È Castronova (2007, p.61) ad affermare che oggi “le persone che si
immergono negli universi sintetici sono assai più simili ad un
professionista adulto, serio e razionale di quanto si possa pensare.”
Questo è in netta e chiara contraddizione a quel che invece scriveva
Speciale (p.199) nel 1999, a proposito dei M.U.D., di un “fenomeno
presente nella rete da diversi anni e poco noto poichépraticato, quasi
esclusivamente, da una cerchia ristretta di giovani adolescenti.”
Certo il docente americano ha dalla sua il potersi riferire alla realtà
odierna e non quella di un decennio fa, quando l’evoluzione del
M.U.D. non si sarebbe immaginatoavrebbe potuto comportare un
fenomeno come quello dei giochi di ruolo massivi.
Così quelli che, in quegli anni, come Giuliano, ebbero il coraggio di
considerare degni di nota realtà diquesto genere oggi possono dirsi
soddisfatti per l’evoluzione di queste realtà, che certo hanno
trasformato molte delle caratteristichedi quell’oggetto di studio, ma
di certo seguendo l’imprevedibile strada del divenire.
“Gli eventi dei mondi sintetici richiedono un’attenta considerazione
non solo perché sono umani, ma anche perché possono avere
conseguenze che si diffondono verso l’esterno, nel nostro mondo
reale.” (Castronova, 2007, p.59) .
Come non render loro attenzione dunque, almeno da parte di chi
scrive, con un tentativo di analizzarli da vicino, prima identificando
esattamente l’oggetto specifico in un vero e proprio universo di
significati che assumono. Sperando poi d’aver chiarito in maniera
sufficiente quel che compone ed ha dato origine al M.U.D. si
prosegue nello specifico ad indicare come ci si presenta in questi
mondi sintetici particolari e cioè come “identità come costrutto
infinitamente manipolabile attraverso narrazioni che [...] si scoprono
libere e organizzabili sulla base delle esigenze individuali” (Morcellini,
2006, p.13), tramite il primo grande patrimonio culturale che l’uomo
abbia mai avuto: la scrittura, che viene adoperata nella forma
migliore che si possa finora utilizzare in Rete ovvero l’ipertesto.
Infine non poteva mancare una considerazione dell’effetto più
importante che quest’attività non solo ludica può avere su chi la
pratica, assieme a previsioni più o meno probabili sul futuro
dell’oggetto d’analisi.
L’inserimento di questo argomento in materia di Psicologia della
Comunicazione Artistica non è affatto casuale: è un tema che
coinvolge ambiti non solo sociologici ma anche artistici, dalle arti
performative alla letteratura, non disgiunti da un approccio
improntato sulla considerazione dell’identità interfacciata e quindi di
tutti quegli effetti che produce sul soggetto. Non è un caso che uno
dei maggiori testi di riferimento, scritto dal più illustre studioso
italiano sul campo, Luca Giuliano, si intitoli “Il teatro della mente”.
L’argomento quindi si può dire interdisciplinare perché chiama a sé
numerosi aspetti degli studi antropologici, di studi che hanno
comunque un metodo che rapporta sempre l’oggetto di studio
all’essere umano, ma questo si palesa ancora più chiaramente
durante la lettura di queste righe che seguono.