Hildoriath - Il Continente Elfico

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Hildoriath, il continente elfico

Il reame elfico è insediato su una grande isola dal clima mite e temperato situata all'estremo occidente di Ardania. Partendo dal nord dell'isola troviamo la comunità degli elfi alti, i fieri Quenya, abitanti della splendente Ondolinde, città di arte e cultura millenaria e soprattuto un incredibile capolavoro architettonico di bianche pietre e giochi di luce infiniti.

Scendendo ai confini delle montagne che circondano la bianca Ondolinde il nostro sguardo si poserà su una fitta foresta, una vera muraglia di alberi e rampicanti nel cui verde cuore troviamo Tiond, la dimora dei Sindar. Gli elfi dei boschi sono molto diffidenti nei confronti delle altre razze, per cui difficilmente un umano potrà mai ammirare lo splendore dei terrazzi sulle alte quercie o i fiumiciattoli che scorrono veloci per tutta la città.

Nella parte centrale del continente invece una piccola comunità di contadini che si è insediata in una valle, creando l'accogliente villaggio di Ilkarin, ultimo avamposto prima del dominio totale della natura, un trionfio di boschi, caverne, montagne, laghi e deserti disseminati per ogni dove nel lato sud-occidentale dell'isola.

Attraversando le grandi praterie ed andando nell'estremo est, troviamo la prospera e portuale città di Rotiniel, uno dei pochi luoghi in tutta Ardania in cui elfi (denominati Teleri) e umani convinono pacificamente, tanto da aver dato luce alla razza dei mezzelfi. Tutto cio'è stato possibile solo grazie al porto, l'unico collegamento che gli elfi possiedono con il resto di Ardania.

Infine troviamo Ceoris nel profondo sud. Il villaggio di Ceoris fu fondato circa un secolo addietro, e li vi ha dimorato per lungo tempo una comunità di elfi e umani, uniti dall'amore per le terre circostanti. In epoca recente la città è divenuta un importante punto di incontro per il popolo dei mezzelfi.

Ondolinde

Ondolinde sorge all'interno di una profonda gola naturale. Il centro della città sorge su un'isola artificiale al centro di un piccola laguna, mentre intorno sorgono fattorie e deliziosi giardini.

Tra gli edifici principali del centro spuntano il Palazzo Reale con il suo Albero della Vita (detto Tulip), il Teatro al centro della piazza, il Tribunale e la palestra per l'addestramento.

All'esterno oltre alle fattorie e ai giardini ci sono parecchie miniere e una discreta quantità di alberi e boschetti, dove vivono alcuni animaletti, il tutto sotto la protezione delle guardie

Tiond

Nel mezzo dell'Hildoriath sorge Tiond, immersa negli alberi secolari o addirittura millenari dell'intricato Bosco di Earlann, in strettissimo e intimo contatto con la natura che la accoglie.

Il centro della città è formato da un rettangolo di capanne poggianti su grandi piataforme, sostenute dai rami, collegate tra loro da ponti sospesi. Ogni edificio è totalmente in legno e corda. Poco a ovest si erge l'umile palazzo del Re. A nord, oltre il fiume, si trova il cimitero dove è stata sepolta la Regina Arabella e la sua scorta; spesso il Re si reca a pregare e a omaggiare la madre in quel luogo tutt'altro che triste e sempre ricco di fiori e doni. Nella foresta attorno alla Verde sorgono molte case costruite sopra le querce tanto care al popolo Sindar.

Tiond non ha mura, i Cacciatori di Tiond sono le sue mura, e così pure i suoi Guardiani e gli alberi che la circondano.

Rotiniel

Nel profondo sud del Doriath, tra le terre elfiche immortali, laddove la terra finisce, lasciando spazio all'oceano sconfinato, sorge Rotiniel, La Perla dei Mari.

La sua vicinanza con il mare, le particolari attitudini dei suoi abitanti, riguardanti la navigazione a la pesca e le rotte navali verso il continente umano e le terre all'estremo nord, la rendono indiscusso porto principale del continente elfico.

La città conta di due zone distinte. La zona nord, racchiusa all'interno di imponenti mura, dove trovano posto, diversi negozi e la maggior parte degli edifici pubblici, quali la biblioteca e il circolo di magia, il Senato sede del governo cittadino e centro politico della città, il tribunale luogo caratteristico e simbolo dell'importanza dell'imparzialità e dell'apertura di Rotiniel. Trovano ubicazione in questa zona anche la Fortezza della Flotta, imponente struttura, costruita sull'acqua, a poca distanza dalla costa, sede dell'ordine militare cittadino, e il tempio dedicato alla divinità principale di Rotiniel, Earlann "il sempre saggio", dio delle acque e della saggezza.

La zona sud, che si estende invece al di fuori della cinta muraria, comprende oltre alla fiorente piazza del mercato cittadino, luogo di incontro e di scambio per i più svariati generi di mercanzie, la locanda, "la regina ubriaca" scherzoso ricordo del periodo in cui Siriel regnava sulla Perla, la zona portuale, con annesso unico nel suo genere, l'imponente cantiere di costruzione navale, nonchè la statua in oro, eretta in onore di uno dei più grandi benefattori della città di tutti i tempi Merlot. L'ampia spiaggia ospita l'arena, luogo di scontro e divertimento, e le costruzioni abitative su palafitte, che si estendono ampiamente verso il mare, offrendo una visuale suggestiva e particolare sugli scorci marini che solo una città come Rotiniel può offrire.

