Vita reale/ gdr postato il 30/12/2011 11:22:21 nel forum giochi online
Prendiamo spunto dall'ultimo questionario sul gdr proposto da un utente facendone un nuovo thread per evitare di complicare la lettura delle risposte. L'intervento non ha alcuna pretesa di polemica con l'autrice dell'intervista, semplicemente alcuni aspetti del questionario meritano un confronto più esteso e ne approfittiamo per sottoporne uno a una discussione.
In diverse domande compare il concetto "vita reale" contrapposto al gdr.
La contrapposizione che è stra-legittima quando parliamo di "identificazione" tra personaggio e giocatore e su cui qualsiasi gestore, per coscienza, dovrebbe semplicemente vigilare, diventa un tantinello discutibile quando si tratta di estenderla a una priorità assoluta degli ambiti di relazione.
Dietro uno schermo non ci sono ectoplasmi o proiezioni fantasiose.
Il gdr in generale è un interesse, un'attività, paragonabile ad attività sportive, ludiche, artistiche: attraverso un sistema come il gdr online si entra in gruppi che utilizzano internet come sistema di relazione e che non per questo non sono "reali".
Nascono rapporti, relazioni, amicizie attraverso internet e direi che non si può definire l'ambiente del gdr, anche online, un sistema irreale, perchè prelude, in qualsiasi community, a una rete di rapporti che non è in alcun modo una componente secondaria del gioco.
Abbiamo letto domande come: "Hai mai rinunciato a uscire coi tuoi amici per una giocata?"
Ci mancherebbe che non fosse così.
Primo, perchè dietro lo schermo si fanno amicizie e si stringono rapporti a distanza che non hanno nulla da invidiare agli amici conosciuti in ambiti tradizionali.
Secondo perchè l'educazione impone che se si prende un impegno e si dà appuntamento a un gruppo di persone, lo si rispetti.
Chi scrive ha sempre contestato quest'attitudine a considerare internet un sistema di nick e non di persone.
Ma non solo: c'è un pregiudizio culturale verso il gdr che da sempre accompagna la categoria di giocatori di ruolo.
Nerds, sfigati,potenziali maniaci, reclusi in casa, incapaci a vivere.
Andrebbe combattuta questa visione del gioco di ruolo perchè è un problema culturale e nel caso del gdr by chat, spesso leggiamo etichette di "rischio" che sono in realtà annose questioni legate al suo strumento, vale a dire internet, non alla natura dei giochi di ruolo.
Internet non è "irreale" è virtuale. E c'è una distinzione tra i due termini. Men che meno il gdr online: è un sistema di relazione che prevede aspetti ongame, ben distinti dalla vita reale e ci siamo, ma anche aspetti di partecipazione off game che non lo sono.
Cerchiamo sempre di ricordarci sempre che non c'è alcuna differenza tra prendere un impegno con una persona per un'attività online (quale che sia) e prenderlo per un'attività fuori dalla rete.
Il ristorante o il cinema non sono mezzi di socializzazione sana, sono mezzi che possono essere sani o meno.
Internet lo è al pari di essi.
Insistere col convincimento che il "reale" è fuori dalla rete nell'era di facebook è un filo anacronistico e nel caso dei giochi di ruolo online a maggior ragione. Sono sistemi di gruppi che hanno la stessa consistenza di un gruppo sportivo o un gruppo teatrale.
Se manco a tre allenamenti o a tre prove, il gruppo ci mette x a cancellarmi. La stessa serietà deve essere pretesa da un gruppo virtuale.
La Comunità europea adotta il gdr come uno dei sistemi di apprendimento e spesso legati a tecniche come il problem solving in ambito didattico, perchè di fatto è un'attività eccellente di socializzazione, creatività, fantasia, acculturamento.
E' estremamente difficile che un ruolista non legga, o non cominci a leggere.
Il play by chat è anche un sistema di apprendimento e miglioramento della scrittura.
