Master e Dadi nei GDR postato il 08/03/2011 16:07:45 nel forum giochi
Da buon vecchio cadetto dei giochi di ruolo cartacei più diffusi (D&D, CoC, VTM, VTR etc) sono sempre stato abituato all'idea che il master ti introduce si nella storia, ti descrive gli scenari, interpreta i png, ti da si qualche spunto per far smuovere le acque ma non è sempre lui in ogni momento a decretare l'esito di qualche situazione in risposta all'operato di un personaggio.
Ci sta se ti vuol dare una mano a salvare il pg in una situazione assurda perché magari la tua fortuna è stata investita da un treno al mattino mentre veniva a trovarti come sempre possono esserci anche le piccole 'agevolazioni' al fine di far capitare il gruppo in situazioni divertenti.
Ma diciamo tranquillamente che un buon 90% degli esiti è gestito mediante le meccaniche di gioco usando i dadi per gestire il fattore caso (capita anche chi invece questa percentuale la porti tranquillamente al 100%).
Perché nei GDR online, togliendo le land di stampo D&D e pochissime altre, ciò non avviene ?
Perché si ha questa credenza che usare il dado per indicare il caso limiti la fantasia di chi gioca ?
Per quel che mi riguarda, un esito decretato imparzialmente usando un dado per simulare il caso, in abbinamento a fattori parametrizzati come le abilità dei personaggi in contesa nel sapersi muovere in quel determinato contesto, non limita la mia possibilità, come master, di descrivere minuziosamente la scena, così come non limita la possibilità di te, player, di descrivere come hai portato/ricevuto il colpo, in che maniera è stato esso accusato e così via.
Quindi perché ci si appella al classico "mi limita il gioco" ?
Il gioco di ruolo non è un qualcosa dove ti diletti a scrivere come un leopardi tutto il tempo e, finché lo fai alla perfezione, ti è di diritto il riuscire a fare tutto ciò che ti cimenti.
Ci saranno delle cose in cui il tuo pg è più pratico, avendo per questo più possibilità di riuscita, così come ce ne sono sicuramente tante altre in cui non lo è affatto.
Sembra ingiusto? A me no: nell'acronimo GDR, Gioco di RUOLO, quell'ultima parte indica un tipo di gioco che si svolge in GRUPPO, perché ognuno riveste un ben preciso RUOLO. Normale quindi che il tuo personaggio non DEVE poter fare tutto da solo, altrimenti a cosa serve il gruppo ?
Appunto qui interviene il poter gestire il caso con un fattore imprevedibile come i dadi, manipolando poi le probabilità di riuscire in una prova mediante il modificatore di risultato suggerito dalle capacità del personaggio.
Questo, seppur possa risultare un modo grezzo di gestire la cosa, è un modo che consente un gioco imparziale, paritario e che un master può tranquillamente affiancare.
Voi cosa ne pensate ?
(no, non sul fatto che finalmente apro una discussione di mia iniziativa dove discuto sul GDR ma sul tema del topic)
08/03/2011 16:21:21
Io penso che siano due tipologie di gioco molto diverse tra loro e che non ci sia una migliore o una peggiore.Chi preferisce che la sua azione venga valutata per il suo modo di scrivere non amerà il lancio del dado, viceversa per chi preferisce le statistiche ed il gioco con le regole in stile D&D.Inoltre si può sempre mediare tra le due cose, e fare una via di mezzo (anche se magari tale via di mezzo potrebbe scontentare entrambe le parti).Le statistiche ci sono anche dove l'uso del dado è limitato, ma il punto è che non tutti le seguono alla lettera...evitando così di eccellere sempre e comunque, in qualsiasi cosa.
08/03/2011 16:46:18
Cosa dire.... per chi viene dal gdr cartaceo l'utilizzo dei dadi lo vede come un mezzo semplice veloce ed efficace per valutare situazioni sia da Master che da pg.
