Critica (A Progetto Folle ma non solo) postato il 14/02/2008 04:53:13 nel forum giochi online e modificato da gorth il 14/02/2008 05:12:29
Avevo pensato di mettere un commento nella scheda, ma poi mi sono accorto che i temi di fondo forse non interessano solo questa comunità ma un certo atteggiamento verso alcune tematiche/peculiarità/problemi di altri GDR. Così lo metto in un forum, nel caso interessasse. Se ho ripetuto cose già dette da altri e questo commento è ridondante mi scuso da subito, lo stesso naturalmente nel caso io abbia frainteso del tutto i testi a cui faccio riferimento. Il tono a tratti può sembrare un pò piccato ma..beh sì, lo sono.
E' un pò di tempo che faccio rapide incursioni attorno a questa scheda e al sito di progetto folle, che in parte mi incuriosiva, in parte mi infastidiva per quelli che il redattore del manuale di questo portale chiama "campanelli di allarme".
L'idea per me è neutra: non è male, ma non mi convice - o meglio, mi è indifferente. Va detto però che non avevo trovato mai il tempo o la voglia di leggere i manuali forniti, e mi ero limitato a osservare l'atmosfera poco vitale dei forum mentre cercavo testimonianze delle sessioni effettivamente giocate su progetto folle. Oggi invece causa indisposizione li ho aperti dopo avere riguardato il forum, pensando "Perchè no? Magari una volta posso provare a giocarci"
Aperto il primo, lo dico sinceramente, ho deciso che non mi avrete fra i vostri, e sospetto di avere individuato il motivo per cui questo portale non decolla. Sento spesso accenni all'incapacità collettiva di staccarsi da consuetudini malsane da parte di individui ignoranti. Può essere, senza dubbio un progetto alternativo tende in modo fisiologico a essere indigesto a chi si trova bene, a torto o a ragione, in una corrente generale opposta.
Però oggettivamente: proporre una cosa buona e giusta non garantisce automaticamente l'immunità da errori. Proporre una cosa utilizzando un linguaggio corretto, non significa dire le cose giuste.
Parlando della mia personale percezione, che non pretende di essere rappresentativa di una quota di giocatori, trovo del tutto demoralizzante il tono sprezzante e legislatore che appare più volte nel primo manuale (negli altri non so, mi fermo a questo): è corretto e legittimo chiarificare ad un nuovo cliente/utente quelli che sono i preupposti su cui un progetto è fondato e le aspettative di chi questo progetto lo porta avanti, ma è davvero necessario farlo in modo così altezzoso? ..Può essere che io sia ipersensibile ma, per citarne alcune che mi paiono totalmente prive di qualsivoglia retrogusto scherzoso in quel contesto e modo:
"alla categoria chatter (chat dipendenti) appartengono tutti coloro che si avvicinano al gdr online per appagare dei bisogni proprio, di norma di genere piscologico. Rientrano in essa i giocatori in cerca di nuove amicizie [..] i frustrati in cerca di riscatto e tanti altri profili psico-patologici."
"I messenger's sono una particolare categoria di giocatori; la dizione messenger's in luogo di messengers è voluta, perchè esprime propriamente l'effetto che questa sorta di divnità telematica [..] ha sulle deboli menti di queste persone. Di fatto, la loro incapacità di giocare senza tenere contemporanemante attiva una chat alternativa li costrige a continui confronti gioco/reale con risultati spesso deludenti in termini di gioco e devastanti a livello psichico."
Più avanti nel testo è specificato che il punto di vista dello scrivente è naturalmente personale e che toni accesi sono stati scelti per colpire alcuni comportamenti che vengono definiti come "accettati tout - court". Ma non è accettabile questa spiegazione - dal mio punto di vista- dato che chi scrive è colui che gestisce e definisce le regole del sistema, giocoforza la conclusione di chi legge è che è questo tipo di pensiero quello che sta alle spalle dell'intera struttura del portale e che ne chiarisce aspettative, obiettivi e regole.
