Ho pensato a questo lavoro come ad una tesi-ponte, punto di arrivo di un
percorso già avviato nel 2009, quando presso la Facoltà di Lettere e Filosofia di
Torino presentai la tesi Il Signore degli Anelli di J. R. R. Tolkien e i miti nordici. Non
si trattava di una grande scoperta letteraria, ovviamente. Mi era richiesto di
dimostrare una sufficiente capacità di utilizzo delle fonti nell’ambito delle letterature
comparate, e il fatto che Tolkien si fosse ispirato alle mitologie celtica e germanica
era certo cosa risaputa. Fin da piccolo ho sempre provato un’attrazione particolare
per i libri. A mio padre chiedevo di andare con lui specialmente in tre posti: al
cinema, a giocare con le macchine telecomandate e in libreria.
A seguito di felici incontri e decisioni che mi hanno portato in questa Facoltà,
mi è sembrato naturale portare l’amore per i libri e per i racconti nell’ambito della
teologia, scienza che ruota attorno al Libro per eccellenza. Come a continuare un
percorso già iniziato, ho voluto portare Tolkien nella Facoltà Valdese di teologia, e
con lui portare un ulteriore, spero utile, contributo ad un nuovo orientamento che già
sotto diverse forme inizia ad avere contatti con la pastorale delle chiese evangeliche
italiane, ovvero la teologia pop. La relazione tra Tolkien e la teologia, che in questa
tesi presento in funzione della riscrittura e della metafora come strumenti per la
catechetica, mostra in qualche modo che è possibile fare teologia anche nel contesto
della cultura di massa (mass o popular culture, da cui teologia pop) e quindi
cogliendo le sfide e le occasioni che la moderna società urbana ci presenta per
parlare di Dio al di fuori delle chiese e delle Facoltà, entrando così nel contesto più
ampio di una rinnovata evangelizzazione.
tre capitoli di questo lavoro intendono proporre la riflessione fin qui esposta:
nel primo viene presentato John Ronald Reuel Tolkien alla luce della sua professione
accademica ad Oxford, e un suo saggio del 1939 sull’origine dei racconti viene
applicato – con le cautele di chi vi si arrischia per la prima volta – al modo in cui noi
leggiamo la Bibbia.
Il secondo capitolo analizza una riscrittura che Tolkien ci ha lasciato del
racconto della creazione secondo la Genesi. Lo troviamo ne Il Silmarillion, per
l’Autore il libro di una vita, più volte rivisto e cesellato, fondamento e ossatura del
più famoso Il Signore degli Anelli. Il confronto con Genesi 1-3 intende dimostrare
come sia possibile riscoprire e riassaporare un testo biblico universalmente noto se lo
si riscrive e rilegge da un altro punto di vista. Tale confronto viene riassunto nella
tabella comparativa posta in Appendice.
Nel terzo capitolo si presenta in modo generale la teologia pop, le sue radici e
le sue potenzialità per la nostra catechesi, attraverso la tecnica letteraria della
riscrittura e l’impiego della metafora in funzione teologica. E poiché di teologia
pratica, in realtà, si è parlato fino ad ora, viene presentato un breve progetto
catechetico con gli stessi strumenti analizzati nel corso della tesi.
Più volte accenno al tema del ristoro nella lettura, e sarebbe una sconfitta
l’aver reso tediosa un’attività che dovrebbe sempre ricreare chi legge; se così fosse,
credete – come scrisse qualcuno – che non s’è fatto apposta.