elogio del power player postato il 26/10/2007 13:23:26 nel forum giochi online e modificato da pistacchio il 26/10/2007 14:00:05
ovverio elogio del vero giocatore
c'è un libro che consiglio a tutti e che si chiama "theory of fun for game design" di raph kost. in questo libro, com'è facile intuire dal titolo, si parla di cioè che è il divertimento e di come applicarlo con buoni effetti ai giochi.
giocare è un mezzo molto usato nella biologia per apprendere. la natura essenziale del gioco è quella dell'apprendimento e dell'avanzamento. un gattino che giochi con i fratelli ad afferrarsi le code sta imparando, in realtà, a cacciare topi e lucertole. più gioca più diventa bravo. il divertimento è importante perchè è la chiave che muore al gioco. se non ci divertiamo smettiamo di giocare, esattamente come la fame ci porta a mangiare e smettiamo di farlo quando siamo sazi. è per questo che è indispensabile che un gioco sia divertente.
il concetto di "apprendimento" è intrecciato con quello di avanzamento, o almeno con la prospettiva di avanzamento (che è la sottile soddisfazione che ci porta a divertirci). un gattino si diverte perchè nota che più gioca più diventa bravo ad afferrare le code. un gicatore di monopoli vede cresce il numero di vie che possiede, uno di poker vede alzarsi la pila di fiches ha ha davanti sul tavolo. la sola prospettiva di crescita è divertente (ha tutte quelle fiches ma saranno mie!) e il gioco smette di avere senso quando la prospettiva viene meno (ok, vabbè, hai vinto, non posso raggiungerti più).
va da sè che i concetti di "vincere" e "perdere" sono intrecciati a doppio filo con il divertimento e il gioco, dove per vincere e perdere si intende l'avvicinarsi all'obiettivo (o il crescere in senso ampio) o l'allontanarsene.
il gioco di ruolo, non smetterò mai di ripeterlo perchè dai discorsi di qualcuno pare che non sia un'ovvietà, è un gioco e richiede degli obiettivi e una prospettiva di crescita senza i quali il concetto di divertimento cade.
in che modo si può vincere o perdere in un gioco di ruolo? agli albori del genere il concetto di avanzamento tramite vittorie e sconfitte era molto chiaro. si hanno delle caratteristiche e si devono aumentare. la forza, la destrezza, il proprio livello, il livello propria spada o della propria armatura unito a micro-unità di vittoria / sconfitta costituite da combattimenti e tiri di dado.
con l'evoluzione del genere la parte "interpretativa" è andata aumentando, come spazio non solo nei manuali ma anche nella percezione dei giocatori. lì dove i manuali consigliavano "20 punti esperienza per ogni koboldo ucciso" si è passati a "premiate i giocatori che interpretano meglio i propri personaggi". questo cambiamento di focus non ha comunque cambiato l'essenza delle cose. la competizione (contro gli altri o contro se stessi) per "fare più danno" è diventata la competizione "per essere il miglior intepretatore".
tornando ai giochi di ruolo online, mi risulta davvero difficile capire l'avversione che si ha nei confronti dei power player, o meglio, come sto per spiegare, di quelli che sono chiamati power player, protagonisti, per esempio, di nove vignette su dieci in questo sito.
chi è un power player? è colui che tenta, nel gioco, di apparire e diventare migliore degli altri. ovvero colui che gioca, visto che questa è l'essenza del gioco. molto spesso viene chiamato power player quello che vuole le caratteristiche più alte e le armi più potenti. è la natura umana del gioco quella di salire su una scala fino all'ultimo piolo, quando se ne vede una. se il gioco provede cinque caratteristiche con valori da 0 a 10, è normale tendere ad avere quelle caratteristiche a 10. se il gioco prevede una scala gerarchica (per esempio le gilde) è normale volerle scalare fino ad esserne capi e se l'organizzazione del gioco è gerarchica (gestore, master eccetera) è normale, anche lì, voler salire la scala fino al massimo livello raggiungibile. questo spiega tranquillamente l'uscita di tante community da parte di, palesemente, vuole abbreviare il processo di scalata al potere mettendosi automaticamente al punto più alto o non accetta l'idea che il livello massimo (il gestore) non è raggiungibile.