Di conseguenza ecco le mie obiezioni, nate unicamente in seno a quanto letto nel manuale introduttivo al gioco, che ripeto è poco ma è comunque lo stesso poco con cui si confronta qualsiasi altro aspirante utente e che, come è stato per me, potrebbe bastare a farlo scappare:
Tutti giochiamo per un motivo. Giocare, come ogni altra azione intrapresa da una creatura senziente - dalla personalità patologica o meno - ha un movente e un fine. La prendo alla larga, come larga la prende questo manuale. I piccoli di diverse specie, la nostra inclusa, giocano per imparare. Gli adulti, che io sappia, che giocano "per giocare" sono quelli di due specie, la nostra e un pappagallo di cui ho rimosso il nome. Il nostro gioco adulto cioè è in teoria centrato sull'idea di "divertimento".
Ma a cosa serve divertirsi? E dove e in che misura è assodato che può e deve esistere una forma di divertimento "pura" scevra cioè da fini multipli, mete che si accorpano, e/o che qualora queste mete esistano, è cosa malsana e da combattere?
Frustrazioni: tutti ne abbiamo, chi più chi meno. Tutti abbiamo o cerchiamo vie per diluirle e renderle accettabili quando non possiamo evitarle. Da che mondo è mondo, divertirsi è un modo per stare meglio. E' male? Deve quindi aspirare al divertimento solo colui che può dimostrare di non affrontarlo come escamotage per liberarsi da una frustrazione? E se sì, perchè in questo manuale si accenna all'handicap, si loda l'opportunità di giocatori portatori di handicap di trovare un luogo ove giocare - vedi sul manuale "il problema dei diversamente abili", non è forse l'handicap una frustrazione come altre - pesantissime frustrazioni? E dove e come ottieni la garazia che il giocatore "chatter" non è un ragazzo in carrozzina, piuttosto che un adolescente scontroso e obeso che si trova meglio nel virtuale? Dove è, e come lo acquisisci un metro che ti consente di catalogare gli altri?
Per mia esperienza, ho visto nella nostra e su altre comunità di gioco persone con problemi gravissimi in OFF giocare per esorcizzare, per darsi un tempo vuoto dai problemi che altrimenti hanno sempre, insomma: svago. Non mi sono mai sognato di etichettare come pischicamente malati - neppure in modo provocatorio - giocatori che devono stare immobili per mesi e cercano uno sfogo nel gioco, o disoccupati depressissimi che in gioco occupano felicemente, divertendosi, le ore vuote, solo per riportare due esempi. Che male c'è? E' meno "gdr" quello che fanno loro di un gdr che viene giocato da persone - ammesso che si trovino - serene-kalos-kai-agathos e prive di frustrazioni che si accostino al gioco per un divertimento privo di altri moventi che il divertimento in sè? E se chi è frustrato trova così soddisfacente il gioco da passarci sopra sei ore al giorno, ti sembra oggettivamente lecito etichettarlo come comportamento da evitare/additare in modo altro che negli effetti che temi possa scatenare?
Ognuno di noi si difende, dalle piccolezze alle calamità gravi della nostra vita, come sa e come sente. Legiferare insultando queste persone, è cafone (dal mio punto di vista.) sia che cerchino sfogo nel gioco per motivi futili (ho 15 anni e un acne deturpante. Vorrei una fidanzata, magari in gioco mi diverto oltre al resto anche a sedurre un Pg femminile), sia che lo facciano per motivi gravi (Sono paralizzato a letto per i prossimi due anni, gioco per avere qualcosa da fare e vedere persone, costruire storie). Se il GDr, la chat o il forum che qualcuno gestisce, gli da il diritto di opinare sul comportamento che queste persone tengono nel suo gioco, non gli da - a mio avviso - nemmeno una briciola di diritto di commentare le motivazioni a monte che queste persone possono avere nel caso tengano un comportamento non apprezzato.
