26/10/2008 17:09:08
Topic affascinante :)
Ne approfitto per dire la mia. :)
Sono una universitaria, e non sto manifestando... questo perchè tra lavoro ed università c'è poco tempo per farlo. Ma anche perchè non sono d'accordo :)
Intendiamoci: l'istruzione è importante. Tuttavia, lo Stato non è, come si è detto, un pozzo senza fondo, i soldi son quelli che sono.
Sarebbe assai bello se i parlamentari si diminuissero lo stipendio ma quante probabilità avrebbe una legge a riguardo di passare? (INDIPENDENTEMENTE dai governi. Destra o sinistra -parole a vuoto, che ormai non significano granchè- non cambia).
L'amministrazione publica purtroppo supporta diversi fannulloni cronici (adesso, speriamo, meno anche per via delle nuove riforme) ed alcune leggi nostre a riguardo ti lasciano così O_O quando le guardi. In soldoni lo Stato deve mantenere a 1500 euri gente che non fa nulla (conosco un professore delle superiori che faceva, ogni anno, 1 mese di scuola, tra malattie e inghippi vari. Però lo Stato doveva pagare anche lui, uguale a quelli che oltre a lavorare facevano pure il suo lavoro. E conosco un caso di una coppia che non ha potuto adottare il bimbo boliviano che erano andati a "prendere" nel suo paese perchè mancava il *sostituto* di quello che doveva fare *il timbro* -e solo il timbro- su un documento. E conosco... ma sarebbe troppo lunga).
Da quando va avanti così? Da tanti anni. Da poco dopo la guerra, in pratica, e dalla DC, che ha fatto diverse cose buone, ma ha creato la falsa idea del Walfare come lo "Stato da Mungere" (e non è così. Il Welfare *non* è questo.)
Logico che dovendo dare 1500 euro a gente che non fa, non ci sono soldi per aumentare lo stipendio a quelli che fanno (ed in Italia i sindacati se vengono premiati quelli che lavorano fanno fuoco e fiamme perchè devono essere premiati tutti. Pure quelli che non lavorano o lavorano male. Tristemente, è vero.)
Quanto ai consulenti, il discorso è uguale.
Moltiplica tutto questo per 50 anni, e lo vedi il debito publico. Salta all'occhio.
Quindi se i soldi non ci sono si deve tagliare. Punto. Non si possono tirarli via dal niente, i soldi, soprattutto in un periodo come questo.
E' vero che il "salvataggio" dell'Alitalia è costato moltissimo ai contribuenti ma guardate meglio. Alitalia non è stata salvata per "darla al CAI" che si è beccato una compagnia che non riesce a fare attivi. E' stato salvato per motivi di orgoglio nazionale e per, soprattutto, le famiglie dei 10 000 e rotti che altrimenti erano per strada. E che lavorano *molto, ma molto* meno di quanto non lavorino altrove i loro corrispettivi. La questione di Malpensa è geopolitica-economica, difficile e non mi va di parlarne ora :P
So che sembra assurdo pensare che un governo di destra ci pensi, ma è vero.
Dunque, ammettendo che i soldi non ci sono... non ci sono.
E basta. Ci piace o meno, ma è così.
Faccio un appunto: Ma proprio in un momento di crisi mondiale vi sembra il caso di dividerci e protestare? Nel momento in cui l'Italia, e l'Europa, dovrebbe essere unita?
Fine appunto :)
26/10/2008 18:04:28
26/10/2008 18:27:44
Il discorso degli ipocriti ragionamenti del singolo a scapito della comunità l'ho recentemente sentito giusto dal presidente del consiglio, quando contestava ai dipendenti Alitalia di protestare per interesse personale invece che cedere alla più alta causa e mantenere la gloria(?) di una compagnia di bandiera.
Ma quegli egoisti hanno replicato che la gloria non la si poteva dare da mangiare alle proprie famiglie e hanno continuato a manifestare, esattamente come faremo noi, per noi stessi, per i nostri figli e per quanti continuano a parlare per luoghi comuni senza aver nemmeno letto i testi originali dei decreti contro i quali si sta scendendo in piazza. ;-)
26/10/2008 19:18:53
Le raccomandazioni hanno ancora, tristemente, parecchio peso, tuttavia ne hanno meno di quanto non ne avessero 10 anni fa. Grazie al cielo :D
Il sindacato, invece, ne ha tristemente moltissimo.
