Il GDR è come un dado dalle molteplici facce: ci si siede attorno ad un tavolo, con gli amici, circondati da bibite e quant'altro; ci si maschera dal proprio personaggio soffrendo insieme a lui; ma si può rimanere anche seduti, davanti al proprio computer, a creare una favola che rimarrà scritta. E' questo il Play by Forum (o PbF come è più semplice chiamarlo).
Si tratta di un metodo che può spiazzare, abituati come siamo ad agire fisicamente con il nostro personaggio, sia che tiriamo dei dadi, sia che agiamo come loro. Davanti ad uno schermo è solo la nostra parola scritta a prendere vita, e dobbiamo essere noi a spiegare e a fare agire il nostro personaggio senza l'aiuto del corpo: nella parola scritta non possiamo usare il tono della voce, né possiamo spiegare a gesti qualcosa che non riusciamo a descrivere correttamente. E' con le parole, con la punteggiatura che dobbiamo creare la magia. E' quasi come scrivere un libro.
Ovviamente per potere giocare ad un PbF ci vuole un forum. E non parlo di forum qualunque, parlo di forum gestiti benissimo, con moderatori pronti e vigili. Sembrerà superfluo, ma non lo è. Quando si deve scrivere un racconto e ci sono mille persone che intervengono a sproposito è orribile, non credete? Allo stesso modo ci vuole ordine e rigore per fare un'avventura. E assieme al forum è necessario anche una sezione apposta per il PbF, altrimenti diventano solo tanti topic slegati tra di loro.
Fin qui si è parlato quindi dello spazio fisico, l'equivalente del tavolo o della villa per i Live. Ma come ogni GDR che si rispetti c'è bisogno di un master ( o più d'uno ) che crei le basi dell'avventura. Non è assolutamente diverso dal GDR sul tavolo, anzi, è del tutto possibile ricreare un'avventura masterizzata dal vivo sul forum, e le differenze sono sorprendenti. E quindi, come c'è un master, ci sono anche i giocatori, e come ci sono i giocatori, ci sono anche i personaggi.
Ed è qui che entra in campo la differenza. Avete presente tutte quelle schede da completare, con quei terrificanti spazi vuoti che temete di riempire come temete di lasciare bianchi? Ecco, dimenticatevele. Non esiste una scheda, esiste solo il Background. Perché il PbF è molto più introspettivo e psicologico del GDR da tavolo, molto più interpretativo e lascia pochissimo spazio al PP: le capacità, le abilità, e ogni cosa che è presente sulla scheda è lasciata al buon senso del giocatore, e così spesso gli incantesimi, anche se di solito vi si fa più attenzione. Nessuno controllerà che il vostro ranger al 13° livello faccia tre attacchi invece che quattro, o cose simili.
Perché in fondo il PbF è un racconto, un immenso racconto a più mani: ognuno parla in terza persona, al passato di solito, e si muove, e interagisce come può fare il protagonista di una saga fantasy. Provate a scaricare un'avventura e leggerla di filata: è un libro, semplice.
E come tale, anche le azioni sono realistiche: i combattimenti sono di narrazione, i più semplici di solito vengono lasciati ai giocatori da gestirsi in modo equilibrato, senza essere Superman ma creando una scena vera; i più complessi di solito sono intervallati dall'azione del master che decide se un determinato movimento va a compimento o meno, anche in questo caso evitando di creare dei cattivi al cui confronto un dio è nulla.
La cosa più diversa rispetto ad un GDR al tavolo è che il personaggio pensa: pensa, si fa degli scrupoli, ha dei problemi, può anche sentire la propria coscienza nella testa. E quindi i conflitti interiori, i problemi, tutto ciò che rende una persona viva viene esaltato nel PbF, e con esso anche il dialogo privato con un altro personaggio, che di solito è più complicato da effettuare al tavolo.
Ciò che più spaventa i non conoscitori del genere, però, è proprio il combattimento. Com'è possibile creare un combattimento senza l'uso dei dadi, senza una statistica? E' vero, di solito il master, ad inizio avventura, dice più o meno il livello a cui si trovano i personaggi, ma come farli agire? Non credo ci sia bisogno di spiegazioni, ma di un esempio. Lo traggo da un'avventura che io stessa avevo fatto, e si tratta del combattimento finale:
"Ithilin lo guardò sorridendo con quel suo sorriso provocante che l´accompagnava sempre.
"Che bravo che sei..." gli mormorò.
Schioccò le dita, dalle sei porte uscirono sei demoni, quei bestioni con le chele che avevano già affrontato in precedenza.
E poi improvvisamente scomparve.
Carnil si alzò in volo ed estrasse una bacchetta dalla sua cintura. Nydaresh e Khitan furono immersi in un oceano di fuoco [palla di fuoco].
E fu in quel momento che Dairon si alzò, se Nydaresh avesse potuto vederne gli occhi li avrebbe visti rosso sangue, e si gettò contro Galen con forza, lo spadone sguainato. Galen era completamente inebetito, non si accorse nemmeno di quello che stava succedendo, e cadde a terra con uno squarcio sulle braccia.
I demoni si lanciarono su Tyrian, Beril e Selinde, che però pararono i colpi."