Il demiurgo e la formica: le persone tendono all'accumulo e/o a creare/costruire cose. La virtualità in particolare, anche se la utilizziamo abbastanza tranquillamente, è una cosa innaturale. Le persone tendono a costruire legami, una storia comune.
Apri un teatro, e invita le persone ad entrare e improvvisare spettacoli per sè stessi. Se ad ognuno è proibito socializzare con gli altri al di fuori dello spettacolo (nel manuale si predica l'eliminazione delle missive, messenger, chat off) , avrà successo se ad ognuno consenti di mantere uno status, una cosa fissa, concreta. Uno stesso personaggio cioè, che va costruendo storie che si stendono in una narrazione complessa, che diventa l'oggetto storico dei fatti vissuti, testimonianza di quanto fatto assieme, del tempo trascorso. Ecco, ad esempio, a cosa servono i forum che raccolgono le cronache del gioco o anche le schede ad aumento. Ma eliminando tutte queste cose non ti resta che questo: un luogo dove non socializzi, non hai testimonianza di ciò che hai fatto del tempo speso, la percezione è quella di ore sparite nel nulla (Perchè - almeno per me - una sessione di gioco per quanto spettacolare non è assimilabile alla lettura di un racconto: proprio perchè vissuta in divenire, con tempi speciali, non lascia un ricordo dello steso peso dentro.). Insomma, cadono l'elemento progettualità, quello relazioni sociali e competitive e affettive (siamo scimmie, mica BOT o dinosauri, è ridicolo pretendere di anestetizzare un comportamento fondante della nostra specie). Uno dei due elementi a mio avviso, perchè un progetto - di qualsivoglia specie - abbia riscontro, è necessario che rimanga.
Concludendo, in sintesi: è accettabile e anzi auspicabile chiarire quali comportamenti non si vuole vedere nel territorio che amministriamo, ma non è diritto di nessuno che cerca di porsi in un modo distaccato e propositivo e soprattutto paritario coi suoi utenti il giudicare a spanne e senza competenza i perchè della nostra vita. Quello che si può dire è: non mi va che qui ci siano giocatori che stanno attaccati al PC sei ore, perchè mi disturba l'idea e/o temo che nausi loro problemi. Non: non mi va perchè sono degli idioti malati (detta secca, ma il succo, a mia lettura, era quello). Oppure, preparati al fatto che il 98% delle persone, -dato che TUTTI in un modo o nell'altro, prima o poi, cerchiamo in una qualsivoglia attività affetto, divertimento, sollievo, sfogo e rischiamo di cadere in comportamenti magari sgradevoli- ti mandino a quel paese e lascino il tuo progetto deserto. Insultare un potenziale cliente non è mai una mossa saggia per farsi rispettare da lui.
Dalle critiche ho volutamente escluso quelle - molto vivaci - che mi ispirano i paragrafi che sembrano suggerire la non esistenza di una sola città virtuale in cui si giochi davvero un GDR completo. Sarebbe una critica lunga, e probabilmente infruttuosa dato che l'evidenza dell'errore di valutazione a monte è palese, e se non basta l'evidenza a dimostrare qualcosa, è pressochè inutile che ci provi io (sospetto che semplicemente chi ha scritto non ha avuto - cosa umana e comprensibile - il tempo di esaminare e guardare tutte le comunità di gioco italiane e che - a torto - ha deciso che poteva trarre conclusioni marmoree da un ragionamento empirico.)
Nel caso, se interessa, resto diposto a spiegare la mia opinione.
Il progetto, nelle motivazione spiegate sopra, secondo me è algido e poco giocabile. Non ci ho messo piede, non ho visto direttamente una delle giocate, parlo solo di questi presupposti e opinioni di uno dei gestori- ma che in quanto tali credo diano una buona misura delle caratteristiche e problemi del progetto stesso (non mi si dica non posso, dopo i mille commenti messi da molti solo sulle sgramamticature di home page).