Cerchiamo di difendere noi, che siamo coinvolti in una passione che ha un valore culturale, la dignità delle relazioni che porta e comporta, sottolineando che sono realissime al pari di un gruppo conosciuto a un pub sotto casa e che anzi, esattamente come in un ambito virtuale di socializzazione, ha bisogno di tempo insieme per crescere, fondarsi e passare dal grado di conoscenza utile per passare il tempo a, volendo e non necessariamente, amicizia.
Grazie a tutti per l'attenzione.
30/12/2011 11:36:09
Confesso senza problemi che non ho compilato il questionario proprio per quella domanda.
Vedere la vita reale contrapposta al gdr mi ha messo in seria difficoltà perché nella mia visione non sono alternativi ma complementari. Il range delle risposte, poi, non mi faceva rispecchiare in nulla.
Ma non è tanto perché il gdr ospiti amicizie, ma è proprio perché il gdr non è una "vita parallela" ma una esperienza che fa parte della vita reale, così come lo sono la pesca, lo sci, il calcio, il teatro o qualqunue altro hobby.
Ho mai rinunciato ad uscire con gli amici per andare a teatro con semplici conoscenti? Sì. Ma non perché non ho amici o non amo uscire con loro, né perché fosse una piece importante. Semplicemente, perché quella sera avevo voglia di andare a teatro e non al cinema con gli amici a vedere un film che non mi ispirava.
Ho rinunciato ad uscire con gli amici anche per giocare al gdr, perché avevo voglia di fare qualcosa di tarnquillo, quindi sono rimasta in casa a giocare al gdr. Questo è restare in casa "solo per giocare al gdr"? Non lo so. Non so rispondere.
Non hoa lcuna polemica nei confronti del questionario proposto, ma sinceramente ho colto al balzo il tuo post per una riflessione che mi è nata mentre stato rispondendo alle domande... e che è il motivo per cui, ad oggi, non ho ancora mandato le mie risposte.
30/12/2011 12:56:27 e modificato da zuffy il 30/12/2011 12:58:24
Nel mondo non esistiamo solo noi giocatori di ruolo. Esistono altri che non ne conoscono nemmeno l'esistenza e se ho scritto quelle cose è per contrapporre quello che è per noi il gioco di ruolo (completamente d'accordo con quanto scritto fin ora) con quello che è per gli altri il gioco di ruolo!!!
Se io devo parlare di computer ad una vecchietta, non le parlo usando termini come hardware, software, zip, download... altrimenti non capisce niente!!!! Lo so benissimo che la RAM non si chiama "dove vengono memorizzate le cose del computer" ma per spiegarlo a mia nonna devo dire così!!
Quello è un questionario da esporre a chi "gioco di ruolo" non sa nemmeno cosa significa! E per vita reale, intendo la vita fuori dal gioco di ruolo, quello che noi chiamiamo OFF ma se io scrivo OFF nessuno capisce niente!! Trovatemi voi il modo di chiamare la vita fuori dal gioco di ruolo e fate la tesi al posto mio visto che ne siete più capaci!!!
Poi ho messo le rinunce ai pasti e alle uscite con gli amici perchè queste cose ESISTONO!!! Le ho viste ed ho le prove visto che alcuni hanno risposto che ai pasti ci rinunciano, agli amici ci rinunciano!! Per noi è l'era di internet, ecc... ma molti ancora non l'hanno capito. Specialmente gente adulta che associa lo stare al computer (per fare qualsiasi cosa!) una perdita di tempo!!!
Se non sapete nè lo scopo, nè il titolo, nè niente della mia tesi, non potete definire tutta la mia personalità, nè darmi della persona che fa pregiudizi nè niente!!!
Vi ho chiesto di fare un questionario e ne state facendo una questione nazionale!!!
E per la cronaca, non mi deprimo se non avete risposto al questionario... non è quello lo scopo della mia vita!!