Già, tristemente. Sovente sono i sindacati più che coloro che raccomandano (che spesso si curano ben poco dei raccomandati stessi, tranne che in alcuni casi). Un esempio personale: la ditta dei miei nonni fece l'errore di assumere a tempo indeterminato una persona, che si rivelò un incapace. Ebbene, non poterono, per motivi sindacali, licenziarla... un passivo doppio, se ci pensate, per l'azienda e per un ipotetico, ma non tanto, "bravo" che avrebbe potuto prendere il suo posto.
I dipendenti alitalia lavoravano circa un terzo meno di quanto lavorano i loro "colleghi" di air france o british airways (parlo dei piloti). E non erano disposti a lavorare "nella media europea" (si parla tanto di medie europee, ne parlo anche io ;P). E si, i salari, a PPA (parità di potere d'acquisto) erano gli stessi.
Il problema era tutto qui.
I soldi non ci sono, ed è assai poco utile manifestare in piazza, perchè comunque continueranno a non esserci.
Riguardo all'ottocento, era assai diverso.
Nell'ottocento si lavorava 18 ore al giorno. Le tue possibilità di avere una istruzione erano pari a circa 0 se i tuoi genitori non l'avevano.
Da noi è il contrario.
Dirò qualcosa per cui verrò linciata ;P ma a mio parere siamo abituati *troppo bene*.
Un esempio: una mia conoscente venne colpita da una malattia rarissima, di quelle che prendono una persona su cinque milioni. Prima di trovare una diagnosi, dovette girare diversi centri e medici. Alla fine, le trovarono una cura che quantomeno l'ha fatta migliorare (tristemente non è ancora possibile guarire la malattia, dato che non ci sono ricerche specifiche in merito). Questa persona non è stata contenta perchè la possono curare.
No.
E' arrabbiatissima perchè *non l'hanno diagnosticata subito*.
Questo anche in una condizione di oggettiva grande difficoltà di diagnostica (dottor House docet ;P)
Cosa c'entra? C'entra.
Quanti tra gli studenti che manifestano sono *in corso*?
Qual'è la loro *media*?
(caso a parte per gli studenti lavoratori, logicamente. Parlo dello studente che non lavora più che ogni tanto).
Io sono disposta a scommettere che la maggioranza è fuori corso (ovvio non la totalità).
Allora, se giustamente ci tengono così tanto al loro diritto allo studio, perchè non lo dimostrano... studiando?
Ricordo un ragazzo, quello con la media più alta nella mia facoltà.
Veniva dal Libano. Era un rifugiato politico.
Lui si che avrebbe diritto a manifestare.
Lo studio è un diritto, è vero, ma ad ogni diritto equivale un *dovere* (ricordiamocela, questa parolina. E' più che importante. E' essenziale).
Si chiedono tanto i diritti, ma mi domando quanti studenti, singolarmente presi, si curino dei loro doveri a riguardo.
E non credo che la risposta alla mia domanda sarebbe piacevole.
Un inciso sulle raccomandazioni: il rettore della sapienza di Roma ha sua moglie come capo dipartimento e suo figlio come capo dipartimento, pure... chissà perchè... ;P
26/10/2008 21:34:19
La giusta causa esiste, tecnicamente.
In pratica, ti do solo un dato: dall'inizio della Republica Italiana dallo Stato sono stati licenziati per giusta causa solo in 9.
9 becchini di nonmiricordoche paese che derubavano i morti... e nessuno si sentì di difenderli.
Fine :)
Per Owli: dipende da dove, chi, come, perchè... ò.ò in una grande multinazionale più probabilmente si, si licenzieranno per lo più i più nuovi o i meno abili (anche così però difficilmente si licenzierà il figlio di uno dei maggiori azionisti :P Però si parla di raccomandazioni diciamo molto strette). Nello Stato Italiano non si licenzia nessuno. In una università si licenzieranno i "ricercatori" del barone meno potente. E via di seguito :)
So come vanno le cose. Ciò non mi impedisce di pensare (e di agire nel mio piccolo) che potrebbero andare meglio, pur essendo grata che non vadano peggio (e credetemi, crisi o non crisi a noi va di lussissimo).