Se è vero che tanti, troppi GDR sono gestiti da persone che non parlano italiano correttamente, non hanno "motivazioni" buone o nobili per la creazione del proprio GDr, sono incapaci di gestire un gruppo di persone con un minimo di controllo e saggezza, qui secondo me è l'opposto: troppo gelo, troppa distanza verso gli altri, troppi giudizi saccenti fino rasentare (rasentare molto però) l'arrogante e poco "affetto" per le persone che andrete ad accogliere nel vostro portale.
Aprire un albergo vuole dire esser disposti a vedere letti sfatti e piatti sporchi, altrimenti conviene metter su un mausoleo.
14/02/2008 10:11:45
Che ognuno giochi per i motivi che vuole, non mi sentirei mai di poter dire a uno "tu non giochi piu perche giochi per motivi sbagliati"
Se poi dall'altra parte c'è un disabile, un drogato, un seduto sull'orlo della finestra di casa sua indeciso sul da farsi bhe... beata ignoranza...
14/02/2008 10:54:11
Gorth, Capo, hai tutto il mio appoggio ed il mio rispetto.
Concordo con te
14/02/2008 11:58:01 e modificato da gianluca il 14/02/2008 14:17:13
muah... secondo me è qualcosa di incocepibile..
***MODERAZIONE***
Ciccio la discussione è costruttiva ed interessante. Certe affermazioni però non sono da forum pubblico.
14/02/2008 15:31:32 e modificato da gemini il 14/02/2008 15:33:52
Salve.
Innanzitutto mi scuso con Gorth, di cui ho involontariamente infiammato l'animo con quanto da me scritto e che è evidentemente stato mal interpretato.
Non voglio affrontare, peggio che mai ribattere, punto per punto a quanto da lui esposto, anche perchè ripeto, evidentemente dettato da un approccio alla lettura del testo non conforme a quello previsto.
L'errore (imho) nasce dal fatto di valutare il capitolo introduttivo a PF come se introducesse ad una comunità ludica, essendo invece PF una scuola di gioco; va da sè che, laddove altrove non se ne sente la necessità, su PF esistono dei veri e propri testi di riferimento (preferisco non chiamarli libri di testo) che fanno anch'essi parte dell'offerta formativa.
Allo stesso modo, i "clienti" di PF sono giocatori che vogliono migliorarsi o neofiti che vogliono apprendere delle dinamiche di gioco, e che quindi hanno bisogno di uno o più testi a cui fare riferimento, laddove una semplice comunità di gioco non ne ha probabilmente alcun bisogno.
Ciò non significa che la struttura sia preclusa a chi vi si avvicini solo per curiosità o anche per "sfogare" la solitaria malinconia di una sera; tuttavia la struttura è predisposta in modo tale che l'interazione tra utenti avvenga obbligatoriamente entro "paletti" definiti, esattamente come in qualsiasi altra scuola (e guai se non fosse così: saremmo degli irresponsabili, io in primis).
Per il discorso dell'handicap, inoltre, posso assicurare che PF è decisamente all'avanguardia in fatto di tecniche adottate per prevenire/ridurre tali svantaggi che possono penalizzare utenti affetti da particolari disabilità.
Per quanto riguarda infine il riferimento alle altre comunità, ammetto il documento essere vecchio (la prima stesura è di settembre 2003), quando ancora tutte le comunità online rientravano sulle dita di due mani (e le frequentavo tutte), ma non è cambiato nulla da allora se fai riferimento al paragrafo sul metagioco, fatta eccezione per Elenbar (con lo staff della quale, se hai visto il nostro forum, saprai che abbiamo recentemente iniziato una collaborazione).
Riguardo ai dubbi sulle competenze necessarie a realizzare un tale progetto confermo come ogni area di PF venga sviluppata solo da persone la cui competenza tecnica è certificata, esattamente come il sottoscritto _proprio perchè non possiede alcuna competenza certificata_ mai scriverebbe di programmazione (nè mi permetto di rispondere ai relativi thread) benchè abbia scritto su notepad tutto il codice di PF e dei relativi sottogiochi dalla prima all'ultima riga.