Sempre nella parte sud cittadina, spostando lo sguardo più a ovest, si incontreranno i quartieri residenziali, e i campi coltivati, nonchè la cava mineraria riservata ai cittadini, in cui è presente una vena di azurite, che è per Rotiniel, il metallo principale oggetto di scambi.

Oltre ciò il territorio sotto l'influenza politica della Perla si estende comprendendo grossomodo l'intero doriath del sud, fino ai confini con le terre infestate dai goblin, e al limitare della cittadina di ceoris. Luogo caratteristico all'interno di questo territorio, sono le cascate di Earlann a nord della città, dove vivono le leggiadre ninfe a lui devote. La fauna che popola in doriath è per lo più omogena, così come le creature mostruose che lo infestano. Essendo zona boschiva non sarà raro imbattersi in orsi, cervi e lupi, così come non sarà raro trovare arpie, mongbat e centauri. Spostandoci verso sud sarà più facile incontrare pattuglie di goblin che esplorano il territorio. In oltre le caverne ad ovest, sono abitate dai vilderon, le cui pregiate pelli, sono molto ricercate.

Ilkarin

Nel pieno centro dell’ Hildoriath, tra i due fiumi che ne dividono la parte superiore, sorge alle pendici occidentali di una formazione rocciosa, di montagne dagli alti picchi, il villaggio di Ilkarin. Vero simbolo dell’ alleanza elfica, luogo d’incontro delle casate elfiche, Ilkarin è divenuto luogo comunitario di scambi commerciali e culturali tra le casate elfiche di Sindar e Quenya.

Circondato dall’immensa foresta di Tiond, il villaggio è divenuto famoso oltre che per il turpe episodio dell’uccisione di madri e figlie da parte dei Drow anche per il suo ottimo mercato, dove si possono ritrovare oggetti dalla pregiata manifattura elfica presso la Piazza degli Scambi, sulla quale da l’ingresso della Locanda “L’Antro del Bosco”, luogo di ristoro per i molti avventurieri elfici che attraversano i sentieri dell'Hildoriath e le sue valli per incontrarsi e rafforzare la loro fratellanza.

Ceoris

Nel Profondo Sud delle Terre dei Pelleverde, sorge Ceoris, ridente cittadina di pastori e mercanti. Il verde e le montagne che la circondano la rendono un luogo tranquillo e pittoresco all'interno del Doriath. L'accesso al mare e il fiume che la bagnano su due lati, ne consentono il fruire dei commerci e dei contatti con l'esterno.

Lo scorrere della vita cittadina converge nella piazza centrale, dove trovano posto i negozi e i campi con recinto cittadini. Importanti allo stesso modo sono il palazzo al centro della città, con i suoi ampi giardini interni e saloni arredati per gli incontri, e il porto, fondamentale luogo di scambio di merci e culture. Nella parte a sud, oltre il fiume, trovano posto i recinti degli allevatori, che possono contare anche sugli ampi spazi verdi al limitare del bosco e adibiti a pascolo.

Importanti risorse per Ceoris sono lo scavo minerario e il commercio del legname, oltre che l'allevamento del bestiame e la coltivazione dei campi.

Il villaggio è sotto il protettorato e la giurisdizione di Rotiniel.

Winyandor

L’isola che si mostra ai miei occhi sorge sul mare a Nord del Reame Elfico, ed è caratterizzata da ampie foreste, coste alte e impervie, e un bacino fluviale che la divide in due parti il quale nasce da una grande catena montuosa, ricoperta da nevi perenni. La natura lussureggiante e la conformazione del terreno sulle coste, quasi pianeggiante, ha permesso l’insediamento di una comunità di elfi sindar, teleri e quenya, che vivono in pace e serenità e si affidano alla caccia, all’allevamento, ai semplici lavori manuali, per sostentarsi e non desiderare altro se non una vita millenaria in armonia con il territorio circostante. Coltri di nubi l’avevano avvolta e protetta per lunghi anni, impedendo ai navigatori di scorgerla, ma ora, a causa di un repentino cambiamento delle condizioni atmosferiche, essa si è mostrata a tutti, nel suo splendore. Gli esseri centenari che la popolano sono elfi che hanno scelto una vita solitaria, lontana dalle città del Reame Elfico, in cui vigono leggi e gerarchie che male si addicono alla mente dell’elfo semplice, amante della terra e di tutto ciò che essa ci ha donato. “Noi viviamo grazie a Tulip, e solo a quello e ai sacri Valar affidiamo la nostra vita, e le nostre preghiere” rispose l’antico saggio Hisie en’Yevia, abitante solitario e beato della piccola baita tra i ghiacci e i muschi a nord del paesello elfico, mentre gli rivolgevo le mie domande, riposandomi dall’esplorazione lunga e difficoltosa effettuata questi giorni. “Il nome del luogo in cui vi trovate è Winyandor, Terranova in lingua comune, ed è stato scelto dagli Eldar che popolano queste terre. Che nessun desiderio di conquista osi violare le lande che si mostrano ora ad Ardania. Winyandor è rifugio del corpo stanco e dello spirito povero, è nutrimento del cuore e della mente, e refrigerio delle membra degli elfi, spossate da una vita scandita da guerre e vendette, invasioni e stermini, diatribe e uccisioni.” Socchiudendo gli occhi, il saggio mi congedò, e mi chiese di portare i loro precetti ad Ardania tutta. Per questo motivo, ora, lascio a voi questo plico, come testimonianza di ciò che ho veduto e udito, sperando che non rimanga solo un racconto di un esploratore, ma un monito, a chi si addentra in quelle terre, perché esse restino ciò per cui sono nate, ovvero una terra colma di speranza, e silenzio, e vita.

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