Nell'esplorazione dei profili sociologici dei giochi di ruolo 7magazine propone le interviste di due Professori dell'Università La Sapienza di Roma: il Prof. Davide Bennato, docente di Teoria e Tecniche dei Nuovi Media della Facoltà di Scienze della Comunicazione e ricercatore presso la Fondazione Luigi Einaudi di Roma, e il Prof. Luca Giuliano, associato di sociologia, Dipartimento di Contabilità Nazionale e Analisi dei Processi Sociali.
Di seguito il parere del Professore Bennato.
Prof. Bennato, a cosa può essere dovuta la tendenza diffusa fra i giovani (e non) riguardante i giochi di ruolo e nel particolare i giochi di ruolo online?
I giovani si trovano in una fase della vita in cui si stanno costruendo una propria identità sociale e perciò hanno bisogno di capire qualcosa di più su se stessi e sulle forme di interazione con gli altri (genitori, amici, compagni). I giochi di ruolo sono uno strumento straordinario in questo senso, perchè permettono di simulare un particolare profilo sociale e quindi permettono di fare esperimenti con la propria identità. Se questo è vero per i giocatori di GdR adolescenti, è ancora più vero per le persone che non sono più adolescenti. Infatti ad una certa età si dispone di una identità sociale ben definita: i giochi di ruolo - in questa fase della vita - permettono di giocare con se stessi e di rispondere così alla domanda "cosa succederebbe se io modificassi alcuni aspetti della mia personalità"?
Visti da questo punto di vista i giochi di ruolo online non sono altro che degli ambienti che portano alle estreme conseguenze le potenzialità dei GdR tradizionali.
Sotto il profilo sociologico che valenza si può attribuire ai giochi di ruolo?
Il gioco è un'attività assolutamente importante perchè è un ottimo meccanismo per imparare qualcosa in più della realtà circostante. Dato che una delle caratteristiche dei giochi di ruolo è quella (appunto) di interpretare un ruolo, essi hanno una valenza ancora maggiore perchè permettono di comprendere in dettaglio i meccanismi e le regole tacite che governano la relazione sociale. Infatti far finta di essere un personaggio di fantasia - un mago, un troll, un hacker - per quanto possa appartenere al regno dell'immaginazione, le norme di comportamento che devono essere condivise durante il gioco sono assolutamente sociali. Quindi non bisogna pensare che il gioco di ruolo sia una fuga dalla realtà ma - anzi - è un modo diverso di comprendere la realtà sociale in cui siamo immersi.
I giochi di ruolo online - da Second Life a World of Warcraft - attivano gli stessi meccanismi di apprendimento sociale con un vantaggio in più: l'estrema immersività di questi ambienti virtuali associato all'enorme possibilità che si hanno nella costruzione del personaggio (dell'avatar) radicalizzano i processi che possiamo identificare nei GdR tradizionali.
Quale mutamento sociologico si può avvertire studiando tale fenomeno?
Per prima cosa non bisogna dimenticare che i GdR sono soprattutto giochi, quindi è bene non sopravvalutarne alcune caratteristiche sociali.
Detto questo, da un punto di vista sociologico si può dire che i giochi di ruolo non siano nient'altro che un modo per sperimentare alcuni aspetti della nostra realtà sociale che sta diventando sempre più frammentata. Il mondo sociale circostante ci chiede di avere delle caratteristiche diverse a seconda se gli altri ci vedono come figli, padri, amici, colleghi.
I GdR non sono altro che una specie di palestra che permette di migliorare la conoscenza di noi stessi e dei modi con cui interagiamo con gli altri.
Un'ultima domanda per concludere: personalmente cosa pensa dei giochi di ruolo?
Ne sono affascinato e credo profondamente che bisognerebbe studiare più attentamente questa realtà in quanto può essere un buon indicatore delle modalità con cui si vengono a creare nuove forme di interazione sociale. In modo particolare i GdR online sono uno strumento ulteriore per comprendere il significato che i media digitali stanno assumendo nella vita quotidiana delle persone.