Molte, troppe volte ci siamo trovati davanti, siano state in videogiochi, film GdR od altro, a dei misteri. Misteri che però non avevamo alcuna possibilità di risolvere, e che non avevano alcun criterio logico di base.
Ecco perchè oggi voglio condividere con voi come scrivere, inscenare o preparare un mistero giallo seguendo le regole classiche del genere.
Le premesse di base sono le seguenti:
- Un luogo isolato (non necessariamente sperduto, un castello nel mezzo di una città è adeguato allo scopo)
- Un numero esiguo di personaggi coinvolti
- Le forze dell’ordine sono impossibilitate ad agire (oppure il detective è un rappresentante delle stesse)
- Non è possibile per i personaggi coinvolti lasciare la scena del crimine
Movente
Il movente è il motore che fa partire l’omicidio, pertanto è il punto logico da cui partire. Perchè? Questa domanda, che spesso ci si pone quando confrontati con vicende simili, ha generalmente tre risposte: soldi, gelosia, rabbia.
Queste sono le tre basi dalla quale viene elaborato un movente (un raptus omicida non è un buon movente per un giallo, in quanto ciò che a noi interessa è un omicidio pianificato).
Pertanto come inizio, bisogna fabbricare un movente per ogni personaggio lì presente, in modo che ognuno sia un possibile colpevole.
Modalità dell’omicidio:
Com’è stato commesso? Questo è il punto più ostico da affrontare quando si scrive un mistero. Alcune linee guida ci sono fornite da Ronald Knox e S.S. Van Dine, membri del Club dei Detective , tra le quali ricordiamo:
- Tutte le influenze sovrannaturali devono essere bandite a priori.
- Non più di un singolo passaggio o stanza segreta deve essere presente
- Nessun veleno sconosciuto o altro metodo che richieda una lunga spiegazione scientifica deve essere utilizzato
- L’utilizzo di cloni, sosia o gemelli è da evitare.
Pertanto il “Come” (o “howdunnit”) deve essere logico, lineare e sopratutto deve essere alla portata di tutti. Ogni personaggio doveva avere la possibilità di commettere il delitto (magari usando metodi diversi, ma doveva esserci la possibilità di farlo).
Colpevole:
Il colpevole, l’omicida o l’assassino, definitelo pure come vi pare. Egli è il fulcro della vicenda, è il fine ultimo al quale il detective deve arrivare. Ecco dunque quali sono alcune caratteristiche che dobbiamo rispettare per produrre un colpevole plausibile per una storia gialla:
- Il colpevole deve essere stato introdotto all’inizio della storia
- Il colpevole non può essere il detective
- Il colpevole non può essere rivelato tramite rivelazione divina,intuito femminile, mumbo-jumbo, trucco o coincidenza (e se la frase vi fa ridere vi vorrei far notare che è parte del giuramento del Detection Club. Qui trovate il giuramento completo
- Il colpevole deve essere rivelato tramite un procedimento logico ed empirico, non tramite confessione, inganno o trucco psicologico
- Vi deve essere un colpevole solo, a prescindere dal numero di omicidi commessi (complici secondari sono ammessi, ma il colpevole principale deve essere uno.)
- Vi DEVE essere un colpevole. La morte della vittima deve essere stata causata con lo specifico intento dell’omicidio. Pertanto omicidio colposo, suicidio od errore umano non sono contemplati.
- Il colpevole non può essere un criminale incallito, deve essere una persona (all’apparenza) insospettabile
- Il colpevole deve agire di sua spontanea volontà.
Pertanto, sommando tutto quello che abbiamo detto finora, il colpevole non sarà quello con il movente o l’opportunità, ma colui che ha messo in pratica il proposito. Un trucco nello scrivere questo genere di scena è l’avere tanti finali differenti, nei quali a turno ognuno dei personaggi coinvolti è il colpevole (tipo il film di Cluedo, per intenderci), e da lì scegliere quale sarà il colpevole (personalmente vi consiglio di eliminare il più ed il meno ovvio tra i vari personaggi, dopodichè di scegliere il metodo più lineare tra quelli che avete escogitato.)
Queste sono i tre elementi primari per un buon giallo. Concludo l’articolo elencandovi altri comuni accorgimenti (sempre presi dal Decalogo di Knox e dalle “Venti regole per scrivere storie da detective” di Van Dine)
- Ogni indizio deve essere rivelato al lettere
- Nessun inganno deve essere perpetrato sul lettore a proposito degli indizi, a meno che tale inganno non sia perpetrato anche nei confronti del detective
- Società segrete, mafie e simili non devono giocare alcuna parte nei 3 elementi chiave del mistero
- La verità deve essere apparente in qualsiasi momento, così che, in retrospettiva, sia ovvio al lettore il colpevole
Vi lascio dunque ancora una volta, sperando come al solito di esservi stato utile. Al prossimo articolo!