In ultimo, doveroso, mi tocca presentare me e le mie, di competenze:
mi chiamo Luigi Scuderi, ho (quasi) 39 anni, una splendida moglie e due figlie stupende, e il seguente curriculum (mi limito alle cose che hanno attinenza con PF)
Diploma di Liceo Scientifico
Laurea in Chimica Industriale ad Indirizzo Biochimico
Abilitazione all'esercizio della professione di Chimico
Abilitazione all'insegnamento della Chimica e delle Tecnologie Chimiche (A013)
Diploma di Specializzazione sulle tecniche di sostegno agli allievi in condizioni di handicap
18 anni di regia teatrale e formazione attori
2 opere teatrali depositate presso la S.I.A.E
11 anni di gestione di piccola azienda informatica
5 anni di insegnamento
Le mie competenze sono pertanto in ambito di: tecniche di formazione, insegnamento, educazione, socializzazione, riduzione/eliminazione dell'handicap, improvvisazione teatrale, tecniche di apprendimento, legislazione applicata all'informatica e al web (da cui anche il "progetto legalità"), marketing, tecniche di composizione letteraria finalizzate al teatro e alla sceneggiatura.
Resto a disposizione di chiunque voglia ulteriori chiarimenti, sia su questo forum, sia attraverso la mia email (gemini@weaponmaster.org), e rinnovo le mie scuse per aver creato delle nonvolute rimostranze.
14/02/2008 16:47:55 e modificato da tatyana il 14/02/2008 16:50:34
A mio parere, oltre a continuare a concordare con Gorth, vi è unnodo di fondo nel pensiero di PF, che io davvero non capisco, e che riguarda il motivo per cui si gioca di ruolo.
Il gioco di ruolo è un gioco.
Fine.
Non ci sono lauree in gdr. Nè insegnanti nè maestri. C'è (o almeno è così per il 98,9% delle persone che conosco in otto anni di gioco) la voglia di giocare. L'idea che qualcuno "insegni" il gdr per me è come se qualcuno "insegni" monopoli. O risiko. O similia per intenderci. Mi lascia assai perplessa.
E' come prendere, credo, un gruppo di bambini che giocano al parco giochi sotto casa e dire "adesso vi insegno a giocare a nascondino. Io lo so fare bene, quindi ve lo spiego meglio"
Non so se la cosa renderebbe più divertente il nascondino ai bambini, anche se forse spiegherebbe nel modo più preciso possibile i luoghi dove possono nascondersi, dove possono trovare quelli che si nascondono, etc.
E' un problema che un pò conosco, io non sono laureata in niente di simile, ma nel mio lavoro volontario alla Croce Rossa ho fatto diversi corsi di animatore ed ho dalla mia alcune esperienze di animazione in emergenza in campo internazionale. Una delle cose di cui solitamente avvertono è proprio di evitare un approcio didattico, perchè la didattica uccide il divertimento. Triste, ma vero. Spieghi le regole del gioco, e giochi con loro, ma non gli dici che stanno giocando "bene" o "male". Non dai voti su come una persona gioca a chiapparello o moscacieca. Non dai voti ai loro lavoretti che hanno fatto con te nè fai delle gare a riguardo. Anzi. Eviti che si scannino, eviti che si comportino in modo sleale, ma li lasci giocare.
Io credo che non vi sia molta diversità tra i bambini, quando giocano, e gli adulti. Ricordo con gran divertimento un campo della Croce Rossa in cui andammo, per due settimane (vicino ad un manicomio criminale, tra l'altro... un posticino fantastico! XD) ad imparare a fare APG (attività per i giovani, questo appunto). Dopo 4 giorni in cui studiavamo i diversi tipi di giochi, quelli adatti a quale età e giocavamo tantissimo (persone adulte che giocano a nascondino. Ragazzi, fidatevi, se siete in un luogo in cui potete non vergognarvi è stupendo :D) tornavi ad avvicinarti a qualcuno dicendo "Ti va di giocare?" (la scusa era di provare i giochi nuovi che avevamo imparato... come no :P). E dubito fossimo tutti pazzi^^' (anche perchè ho ritrovato lo stesso atteggiamento in altri casi quando sono andata ad altri campi anche con altre associazioni)
Il gioco è una cosa. La scuola, o anche le attività teatrali o "diversamente ludiche" (gli scacchi ad esempio) sono un'altra. Il gdr è per me ai livelli del "nascondino per adulti".