30/12/2011 13:19:15 e modificato da jameshowlett il 30/12/2011 13:23:08
Secondo me le due posizioni non sono assolutamente incompatibili...QUALCHE punto d'incontro lo si potrebbe trovare, nel senso che uno può essere appassionato di gdr cartacei o gdr online e considerarli un ottimo mezzo di intrattenimento e anche un buon modo per stringere rapporti sociali MA ALLO STESSO TEMPO tenere a mente che in ogni caso la vita reale, quella che coinvolge amicizie e amori TANGIBILI, viene ed è giusto che venga sempre e comunque prima.
Non è una questione tanto di QUANTO tempo uno ci passa, ma del MODO in cui questo tempo viene considerato: onestamente io, pur da internauta tutt'altro che occasionale, sono il primo a ritenere che tutto ciò che succede con gente conosciuta solo in maniera virtuale è e rimane "di serie B" rispetto a quanto accade nel reale.
Se un mio amico Tizio, poniamo il caso, mi dice "ehi, senti, per dopodomani sera abbiamo organizzato una partita di calcetto, ci sei?" (ho preso ad esempio una cosa che non mi dispiace affatto praticare), e io so che il mio unico impegno per quella sera è una giocata in un gdr bu chat che pure mi piace, bè...state pur certi che non avrei dubbi su cosa scegliere e sul fatto che mi inventerò una scusa per quel giorno con coloro con i quali dovevo fare quella giocata nel gdr by chat.
Ci si può passare anche due-tre, anche quattro ore diverse volte alla settimana, dico per dire, ma credo occorra sempre tenere a mente qual è la vita 100% reale e quale invece è un intrattenimento DEGNISSIMO e assolutamente PIACEVOLISSIMO, ma che mai potrà avere la dignità della pura realtà...come qualunque altra cosa riguardi Internet, se è per quello, non ce l'ho solo con i gdr by chat.
30/12/2011 14:11:58
Zuffy, non te la prendere. :-)
Io proposi al mio relatore una tesi sul Medioevo fantastico, l'evoluzione da Tolkien ai gdr ed ai live e lui mi guardò come se scendessi dalla Luna, propinandomi una tesi terribile e noiosissima.
Magari se invece di prendertela ci spiegassi di cosa tratta potresti trovare addirittura più aiuto che la semplice compilazione di un questionario, questo perché ti trovi, qui, in mezzo a persone che al gdr tengono, che sia un passatempo, una passione o altro.
Nella mia risposta ti avevo fatto notare anche io come alcune domande non mi dessero opzioni di risposta in cui riuscivo a identificarmi, probabilmente perché tu hai impostato le tue prime domande su una vasta scala, ma andando avanti hai ristretto un po' le fasce.
Forse non ti aspettavi di trovare molte persone sopra una certa fascia di età o qualcosa del genere.
Bada che non è una critica, ma un'ipotesi formulata dalla lettura delle tue domande/risposte.
Invece di prendertela, potresti valutare se modificare qualcosa nel questionario, aggiungere opzioni, dando un target leggermente diverso alla tua tesi. Può voler dire lavoro in più, ma forse un risultato migliore.
E' chiaro che dovendo esporre l'argomento a chi non lo conosce devi attenerti a cose che possono essere comprese, ma il rischio è di creare una dicotomia tra 'gente che passa il tempo perché non ha di meglio da fare' e 'malati sociopatici che si alienano dal mondo'.
Non è sicuramente il tuo fine, ma, dati tutti i preconcetti che girano intorno al gdr ed a internet, è una paura comune.
Non infastidirti per quello che ti viene detto, ma fanne tesoro per la tua tesi e poi facci sapere come va. ^^
30/12/2011 15:01:34
Zuffy, non c'è nessuna accusa alla tua persona ed al tuo lavoro. E' solo una riflessione che nasce dal tuo questionario, ma poteva nascere da mille altre cose.
Nel mio specifico caso, se leggi il mio post, ho scritto che "non ho ancora compilato ilq uestionario perché sono in difficoltà". Non che "non lo compilerò mai perché fa schifo". Mai detto né pensato cose simili.
