A ben guardare gli avanzatissimi videogiochi di oggi, con una grafica iper-realista, è difficile pensare che i titoli più innovativi siano i pronipoti di giochi ben più rudimentali.
Ma qual è stata l’evoluzione della grafica dei videogiochi dagli albori ai giorni nostri?
Abbiamo provato a riassumere, in un breve viaggio nel tempo, le tappe più importanti di questo breve percorso.
L'era degli 8-bit (1975-1985)
I primi videogiochi commerciali erano caratterizzati da una grafica estremamente semplice, limitata dalle capacità hardware dell'epoca. Gli sprite bidimensionali erano composti da pochi pixel, la palette di colori era limitata (spesso a 16 o 32 colori) e le animazioni erano basilari, frame-by-frame.
Gli sfondi erano poco curati: di norma statici e minimali, dovevano fare i conti con una risoluzione molto bassa, pari tipicamente a 256 x 240 pixel.
Anche se questo biglietto da visita non sembra essere il più appetibile per avvicinarsi con fiducia al mondo dei giochi di prima generazione, non dobbiamo dimenticarci come i primi anni ’80 portarono in dote la straordinaria diffusione di alcuni miti come Pac-Man e Space Invaders.
L'era dei 16-bit (1985-1995)
Tra la metà degli anni ’80 e la metà degli anni ’90, il mondo festeggiò l’arrivo delle nuove console di casa Nintendo e Sega. Con esse, la grafica fece un salto qualitativo notevole, abbracciando un maggiore numero di colori simultanei (fino a 512), sprite più dettagliati e animazioni più fluide, l’introduzione degli effetti di parallasse negli sfondi, i primi effetti speciali come la rotazione e lo scaling degli sprite.
Sebbene la risoluzione aumentò solo a 320 x 240 pixel, i passi in avanti in termini di coinvolgimento dei giocatori furono notevoli: appartengono a questo periodo giochi come Sonic the Hedgehog e Street Fighter II.
L'avvento del 3D (1995-2000)
Dalla seconda parte degli anni ’90 il mondo dei videogiochi poté godere di una vera e propria rivoluzione: l’avvento del 3D, che ha completamente trasformato il panorama videoludico.
Appartengono a questo periodo i primi motori 3D con polygon rendering, la texture mapping, l’illuminazione statica, l’esplorazione di ambienti tridimensionali e la presenza di telecamere dinamiche.
Console come Sony PlayStation e Nintendo 64 resero disponibili a milioni di giocatori in tutto il mondo titoli come Super Mario 64, Tomb Raider, Final Fantasy VII e Metal Gear Solid.
L'era della grafica accelerata (2000-2010)
Un nuovo passo in avanti lo si ebbe nel primo decennio del nuovo millennio, quando la concorrenza nel settore videoludico permise di introdurre sul mercato GPU dedicate, portatrici di enormi progressi nel comparto del gaming: shader programmabili, normal mapping, illuminazione dinamica, ombre in tempo reale, anti-aliasing e texture ad alta risoluzione sono elementi che hanno contributo ai videogiochi la possibilità di compiere un salto di qualità decisivo, preparatorio per la rivoluzione HD che sarebbe giunta di lì a poco.
L’era moderna (2010 – 2020)
L'arrivo dell'alta definizione ha portato in dote alcuni importanti benefici come la disponibilità di risoluzioni 1080p standard (prima disponibili solo su PS3/Xbox 360), texture fotorealistiche, motion capture per le animazioni, nuovi sistemi di illuminazione e concetti come l’ambient occlusion e la profondità di campo.
Anno dopo anno, la tecnologia applicata al mondo del gaming riuscì a svilupparsi con sempre maggiore incisività, consentendo alle ultime generazioni di console e PC di introdurre sul mercato risoluzione 4K, HDR (High Dynamic Range), PBR (Physically Based Rendering), sistemi di occlusione ambientale avanzati, sub-surface scattering, volumetric lighting e global illumination in tempo reale.
A trarre beneficio da tali novità non sono stati tuttavia solamente i giochi da console, quanto anche quelli per PC e quelli web based, come i quick games, un tempo forme di passatempo rudimentali, e oggi intrattenimenti di straordinaria qualità e coinvolgimento.
Il Ray Tracing: la nuova frontiera (2020-presente)
Si giunge così al ray tracing, che rappresenta l’attuale rivoluzione nel rendering grafico, in grado di garantire ai giocatori la disponibilità di una simulazione realistica del comportamento della luce e il calcolo in tempo reale dei rimbalzi luminosi. Il risultato è una illuminazione sempre più realistica, riflessioni precise, ombre più naturali e effetti atmosferici migliorati
E il futuro? Le tendenze che sembrano emergere con maggiore incisività sono il path tracing in tempo reale, l’uso dell’intelligenza artificiale per l'upscaling, la fotogrammetria avanzata, il mesh shading e il variable rate shading. Sarà veramente così?