Dal giorno in cui, per la prima volta, incontrai casualmente elfi ed hobbit tra le
pagine di un libro che avevo ricevuto in dono, sapevo che in qualche modo le nostre
strade si sarebbero incrociate nuovamente, un giorno o l’altro. I nostri incontri, col
passare del tempo, si fecero via via più frequenti: ora tra le pagine di nuovi libri, ora sul
grande schermo di un cinema, ora nella mia fervida immaginazione.
Altro tempo trascorse, ma non mi era più sufficiente continuare ad immaginarmi
in mezzo a loro. Fu così che li andai a cercare dove erano nati, nella City of Dreaming
Spires. Solo respirando quell’atmosfera, percorrendola con la fantasia così come con le
mie gambe, riuscii davvero a scorgere per un attimo il segreto più intimo della
Middle-earth e iniziai ad intraprendere intraprendere uno studio appassionato ed
approfondito sull’universo creato da John Ronald Reuel Tolkien.
Tornai a casa dopo un viaggio che mi era parso lontanissimo nel tempo e nello
spazio, serbando nel cuore un bagaglio d’indelebili emozioni e sentendomi un po’ più
elfo, ed al contempo più umano, di quanto mi sentissi prima della mia partenza.
L’aggettivo “tolkeniano” è divenuto sempre più, sull’ondata del recente successo
riscosso dalla trilogia cinematografica dedicata all’opera The Lord of the Rings,
passibile di malinterpretazioni. Purtroppo, soprattutto recentemente, si è accostato il
nome del professore oxoniense ad un’idea di puro divertissement che non rende
giustizia all’alto profilo ideologico ed al viscerale amore per la lingua, nonché per la
mitologia, di cui l’opera in questione è impregnata.
Oltre, dunque, alla passione personale che muove il mio interesse verso questo
argomento, scopo di questa tesi è tentare di dimostrare come J.R.R. Tolkien non fu,
come molti a torto credono, un simpatico nonnino strambo con la mania delle lingue
incomprensibili, bensì un uomo dalla vastissima cultura e dalla grande sensibilità che amava tanto la vita da volerla celebrare con la creazione di nuove vite. Quelle, appunto,
dei suoi popoli.
Nella parte iniziale di questa tesi (cap. 1-2) si analizzeranno i presupposti, gli
impulsi ed i processi che hanno portato il professore oxoniense a creare un vero e
proprio mondo al fine di rendere vive le lingue che stava creando. Verranno pertanto
ripercorse le fasi salienti della vita di Tolkien in veste di uomo, professore, glottoteta e
scrittore, esaminando in particolar modo il suo rapporto con il gruppo degli Inklings che
tanto lo spronò a coltivare quello che egli stesso definì con mesta autoironia a secret
vice.
Nella parte centrale (cap. 3), attraverso un excursus storico generale, verranno
passate in rassegna le più interessanti lingue inventate dalle origini ai giorni nostri,
suddividendo le medesime per tipologia ed epoca, in modo tale da offrire una
panoramica che possa donare una visuale più ampia possibile sui tentativi di creazione
di linguaggi artificiali sinora compiuti dall’uomo.
Muovendo da queste (cap. 4), attraverso un’analisi più approfondita e basata
direttamente sui saggi ed i racconti pubblicati dall’autore, verranno presi in
considerazione gli aspetti prettamente linguistici dell’opera tolkeniana, con attenzione
speciale a quello che senza dubbio è l’idioma, tra tutti quelli creati dal glottoteta, che
gode di più fama presso gli appassionati: il linguaggio elfico Quenya. Successivamente,
si esamineranno per sommi capi le lingue non-elfiche create da Tolkien per dimostrare
analogie e discrepanze tra esse stesse e le lingue naturali cui sono ispirate.
Nella parte finale di questo percorso (cap. 5), verrà presentata una traduzione
della prima versione di un brano intitolato The Fall of Númenor che sarebbe stato
successivamente rielaborato ed inserito da Tolkien all’interno dell’opera The
Silmarillion sotto il titolo Akallabêth. Seguirà al testo della traduzione, effettuata dal
sottoscritto, una panoramica generale sulla teoria della traduzione ed un’altra
riguardante le tipologie testuali onde poter inquadrare il testo tradotto all’interno di una
categoria confacente; successivamente verranno infine riportati alcuni esempi
riguardanti le scelte operate nella resa del testo in italiano.