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Il Maestro alza la testa dai suoi libri. La tunica lascia per un attimo vedere i capelli bianchi, lo sguardo emaciato, ma con quel piccolo cenno di furbizia non rovinato dalla vecchiaia.
Ancora una volta.
Davanti a lui, il piccolo apprendista apre un grosso libro, sollevando una montagna di polvere sul tavolo della libreria.
Col dito scorre ormai sapientemente la Carta del Mondo, e ricomincia a ripeterne la sua storia.

La Storia del Mondo nasce, come si può supporre, nell'Anno Zero.

Non fare lo spiritoso.
Il primo giorno, del primo mese, dell'Anno Zero, è stato fatto combaciare fin da subito, con la realizzazione del Regno, a opera dell'Imperatore Dei Sette Veli.
Chi fosse questa figura, e da dove prese il suo eponimo, è rimasto negli anni un mistero soggetto a molteplici congetture, che si sono spinte fino a supporre la sua inesistenza.
Quello che si sa per certo, scritto in ogni libro di storia e insegnato fin dall'Anno Zero, è che prima dell'Imperatore Dei Sette Veli, il Mondo tutto era in conflitto. Ovunque i poteri erano affidati a delle tribù, con massacri e cambi di potere continui. Anche le forze della natura sembravano impazzite. A Est le creature marine attorno e Isole sembravano non dare tregua ai marinai più audaci, a Ovest le foreste sembravano diventate impercorribili anche dai nativi più esperti. Il sole del Sud bruciava non solo i lecca lecca dei bambini, ma anche qualsiasi cosa vagamente combustibile. Il freddo del Nord aveva costretto molte popolazioni a radunarsi più vicine al mare.

Diventi più irriverente a ogni ripetizione.

Il piccolo apprendista, una decina d'anni forse, si toglie dalla faccia il sorriso malizioso. Sa che al Maestro Alzath non dispiace poi così tanto, ma si rende conto che l'esposizione della Storia del Mondo richiede una certa serietà.

Fu in quel momento che il Condottiero Dei Sette Veli, com'era noto prima d'essere Imperatore, riuscì con un esercito a stabilire il potere al centro dell'Isola Benedetta. In poco tempo, le tribù più forti si inchinarono a lui, diventando delle Regioni del Regno, da esso protette. Il Mondo sembrò placarsi, e per dodici anni, sette mesi e otto giorni, ovunque regnava la Pace. Tutto fu ricostruito come agli splendori dei Tempi degli Antichi, e anche le Natura sembrò accomodarsi a un clima di rinnovamento. Tutti amavano l'Imperatore, ci fù ricchezza per chiunque, e sembrava che non sarebbe cambiato più niente.

Fino a che?

Fino a che nel non giorno, del settimo mese, del dodicesimo anno, ci fu la catastrofe.

L'allievo lascia pochi attimi al suo Maestro per incalzarlo, come in tutte le altre ripetizioni.

Che successe?

L'Imperatore dei Sette Veli venne trovato morto. O così si disse. Un colpo di balestra, dritto in fronte. C'è chi speculò addirittura a un suicidio, nonostante le difficoltà meccaniche. Nessuno riuscì a spiegarsi chi aveva potuto compiere un tale orrore, e chi avrebbe potuto mai giovarsene

E la profezia?

Alla morte dell'Imperatore, venne una profezia. Nessuno sa chi la proferì, e nemmeno se ha un fondo di verità

Il Maestro assume ora la maschera dello scettico, quasi per dovere imposto al suo ruolo. Ma con l'esperienza di chi ha già visto le Profezie avverarsi.
Spesso le profezie hanno forse solo quello, il fondo, della Verità.

Fu trovata una pergamena, bruciata e strappata, e fu ricomposto il testo:
Un Grande Male tornerà
in questo Mondo,
Gli Ultimi tra gli Ultimi si opporrano,
La loro fine è già segnata: periranno.
Il Cavaliere dell'Abisso lotterà
ottenendo il Tondo.



.... Non ci capisco niente, e come rima fa anche un po' schifo!

Impertinente! Sei troppo giovane per capire le parole di una Profezia!

L'apprendista si richiude un attimo. Forse è davvero stato troppo irruento.
Poi la curiosità prende il sopravvento, apre la bocca, le labbra vagamente tremanti, e con assoluta innocenza, chiede al Maestro:
E tu, Maestro? Tu come la interpreti questa strana profezia? La capisci?

Il Maestro Alzath ricopre quindi la faccia con la tunica, non lasciando più trapelare nessuna espressione. Riprende il suo bastone, si gira, per poi allontanarsi dalla biblioteca, lasciando il giovane Perc senza una risposta.

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