Nessuno critica il tuo lavoro ed anzi dovresti apprezzare che in molti altri casi simili nel forum sono state chieste finalità dei sondaggi, natura della ricerca ed altro, mentre nel tuo caso nessuno lo ha fatto, segno che il tuo post di richiesta dati è stato percepito come esaustivo a prescindere dalla funzione che dovrà svolgere.
Un solo appunto mi sento di farti: è vero che il tuo lavoro verrà presentato a chi di gdr non sa nulla, ma ricordati che al 90% dei casi l'utenza a cui hai chiesto i dati sa esattamente cosa è un gdr. Quindi è normale che tra "noi risponditori" ci si faccia domande e riflessioni su ciò che proponi, indipendentemente dal fatto che questo esuli dal tuo lavoro senza per questo invalidarlo o danneggiarlo.
Infatti, è stato aperto un thread apposito e separato per riflettere su queste considerazioni proprio per lasciare "libero e pulito" il thread del tuo sondaggio.
30/12/2011 19:42:46 e modificato da staff_bn il 30/12/2011 21:21:50
Vero, ma anche vero il contrario.
Per quanto le interazioni online soddisfino i nostri bisogni sociali, non lo fanno esattamente quanto quelle non virtuali.
Ho visto fin troppe volte amicizie "virtuali" durate anni, svanire come neve al sole nel momento in cui si staccava la spina del pc.
Senza considerare che la maggior parte dei giocatori di ruolo che ho conosciuto, santa gente del magico e virtuoso mondo dei gdr, non fa fatica a considerare le amicizie nate online come meno meritevoli di quelle fatte in modi classici.
E non è difficile immaginare il perchè: fino a quando viene a mancare il contatto fisico, visivo, verbale, ci sentiamo tutti più autorizzati a fare quel che meglio ci pare, incuranti di qualsiasi legame, etichetta sociale o semplice cortesia. Tanto non dovremo mai averci a che fare con questa gente dopo che stacchiamo il pc.
In conclusione, per me il discorso di grande inverno vale solo fino a quando si accompagna la conoscenza virtuale con quella non virtuale.
Su tutto il resto sono d'accordo, il gdr ha tanta dignità quanto il calcetto, se non di più.
30/12/2011 21:37:57
30/12/2011 21:40:38
30/12/2011 21:48:35
30/12/2011 22:25:47 e modificato da ghennadi72 il 30/12/2011 22:54:33
C'è una cosa che mi soprende un po', sempre, in questi casi. L'aria da "noi e loro". Come se l'essere giocatori facesse dei giocatori stessi una sorta di categoria, di casta, di nicchia, di sottospecie della specie Homo sapiens sapiens. La cosa che mi sorprende non è tanto la cosa in sè, ma il fatto che i primi a diffondere questo Verbo siano spesso i giocatori stessi o comunque persone che il gioco e le sue dinamiche dovrebbero conoscerlo (soprattutto quelli che arrivano a produrci tesi di laurea).
Ma credo che l'attenzione non dovrebbe essere focalizzata su un questionario, o sull'ennesima tesi sul gioco di ruolo online. Il discorso é molto più ampio e non riguarda solo le fotografie istantanee (parziali come ogni fotografia statica di una realtà dinamica) prese dal tal questionario o dal tal articolo del giornalista di turno che decide di parlare di gdr.
Una fotografia può trasformare in un'opera d'arte un cassonetto traboccante di rifiuti, e trasformare in un cassonetto traboccante di rifiuti un'opera d'arte o un monumento patrimonio culturale dell'umanità. Io diffido sempre delle fotografie con pretese di descrittività generale ed universale.
C'è sempre un po' la tendenza a ragionare per estremi. E questo non è mai un buon approccio, specie per chi aspira a dare alle sue osservazioni un manto "scientifico". Il rischio é sempre quello di confondere la fisiologia con la patologia, e presentare la patologia come fisiologia.