E l'idea di PF mi sembra quindi assai... beh, mi perplime :P Però, "se volete" per me potete fare quanto volete, per carità :P siamo in uno stato libero. Dal mio punto di vista sono assai perplessa. Ecco tutto ^_^
(preciso che in italia vi è una cultura che non incoraggia gli adulti a giocare, ma è davvero un fatto culturale. Anche solo in Germania è considerato normale invece)
14/02/2008 17:31:37
Il tuo discorso non fa una piega tatyana, ma su PF, come spiegato tanto nella documentazione, tanto nella presentazione, tanto in qualche thread di questo forum, si insegna a (ri)trovare lo spirito giusto nello giocare insieme per il solo gusto di farlo, e non per la brama di vincere o primeggiare a tutti i costi.
Sempre nella documentazione è spiegato come si sia scelto il gdr-online via chat e non un altro tipo di gioco, solo per la comodità offerta dal suddetto mezzo, e per l'uso spesso scorretto che se ne fa.
Su PF non si insegna a giocare di ruolo, bensì a giocare, cosa che i bambini sanno naturalmente fare benissimo (e io ne ho due quindi parlo per esperienza provata); è dall'adolescenza in poi che subentrano spesso meccaniche umorali e ormonali che vanno a inquinare la spontaneità del gioco giocato, meccaniche che crescendo vanno _se non controllate_ a creare situazioni di stress spesso insostenibili, e chi ha esaminato a fondo certe dinamiche che ciclicamente compaiono in tutti i gdr online via chat italiani, non avrà difficoltà a fare le debite proiezioni e figurarsi le realtà a cui alludo.
Anche atteggiamenti quali "non l'ho provato, ma secondo me non va bene" o "non lo conosco, ma non mi piace" o "non l'ho letto, ma non sono d'accordo", tanto frequenti anche nei miei studenti, tradiscono una presunzione di base spesso legata alla difficoltà di confrontarsi, autosupportandosi con false giustificazioni; tutte cose che su PF si cerca di superare insieme, imparando come documentarsi e come intervenire con cognizione di causa nelle discussioni, migliorandosi ed insieme aiutando gli altri (gestore incluso) a migliorarsi e ad offrire un servizio sempre migliore. :-)
14/02/2008 20:53:51
Perdonami Black, ma... ti spiacerebbe arrivare a quota 1870 post traducendomi quanto hai scritto sopra?
Come ho già detto in precedenza non parlo di cose che non conosco e allo stesso modo non posso rispondere a domande/commenti la cui formulazione e intento non capisco ^^
14/02/2008 21:16:06
Ah, ok ^^ grazie.
No, la valenza che dò a quelle definizioni è estremamente seria, e fondata su precisi profili psicologici (posso assicurarti che la mia laurea in chimica industriale non pregiudica gli esami di psicologia, psicopedagogia, neuropsichiatria e affini che ho dovuto sostenere per acquisire abilitazione all'insegnamento e specializzazione al sostegno ^_^).
L'impostazione scherzosa del testo è voluta per sgravarlo da un tecnicismo che lo renderebbe sicuramente molto più indigesto, anche se magari gli darebbe un taglio più intellettuale.
