Negli ultimi anni gli amanti dei videogame e i semplici appassionati hanno accolto con entusiasmo una nuova modalità di gioco: il multiplayer online. In realtà non si tratta di una novità assoluta. I primi titoli multigiocatore risalgono addirittura agli anni ‘70. Ma è solo con l’avvento di internet e delle connessioni veloci che il multiplayer si è davvero diffuso a macchia d’olio, trasformandosi da genere di nicchia in vero e proprio fenomeno globale. E quello che stupisce è che questo modo di giocare inizia a far breccia anche in campi dell’intrattenimento che sembravano impermeabili alle novità. È il momento di ripercorrere questa gloriosa storia e di capire come siamo arrivati alla situazione attuale.
Il pochi ci avrebbero scommesso ma il multiplayer è diventato una realtà anche nel mondo delle sale da gioco virtuali. Oggi moltissimi siti oltre a offrire bonus per giocare ai casinò online permettono di sfidare moltissimi avversari contemporaneamente. I principali operatori hanno infatti deciso di investire numerose risorse, sia a livello economico che tecnologico, sull’apertura dei tavoli multigiocatore.
I casinò di oggi, aiutati proprio dalle connessioni veloci, hanno trovato nel live gaming in diretta un canale di crescita privilegiato che si è trasformato in breve tempo nella modalità di gioco preferita di milioni di appassionati. Una vera e propria rivoluzione culturale se pensiamo che fino a poco tempo fa il giocatore era visto come una figura solitaria persa nel suo mondo davanti allo schermo.
Buona parte delle basi di questo successo vanno fatte risalire agli anni ‘70. Fu in quel periodo che nacquero i primi MUD, ovvero i multi user dungeon. I MUD sono stati i primi giochi eseguiti in rete da più utenti in contemporanea. Il primo in assoluto si chiamava proprio M.U.D. e nacque nel 1978 compilato in linguaggio BCPL.
Pochi anni dopo il settore iniziò a crescere. Arrivarono i primi personal computer e con loro gli antenati dei moderni modem che permisero le prime connessioni BBS. A quei tempi si giocava soprattutto in ambito accademico e utilizzando le reti interne delle università. Erano titoli chiaramente ispirati ai giochi di ruolo con Dungeons & Dragons a fare da pietra di paragone per tutte le varianti informatiche.
7 anni dopo, nel 1985 arrivò Shades a dare una spinta al settore. Shades fu infatti il primo MUD a essere commercializzato ed era accessibile dalla rete Prestel. Fu, però, una spinta effimera a livello commerciale. In quegli anni iniziarono a comparire le prime console e le avventure grafiche cominciarono a soppiantare i primitivi multiplayer nelle preferenze dei gamer.
Gli amanti dei giochi comunitari dovranno aspettare l’alba del nuovo millennio per tornare a farla da padrone. Fu nel 2000 che arrivò il primo multiplayer, questa volta online, a raggiungere il successo commerciale e di pubblico: stiamo parlando di “Quake III Arena”. Prodotto da ID Software, casa famosa per aver ideato anche “Doom”, Quake III passò agli annali come il primo sparatutto in prima persona competitivo e cooperativo. Senza il titolo di ID molto probabilmente oggi non esisterebbero due campioni d’incassi come "Halo" e "Call of Duty", forse a oggi lo sparatutto online più giocato in assoluto.
Un’altra svolta arrivò nel 2005 con l’arrivo sul mercato delle console di settima generazione. La possibilità di connettere le stesse console alla rete internet trasformò i servizi di gioco online in multiplayer nel core business delle principali case produttrici di videogiochi. I pionieri del campo furono gli sviluppatori di Blizzard. In quegli anni lanciarono “World of Warcraft” e nulla fu più come prima. WoW fu il primo gioco in assoluto MMORPG (Massively Multiplayer Online Role-Playing Game) e creò la prima community mondiale sviluppata intorno a un videogioco. In più propose anche un nuovo modello di business che verrà replicato decine di volte in seguito: quello dell’abbonamento aggiuntivo mensile o annuale da aggiungere all’acquisto della copia fisica del gioco.
E così arriviamo proprio all’ultima evoluzione del multiplayer, i MMORPG, traducibile in italiano con “giochi di ruolo multigiocatore in rete di massa”. In parole povere si tratta di giochi online in cui si sfidano contemporaneamente più persone collegate alla rete e in cui ogni utente connesso interpreta un personaggio. Personaggio che potrà interagire con gli avatar degli altri utenti e con l’ambiente circostante, acquistare o acquisire potenziamenti, evolversi e ottenere nuove abilità.
I MMORPG necessitano di un approfondimento ulteriore alla luce del loro straordinario successo globale. In primo luogo ne esistono di diversi tipi. Alcuni utilizzano software nativi, altri si appoggiano su browser web, altri ancora sfruttano terminali telnet.
Al di là del tipo di tecnologia di base ci sono alcune caratteristiche comuni che ne hanno favorito il successo. La prima è l’estrema cura data ai terreni di gioco. Questi giochi sfruttano il massimo delle tecnologie disponibili nel campo videoludico e molto spesso hanno scenari che poco hanno da invidiare ai film o agli ambienti creati con la realtà virtuale. La seconda è l’ambientazione. I titoli che dominano le classifiche odierne hanno tematiche fantasy e molto spesso mettono in contrapposizione “razze” diverse (umani, elfi, cyborg, nani ecc..) pronte a lottare per la sopravvivenza o per la conquista di tesori e territori.
A renderli, però, irresistibili agli occhi dei giocatori, oltre all’obiettivo del player versus monsters, è la possibilità di far progredire i propri singoli personaggi. E questo quasi sempre con ampi margini di manovra e livelli di crescita quasi infiniti. È il motivo per cui alcuni esperti li definiscono “giochi senza fine” e per cui gli stessi creatori continuano a sviluppare nuovi aggiornamenti a cadenze regolari.
Da non sottovalutare anche l’aspetto comunitario legato ai MMORPG, forse uno dei più interessanti in assoluto. Così come è stato per il pioniere World of Warcraft, anche intorno ai titoli più recenti si stanno sviluppando enormi comunità di giocatori. E non è raro vedere clan o gilde di utenti che passano contemporaneamente da un gioco all’altro. L’aspetto comunitario rappresenta il segreto del successo di questa nuova modalità di gioco, in grado di connettere in tempo reale persone sparse in ogni angolo del pianeta. Un utilizzo della tecnologia videoludica decisamente positivo e promettente per il futuro.