sono uomini. Ulfhednar significa “Guerrieri del Lupo”, erano vichinghi, figli di Odino, forgiati e battuti dal suo divino martello. Accadde tutto così lontano nel tempo, figliolo, che allora questa nostra terra non ospitava più che querce… e nessun Plantageneto la pretendeva… »

« Solo Querce? Davvero Nonno? » stupore negli occhioni dell’infanzia

« Furono gli Ulfhednar a fondare, per primi, un villaggio: Dún Na nGall, il forte degli stranieri, ma no, non c’erano solo Querce. C’ero anch’io… »

«Anche tu? Ma non sei così vecchio nonno… »

«…Hai ragione, figliolo. Lo sono molto di più.»

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