C'era un tempo in cui i bambini, non avendo grandi risorse a disposizione per potersi divertire, si fermavano, riflettevano e, dopo complessi ragionamenti di matematica quantistica, esclamavano: ok, io faccio il ladro e tu sei il poliziotto che mi deve catturare.
Per quanto banale possa sembrarvi il classico “guardie e ladri”, egli è, a tutti gli effetti, un gioco di ruolo, proprio per il suo “gameplay” (giusto per usare parole a noi conosciute) che mette i giocatori nel ruolo di qualcuno. Che gli fa interpretare un personaggio.
Molto probabilmente, all'espressione “gioco di ruolo” ciò che vi balenerà subito in mente saranno titoli come World of Warcraft, Ultima, Baldur's Gate ecc, ma dovete sapere che ci fu un tempo in cui ancora non esistevano i videogiochi ma esistevano i giochi di ruolo.
Dovete sapere che il primo gioco di ruolo della storia, Dungeons & Dragons, a cui sono ispirati la maggior parte dei GDR venuti dopo, non prevedeva l'utilizzo di un computer (o di una console) per essere giocato; tutt'altro.
I “veri” giochi di ruolo richiedevano solo carta e penna, qualche dado e poco altro. A farla veramente da padrone era l'immaginazione che, unita al buon senso, dava origine a centinaia di vicende diverse in un mondo si fantasy, ma comunque credibile ed immersivo.
Quella che inizialmente potrebbe (e sottolineo potrebbe) sembrare una caratteristica limitante, si trasforma invece nel vero cavallo di battaglia di questo genere di giochi, in quanto, se esiste qualcosa di infinito, questa è proprio la fantasia.
Bastava radunare un gruppo di amici, sedersi ad un tavolo e il gioco aveva inizio; a seconda della creatività dei partecipanti e della loro voglia di sceneggiare una storia profonda, era possibile partecipare a sessioni di gioco che potevano concludersi anche dopo anni.
Ognuno aveva il suo piccolo personaggio personale, con le proprie abilità e caratteristiche che, nel corso del gioco, progrediva, scopriva, si potenziava, gioiva, soffriva e, addirittura, moriva insieme al giocatore (solitamente con grande tristezza e sconforto dello stesso).
Col tempo, i giochi di ruolo si sono modernizzati e sono approdati su macchine digitali come i PC, anche se, ad essere onesti, più che un evoluzione vera e propria, si tratta di una “biforcazione”, in quanto i tradizionali GDR carta e penna non si sono estinti e, anzi, continuano ad avere un florido mercato che gli ruota attorno.
Secondo molti affezionati dei GDR cartacei, le controparti digitali erano piuttosto “monche” rispetto ai predecessori, per il fatto che, per ovvie ragioni, un computer non poteva prevedere le infinite variabili che è in grado di processare la mente umana e, cosi, ci si ritrovava con personaggi e trame preimpostati.
Un difetto che, effettivamente, è presente ancora oggi, anche se non mancano le eccezioni: titoli come The Witcher, Fable, Dragon Age (giusto per citare esempi recenti) permettono di sviluppare storia e pg con una certa libertà, pur mantenendo un sottofondo “pilotato”.
Se vogliamo, un vantaggio dei giochi di ruolo videoludici è la loro comodità, ad occuparsi di tenere il conto di statistiche varie sarà il pc e potremo fare a meno di annotare tutto manualmente.
Altra tipologia di giochi di ruolo da menzionare sono i cosiddetti MMO, ovvero giochi di ruolo, giocabili soltanto online, con milioni di giocatori contemporaneamente.
Gli MMORPG presentano ambientazione enormi e dotate di background narrativi spesso molto complessi, sono zeppi di missioni da compiere e, prima di essere completati al 100%, richiedono centinaia di ore di gioco; tutto questo, a scapito della trama principale che, spesso è sacrificata per esaltare altri aspetti, al contrario dei GDR in singolo, dove è parte integrante dell'esperienza.
Ad oggi, ogni categoria (cartacei, singoli e MMO) può contare su vari esponenti che ne rappresentano al meglio l'essenza e le cose si sono talmente evolute che riesce difficile porre tutti sullo stesso piano.
Sebbene, infatti, siano tutti classificabili come giochi di ruolo, giocare ad un Dungeons & Dragons cartaceo qualunque è molto diverso dall'impersonare i panni di Geralt di Rivia, cosi come è ulteriormente diverso dal girovagare per le terre di Guild Wars.
Negli ultimi anni il modello dei giochi MMO sta decisamente prendendo il largo, coinvolgendo centinaia di migliaia di persone diverse in tutto il mondo in quello che sembra essere, a detta di molti, il modello di gaming del futuro.
I motivi sono facili da individuare: come detto prima, gli MMO sono amati dai giocatori di oggi perchè sono più semplici dei carta-e-penna. Non richiedono sforzi particolari: ne' d'immaginazione ne' di calcolo, e il nostro appassionato player dovrà solo “occuparsi” di lasciarsi trascinare in un mondo altro, completamente distaccato dai problemi e dalle routine della realtà.
Anche gli sviluppatori amano gli MMO, in quanto più “resistenti” alla pirateria rispetto ai GdR singoli, data la loro essenziale componente multiplayer: si tratta questo di un vantaggio non da poco per le case produttrici, ormai costrette a fare i conti, ogni giorno, con i download illegali.
Il modello dei Freemium poi, comprendente tutti quei titoli che sono sì gratuiti da giocare, ma che presentano anche un cash-shop che consente ai giocatori paganti di avere più o meno piccoli vantaggi ingame, sta riscuotendo negli ultimi 3-4 anni dei risultati davvero insperati.
Su siti specializzati di una certa fama - come IGN.com tanto per fare un esempio - iniziano a comparire articoli nei quali si prevede che gli MMO freemium saranno, nel giro di poco, i titoli più giocati in assoluto, e le cifre sembrano supportare in pieno queste previsioni.
Se ancora non conoscete bene questo mondo, potete dare un'occhiata alla classifica dei migliori MMO ed MMORPG free-to-play curata da AreaMMO.it, contenente sia browser game (ossia giochi senza necessità di download), che giochi con client, piu simili ai vari World of Warcraft, Guild Wars, etc..
In ogni caso, l'elemento che rende veramente unici i GDR è la loro capacità di immergere il giocatore in un mondo parallelo, di immedesimarsi nel proprio personaggio e di farli vivere un tripudio di emozioni dettate dalle scelte fatte e dal grado di “connessione” che abbiamo raggiunto con il nostro alter ego, tutte cose difficilmente raggiungibili da altri generi di giochi.
Come disse Giordano Bruno, esistono infiniti mondi, dunque sia che il vostro mondo si trovi in un block notes, sia che scorra nel vostro cavo ethernet o che sia situato nel hard disk del computer della vostra silenziosa e solitaria cameretta, sia che siate un umano, un elfo, un demone o chissà cos'altro, preparatevi, vi aspetta l'avventura migliore di tutte: la vostra.