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Nome Gioco: Le Triadi
URL: http://letriadi.altervista.org ↗
Stato: Aperto
Autore: letriadi (3 annunci di ricerca aperti)
Categoria: Play by Chat
Genere: Altri Generi
Codice Utilizzato: GDRCD
Stato dei Lavori: Scheda razze/ faq gioco/ Statuti Clan/ regolamenti
Ambientazione: La storia delle Triadi è ambientata nel fantasy tardo medievale ed è caratterizzata dai clan:
CLAN DEI "NATI LIBERI"
Sarebbe impossibile narrare gli eventi che hanno portato alla nascita del nostro amato mondo. Non possiamo definire chi o cosa ha creato tutto questo e tanto meno possiamo dire di averne un ricordo dettagliato visto che a quel tempo.. non v'era ancora nessun essere vivente.Il mondo era solo. Circondato da splendidi paradisi terrestri disabitati capaci di rigenerarsi e di espandersi a proprio piacimento, ma non v'era nessuna traccia di una sola vita al di là della natura stessa. Nei pressi si una terra senza nome, fra i boschi, le cascate, i fiumi e la vegetazione selvaggia, una creatura di immensa bellezza e di infinità luminosità quasi divina, si aggirava liberamente ammirando l'immensa opera dei creatori. Il suo aspetto etereo la rendeva perfetta e splendida, una creatura magica ed il suo nome era Fehir.
Accadde che pian piano lo spirito indomito della foresta decise un giorno di usare la magia per creare creature viventi per popolare la foresta. Creò gli animali, le razze,le specie nella speranza di colmare il vuoto della sua solitudine. Per quanto, però, potesse circondarsi di creature splendide e da splendida vegetazione non riusciva a sentirsi completa e felice, il vuoto permaneva. Un giorno Il Patriarca Divino si diresse presso il Lago Argentato, così chiamato perchè durante la luna piena sembra quasi assorbire i raggi della luna per divenire un manto color argento ai piedi della cascata, e una volta giunto li concentrò tutte le sue forze e i suoi poteri per convergere il suo potere tutto in una lacrima. La lacrima comparve nelle sue bianche mani ed era fatta di luce propria e brillava alimentata dalla speranza dello spirito della foresta. Tenendola stretta a se cominciò a vagare per la foresta apparentemente senza meta fino a quando non si imbatté in un grande salice piangente.
Il grande salice della Radura era li da secoli e lo spirito vedeva in lui la saggezza dei secoli quindi si avvicinò a lui e posata una mano sulla sua corteccia lasciò su di essa una incisione magica e su di essa pose la lacrima e lentamente per la prima volta pronuncia alcune parole in una strana lingua mai sentita. Il salice sotto il suo sguardo cambia lentamente forma fino a quando non si racchiude in se stesso in un abbraccio e fu possibile sentire un battito mentre questo si muoveva lentamente sotto lo sguardo dello spirito della foresta. Una luce calda ed accecante si scaturì dalle fronde e infine, quando tutto sembrava quasi perduto le fronde si aprirono lentamente e ai piedi del salice v'erano tre esserini rannicchiati.
Tutte le creature del creato vennero a vedere la grande magia e quando il Patriarca si scosse dal suo torpore e stava quasi per avvicinarsi a loro, alle sue creature, le fronde dell'albero la presero e la sollevarono e proprio in quel momento i tre esserini aprirono gli occhi e guardarono la scena che si svolgeva davanti ai loro piccoli occhi.
Le tre creature avevano una forma umana ma i loro occhi erano grandi e dalla forma allungata come le foglie verdi e le loro orecchie erano a punta e graziose e spuntavano da folti capelli che coprivano i corpi nudi dei tre piccoli bambini.
Rowen, era una Faerica figura dagli occhi grandi ed azzurri e lunghi capelli biondi e soffici;
Rehen, era un Ninfeo aveva occhi blu, intensi e profondi e lunghi capelli scuri, quasi neri con riflessi blu;
Relek, invece aveva una chioma folta e castana con un paio di occhi color della corteccia, ma... era un umano...
Il Patriarca sembrò osservarli a lungo prima di capire che cosa stesse per succedere e le tre creature sembravano fissarlo con la stessa intensità del sacro spirito fino a quando non lo videro sparire in una forte luce bianca. Sopra le loro testa aleggiavano tre luci pulsanti che vennero assorbite dai tre. Il Patriarca aveva donato loro la sua essenza alla loro vita. Donò loro la parola, l'intelletto, l'amore per la natura e infine la sua ultima parte d'essenza venne assorbita dall'albero che divenne così sacro agli esseri viventi.
