Uno dei misteri più affascinanti della storia è senza dubbio Atlantide. Un'isola favolosa abitata da una civiltà padrona di una tecnologia incredibile per l'epoca e che scomparve improvvisamente senza lasciare alcuna traccia.
Il primo a scrivere più dettagliatamente d'Atlantide fu il filosofo greco Platone nei suoi due dialoghi il "Crizia" e il "Timeo". Nel dialogo in cui parlò più dettagliatamente d'Atlantide, il "Crizia", scrisse prima di come gli dei si divisero il mondo e le sue regioni e poi descrisse Atene e la favolosa Atlantide. Quest'isola, più grande dell'Asia e Libia messe insieme, secondo l'interlocutore Crizia, che parla nel dialogo, si trovava oltre le Colonne d'Ercole (lo Stretto di Gibilterra, chiamato così da Erodoto nel V secolo a.C.). Il racconto va avanti con la storia del viaggio di Solone a Sais avutasi nel 590 a.C. dove tramite un sacerdote d'Iside venne a conoscenza di una splendida isola che si trovava al di là delle Colonne d'Ercole e della sua evolutissima civiltà che, secondo il sacerdote, governò per secoli il mondo. Purtroppo circa 9000 anni prima dell'arrivo di Solone a Sais un cataclisma colpì l'isola facendo sprofondare le sue montagne e la sua civiltà nei flutti del mare.
Platone, oltre a descrivere la genealogia Atlantidea, che discendeva dal dio Poseidone, descrisse il suo territorio. L'isola era circondata su tre lati da montagne che la proteggevano dai venti freddi; la pianura era irrigata artificialmente da un complesso sistema di canali che la dividevano in seicento quadrati di terra chiamati klerossu, che oltre a rendere il terreno fertilissimo, davano acqua a tutta la popolazione. La città principale, Atlantide, sorgeva sulla costa meridionale ed era circondata da una cerchia di mura di settantuno chilometri, ma la città vera e propria, protetta da altre cerchie d'acqua e di terra, aveva un diametro di circa cinque chilometri. Platone si sofferma poi ad elencare le ricchezze dell'isola Atlantide ed è qui che fa la sua entrata il famoso metallo "l'oricalco", il metallo più prezioso dell'epoca, che era estratto da molti punti dell'isola.
Popolo di guerrieri, gli atlantidei conquistarono un vasto territorio che, secondo le affermazioni di Platone, andava dall'America, all'Egitto a parte Europa. Esistono alcune teorie secondo cui le tre piramidi di Giza e la sfinge furono edificate dagli abitanti d'Atlantide, mentre altre ipotizzano che i Tolteci, i precursori delle civiltà Maya e Azteca, fossero colonizzatori atlantidei. Queste spiegherebbero le notevoli analogie tra le civiltà dell'America precolombiana e quell'egizia, come la costruzione delle piramidi, l'imbalsamazione, ecc.
Il popolo del paradiso perduto non contento di dominare quest'enorme territorio volle attaccare l'impero di Atene, ma fù degnamente sconfitto con la successiva occupazione dei Greci della cittadella di Atlantide. Dopo molti anni di guerra, un terremoto e un'inondazione devastarono Atene, inghiottirono il suo esercito e fecero sprofondare Atlantide. Una giusta punizione, poiché con il trascorrere dei secoli, gli Atlantidei si erano corrotti, Platone scrisse "E Zeus, il re degli dei, intuito che questa stirpe degenerava miserabilmente, volle impartir loro un castigo affinché diventassero più saggi." La leggenda di un diluvio che distrusse il Paradiso Terrestre è presente in quasi tutte le civiltà del mondo, dai testi della Bibbia al diluivo di Deucalione, dal testo di Gilgamesh alla leggenda di Manu; queste sono solo poche leggende che parlano circa questa catastrofe, quindi si può supporre che realmente un diluvio colpì la terra in un remoto passato.
Oltre a Platone altri scrittori classici scrissero di un continente scomparso:
- Omero, nell'Odissea scrisse di Ogigia.
- Aristotele, che anche se parlò delle Antille (localizzate come Atlantide) non diede molta importanza alla narrazione del suo Maestro, e questa "non-opinione" ebbe un peso decisivo nel Medio Evo cristiano. Aristotele, infatti, era considerato un'autorità indiscussa, e ciò che egli aveva detto ("Ipse dixit"), e che non a caso concordava con la visione geocentrica dell'universo sostenuta dalla Chiesa, non poteva essere contestato. Per di più l'esistenza di un continente distrutto novemila anni prima non coincideva con la data della creazione del mondo secondo la Genesi, calcolata nel 3760 a.C.
- Marcellino, scrisse di una diffusa convinzione sull'esistenza d'Atlantide, e che "una grande fu inghiottita".
- Proclo, riferiva che gli abitanti delle isole Atlantide ricordavano che quella più grande e da cui dipendevano si inabissò nel fondo del mare.
