Da sempre nei giochi di ruolo online ogni giocatore ha la possibilità di definire il proprio personaggio non solo nel background, nel carattere, nelle abilità o nelle sue conoscenze, ma anche fisicamente, mediante il supporto di un’immagine che è possibile inserire nella scheda di gioco che si va a creare. Foto di attori, cantanti, scrittori o atleti, reperite tramite il web, che possano rispecchiare il più verosimilmente possibile le fattezze del personaggio che abbiamo scelto di interpretare, per alimentare maggiormente l’immaginazione di chi gioca. Nel gergo internettiano, si parla di avatar. Alcune schede offrono più spazio di altre per l’inserimento dell’avatar, ne focalizzano più o meno l’attenzione posizionandolo in un determinato spazio o definendolo entro dimensioni ben precise calcolabili in pixel. Quindi troveremo frame più rettangolari, altri quadrati, alcuni con un allineamento orizzontale, insomma, senza limiti di fantasia, il tutto a discrezione delle scelte stilistiche del grafico della land. Negli ultimi tempi anche quelle sezioni in scheda, riservate alla cosiddetta descrizione o al background, piuttosto che alle conoscenze/affetti, danno la possibilità, tramite il BBcode o l’HTML, di farcire il tutto con una veste grafica a proprio piacimento, che implementa sicuramente l’impatto visivo, e quindi in un certo senso “fisico”, del personaggio. Accanto all’arte stilistica del narrare, al saper scrivere, si è affiancata anche quella grafica. Ma facciamo mente locale, e pensiamo: nei primi GDR online, quanto era diffusa questa moda?
Sì, si tratta ormai di una vera e propria moda, che sta prendendo piede in qualsiasi gioco di ruolo online, da quello fantasy, a quello moderno, a quello fantascientifico, e che a volte rischia di confondere e deviare sugli scopi per cui ci si imbatte in questo tipo di passatempo. Qualcuno potrebbe pensare che in realtà si tratti di un’evoluzione, che procede a pari passo con la conoscenza dei linguaggi informatici e con l’affacciarsi sempre maggiore, da parte di autodidatti, al mondo dei codici, della programmazione, della grafica. Ma se si trattasse solo di un’evoluzione, si parlerebbe allora di qualcosa che sia anche funzionale. In quale modo può essere funzionale un’immagine modificata con le textures? Nella sezione descrizione di una scheda, in che modo può essere funzionale un’immagine ridimensionata ed arricchita solamente da una citazione tratta da un film, da un libro, o dal nostro cantante preferito? Se l’effetto vuole essere quello di creare suspense, ed un alone di mistero intorno al proprio personaggio, allora perché ogni scheda è strutturata con le canoniche sezioni? Sarebbe molto più comodo farne a meno. Sì, forse è più giusto parlare di moda allora. Di un qualcosa che piace alla massa, e che la massa decide di migliorare e sviluppare, tentando ognuno di aggiudicarsi un’intuizione originale nel mucchio del trito-e-ritrito.
Immagini appesantite dalle textures più ricercate e particolari, effetti di luce, di chiaroscuri, fonts eleganti, colori abbinati, gif animate. Ci sono topics nelle bacheche dei giochi di ruolo in cui si offre la propria esperienza (a volte dubbia) per creare avatar su ordinazione, oppure si chiede consiglio su quali programmi di grafica sia meglio utilizzare per abbellire il faccino del proprio personaggio. La lentezza con cui si ingrana, ci si introduce nel gioco attivamente e si conosce la land, è direttamente proporzionale all’abbellimento della propria scheda. Quante volte vi è capitato di vedere i famosi status dei giocatori, aggiornati con frasi del tipo: “non posso giocare, sto graficando!”, “avatar in ri-costruzione”, “aiuto con la scheda!”? Alla fine ci si ritrova una fetta di utenza parcheggiata ma potenzialmente giocante, e qualche gestore che si lamenta del piattume e della mancanza di feedback.