I tre cominciarno fin da subito a manifestare la loro natura e insieme si unirono per cercare di creare il primo clan della foresta. I NATI LIBERI Si resero conto che i doni del Patriarca non erano altro che le sue stesse conoscenze e capacità e difatti si resero conto che la natura parlava loro e loro ne facevano parte. Negli anni presero coscienza della loro natura immortale e si resero conto presto che erano loro stessi i fautori del loro destino e che presto la perfezione che stavano vivendo sarebbe finita.
Rehen era nato per esser una guida e presto cominciò a pensare a Rowan come una compagna ideale per iniziare una nuova era. Era il Patriarca stesso a guidarlo attraverso la sua essenza e il giovane si ritrovò a desiderare di mettere in atto il sogno di quell'essere che si era donato al grande albero per loro. Nel suo cuore anche Relek cominciò a provare lo stesso sentimento e alla pari con il “fratello” decise di conquistare l'amore della bella Rowan.
Ella, messa in mezzo a questa disputa cercò in tutti i modi di evitare che i due si scontrassero, ma l'astio cresceva ogni giorno fino a quando Relek non prese il sopravvento e attaccò Rehen cercando uno scontro diretto. Rehen e Relek combatterono a lungo, fino allo sfinimento e la loro lotta durò 10 anni e alla fine di questi dieci anni Rehen uscì vincitore, conquistò la bella Rowane insieme a lei fondò il clan della foresta.
Relek, impazzito per la rabbia e la gelosia nei confronti del “fratello” non smise mai di nutrire sentimenti di vendetta e tanto erano forti che si tramutarono e resero il suo spirito malvagio e spietato. Da egli infatti sarebbe nata la stirpe dei GGRIFFONI delle terre Centrali... ma ben presto egli sparìdalle triadi, lasciando tutto nelle mani di Rowan e di Rehen che fondarono il popolo della foresta eterna....
***
Questo racconto è ormai leggenda, sono passati millenni da quel famoso giorno in cui il PATRIARCA divenne una cosa sola con il grande salice e da quel momento il popolo della foresta non ha mai cessato di esistere e di vivere all'interno della Foresta. L'equilibrio della Foresta è la loro essenza, la loro fonte vitale e vive attraverso di loro anche in quest'epoca portando speranza nei cuori.
I NATI LIBERI nel tempo elessero una figura che li guidasse, un Re che detenesse il potere e che rendesse sacro l'equilibrio della vita e il primo fu Rehen e da egli derivano tutti i Re della stirpe.
2
CLAN DEL "GRIFONE"
Per secoli le triadi vissero in pace, ma l’indole umana non si smentisce, e dopo 1500 anni di tranquillità i 3 popoli cominciarono a combattersi tra loro per allargare il territorio, la scintilla fu la lite tra i due dei tre re per una donna, Ellianin, figlia del re della terra dell’est, promessa in sposa al principe della terra dell’ovest, venne uccisa da un demone per suo capriccio, scatenando così una guerra....
La guerra fu cruenta e priva di qualsivoglia senso dell’onore, cosa che fece raccapricciare gli stessi dei, che sdegnati si riunirono in un unico consiglio e cercarono una soluzione, ma nemmeno loro si accordarono, avendo ognuno un ideologia di pace diversa dall’altra,c’è chi suggeriva di donare il dominio ad una sola popolazione,chi invece lo sterminio di tutte e chi,benevolo,credeva nella buona fede umana e optava per una seconda opportunità...Allora ognuno mandò le razze che aveva chiamato a se, a supporto dei propri re campioni...La guerra assunse delle proporzioni maggiormente devastanti siccome le razze mandate a supporto sfuggirono al controllo degli dei e divenne un tutti contro tutti, l'equilibrio e le triadi stesse erano in pericolo... allor furono i Patriarchi divini ad intervenire e separare i tre confini... Molti cadaveri furono lasciati e molto fu dimenticato dagl'uomini dove.... non riconoscendo più le antiche creature, vivono nei loro capricci...
La terra degl'uomini si è così allontanata dall'equilibrio dell'oscurita e della natura? Oppure la terra degl'uomini è il campo di battaglia nella quale creature superiori ambiscono ad avere maggiori schiavi... maggior terreno, almeno sino a quando due sette segrete, dedite alla conservazione della terra di mezzo e delle antiche tradizioni, ha infettato il sangue umano con quello animale: creando così gl'ibridi...
3
CLAN DELLE "OMBRE"
Le terre oscure, abitate principalmente di demoni, mostri e spiriti erranti sono ciò che gli dei hanno ripudiato dalla loro vita eterna e dalla loro condotta. Sono terre nel quale vige una matriarcale corona demoniaca, e, con essa la sete di conquista e di dominio si fa sempre più forte tra le sue fila. Difficile sapere quale storia le terre oscure abbiano, oppure come comunemente conosciute terre dell'oltre... ma di certo, tramano e complottano ancor tutt'oggi non appagate dalla sete...