Jan... hai ragione sui sindacati ottocenteschi. Il punto è che il mondo è cambiato da allora, e cambiato è anche il mondo del lavoro. Il ragionamento dei sindacati attuali è datato almeno in Italia. Nel mondo anglosassone vige un sistema differente, in cui c'è una vera cooperazione (almeno quella è l'idea. Poi, si sa, le applicazioni non sono mai perfette).
In Italia i sindacati impediscono che gli insegnanti vengano retribuiti secondo le loro capacità, perchè questo sarebbe "deleterio" per quelli che non ricevessero gratifiche. L'illogicità del ragionamento è tristemente evidente. Ed è solo un esempio. Con ciò, il compito dei sindacati -la protezione del lavoratore- è santo. Tuttavia, bisogna vedere come il lavoratore viene davvero protetto, ed a che livello di protezione è giusto arrivare (uno spazzino che poichè ubriaco non era andato a lavoro non una volta, ma molte, venne riammesso a lavorare. Motivo: dato che era ubriaco non poteva aver *voluto* non andare. Questa è, a mio parere, una "protezione" eccessiva).
Io parlavo dell'università a ragion veduta. Il liceo è diverso. Il 70% delle persone che iniziano l'università non la finiscono. Di questo 30%, quanti si laureano fuori corso?
Che *spreco* immenso sono quelle decine di migliaia di ragazzi che evidentemente non studiano quanto potrebbero -o non studiano affatto- per lo Stato? Ci avete mai pensato?
(anche qui bisogna vedere. Ho una amica che finì fuori corso perchè cadde in coma per un mese e ci mise un anno a riprendersi, ed un ragazzo che lavora con mio padre studia e lavora insieme. Ma conosco molti, molti più casi in cui ci si è laureati in ritardo o mai del tutto per puro, diciamo, fancazzismo.)
Questa è la fine della mia discussione, diciamo una riflessione: noi italiani pretendiamo troppo come se ci fosse dovuto. E se così non è ci amareggiamo e facciamo i cinici, pestiamo i piedi e diamo la colpa "agli altri". I giovani che manifestano probabilmente sono per lo più fuori corso (logicamente è sbagliato fare di tutta l'erba un fascio. Ho detto per lo più) che *non* sfruttano fino in fondo il loro diritto all'istruzione. Anzi. Però sono prontissimi a manifestare per qualsiasi possibilità che gli venga diminuito. Tutti ci lamentiamo per le troppe tasse però quanti lavorano in nero? (magari prendendo nel frattempo la cassa integrazione. Ne conosciamo tutti) E così fanno in modo che lo Stato non possa, per la faccenda dei soldi che non crescono sugli alberi, diminuire le summenzionate tasse. Eppure siamo prontissimi ad additare "i politici" perchè non si diminuiscono gli stipendi (anche se sono oggettivamente una cosa orrida i 16000 euri che pigliano :( )
Il cinismo quando usato in queste condizioni è il peggior tipo di accidia. E gli accidiosi, secondo Dante, nemmeno l'Inferno li voleva :)
Spero di essermi spiegata :)
26/10/2008 21:41:01
Cosa c'entra la media di uno studente con il suo sacrosanto diritto di protestare, talmente sacrosanto che è sancito dalla Costituzione della Repubblica Italiana?
Non è con un 30, che guadagno il mio diritto ad esprimere un parere su quanto sta accadendo, e non è con un 18 che qualcuno me lo può impedire.
Se tutti gli interessati da questi provvedimenti (che riforma non sono), li trovano assolutamente esecrabili un motivo ci sarà. Ritieni possibile che almeno 4 ordinari di Economia (sono solo quelli che ho sentito direttamente o indirettamente parlare dei provvedimenti) cannino in pieno contemporaneamente e con le stesse argomentazioni? A me sembra statisticamente improbabile.
Le argomentazioni? Cito a braccio quel che ricordo. Una diminuzione dei fondi porta logicamente ad una diminuzione della qualità dell'insegnamento, che porta di conseguenza ad una minore competitività dei nostri laureati rispetto ai colleghi stranieri sul piano internazionale. In uno scenario dove le frontiere per lo spostamento dei capitali sono praticamente nulle, rendere i nostri dottori meno appetibili dei dottori stranieri, comporterà la fuga di capitali verso lidi più accoglienti, con il conseguente collasso del sistema economico del Paese (a meno che non ci riscopriamo un Paese contadino, forse).
