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Il gioco di ruolo (GdR), sia esso cartaceo o digitale, rappresenta uno spazio unico in cui i partecipanti interagiscono interpretando personaggi in un mondo immaginario. Però l’interazione in queste dinamiche può diventare problematica quando viene meno la distinzione tra ciò che è "nel gioco" ON e ciò che è "fuori dal gioco" OFF. Quando i confini tra il personaggio interpretato e il giocatore reale si dissolvono, le conseguenze sociali e psicologiche possono risultare gravi, in particolare se manca una moderazione adeguata. Questo viene accentuato nei pbc, i giochi di ruolo by chat online. Questo trattato esamina la tossicità che può emergere da tale confusione, analizzando come l'assenza di una moderazione efficace possa portare al collasso di un gioco di ruolo, in particolare nei contesti in cui il Player vs Player (PvP) è accentuato.
Nel contesto di un GdR, il ruolo è un elemento centrale che permette ai giocatori di separare le azioni dei loro personaggi dalle loro identità reali. In alcuni ambienti di gioco, questa distinzione si confonde, portando i giocatori a trasporre le tensioni e i conflitti dei loro personaggi nelle loro interazioni personali.
Quando i giocatori non riescono a mantenere questa distinzione, emergono due problematiche sociologiche significative:
- Personalizzazione del Conflitto: Il conflitto tra personaggi diventa un conflitto tra persone. Un’azione ostile intrapresa da un personaggio durante una sessione di gioco viene percepita come un’offesa personale dal giocatore avversario, portando a tensioni reali.
- Deriva Verso il Comportamento Tossico: L’ambiente di gioco, che dovrebbe essere uno spazio sicuro per l'espressione creativa, diventa un terreno fertile per comportamenti tossici, tra cui insulti, accuse e attacchi personali.
Sociologicamente, questa dinamica crea un effetto domino, dove il comportamento aggressivo di uno o più giocatori inizia a influenzare l'intero gruppo di gioco, alimentando una cultura di ostilità e rancore.
Il PvP rappresenta una parte cruciale dei GdR, ma può rivelarsi un’arma a doppio taglio. Se da un lato permette un interazione competitiva e adrenalinica, dall’altro accentua la possibilità di conflitti. Quando la moderazione è scarsa o assente, il PvP diventa un terreno fertile per la tossicità, in quanto i giocatori tendono a:
- Competere ad ogni costo: Il desiderio di vincere può portare a comportamenti anti-sociali, come lo sfruttamento di regole di gioco o l'abuso verbale nei confronti degli altri giocatori.
- Personalizzare il fallimento: Per molti giocatori, la sconfitta in un contesto PvP non è solo una sconfitta del personaggio, ma una ferita al loro ego. Questo porta spesso a scatti d’ira e insulti rivolti agli altri partecipanti.
La competizione PvP esaspera dunque la confusione tra ON e OFF, poiché i giocatori faticano a separare l’esperienza ludica dalla loro esperienza emotiva reale. Questa dinamica è particolarmente distruttiva nei GdR, dove la cooperazione e l’interazione tra giocatori sono fondamentali per il successo e il divertimento collettivo.
La mancanza di una moderazione efficace rappresenta uno dei principali fattori che facilitano la degenerazione delle dinamiche sociali all’interno di un GdR. La funzione della moderazione o il corpo gestione che dovrebbe essere quella di mediare i conflitti e prevenire comportamenti tossici, ma quando ciò non accade, si verifica una spirale discendente:
- Scomparsa della Diplomazia: I giocatori smettono di interagire con saggezza e razionalità, prediligendo un approccio aggressivo e vendicativo. Questo erode la coesione del gruppo e distrugge la qualità dell’esperienza di gioco.
- Impunibilità del Comportamento Tossico: Se non esiste una moderazione efficace, i giocatori percepiscono una sorta di "licenza" nell'adottare comportamenti scorretti senza conseguenze. Questa impunità rafforza atteggiamenti tossici che si normalizzano all’interno della comunità di gioco.
- Crollo della Fiducia e Abbandono del Gioco: Quando la tossicità diventa sistemica, i giocatori iniziano a perdere fiducia nel sistema di gioco e nei suoi partecipanti. Questo porta inevitabilmente a una fuga di giocatori e, nel peggiore dei casi, al crollo del gioco stesso, poiché il senso di comunità si disintegra. Soprattutto quando il corpo gestionale ai segnali di abbandono non indaga, ma ha la presunzione -che è emersa in questo trattato sociologico. è quello di pensare che i giocatori vanno via perché non accettano le critiche, non riuscendo a mediare. Eticamente dovrebbe prima parlare con il giocatore in questione, invece cancella direttamente, come se non comprendessero che senza i giocatori, un gioco di ruolo non esiste. Un gestore è un mediatore e non il bullo della situazione.
Un altro elemento sociologicamente rilevante è la mancanza di saggezza e diplomazia che dovrebbe caratterizzare i giocatori e gestori, specialmente quelli più esperti o gestori veterani, che hanno gestito altre land. Nei GdR, la capacità di negoziare, mediare e risolvere i conflitti in modo civile è cruciale per mantenere l'equilibrio sociale. Ma, quando i giocatori scelgono di agire in maniera impulsiva o aggressiva, anziché adottare un approccio diplomatico, il gioco diventa un campo di battaglia personale. Anche quando la mancanza proviene dalla gestione.
La saggezza, intesa come capacità di comprendere le implicazioni delle proprie azioni, di valutare le situazioni e di adottare soluzioni ragionate, è un valore che tende a perdersi in ambienti tossici. Quando i giocatori si accaniscono contro gli altri, dimenticando l’importanza del dialogo, si crea un circolo vizioso che porta alla rovina del gruppo e alla perdita del divertimento.
In un GdR, la separazione tra ON e OFF è cruciale per preservare l'integrità del gioco e delle relazioni tra i giocatori. La confusione tra questi due piani, unita all'assenza di moderazione e alla competizione accentuata del PvP, può generare un ambiente tossico che minaccia l'esistenza stessa del gioco. Sociologicamente, la tossicità che emerge da queste dinamiche è il risultato di una progressiva personalizzazione del conflitto e di un fallimento nel mantenere i confini tra gioco e realtà. Senza una moderazione adeguata e una cultura di saggezza e diplomazia, il crollo del gioco diventa inevitabile, poiché i dissapori e le tensioni distruggono il tessuto sociale che tiene unito il gruppo di gioco.
I GdR, per prosperare, necessitano di una comunità in cui i giocatori siano in grado di separare il conflitto immaginario dalla loro vita reale, e dove la moderazione sia pronta a intervenire per prevenire la degenerazione dei rapporti interpersonali.
Questo trattato è stato scritto dopo una valutazione attenta di un gioco di ruolo, di cui non verrà citato il nome, per evitare cattiva pubblicità, che ha portato a spunti sociologici, che vogliono essere di riflessione ai giocatori e agli altri gestori.