In questo caso si vedono all'opera i tre cattivi principali, Ithilin, Carnil e Dairon, rispettivamente stregona, mago e chierico. Ognuno di loro è occupato con uno o più giocatori, e ognuno di loro agisce come dovrebbe agire un personaggio nel cartaceo: un'invisibilità migliorata, una palla di fuoco, un colpo con lo spadone. Però nessuno di loro, per quanto potente, è un dio: Dairon, per quanto il nemico finale, colpisce solo di striscio il suo avversario; Ithilin non distrugge in un secondo il mago che le è nemico; Carnil non usa una scarica di palle di fuoco potenziate/ritardate/mortali, e i colpi dei demoni minori vengono parati senza problemi dagli altri giocatori.
A questo post da parte del master seguono quindi quelli dei giocatori, con le rispettive azioni: contro i demoni minori possono anche fare strage, ma non contro i cattivi, perché sono consci che non sarebbe possibile, nella realtà, compiere azioni tali da spazzarli via in un secondo. E quindi, dopo i loro post, di nuovo quello del master:
"I tre demoni sbatterono contro il muro di forza, ma subito il muro si dissolse, un raggio era partito da un punto indistinto della stanza [disintegrazione]. E in quel momento Xanamros vide un cono di una luce biancastra abbattersi su di lui [cono di freddo]... ma non lo colpì. Xan aveva chiuso gli occhi e quando li riaprì c´era Tyrian davanti a lui, colpita in pieno davanti a lui, per proteggerlo.
Uno dei demoni si lanciò contro Nydaresh con una grande mazza chiodata che la colpì sulle braccia facendole cadere la spada.
Khitan colpì Carnil, ma questo scomparve dalla sua vista, e subito il mutato si sentì toccare e improvvisamente più debole, come se gli stessero levando la vita [tocco del vampiro].
Il demone che possedeva Dairon guardò la barda sogghignando.
"Sei coraggiosa... ti sacrifichi per il tuo amore!!"
Selinde vide lo spadone abbattersi su di lei, gettandola per terra e trapassandole la spalla.
"Ma a cosa serve, se lui non ti guarda nemmeno?""
Anche qui c'è la reazione dei cattivi alle azioni dei pg, con l'aiuto anche di alcuni personaggi non giocanti (come Tyrian). Nessuno ha ancora ammazzato nessuno, si è solo all'inizio, ma anche se si fosse alla fine non sarebbe diverso. In più siamo alla presenza di un dialogo, ed è esattamente come se fosse un racconto, con gli stessi toni e gli stessi modi di descriverlo, un dialogo che lascia aperta una risposta da parte del personaggio a cui si sta rivolgendo.
Non credo siano necessari altri esempi. L'ultimo punto da trattare è però la morte, sia di un personaggio che di un nemico. Partirò da quest'ultimo caso. In quanto il nemico è gestito dal master gli è facile ucciderlo, come quando si fa morire il protagonista di un racconto.
Ecco come può esser descritta la morte di un nemico, sempre tratta dalla medesima avventura:
"Dairon prese la spada e si rialzò. Uno dei suoi occhi era grigio, l´altro rosso fuoco, adirato, senza pietà. Era imponente e fiero, di una bellezza sovrannaturale. Alzò la mano che teneva la spada. Sollevò l´arma e stava per colpire Galen un´ultima volta, quando improvvisamente afferrò l´elsa con l´altra mano e diresse la lama verso il proprio cuore, perforando l´armatura con una forza inaudita.
La prima voce lanciò un urlo disperato.
La seconda parve sospirare di sollievo.
Dairon cadde a terra, il petto squarciato.
"Ci rivedremo, maledetto!!"
La prima voce non era più nel suo corpo, come una presenza se ne era andata, facendo echeggiare la stanza della sua voce.
[...]
Dairon alzò gli occhi al cielo e pianse, sentendo per la prima volta dopo tanti anni l´aria sulla propria pelle.
"E´ giusto così... così va bene..."
I suoi occhi si chiusero, ma il suo sorriso non si spense.
Galen scoppiò a piangere tenendo tra le braccia un corpo senza vita."
Azione, dialogo, morte: non mi stancherò mai di dire che il PbF è come un romanzo. Allo stesso modo la morte di un personaggio può essere decisa dal master se questi compie azioni folli e senza senso, oppure può deciderlo il giocatore stesso, con un suicidio o un sacrificio estremo, una fine che, comunque, può essere concordata con il master senza nessun problema.
In conclusione, però, viene ora spontanea la domanda:
GDR al tavolo o PbF?
Io dico tutti e due. Ognuno ha un suo motivo di esistere, e i suoi pregi e i suoi difetti. Sono indipendenti direi, se non fosse forse estremizzare il pensiero.
Il tavolo crea quella meravigliosa magia di essere lì, tutti insieme, amici, con una meravigliosa atmosfera, lasciando tutto alla completa improvvisazione, a quella forza che senti dentro. Il PbF ti permette di ponderare, di riflettere, di sviluppare maggiormente un personaggio dal punto di vista psicologico.
E lo stesso personaggio è completamente diverso se giocato dal vivo o sul forum, forse nemmeno fisicamente può essere alla pari.
Tra i due sistemi di gioco c'è la stessa differenza che passa tra una recitazione improvvisata e una recitazione studiata: non ha nemmeno senso chiedersi quale sia il migliore, perché entrambi sono i migliori, entrambi magici, entrambi difficili.
Ma la sfida mentre si lancia i dadi è la stessa che si accetta cominciando a scrivere un nuovo post: creare la magia, creare un nostro mondo.