Ora la domanda è: perché? Perché bruciare miliardi per regalare l'Alitalia a Colaninno (che ricordiamo: è colui che comprò la Telecom per un piatto di lenticchie e la rivendette per svariati miliardi pochi mesi dopo) salvo poi rendersi conto che i soldi non ci sono? Perchè una volta che ci si è resi conto che i soldi non ci sono, on si cerca di risparmiare sulle cose superflue piuttosto che tagliare l'istruzione che è l'unica speranza per il futuro dell'Italia? E sì, perchè non abbiamo speranza di vincere la concorrenza del gigante asiatico sul piano della manifattura, l'unica speranza è la professionalità: inventare quello che loro produrranno su vasta scala, gestire i flussi di capitale che originano da quello che noi non produciamo più. A questo punto mi pongo una domanda a cui ancora non so dare una risposta soddisfacente: Cui prodest?
Non mi rispondo come ho sentito fare a dei ragazzi in una manifestazione di piazza, con la paranoica idea che ci sia un 'complotto' volto a rendere il popolo più ignorante e dunque più malleabile, non attribuisco agli artefici una tale lungimiranza. Al che l'unica risposta che so darmi, per quanto non sia soddisfacente, è: a nessuno. Lo fanno semplicemente per mettere una pezza ai guai passati, presenti e futuri che hanno combinato. Ma se è vero che quasi il 60% degli italiani ha votato gente simile, chiedo la cittadinanza di Marte!
26/10/2008 21:47:27
Premetto, ho 43 anni.....
Facevo le superiori con lo strascico del movimento di protesta post 68 e due volte sono dovuta entrare a scuola dalla finestra perchè c'erano i picchetti.
dico la mia da donna " matura" ( si si come no 😝) che non ha figlioli da mandare a scuola, ma per il lavoro che faccio ho modo e maniera di vedere tutte e due le figure più importanti di questa parte di Italia: gli studenti e i professori...
Lasciatemelo dire: sono entrambi un piccolo disastro....
Io andavo a scuola senza cellulare, senza vestiti di marca, senza altra intenzione che studiare, così come facevano i miei compagni.
I professori aveva autorità ( a parte la supplente di Chimica che si presentava con la gonna trasparente, ma era un problema suo dato che si vestiva come se dovesse andare in discoteca)
Ora " vi vedo": non siete capaci neppure di " fare una gita" in modo composto e quasi ordinato e i vostri professori non vi dicono nulla quando passate a semaforo rosso per voi attraverso le strade...
Pretendete istruzione, ma poi vi scatenate con le K.. lo sapete vero che siete parte della peggiore scuola d'Europa? che ne sapete meno degli infagottati tedeschi e degli spensierati spagnoli?
Questa riforma è uno scempio e non ci vuole molto per capirlo, ma anche voi ne siete responsabili.
Non avete alcun rispetto per ciò che è pubblico, non rispettate l'istituzione scuola e parlando con molti professori non so darvi torto.
Lo sapete, vero, che agli esami di abilitazione per insegnanti è " vietato" rimandare?
Le maglie che si sono allargate dagli anni 70 ora sono voragini per entrambe le categorie, abbiamo quindi insegnanti sui generis e studenti sui generis...
Fate una introspezione e cercate le responsabilità di questa odiosa riforma che colpirà chi ama la scuola come chi non la ama.
Non esiste un riforma buona della scuola se non prevede un ritorno al rigore, perchè studiare è un mestiere e va fatto seriamente. Chi non rende per svogliatezza dovrebbe essere allontanato.
L'istruzione è un diritto ottenuto a prezzo di fatica e di sangue, e voi studenti che sapete solo copiare ed incollare da wikipedia lo state semplicemente disonorando.
27/10/2008 06:57:26
Oh, ma che gioia, non bastava la marea di rompip*** che si è riversata su Roma a bloccarci il traffico 4 giorni su 7 (sempre le stesse 20.000 persone, nota bene), non ci bastava il concerto giornaliero dei rigurgiti dei centri sociali ad ammorbare l'università (capitanati da studenti che hanno almeno 40 anni) ora anche qui.