non ha senso mettere delle scale in un gioco e lamentarsi poi di chi vuole salirle.
c'è un altro tipo di scalatore non meno powe player, ma in media è considerato accettabile o meglio auspicabile e in genere è colui che usa il termine power player con disprezzo. è quello che dice che l'unica vera e pura forma di gioco di ruolo prevede esclusivamente l'interpretazione. questo tipo di giocatore interpreta al meglio affinchè la land in cui gioca possa essere considerata sempre più "quella in cui si gioca meglio", ovvero si arrampica sulla scala della competizione fra le land. oppure lo fa per farsi dire dagli altri che è un ottimo giocatore, ovvero sale la scala il cui gradino più basso è "straniubbo pessimo giocatore" e il gradino più alto, a cui aspira, è "miglior giocatore della land". o ancora, sogna segretamente, magari in maniera inconscia, di essere notato dai gestori, avere il loro plauso ed effettuare così la scalata sociale che può portarlo ad essere master, co-amministratore o altro.
questo è sbagliato? no! è gioco ed è divertimento. quello che a me stupisce è perchè una forma di scalata è consiederata errata e una no. se davvero un giocatore asperasse alla pure interpretazione senza se e senza ma avrebbe del tutto frainteso il senso profondo del gioco, avrebbe un concetto di divertimento patologicamente (biologicamente?) errato e risulterebbe noioso per gli altri come quelli che in chat scrivono venti righe di descrizione del movimento della mano associato ai sentimenti degli uccellini che lo circondano.
è il corrispettivo di giocare a calcetto contro una squadra di avversari che, presa posizione al primo minuto, rimane statica per 60 minuti nelle sue posizioni dichiarando che la cosa importante è esibire la loro nuova uniforme. o giocare a monopoli contro avversari che non comprano mai nuove vie, hotel e quindi in genere non offrono una sfida facendo mancare i pioli sui quali salire per divertirci.
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26/10/2007 14:15:01
Trovo questo post pieno di inesattezze, sia concettuali che etimologiche, ma iniziamo con calma.
26/10/2007 14:17:14
Presumo che le tue tasiere abbiano una vita media di due giorni, vista la quantità di lettere che inserisci in ogni post. :P
Diciamo che il concetto di PP è variegato. A titolo personale non considero Power Player il niubbo che entra ed ingaggia un combattimento, questo perché è dettato più dall'inesperienza che dalla mera volontà di primeggiare. Alcuni infatti sono ragazzini che a primo impatto scambiano il Gdr by chat per una sorta di videogioco in cui però il Pg lo muovi attraverso descrizioni in una stringa, a differenza del joy-pad utilizzato per le consolle.
La loro colpa è l'avere solamente una concezione errata di cosa davver caratterizza questi giochi, e se invece di tacciarlo come PP e lsciarlo a sè stesso, lo si prendesse sotto braccio e lo si educasse, di certo i risulati potrebbero andare a vantaggio del niubbo e della land che potrà poi contare su un discreto giocatore.
Poi ci sono invece i recidivi, che nonostante i consigli e richiami si ostinano a NON seguire le Regole su cui si basa il Gdr on-line. In questo caso lo si allontana semplicemente, con la coscienza pulita, in quanto se ci si è prodigati nel tentativo di inserirlo correttamente e lui si è rifiutato, non possiamo roderci il fegato. Ad ognuno la sua strada.
Quanto alla scala gerarchica ed alla ricerca di un posto di pretigio all'interno del gioco, penso sia un modus agendi quasi naturale, indotto anche dalla società in cui viviamo. Ognuno ha ambizione di essere insignito di una certa carica, poter godere di determinati privilegi ed elevarsi oltre la "massa", cui però non dobbiamo dare un connotato negativo.