In ogni caso penso che ti converrebbe leggerlo nella sua interezza e poi esprimere un parere, come ha fatto gorth, giacchè un commento su una frase avulsa da un testo e riportata da una fonte diversa da quella d'origine fa senz'altro salire i post, ma non giova molto alla nomèa di chi lo scrive ;-)
14/02/2008 23:46:23
Aspetta forse mi sono espresso in modo confuso (e prolisso)...che progetto folle non sia una comnità di gioco l'ho compreso, e scrivevo in quell'ottica. Preciso che non ho mai voluto dire che tu abbia o meno le credenziali per un progetto simile, anche se personalmente il fatto che tu abbia fatto o meno date esperienze dato il modo in cui affronto cose e persone, per me non significa molto: potresti avere sette lauree e due cattedre in giro per il mondo e non essere in grado di farlo, o essere uno spazzino senza laurea che ce la fa benissimo, ho una laurea (di carta igienica) anche io ma sono della scuola "essere colti non significa ricordare tutte le nozioni, ma sapere dove andare a cercarle." Insomma dati "freddi" e ufficiali finchè non li verifico o smentisco con una espeienza diretta per me sono solo indicativi.
Sul problema piscologia e profili psicologici, questo sarebbe uno scontro fra titani dacchè per vicissitudini dirette, cose viste e nozioni studiate appartengo alla fazione antipsichiatrica. Dato che aprire una discussione sul problema è senz'altro interessante ma non è molto a tema qui e diverrebbe lunghissima, penso si possa chiudere qui evitando di confrontare (parlo per me) le reciproche posizioni.
Quindi le mie critiche del vecchio post permangono e non sono fatte nell'ottica che si stia parlando di una comunità di gioco piuttosto che di una scuola ma di una qualsiasi attività, però sulla questione del tono della documentazione faccio un esempio scemo ma breve, parlando di scuole per restare a tema:
Io apro una scuola di inglese. Nel documento introduttivo specifico che trovo necessario una scuola come la mia che ha un approccio speciale dacchè:
"Esiste una buona fetta di italiani istruiti che conosce a puntino la grammatica inglese. Si tratta però di uno studio pedante e che non ha affrontato una applicazione totale della lingua e non ha neppure compreso le basi più elementari della letteratura di questa lingua. Queste persone di poco spessore intellettuale infatti, credono di poter maneggiare un linguaggio in modo complesso solo avendone acquisito in modo improprio le fondamenta. E' inutile dire che livello di pochezza e raffinatezza potranno raggiungere le loro convresazioni in lingua.
Esistono putroppo molti individui che adoperano in modo bovino termini lessicali di origine inglese o americana, costoro non possedendo una intelligenza nella media tendono ad adottare passivamente quello che i media o altri loro pari gli pongono davanti agli occhi. E' superfluo dire che il modo in cui utilizzano le parole le storipiano è semplicemente imbarazzante."
Ecco, tu a questo corso..ti iscriveresti? Secondo me, no. Perchè sai bene che storpiare una parola inglese lo fanno tutti, lo hai fatto anche tu magari qualche volta, o lo fa un tuo amico, o semplicemente non credi che TUTTI quelli che usano termini stranieri nel parlato con scarsa cognizione di causa si meritano l'appellativo di intelligenza sotto la media. O magari tu hai fatto un corso con tanta buona volontà una volta ma non sai niente di letteratura inglese. Magari ti avrebbe anche incurisoto un approccio simile, ma se devi studiare con qualcuno che ti ha appena detto che hai poco spessore intellettuale, ti girano e lasci perdere.
Insomma a mio avviso il tono di quel manuale introduttivo non è particolarmente propositivo ed è abbastanza gelido e castrante per un lettore dato che qui e là è molto giudicante.
Apro una parentesi per messenger, ma potrei parlare anche delle chat o delle "fisse" da eccessivo coinvolgimento nel gioco: come detto sopra dissento dalla lettura "patologica" applicata a tappeto e a priori...ma dato che, come me (ho 31 anni) non sei un ragazzino..a te l'uso o abuso di un mezzo simile davvero non sembra strettamente connesso ad una fascia di età adolescente/post adolescente?