Evidentemente il problema è che di GIDIERRISTI ce ne sono pochi... la maggior parte degli utenti o sono giovani o al massimo hanno giocato a giochi online e di gdr e dei tiri di dado (d6, d20, d100 etc) non ne sanno niente.
Oppure si basano solo sui "film","saghe" etc e cercano di trasporre il tutto in un gioco di "scrittura" che ha poco a che fare con il GDR.
Io mi sono scontrato con più e più gestori di giochi che spaziano dal fantastico al horror/gotic e nessuno voleva usare i dadi o "le meccaniche" per giocare perchè "limita" o è troppo impersonale.
A volte ho anche fatto notare che esistevano manuali e manuali a corredo al gioco che voleva iniziare , ma è stato come aver lanciato un sasso nel niente.
Il GDR è ben altra cosa....
08/03/2011 16:49:13
08/03/2011 17:20:43 e modificato da ghennadi72 il 08/03/2011 17:38:06
Credo che il discorso della "limitazione dell'interpretazione" sia un po' fuorviante, infatti. Nel senso che a mio parere é un falso problema, generato da due aspetti:
1) Nella gran parte dei gdr pbc non vige alcuna parametrizzazione certa di riferimento su quelle che sono le capacità del personaggio, pertanto si pone un annoso problema... come do gli esiti? In realtà anche nel c.d. "descrittivo puro" vengono stabiliti dei criteri di massima. Per esempio uno dei criteri di massima é guardare all'appartenenza del PG a questa o quella corporazione e, a seguire, alla sua posizione in gerarchia. E derivare da quella una deduzione di quello che il PG realisticamente può saper fare. E' una cosa che a mio parere grida vendetta, ma é innegabile che sia uno dei criteri più diffusi. A seguire arriva poi la valutazione arbitraria del descrittivo.
2) Nella gran parte dei gdr non vengono definite regole chiare sulle dinamiche di gioco. Parlo di dinamiche concrete che si verificano in chat. Il risultato é che ogni 'master' agisce e valuta basandosi sulle sue preferenze e la sua personale interpretazione dei criteri di cui sopra. E, spiace dirlo, non é una cosa alla portata di chiunque. Né è solo questione di 'anzianità di servizio ludico'.
Questo genera un grosso malinteso a mio parere: che sia impossibile dare un esito realistico e imparziale da parte di un essere umano. Personalmente la considero una sciocchezza.
Ma piuttosto che ammettere che non è affatto vero che tutti i giocatori sono uguali, che non è vero che tutti possono imparare, che non è vero che tutti possono diventare bravi master con l'esperienza, e ammettere che in ultima analisi quello che fa la differenza é avere uno staff competente nel valutare il gioco, ci si rifugia nella negazione che sia impossibile essere arbitri imparziali e che solo l'automatismo dado (in quanto stupido, inumano e incapace di distinguere fra chi ha di fronte) possa dare un esito corretto e imparziale.
E' sulla base di questo malinteso che a mio parere si continua a proporre il dado/automatismo come panacea di tutti i mali, quando così non è affatto, dal momento che nessun dado nè automatismo é in grado di dare risposte in tempo reale, elastiche e in grado di adattarsi alle sciocchezze - o alle novità, non necessariamente malvagie anche se inizialmente non previste dalla regolamentazione - che i giocatori di PbC possono mettere in campo.
Umano / Automatico hanno entrambi dei limiti. Limiti diversi ma che devono fare i conti con un problema comune, ciò che i giocatori inviano in chat autonomamente... e con un problema di limite tecnico dell'interfaccia web nel simulare elementi di realismo, a partire dagli effetti fisici (per non parlare della simulazione di effetti metafisici quali i cast magici/mistici/quellarobalà).
L'una e l'altra soluzione hanno dei limiti. Per non parlare del fatto che considero una pia illusione quella di escludere il parziale ed arbitrario intervento umano nella gestione del gioco in un PbC, si tratti di interventi correttivi o di interventi induttivi.
