Partiamo dal presupposto che un pugno è un pugno, in qualsiasi sistema di combattimento. La posizione della mano può variare leggermente – ruotata verso il terreno o orientata verso l’esterno – ma le differenze sono minime. Questa considerazione vale per i pugni diretti. Poi ci sono i ganci, pugni laterali tirati a cortissima distanza per colpire i lati del viso dell’avversario, e i montanti, utili per colpire sotto il mento o la zona del ventre.
I calci, invece, sono più che altro relegati al ruolo di disturbo o controllo delle gambe dell’avversario. Alcuni sostengono che uno scontro a mani nude sia più sostenibile rispetto a uno con armi. In parte è vero: sebbene si possa restare feriti mortalmente anche in uno scontro disarmato, le probabilità sono decisamente più basse rispetto a un confronto con un bastone o un coltello. I punti mortali con attacchi disarmati non sono facili da colpire adeguatamente. Mi riferisco agli occhi, alla gola e alla zona cervicale.
Un diretto sul naso è debilitante e forse solo un pugile semi-professionista ubriaco può reggerlo senza andare KO. Anche in questo caso, i bersagli principali sono la testa e i genitali.
La Guardia a Mani Nude
Non esiste una guardia che duri più di un centesimo di secondo dall'inizio dello scontro vero e proprio. La posizione è simile a molti altri sistemi di combattimento recenti: piedi larghi ma non troppo, ginocchia leggermente piegate, peso leggermente sul piede anteriore, figura profilata sul lato forte, braccia all’altezza dello sterno, mani sempre in movimento circolare in avanti. Da questa posizione dobbiamo essere in grado di eseguire tutti gli spostamenti del corpo per evitare i colpi o impostare i nostri attacchi.
Gli avambracci fungono da scudi naturali per deviare i colpi avversari, ma ove possibile, è sempre meglio togliere il nostro corpo dalla traiettoria della minaccia. La guardia non è solo una posizione di difesa, ma una piattaforma ideale per i nostri attacchi. Il braccio in avanti è lì per deviare, ma è pronto a tirare diretti al naso dell’avversario.
Le Tecniche a Mani Nude
Diretto
Il pugno diretto è la tecnica più istintiva e fondamentale: scagliare la mano, chiusa o aperta, verso il viso dell’avversario. La parte ideale che colpisce il bersaglio è la porzione appena sotto le prime tre nocche delle dita.
Pugno a Martello
Questa tecnica sfrutta la potenza dell’estensione del gomito, colpendo con la porzione posteriore della mano, quella collegata al mignolo. È estremamente efficace se colpisce la porzione compresa tra la base del naso e il labbro superiore, diagonalmente verso il basso.
Gancio
Il gancio è molto efficace se colpisce la regione mandibolare dell’avversario. Deve essere stretto, poiché un gancio largo si presta a numerose controtecniche.
Gomitate
Fondamentali nel combattimento filippino/indonesiano, le gomitate sono devastanti se eseguite correttamente. Possono essere centrali o laterali, coinvolgendo tutti i gruppi muscolari dalla anche, dorsali e spalle.
Tecniche di Gambe
I calci sono semplici e diretti alle articolazioni del ginocchio dell’avversario, o utilizzati come stomp per bloccare un calcio sul nascere. Esistono efficaci combinazioni di tecniche per colpire i genitali o l’interno della coscia dell’avversario.
Le Aperture
Le aperture sono tecniche basate su una minaccia specifica, mirate a terminare lo scontro rapidamente. Ad esempio, nel caso di un diretto destro, si può deviare il pugno con l’avambraccio destro, afferrare con la mano sinistra e colpire con il gomito o il polso. Il concetto del combattimento filippino prevede di tirare e colpire contemporaneamente per danneggiare l’avversario.