Le schede sono diventate uno spazio per la creatività (ma non la creatività fatta di parole) a discapito del reale utilizzo degli specifici campi, di quelle sezioni nate molto tempo fa, tramandate, adottate da tutti ed in ogni ambientazione, con piccole varianti semantiche che non ne pregiudicano lo scopo: descrizione, background, conoscenze. Le descrizioni, quelle che un tempo venivano fatte dalle parole, a volte anche sgargianti e coraggiose (“il bipede dalla chioma dorata e l’iride cerulea”), hanno lasciato il posto a citazioni e minimalismi, ad haiku misteriosi sradicati per lo più dai testi di una qualche canzone di passaggio, con la convinzione che la semplicità paga sempre, anche se priva di contenuti. Vengono appoggiati su sfondi photoshoppati (neologismo post-moderno), che giustificano la loro esiguità di spessore dietro la facciata di un voluto intento misterioso, impenetrabile, che si vuole dare al proprio personaggio: “Non voglio svelare niente del mio pg, voglio che lo si conosca giocando”. Lavori fatti da esperti (non ufficialmente riconosciuti ma auto-nominatisi tali) o da autodidatti (chiamiamoli pure niubbi) in continua evoluzione. Certe produzioni sono davvero affascinanti, precise, in linea con l’ambiente, studiate, e danno mostra di come si riesca a creare, coi colori e le immagini, il giusto abito al proprio personaggio. Ti fanno dire senza esitazioni “che bel pg!” a prescindere che il volto utilizzato sia quello di un tronista o di un pingue politico. Altre sono più raffazzonate e goffe, diciamo anche imbarazzanti, ma non per questo timorose di esporsi al grande pubblico, dando prova di quanto il concetto di “bello” sia davvero soggettivo. Ma è sempre stato così? I linguaggi del web in fondo sono nati prima dei giochi di ruolo online, così come prima è nato Photoshop (per esempio). Allora perché agli albori dei GDR online, nessuno prestava così tanta attenzione, e tempo, alla veste grafica della propria scheda?
I primi anni in cui i giochi di ruolo hanno attecchito nel mondo del web, l’utilizzo e la conoscenza dell’ambito grafico si limitava ad un uso strumentale per perfezionamenti od abbellimenti della land stessa. Gli avatar erano invece più standardizzati: si usavano disegni veri e propri (in ricordo dei vecchi cartacei forse) che rispecchiavano una determinata tipologia di personaggio (l’elfo, il vampiro, l’umano, il robot, l’umanoide). C’erano siti e forum che racchiudevano collezioni di elaborati specifici, e a volte capitava anche di vedere personaggi con la stessa “faccia” nella stessa land. Poche erano le schede che puntavano ad un impatto visivo come lo fanno oggi, e veniva sicuramente dato più risalto e respiro alla stesura vera e propria delle descrizioni piuttosto che dei backgrounds. Proprio questo, a volte, era il miglior modo per qualificare un player rispetto ad un altro. Senza ipocrisia, chi non ha mai appurato che, tendenzialmente, quelle descrizioni elaborate con cura, fantasia, precisione, fossero da addebitare ai giocatori più illuminati, agli esperti, “ai bravi, ma bravi per davvero”? E se si voleva un gioco di un certo livello, era da loro che si andava a bussare. Adesso è diventato tutto molto più complicato. Chi non è bravo ad usare Photoshop, e nemmeno i congiuntivi, commissiona i propri intrighi grafici al volontario di turno nella land, così alla fine, se ti sembra che quel player possa muovere un personaggio interessante perché ha la scheda fatta bene, invece può capitare che ti becchi una sola, e ti devi sorbire una giocata noiosa e sterile.
Universalizzare questa tendenza allo style grafico forse è un po’ eccessivo o azzardato, come del resto potrebbe esserlo giudicare un libro dalla copertina, un monaco dal suo abito, o Fabrizio Corona dai suoi tatuaggi. Ma non possiamo nemmeno negare la sua esistenza. Difatti, così come nel mondo si evolve qualsiasi cosa, anche nel web i giochi di ruolo stanno vivendo un loro progresso, e quello che una volta era vecchiotto e demodé, viene naturalmente, per suo corso, sostituito da qualcosa di sempre più intrigante e coinvolgente che non a caso, nella società di oggigiorno, si rispecchia nel “primo impatto”. Ovvero, nelle schede fatte bene. Parlando per luoghi comuni - che non sempre sono da sottovalutare poiché restano i più facili da comprendere - si potrebbe pensare che la nuova generazione “c’ha poco sbatti” di spendere troppo tempo per la lettura/scrittura, e preferisce le vie più semplici ed una comunicazione più immediata, per immagini, per l’appunto. E che quella vecchia si sia adattata per comodità o necessità. Ma tutto ciò potrebbe entrare in conflitto con il fatto che, per nomea, chi gioca di ruolo in genere ama leggere e scrivere, o quantomeno non inorridisce di fronte ad un libro o qualsiasi testo più lungo di un haiku. Perché allora le schede dei personaggi non sono più quelle di una volta? È giusto pensare che Photoshop sarà la nuova frontiera per le schede dei nostri pg solo perché va’ di moda così, a discapito di quei contenuti che potrebbero essere più rilevati? In un riquadro 600X400 è meglio dare sfogo alla scrittura, o alla “graficatura”?