E per finire c'è anche l'ultimo ma non meno importante aspetto da considerare: cosa vuole il giocatore. C'è una certa arroganza intellettuale nel continuare a ripetere che il giocatore affezionato al descrittivo sarebbe uno sfigatello che non vuole fare i conti con la possibilità di perdere uno scontro.
Diciamo che ci sono giocatori che cercano da un PbC innanzitutto la certezza degli esiti. Sono i primi e più adatti candidati a sistemi fortemente regolati da automatismi, perchè regolarmente sono i primi a stufarsi di gestori/master che nemmeno capiscono le regole che dovrebbero applicare.
E diciamo che ci sono giocatori che cercano da un PbC innanzitutto una possibilità di interpretazione e scrittura creativa, la possibilità di sfaccettare un personaggio e le sue relazioni, e per i quali l'aspetto 'esito certo' assume un'importanza secondaria.
C'è anche una terza categoria, giustamente temuta sia dagli uni che dagli altri: quelli che concepiscono il gioco esclusivamente come powerplaying. E con PPing non intendo scorrettezza. Intendo gioco di potenza pura. Vincere ad ogni costo. Fraggare il più possibile.
Vorrei ricordare che è stato proprio il sistema di D&D a produrre il powerplayer per eccellenza: ossia il giocatore che conoscendo alla perfezione i meccanismi del gioco li sfrutta a suo vantaggio cercando sempre la 'combo' in grado di dargli la vittoria. Memorabile il caso di qualche anno fa, quando le regole di D&D specificavano che il curse abbassava la classe di armatura. Quella che doveva essere una maledizione, si trasformò in uno strumento per incrementare le proprie difese, dal momento che con le regole di allora CA più bassa significava difesa più forte.
Mai sottovalutare quello che è in grado di fare il giocatore motivato, per sfruttare anche la supposta imparzialità e certezza d'esito realistico dell'automatismo.
E se in ultima analisi, di fronte a questo, tanto lo staff da 'descrittivo' quanto lo staff da 'vivaildado' devono intervenire manualmente, si ripropone la domanda: qual é la qualità media degli staff dei gdr play by chat?
E' una sorta di patacca affermare che "descrittivo" ed "esito ad muzzum" siano sinonimi.
Un adeguato sistema di regolamentazione del modo di giocare e soprattutto un sistema adeguato di certificazione delle capacità del personaggio può ottenere, con un adeguato controllo umano (controllo umano dal quale non si può prescindere nemmeno nei sistemi più massicciamente automatizzati) possono ottenere lo stesso risultato.
In ultima analisi é questione di marketing e di target. La soluzione generalistica a mio parere non solo non esiste ma è fallimentare. E' preferibile ammettere serenamente che ci si rivolge ad un target specifico. Perchè per chi non appartiene a quel target specifico, la nostra "soluzione" potrebbe essere considerata nient'altro che fuffa.
08/03/2011 17:30:18
08/03/2011 17:33:03
Questione annosa, riproposta più volte e che ha portato, spesso e volentieri, anche a discussioni accese tra gli utenti che quasi si sbranavano per ergersi a baluardo della propria idea.
Cosa ne penso personalmente? Non ho mai giocato cartaceo purtroppo, gioco solo da 6 anni online e non posso certo vantare di aver provato innumerevoli, però per mia esperienza personale (vuoi anche la botta di 'ulo di trovare sempre progetti validi) gradisco decisamente di più quelli che prevedono gli automatismi o lancio dadi, purché sia un sistema bilanciato sulle caratteristiche del proprio personaggi e bonus/malus derivanti eventualmente dall'equipaggiamento, insomma che non sia lasciato proprio al "puro" caso.