Bene, io faccio notare una cosa, a tutti, anzi, due:
1) A memoria mia (sono in circolazione da 31 anni) non c'è stato NESSUN ministro della pubblica istruzione contro cui una certa frangia politica non abbia avuto da ridire, scioperare, manifestare ed occupare... lo hanno sempre fatto anche per i propri.
2) Si fa tanto scalpore sul fatto del maestro unico e su come tale "orribile" decisione porterebbe all'impoverimento dell'istruzione, ma chiunque abbia oggi più di 25 anni ci è cresciuto con uno/due maestri al massimo. La proliferazione dei maestri è cosa relativamente recente e assolutamente non necessaria.
Concludendo, dal mio punto di vista, gli studenti si stanno comportando esattamente come al solito, un branco di pecore guidate dai soliti quattro pastori che le blandiscono offrendogli l'opportunità di non fare un ca*** (opportunità che certa gente non ha mai mancato di cogliere). La già scarsa credibilità di manifestazioni e comportamenti simili viene ancor più minata da come la protesta viene attuata: fate un salto alla Sapienza: cosa è la loro occupazione? Ficcarsi nei palazzi di notte, ammazzarsi di canne (lo senti dall'odore per tutto il giorno successivo), scopare da qualche parte (basta buttare un occhio ai residui lasciati in giro, farsi trovare la mattina per terra nei sacchi a pelo e cianciare, cianciare e cianciare ancora impedendo a chi è li dentro per fare ciò che deve di farlo in santa pace.
Questi sono i "giovani la cui istruzione dobbiamo salvaguardare"? O forse sono quei bambini cui i genitori hanno avuto la geniale idea di insegnare slogan antigelmini, addestrare a portare uno striscione e poi vengono piazzati puntualmente in prima fila a favore del tg di turno perchè fa tanto "futuro in pericolo"?
Meditate, gente, meditate.
27/10/2008 07:36:45
Uhmmm, beh, dato che qui ci si ammazza a dire chi è più vecchio e più studioso e più impegnato...
Ho 39 anni, un ottimo curriculum scolastico con nessuna ripetenza e un 58/60 alla maturità scientifica; mi sono laureato in poco più di sei anni fuori corso in Chimica Industriale (33 materie in 5 anni) con 105/100 e adesso faccio il docente. Ho inoltre letto attentamente la normativa proposta da questo governo e per la quale si sta protestando, cosa che invito chi vuol continuare a scrivere in questo thread a fare, perchè se no è come parlare tra "opinionisti" (leggi persone che parlano di argomenti che non conoscono) ad un talk-show.
Ho a lungo meditato su tanti aspetti di questa accozzaglia di "pezze" imposteci "a fiducia", dato che di riforma non ha senso parlare, e dato che questo governo non ammette il confronto (probabilmente memore del fatto che la riforma Moratti crollò prima di diventare esecutiva proprio in seguito a questi) vado a manifestare in forza del mio diritto allo sciopero (giornata in cui giustamente non vengo pagato).
Ho anche gestito una piccola ditta informatica per 11 anni, quindi conosco anche abbastanza bene il mondo delle aziende private e sottolineo come, anche quando non facevo il docente, appoggiavo le manifestazioni che ritenevo giuste.
Concludo con un "nanetto": un giorno, quando andavo ancora alle medie, ci fu una perdita ad una conduttura per le acque nere (leggi sviluppo di esalazioni fognarie), che rendeva poco respirabile l'aria in classe. Ci spiegarono che era un problema complesso da risolvere e che, essendo la scuola agli sgoccioli, lo avrebbero risolto in estate.
A quei tempi era difficile organizzare una manifestazione per problemi così circoscritti e quelli che scavalcavano i bonari picchetti per garantirsi il diritto di fare lezione erano la maggioranza. La nostra classe, compatta, si rifiutò di entrare a scuola finchè i bagni (attigui tra l'altro alla nostra aula) non fossero stati nuovamente agibili: fummo tutti sospesi (erano altri tempi) ma in due giorni il problema fu risolto e tutti ne giovarono.
Morale: i cretini che manifestano per i diritti di tutti servono sempre. :-)
27/10/2008 09:23:22
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