Vorrei qui analizzare alcune potenziali peculiarità del gdr-online alle quali ritengo debba darsi una certa rilevanza.
1. Il problema dei “diversamente abili”
Spesso il gdr al tavolo e a maggior ragione quello Live sono preclusi (o comunque gravati da insanabili pregiudiziali) ai disabili fisici. Al contrario, il gdr online offre sicuramente a chi è affetto da handicap fisici, un ottimo modo di relazionarsi con gli altri, essendo l’utente libero di poter presentare pubblicamente la propria personalità senza timore di essere valutato in funzione dell’apparenza. E’ in quest’ottica che chi gestisce e amministra tali giochi dovrebbe premurarsi di garantirne l’aspetto pedagogicamente formativo e prevenire l’apparizione di forme di intolleranza e discriminazione.
2. Complessi emotivi, adolescenziali e relazionali
Benché in un sistema di gioco fondato su una chat sia più complesso che nel gioco al tavolo, è comunque importante tenere ben separati l’ambiente reale da quello ludico e impostare la durata delle giocate (quest totali o parziali) sempre in termini di tempo definiti e comunque mai superiori alle 2-3 ore. E’ infatti possibile, qualora non vi siano termini di tempo, che i giocatori si sentano costretti a continuare l’attività ludica ogni qual volta si collegano, pena una potenziale esclusione o un ritardo nei confronti del gruppo di appartenenza: questo può portare a gravi scompensi psichici, dalla semplice dipendenza alla più grave astrazione dalla realtà con la successiva incapacità di continuare una vita reale senza essere subordinati agli eventi maturati in gioco.
3. Le disparità nell’uso della lingua
Giacchè l’idea è quella di collaborare e divertirsi insieme, è bene evitare gli eccessi in termini di lessico troppo forbito spesso incomprensibili ai più, il linguaggio “aulico” (peraltro spesso inadeguato al contesto di gioco) e le abbreviazioni anomale (“x” al posto di “per”, “k” per “ch”, etc.), così come è buona norma (vedi anche netiquette) non riprendere mai il compagno di gioco se si esprime in italiano scorretto. E’ ovviamente implicito che tutti si punti a migliorarsi e a correggere eventuali falle culturali.
4. Escalation
E’ proprio della natura umana ambire sempre al conseguimento di una posizione di prestigio che dia il giusto risalto al nostro ego, valorizzando le nostre capacità e il nostro impegno. Ciò vale anche per i PG che impersoniamo: in tutti le tipologie di gdr ci vengono offerti ruoli da protagonista (principale o conprimario) mentre il Master si fa carico di ricoprire i ruoli scomodi, di scena, d’atmosfera. Tuttavia nel caso del gdr-online by chat la situazione è resa più complessa dal fatto che se da un lato è logico che per ogni gruppo di gioco vi sia un PG capo con dei PG subalterni, è altrettanto logico che ognuno di essi aspiri a superare tale condizione per diventare capo a sua volta, benché ciò sia evidentemente impossibile nella pratica. E se una tale anomalia è comunque giocabile in gruppi non legali, dove la carica di capo è sempre in discussione, diventa assolutamente ingestibile nei gruppi di allineamento positivo come i paladini di D&D o similari. E’ dunque importante pensare ad un sistema di gioco meritocratico che si mantenga coerente all’ambientazione e consenta l’avanzamento “sociale” dei PG.
5. Autoconservazione
E’ naturale affezionarsi ai propri PG: in un certo senso sono anch’essi parte di noi. Ritengo tuttavia sbagliato prevedere il sistematico ritorno in vita degli stessi (“resurgo”) o il fatto di congelarne l’età al momento dell’iscrizione. E’ infatti evidente come un PG che non invecchia e non muore non abbia nulla da invidiare ad una divinità e sia “naturalmente destinato” a divenire un power player, costringendo il giocatore a violentarsi nel tentativo di ignorare questi innegabili vantaggi di cui il suo PG potrebbe godere e a falsare comunque il gioco, poiché è innegabile che tali “doni” divengono noti al PG dopo la prima “morte e resurrezione” e che pertanto egli dovrebbe essere “naturalmente indotto” a beneficiarne.
6. Necessità di regole
Si noti che i cosiddetti Power Players, sono per lo più giocatori che provengono da RPG software, dove l’incremento continuo dei valori del PG è fondamentale per l’avanzamento nel gioco. Formati in quest’ottica, essi si trovano quindi ad avvicinarsi a dei giochi simili in tema di ambientazione, ma privi di vere e proprie regole e tendono pertanto, spesso in buona fede, ad applicarvi quelle a loro già note.