La motivazione è semplice per me: non vedo il lancio dadi come una negazione del gioco di ruolo, ma come un arricchimento che introduce una variabile che nessun giocatore altrimenti terrebbe in considerazione, l'imprevedibilità. Non si tratta di essere buoni o cattivi giocatori, semplicemente è insito nella natura umana il non commettere un errore volutamente, perché altrimenti non si chiamerebbe errore; è eclatante infatti l'esempio del duello in cui solitamente i giocatori tengono in considerazione solo le variabili di gioco a favore del proprio personaggio e mai quelle a sfavore. Non voglio certo demonizzare questi giocatori, perché sono tutti così, io compreso, come dicevo prima fa parte della nostra natura, evitiamo gli errori non certo li cerchiamo da soli; ecco perché non capiterà mai che qualcuno descriva che il proprio personaggio cade o scivola, e sinceramente chi sono io per chiederglielo?
Allo stesso tempo ho sfiducia anche nel Master come unico mezzo di decisione estrema in caso di azioni dubbie, perché anche lui è una persona soggetta alla stessa casistica descritta prima dei giocatori, in più facilmente influenzabile nel dare l'esito. Il dado è impersonale, equo e sempre presente.
Sia chiaro, non bisogna pensare agli automatismi come alla soluzione dei problemi, piuttosto come ad un mezzo paritario per stabilire eventuali situazioni di stallo.
Certo secondo alcuni il dado è la peste che ammorba l'interpretazione, prediligendo un approccio puramente descrittivo. In sostanza però, oltre alla natura dell'uomo sull'errore che ho descritto prima, chi è bravo a scrivere e posta un'azione semanticamente corretta gode a mio avviso di un più alto grado di infallibilità. E non è un caso che le discussioni su esiti dubbi nei duelli avvengano principalmente in chi predilige questa forma.
Queste, in maniera sintetica (si avrei potuto dilungarmi molto di più), le motivazioni che mi spingono a giocare attualmente in land che adottano sistemi automatici.
Se poi altri prediligono il diceless ben per loro, io di certo non li obbligo a giocare dove piace a me.
In fin dei conti de gustibus! :-)
08/03/2011 17:42:40
08/03/2011 17:45:10
08/03/2011 17:51:34
Vorrei chiarire una cosa, il mio discorso non mira ad un estremizzazione assoluta tra dado e non dado.
Ho cercato di analizzare come l'utilizzo del dado non sia dannoso alle possibilità descrittive e di gioco di master e player, cercando di far comprendere che il modo per me più giusto di gestire la cosa è adoperare entrambi.
Dove il dado trova i suoi limiti e le azioni sono di dubbia comprensione, il master è a tutti gli effetti un "moderatore" del gioco e deve agire per risolvere la questione.
Il dado da solo non può capire se un giocatore sta agendo scorrettamente, un master si ed è quindi giustissimo che se il giocatore X da sotto al tavolo salta fuori estrae la spada e attacca in salto uno che stava salendo le scale nell'azione precedente questi intervenga invalidando qualsiasi tiro di dado effettuato dal giocatore X.
Viceversa (discorso di ghenna), è estremamente difficile credere che il primo master che ti ritrovi davanti sappia come gestire una situazione propinando esiti ai personaggi coinvolti nella disputa finché i due player in gara si mantengono coerenti e danno esempio di buon gioco (che non corrisponde necessariamente allo scrivere in maniera eccelsa, ma semplicemente in italiano). In questo caso il dado trova un utile se non una fondamentale applicazione al fine di risolvere controversie in modo imparziale col pizzico di casualità abbinata alle "abilità" dei personaggi coinvolti.
Faccio questo discorso in partenza perché nell'80% dei gdr in cui ho messo piede, a parlare di dado finisci per essere guardato strano da tutti, come se stessi parlando di assurdità senza fine e vorrei quindi far capire che interpretazione e dado non sono nemici.
Non è quindi per screditare con arroganza mentale chi ha credenze differenti dalle mie, se poi si intende questo dal mio topic allora mi sono espresso decisamente male.
08/03/2011 17:51:41
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