Tornando al gioco, è chiaro che ognuno cercherà di acquistare sempre più potere, ma quì subentrano molte variabili. C'è chi una volta agguantata una determinata posizione abusa dei privilegi che gli sono stati donati, creandosi magari Quest su misura, oggetti magici superimbattibili, con la consequenza che il fondamento del Gdr viene meno: va bene godere di una certa forza (ad esempio un Master di Gilda combattente non avrà troppa difficoltà a poter battare un cadetto, anche se non è detto ovviamente, ma i presupposti ci sono.), ma se diventa sconsiderata per smania di grandezza, l'interazione viene meno.
E' come la Gilda dei Signori dei Draghi di Lot, creata solo per permettere alla gente di fare la figa quanto vuole con il proprio draghetto, dove tutti o sottostanno o muoiono; un'interazione un pò forzata.
C'è invece chi, nonostante gli vengano offerte posizioni come Amministratore o Master, mantiene la propria umiltà e si comporta come sempre. Ma son davvero pochi. Ed ecco che il divertimento scema quando alcune persone non possono essere considerati alla stregua di un Dio del Gdr.
26/10/2007 14:30:43
Dico una cosa semplicissima. Io incorporo tutte e due i tipi di "Ardore per le scalate". E' normale che mi piace essere considerato bravo e ricevere elogi da amici e gestori, ambire ad essere il miglior duellante delle land in cui gioco e cose simili è normalissimo. E anche cercare di interpretare un pg che si crede meglio degli altri è normalissimo.
Io definisco PP colui che:
1° Fa cose nel gdr che è impossibile fare allo stato attuale della crescita del pg (Per esempio un tizio appena iscritto che pretende di giungere nella land con la spada del millennio che ammazza tutti eccetera eccetera.)
2° Fa cose autoconclusive
3° Non rispetta il gioco altrui in qualsiasi forma.
Quello che cerca semplicemente di ottenere un grado alto non è un PP, anzi... è solo un giocatore che tenta di emergere.
Inoltre vorrei far notare che interpretare non significa "Scrivere quanti cazzo di uccelli cantano al mio passaggio accompagnandomi con un requiem mortale suonato da un carillon a molla scarico", ma muovere il personaggio con coerenza, scrivendo cosa fa comprensibilmente. Almeno i movimenti del personaggio devono essere descritti chiaramente, infatti per me è PP anche chi per "pomparsi" scrive tanti fronzoli in azioni che se vai a vedere non significano nulla.
26/10/2007 18:14:16
Anche nella mia interpretazione il termine power player non individua tanto un giocatore che mira ad avere un personaggio forte (obiettivo in cui del resto non vedo nulla di particolarmente biasimevole), quanto uno che scavalca le regole. Un giocatore che, in buona o cattiva fede, bara attribuendo al suo personaggio capacità, informazioni e abilità che non potrebbe possedere. Uno che se ne frega degli altri giocatori, trattandoli come insignificanti e trascurabili comparse nella storia di cui si sente, lui e solo lui, il protagonista: un sicario che intercetta la sua vittima nel buio più pesto e a una distanza eccessiva, ad esempio, oppure uno che interpreta un PG gratuitamente sospettoso o ostile verso un malvagio che non ha ancora fatto nulla per essere conosciuto come tale, ascrivendo all'intuito del personaggio un'informazione che deriva dalle conoscenze fortuite del giocatore.
Per me quindi un power player è precisamente qualcuno che non gioca, che non vuole giocare, che si sottrae anche alla competizione ma più in generale all'interazione con l'ambiente, con gli altri player e con il sistema di gioco stesso.
Questa orribile bestia, paradossalmente, è stata alimentata proprio dalla scuola di GDR on line che passa (anche qui mi sembra) per essere la più raffinata: quella che, blaterando di interpretazione pura, disdegna i numeretti, le statistiche, i livelli e le altri volgaVi scemenze alla D&D, e che in cotanto sdegno di fatto non si cura di porre alcun ostacolo teorico all'esistenza di un personaggio bellissimo, fortissimo, agilissimo, espertissimo, coltissimo e... tuttissimo.