- Plutarco, fece riferimento a un continente chiamato Saturnia.
- Timagene, parlò di "un'isola in mezzo all'oceano" da cui sarebbero generati i Galli
- Tertulliano, scrisse sull'inabissamento d'Atlantide come di un esempio dei mutamenti della terra facendo osservare che era stata "cercata invano".
Altri racconti antichi descrivono o parlano d'Atlantide, ma non hanno pieno affidamento come il resoconto fatto da Teopompo di una discussione tra Mida, re di Creta, e Sileno il quale trattava di un continente lontano.
La letteratura riguardo ad Atlantide non si fermò all'antichità. Tra i più famosi possiamo trovare:
- Nuova Atlantide: di F.Bacon, pubblicata in inglese nel 1621 (New Atlantis) e poi in latino nel 1627 (Nova Atlantis) in appendice alla Sylva Sylvarum. Si tratta di uno scritto che descrive una favolosa "Casa di Salomone", nella quale un gruppo di saggi si dedicava alle scienze e all'avanzamento del sapere. Successivamente fu pubblicata la "Continuazione della Nuova Atlantide" ("Continuation of the New Atlantis"), un opuscolo sotto forma di dialogo in cui l'autore, J. Glanvill, descrive una società retta da filosofi e sapienti che vivevano in un'isola del Pacifico.
- Atlante: di Olof Rudbeck. "Atlas sive Manheim vera Japheti posterorum sedes ac patri" (ovvero: Atlante o Manheim, vera sede e patria dei discendenti di Iafet), in cui Rudbeck ricostruisce la storia della Svezia antica : i Goti sono ,secondo lui, il centro della storia del mondo e la Svezia non è altro che Atlantide, fonte di ogni civiltà. La lingua gotica è primigenia e discende direttamente da Noè.
- La Atlàntida (1877): di J. Verdaguer i Santalò, che attribuisce alla storia leggendaria dell'Atlantide lo stimolo che spinse Cristoforo Colombo alla sua esplorazione.
- Atlantis e Ragnarock: due testi dello scrittore Ignius Donnelly che, grazie a lui, nell'inizio '900 risvegliarono l'interesse per Atlantide. Il primo narra sulla fine d'Atlantide, mentre il secondo racconta di una cometa che 30000 anni fa colpì la terra causando delle conseguenze disastrose.
- Atlantide (1919): di Benoit Pierre. Ambientato nel deserto africano la cui protagonista è Antinea, regina d'Atlantide e novella di Circe, attira a sé ufficiali e viaggiatori, portandoli uno dopo l'altro al suicidio. Questo libro ispirò una serie d'avventure cinematografiche, dai classici di Feyder e Pabst (rispettivamente nel 1921 e nel 1932).
Riguardo alla localizzazione d'Atlantide esiste una moltitudine di teorie. Secondo quello che scrisse Platone, alcuni studiosi hanno formulato che l'Islanda fosse la sede dell'isola che ci descrisse Platone. L'Islanda si trova nell'oceano Atlantico, e vale a dire fuori dello Stretto di Gibilterra (le antiche Colonne d'Ercole). Accanto a lei sorgono altre isole di varia estensione, come le isole Elisabetta II, l'isola di Grant ecc.., le quali formano una specie di ponte verso le coste settentrionali dell'America del Nord. Le coste settentrionali dell'Europa, dell'Asia, del Nord America formano un arco che circonda quasi completamente il Mar Glaciale Artico, comunicante con l'oceano Atlantico attraverso una vasta apertura formata dal Mar della Groenlandia, non paragonabile allo Stretto di Gibilterra. Solo in questo caso Platone avrebbe potuto riferirsi ad una terra, sostenendo che essa abbracciava quasi per intero il mare; non esistono, infatti, nell'Atlantico altri luoghi in cui la terra sembra circondare il mare.
Molti ricercatori che hanno studiato la "questione Atlantide, la collocano in corrispondenza della pianura sommersa intorno alle Azzorre, includendovi anche le isole Canarie e Madeira (i cui abitanti originari ritenevano d'esseri superstiti d'Atlantide). La maggior parte degli studiosi, però, colloca l'antico continente sommerso nel Mediterraneo, nell'isola di Thera (moderna Santorini). Intorno al 1500 a.C., una catastrofica esplosione vulcanica distrusse l'isola di Thera. Il centro della città esplose e fu poi inghiottito dagli abissi marini, il quartiere nord - ovest, sepolto da ceneri e detriti, fu scoperto e scavato dagli archeologi. Essi pensarono che l'esplosione avesse inferto un colpo durissimo non solo alle regioni circostanti, ma all'intero mondo minoico, la teoria d'Atlantide riceveva in tal modo un insperato sostegno. Anche se l'idea di una fine catastrofica dell'antica civiltà di Creta è stata in seguito molto ridimensionato, è indubbio che l'elaborazione di molti miti posteriori trovi la sua origine proprio nella memoria d'eventi simili.