Del resto non accade solo col gioco di ruolo: va di moda presentare i casi di pedofilia nel clero come se fossero fisiologia e non patologia; va di moda presentare gli amanti del poker come imparanoiati pronti a vendersi casa, o dare in pegni i gioielli di mamma di nascosto, per potersi concedere un giro di carte in più, presentando la patologia come se fosse la fisiologia; va di moda presentare gli amanti del softair come militaristi esaltati che sfogano con un'arma ad aria compressa quello che vorrebbero fare con un vero AK-46, scambiando la patologia per fisiologia; va di moda presentare chi crede nel paranormale come una massa di creduloni pronti a comprare santità, salute e felicità da Vanna Marchi, scambiando la patologia per fisiologia; va di moda presentare l'essere umano di fede islamica come potenziale (o latente) terrorista assetato di sangue scambiando la patologia per fisiologia; e va di moda presentare i giocatori di ruolo (online e non) come una massa di pazzi scocciati pronti a mandare a quel paese posto di lavoro, famiglia ed amicizie per una "ruolata" in più, per un avanzamento in gilda, per il raggiungimento del 32° livello col pg mago da cartaceo.
O usciamo dalle "fotografie istantanee", che a seconda dell'inquadratura mettono in luce un aspetto parziale e magari anche distorto, e ci mettiamo invece a parlare di normalità, anzichè parlare di subnormalità, o continieremo a essere i primi a dire un mucchio di vaccate. Su noi stessi, questa è la cosa grave/divertente.
La normalità è che se frequento una squadra di calcetto, nessuno mi obbliga ad essere amico di quelli con cui gioco a calcetto. Nè mi si obbliga ad essere amico delle persone con cui esco una sera o due al mese in birreria, al cinema o per andare a pesca. Né é obbligatorio (e normale) essere amici dei colleghi d'ufficio, a meno di non essersi bevuti le stronzate aziendaliste per cui vanno pazzi i responsabili delle "risorse umane" (categoria a mio parere socialmente molto più pericolosa di qualunque latente terrorista islamico e di qualunque giocatore di ruolo matto scocciato).
La normalità innanzitutto è che i rapporti di amicizia sono una cosa rara. E' più corretto parlare di conoscenze, più o meno approfondite, più o meno piacevoli, a diversi livelli di coinvolgimento e di confidenza personale. Ma perchè svilire questi rapporti?
In questo senso il compagno "virtuale" con cui giochiamo di ruolo non è affatto diverso dal collega che vedo tutti i giorni in ufficio, o del compagno di squadra di calcetto del finesettimana, o degli avversari del tavolo da poker del venerdì sera.
E, non vorrei dire eresie, ma spesso i rapporti di questo tipo arrivano ad essere, con tutta la loro parzialità, significativi e gratificanti quanto le presunte amicizie conservate a distanza di 20 anni e 500 km, con "amici" d'infanzia, di scuola o d'università che vedi/senti due o tre volte l'anno o quando ti mandano una richiesta per Castle Age su Facebook.
Se do buca un tot di volte di fila, hanno tutto il diritto di mandarmi a quel paese, anche se non sono amici, anche se li "incontro" attraverso un monitor e non su un campo da calcetto o al tavolo verde.
Non mandare a monte gli impegni, con la scusa del monitor e della connessione frapposta, non é questione di anormalità, di devianza sociale o di sclerataggine: è questione di educazione, pura e semplice.
E poi, perchè parlare di "impegno", come se il gioco (o la sua gestione) fosse implicitamente un peso, un calice amaro da bersi, a fronte di attività considerate altrettanto implicitamente "più sane"?
Perchè continuare a battere con insistenza ossessiva (e anche un po' stupida, a mio parere) sulla presunta virtualità di questi rapporti, perchè insistere a considerarli di serie B, quando (a volte, non spesso ma qualche volta sì) si rivelano molto più gratificanti di rapporti "reali"?