Comunque, tornando a quello che penso sia il senso effettivo del post, anche io trovo che i GDR on line siano attraversati da un moralismo spaventoso, che magnifica il giocatore asceta e il gestore martire, stigmatizzando i piaceri semplici del gioco (es.: salire di livello? Che schifo! Ottenere un altro attacco e azzoppare i goblin? Roba da immaturi, uno bravo si gioca le ripercussioni del trauma infantile mica ste scemenze da videogioco!) e criminalizzando la leggerezza (es.: il gestore vero è quello che soffre e lavora per il prossimo suo in oscuro pertugio, 19 ore al giorno e possibilmente senza patatine e birre, non quello che - orrore - coltiva un hobby nel tempo libero). E' naturale che un tipo interessato solo all'avanzamento del personaggio (il rulesplayer di faber) si potrebbe con maggior soddisfazione orientare ai videogiochi ammazzatutto, ma non vedo nulla di così osceno nel godersi l'immediata e semplice soddisfazione regalata dal progresso del personaggio, soprattutto quando questo non sia frutto della mera somma di carcasse mostruose trofeo, ma della sua storia e delle sue esperienze ovvero, in finale, proprio dell'interpretazione che il giocatore ha dato di un carattere.
26/10/2007 19:50:04
Se esistono i Power Player è perchè sono esistite e esistono tutt'ora, delle comunità che permettono la sopravvivenza di questa razza...
Il Powerplayer è solamente un niubbo qualsiasi da prendere sottobraccio e insegnargli a giocare (come dice ramsay), a comportarsi Ongame correttamente, e OffGame correttamente......
Se ciò non avviene dalla parte del giocatore, sia nel torto che nello sbagliato, è sempre la comunità stessa bloccare il cammino in gioco dello stesso.
Se ciò non avviene da parte degli amministratori e company, allora il gioco di ruolo proposto non è da considerarsi serio.
Alla fin fine, gira e rigira, rifiniamo nello stesso pollaio, stesso argomento, stessa menata, stessa paranoia sulla vita generale....
Esistono società serie che dispongono di regole, insegnamenti, e informazioni d'interesse per il cliente...e quelle che lo fanno per soldi, tanto per fare e con poca voglia.
Esistono persone che si impegnano e rispettando le regole, quelle meno brave che rispettano le regole, quelle che ignorano le regole e così via... come nel calcio, nelle carte , nella vita.
Ma che ci vuoi fa!
Vuoi fare un sondaggio?
Quanto scommetti che la maggior parte dei player che non si impegnano sul gioco di ruolo by chat, considerati power player, non sono mai riusciti a finire un videogioco se non grazie all'aiuto dei trucchi e delle soluzioni?
E quando han giocato ai videogiochi senza trucchi, si son stancati tutti?
26/10/2007 21:15:20
26/10/2007 21:22:46
...non avete capito la logica....
Non ho detto che uno è un power player se gioca coi trucchi e non lo è se gioca al naturale, dicevo che la maggior parte dei powerpalyer vuole tutto subito, vuole la vita facile, le scorciatoie.... u.u
deh, ma deh...
capisco che c'è la libertà di pensiero ma non supponiamo cose che non sono state dette...u.u...
27/10/2007 15:37:09
27/10/2007 16:29:13
No black non è una questione sul "semiotica" della competizione, se ti vai a rileggere il mio post ti accorgerai che gioco di ruolo è una traduzione errata dell'originale role Play dove il play non sta per giocare quanto per Recitare/Interpretare. Mi spieghi in una interpretazione chi vince? Quello chi interpreta meglio? Per sapere questo hai bisogno di un osservatore esterno al gioco (che sarebbe il master), quindi non è una gara a chi "fa meglio" ma è un esercizio di metacognizione (termine da prendere moolto con le pinze).
27/10/2007 17:43:51
Quindi converrai che interpretare è l'obiettivo e siccome se non interpreti non stai giocando ad un GDR (ma a monopoli o Risiko) convverai che non c'è una "competizione". Raggiungere un fine non fa scattare una competizione, il gioco di ruolo è prima una dimensione intrapersonale ed in secondo livello interpersonale.
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