Perchè il grosso delle persone che frequentano i GDr online E' adolscente/post adolescente. Non tutti ovviamente (nella nostra comunità ad esempio la media tira sui 28 anni credo), ma molti si. Quando avevo 16 anni o 18 non c'era messenger (e nemmeno internet come è oggi), però facevo altre cose che un adulto riterrebbe perdite di tempo o distruttive.
Per fare un esempio pratico, se io adesso ti dicessi che a 31 anni bramo l'arrivo del sabato sera acciocchè io possa spendere tutti i mei averi in una serie di superalcolici di dubbio aroma bevuti a gara con i miei compari di uscite, tu potresti..supporre un mio comportamento oggettivamente preoccupante e che lascia sospettare qualche problema a monte che dovrei affrontare. Infatti a 31 anni lungi da me fare idiozie simili, il sabato sera è una sera come un altra e se qualcuno mi porge una vodka al melone invitandomi a fare a gara a chi la finisce prima gli sputo in un occhio. Ma a 16 o 17 anni, eccome se lo facevo ed è perfettamente (beh ognuno ha il suo carattere immagino) normale farlo, perchè sono età diverse e si ha bisogno di cose diverse e di modi differenti per ottenerle.
Insomma anche questo elemento (oltre a quelli detti nel vecchio post) credo vada tenuto presente nell'approccio ad un "pubblico" di comunità o scuola di gioco che sia. Un ragazzo che sui estensivamente messenger lo userà probabilmente nello stesso mdoo durante un gioco di ruolo, e leggere quelle frasi nel tuo manuale introduttivo credo gli basterà a fargli mollare l'ipotesi di interessarsi al tuo progetto.
15/02/2008 06:25:28
Come già scritto a metà del primo capitolo (e da te citato in apertura thread), il tono assolutistico e caustico dell'esordio è voluto e tecnicamente studiato.
Per "costringere" qualcuno a leggere un documento (lungo e pieno di "contenuti") secondo la logica "leggo capendo quello che leggo" devi spronarlo in qualche modo, altrimenti rischi una lettura superficiale, come quella spesso fatta di diversi manuali di gioco di alcune land a sinistra (peraltro ben fatti, ma per l'appunto lunghi), i cui lettori continuano poi a piadire intorno ai gestori ponendo domande la cui risposta, se avessero capito quanto letto, dovrebbe già appartenere loro (svilendo così anche il lavoro stesso dei gestori che han speso briga e tempo per redigerli).
L'idea è proprio quella di sollevare un iniziale moto di rigetto ("Ma come si permette questo?") spronando così il lettore ad affrontare tutto il testo alla ricerca di errori da contestare e controbattere e, così facendo, costringendosi a ragionare sulle tematiche su cui a me interessa che ragioni.
Mi si può obiettare che esistono altre tecniche (verissimo), ma di contro posso dirti che questa è (imho) quella che offre il maggior effetto su un ampio spettro di età dei lettori.
Accetto tranquillamente le tue perplessità sulle mie capacità di docente, dato che non mi hai mai visto all'opera, ma in questo contesto potevo solo limitarmi ad esporti le mie competenze, unica cosa ch'io possa certificare in questa o altra sede.
Non ho infine capito se ti schieri dalla parte degli psicologi o degli psichiatri (dal tuo discorso non è chiaro, in quanto usi entrambi i termini benchè le posizioni espresse dai due siano sovente antitetiche), così come nel primo thread se critichi possibili difficoltà di accesso a persone affette da disabilità o se ti riferisci a persone in condizione di handicap.
In ogni caso (come avrai facilmente intuito) argomentare e spiegare le mie posizioni, e discuterle (e perchè no, eventualmente rivederle, se il contraddittorio avallasse questa scelta) è una cosa che mi aggrada particolarmente, ergo, approfittando di questo salottino che BigG ci ha generosamente fornito, avrei piacere di continuare la conversazione, magari selezionando tu i punti che ti hanno maggiormente turbato e vedendo io di porre rimedio al danno. :-)
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