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C’è stato un tempo in cui i computer non permettevano di renderizzare milioni di poligoni in tempo reale. Siamo alla fine degli anni ’90 e, un po’ come evoluzione delle avventure testuali, nacquero i primi GDR online play-by-chat.
Questi GDR non erano nient’altro che giochi di ruolo cartacei a tema, ma senza dadi e giocati in delle vere e proprie “chatroom” – da qui la dicitura play-by-chat – anziché nel salotto di casa. I PbC prevedevano che il giocatore descrivesse minuziosamente l’aspetto fisico e le azioni del proprio personaggio. Non esisteva alcun tipo di grafica, se non l’avatar del proprio PG o l’icona per la posta, e le ambientazioni andavano immaginate sulla base di un “tema”. Per esempio, il famoso eXtremelot, uno dei primi PbC in Italia, è ambientato in un mondo fantasy medievale inventato, ma ne esistono tanti altri ispirati all’antica Roma, ai film di Star Trek o agli anime. Non esisteva una storia fissa, ma soltanto delle linee guida: tutto veniva deciso dai giocatori. Ovviamente esistevano le figure dei moderatori, che si preoccupavano di mantenere una certa decenza all’interno della land, specie in quelle dove la partecipazione era sconsigliata ai minori di 14 anni.
Il boom dei GDR PbC si è avuto tra il 2005 e il 2008. Uno dei meriti va sicuramente a GDRCD, un pacchetto di codice open source che permetteva a chiunque (anche a chi si intendeva davvero poco di programmazione) di creare il proprio GDR personalizzato. Oltre a questo, i giochi erano completamente gratuiti e per usufruirne bastava un qualunque browser, e questo garantiva un gran numero di partecipanti. Strano ma vero, all’estero i play-by-chat non hanno avuto lo stesso seguito che hanno avuto in Italia. La colpa è senz’altro da ricondursi alla lingua inglese, certamente più diffusa ma meno articolata di quella italiana, che vanta un vocabolario articolato e complesso quindi più adatto al tipo di gioco.
Giocare ad un play-by-chat richiedeva però molto tempo e dedizione. Non si poteva mettere in pausa, non esistevano check-point e portare a termine una “partita” poteva richiedere anche molte ore. D’altronde per attaccare il nemico cliccando una X sul joypad basta un attimo, mentre descrivere chi si sta attaccando, con quale arma e in che modo impegna tempo e mente. Nel caso di GDR online via forum o via mail, le cose potevano addirittura protrarsi addirittura per giorni o settimane, a vantaggio di uno stile narrativo comunque più elegante e dettagliato. Possiamo riassumere i pro e i contro dei PbC come segue:
PRO:
- Giocare a distanza, con persone che vivono in tutta Italia e, potenzialmente, tolto l’ostacolo della lingua, in tutto il mondo e comodamente da casa;
- Gli orari sono completamente flessibili, visto che i server sono attivi praticamente 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, e si trova sempre qualcuno con cui giocare anche nelle ore più scomode;
- Sono un ottimo allenamento per la creatività e la scrittura;
CONTRO:
- Il ritmo di gioco è molto lento, visto che scrivere richiede tempo;
- Nella maggior parte dei casi, l’esito delle azioni non è affidato ai dadi, come avviene nei GDR “carta e penna”, ma va concordato tra i giocatori col rischio di dare luogo a inutili discussioni;
- L’assenza quasi totale di grafica può dar vita a cattive interpretazioni e quindi incomprensioni;
Nonostante l’enorme fascino di questo tipo di intrattenimento, nel corso degli anni gli utenti dei GDR play-by-chat sono diminuiti drasticamente. Un’indagine condotta dal sito GDR-online.com ha rivelato che dal 2008 (anno in cui si è registrato il maggior numero di GDR online attivi) al 2014 più del 62% dei siti PbC sono stati chiusi per inattività. Oggi quelli che sopravvivono si chiudono nelle dita di una, forse due mani, e probabilmente sono anche considerati anacronistici dai più, ormai troppo abituati ad avere il piatto pronto a tavola.
Sebbene i PbC siano morti, il fascino dei GDR non è mai passato e sopravvive nei CRPG, acronimo di Computer Role Playing Game, e nei MMORPG. Questi prendono in prestito la struttura narrativa dei PbC ma ne sacrificano completamente la componente recitativa, nonchè il gusto personale che, invece, era il loro punto di forza.
Per fortuna, per i nostalgici, esistono i Game Bot di Telegram. In mezzo ai numerosi casual games in HTML5, esistono anche delle avventure testuali. E’ il caso di citare Loot, creato dal programmatore italiano Edoardo Cortese, che permette di esplorare dungeon, creare e collezionare oggetti e sconfiggere boss. Per giocarlo è sufficiente cercare @lootgamebot su Telegram.
L'articolo, originariamente pubblicato da QDSS.it, viene riportato qui integralmente dopo che è andato offline. Sul nostro forum si discute dell'argomento: https://www.gdr-online.com/readforum.asp?id=221510