Fuori di dubbio che una gita in bicicletta di primareva sia più "sana" di 5 ore di giocata per conquistare una chat. Sempre se nella tua città ci sono piste ciclabili. Sempre se nella tua città i livelli di micropolveri non ti espongono al rischio di prenderti un tumore ai polmoni appena tiri la seconda inspirazione profonda pedalando in salita.
Certo che in teoria una serata in un pub con gli "amici" é più gratificante. Sempre se quel giorno, o quella sera, hai voglia di uscire, magari metterti in macchina (e già all'uscita di casa ti girano vorticosamente gli attributi perchè perdi il posto auto sotto casa conquistato dopo mezzo pomeriggio di appostamento con l'elmetto per fregarlo al vicino di casa), rischiare tre quarti d'ora di invocazioni non proprio gentili agli indirizzi d'ogni divinità possibile immaginabile prima di riuscire a trovare parcheggio, e senza rischiare la rissa con esito mortale a colpi di crick (e ahimè senza resurgo) con un altro che come te sta cercando parcheggio da 45 minuti; sempre che 5 euro per un birra fetida, annacquata e/o salata in un locale con lo stereo che ti pompa 800 decibel nelle orecchie quando già arrivi al tavolo stremato dalla coda in macchina e dalla scampata rissa dopo i 45 minuti passati a cercare parcheggio, sia davvero considerabile un esempio di "sanità". Sempre che gli "amici" con cui esci si rivelino sempre e infallibilmente, al 100%, più interessanti e stimolanti di quello che avresti fatto davanti al monitor. Sempre che ritrovarsi regolarmente a condividere, nelle condizioni di cui sopra, le sfighe del padrone di casa che ti aumenta l'affitto, del collega che ti fa lo sgambetto in ufficio, dei 10euro di ICI in più pagate quest'anno, o di quanto ti manca a mettere da parte il mezzo stipendio che ti occorre per comprare un Iphone 4, siano discorsi che ti mettono di buon umore e ti fanno guardare con un sorriso fiducioso al domani. Come minimo quando rientri a casa, e trovi ovviamente il posto auto fregato dal vicino, ti piglia la crisi isterica, gli tagli le gomme e gli righi la fiancata con portachiavi. Però sei tutto contento perchè sei "sano" e non sei uno "sfigato/dissociato" che é stato a rincoglionirsi davanti a una chat.
Io credo che sarebbe il caso anzichè parlare regolarmente dei giocatori come gente deviata che sacrifica la normalità del reale per una dimensione virtuale/immaginaria, che si cominciasse a mettere in discussione la presunta normalità della vita reale media delle persone in fascia d'età variabile tra la post-adolescenza e la maturità.
Forse si inizierebbe a capire qualcosa di più di quello che ci circonda. Amicizie? Sono davvero rare. E spesso sono anche un lusso, al giorno d'oggi. Le amicizie che costano poco (e quindi, di conseguenza, valgono anche poco) sono quelle da click. "Richiedi l'amicizia". Eh?? Richiedi cosa??
Gli amici/amiche veri/e li conto sulle dita di una mano. Qualcuno l'ho persino conosciuto giocando. Le amicizie sono fatte anche di alti e bassi, di allontanamenti e riavvicinamenti. E spesso è anche rarefazione dei rapporti, per motivi contingenti.
Io un amico che non capisse che magari una sera non ho voglia di farmi 40 km di raccordo, 45 minuti di smadonnamenti cercando parcheggio, e 120 minuti di lady Gaga sparata nelle orecchie a 800 decibel mentre sorseggio una fetida birra pagandola dai 5 ai 10 euro, e che di conseguenza una sera preferisco dargli buca, e svaccarmi davanti a una chat, lo manderei a ######## per principio.
E l'amico ad essere l'alieno dissociato, l'idiota che ha bisogno di una seduta dallo psicanalista, in quel caso. Non io.
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