Ripudiano le creature ibride tentando di schiavizzarle per la loro resistenza ed uccidono i figli della foresta per la loro continua ricerca d'equilibrio, gli umani vengono considerati come nullità se non servono ai propri fini scopi.
Intrinsa di mistero questo capitolo, intrinso did quell'oscurità nel quale anche la notte non riesce a far risplendere le proprie stelle... Da pochi stralci di un diario bruciato si può leggere:
[...]Il destino di un demone è una lama affilata, un Kryss insanguinato, una ferita eterna che sgorga odio. Narbondel aveva raggiunto l’apice del suo ciclo, il suo passo lento era coperto dal rumore di fiamme, lo stregone del clan alla base coi palmi spalancati e la fronte madida di sudore, poche figure intorno e nessuna vicina quanto lui all’obelisco. L’istinto di nascondersi....
Non l’aveva mai abbandonato, nonostante da anni le Ombre fossero dimenticati, nonostante da molto di più estinti con l’obbrobrioso sigillo della signora delle lame: LA DEA.
Il suo pensiero correva a Lei anche troppo spesso, le domande, una su tutte. E la risposta era il fosco disegno della Dea. nelle parole della Matrona Irithad, sua madre, parlava spesso del destino: diceva che non potremmo mai capire il disegno che c’è per ognuno di noi. Ogni disgrazia, sofferenza o vittoria, vale quanto la vittoria di una marionetta: la trama ci manovra, pedine inconsapevoli. Tirando su il cappuccio, realizzava la sua stupidità: fuggire dall’ira della Dea! Nascondersi! Morte, meritava, e i suoi sogni ne erano la prova. Guardava la fiammata svanire, il calore diminuire dalla base, il colore mutare da bianco a giallo, da giallo a rosso.
[...]
Dietro l’obelisco, una donna, forse una Valsharess, le insegne di un clan sconosciuto addosso. Lo fissava, senza dire una parola. Maligna nello sguardo: lui scoprì leggermente il viso, senza pensarci, come se lei glielo avesse ordinato. La volontà della DEA. Tutto quello che un maschio può fare è niente: La Signora regola, decide, seduce, distrugge. Ho visto Oscure creature darsi la morte dopo un solo sguardo della Femmina. Ho visto maschi forzuti ed esperti gettarsi nel fuoco per non incorrere nell’ira di una matrona....
Subito dopo un sibilo. La luce delle torce spariva, davanti a lui un verme, uno di quei maschi che non si nascondono per furbizia, ma per paura. Uno che lecca gli stivali che lo prendono a calci, che piange la notte quando vede alla finestra spuntare un ragno, che invoca la Dea sperando di avere il suo bacio. Il maschio gli punta uno spadino al petto, la Femmina lo guarda con avidità. Poche parole, la paura di essere riconosciuto nonostante il tempo, nonostante la sua chioma nobile avesse lasciato il posto ad un ciuffo, ricordo, ferita che rappresenta le sue origini, le unge di ironico vittimismo[...]
Quel lurido pezzente, avvolto in un perfetto mantello: quale strana visione la colse quel giorno.Ancor più strano vedere come quel piccolo ragno dal dorso cremisi camminasse sopra di lui, tessendo la sua tela invisibile tra le ampie pieghe del suo mantello.
Era un maschio, e la Signora lo stava sottoponendo alla sua prova: se avesse fallito non avrebbe esitato a trasformarlo in un orrido drider, ma quell'inutile maschio non poteva nemmeno immaginare quale destino o morte la Dea gli volesse riservare...sarebbe toccato a lei mostrarglielo. Normalmente si sarebbe limitata a farlo uccidere, ma non quel giorno: l'avrebbe reso protagonista del suo divertimento, inconsapevole marionetta nelle sue mani, attore nel grande piano che la Regina dei Ragni prevedeva per lui. Kaazan avrebbe solo aggiunto un pizzico di caos a quella scena che già si profilava dinnanzi ai suoi occhi.
Lo raccolse per strada, ai piedi del vulcano, e lo condusse al Casato: lo vestì a dovere, come in ogni buona rappresentazione, e gli fornì gli strumenti per prolungare al massimo la sua agonia. Gli fece provare quanto inebriante fosse il potere della Dea...ma con suo sommo stupore il maschio di dimostrò sufficientemente intelligente da capire come usufruirne per non farsi uccidere. [...]
Se la Signora aveva fatto in modo che lei lo notasse, significava che aveva in mente un progetto ben più grande, che lei avrebbe partecipato a portare a termine. Facevano tutti parte di un'unica partita di sava, dove le pedine più sacrificabili avanzavano inesorabili verso la morte: solo la Dea avrebbe deciso quale di queste sarebbe risultata indispensabile, per farle vincere la sua eterna partita.[...]
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Requisiti Richiesti e Posti Disponibili:
Grande pazienza e passione per il Pbc
Il lavoro prevede un pagamento? NO
Data Annuncio: 09/01/2015
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