02/06/2013 21:40:35
Grazie, di cuore :)
03/06/2013 01:08:07 e modificato da yoshi il 06/06/2013 11:43:41
Vi lascio dare una sbirciatina ai PNG.
- SAN GIACINTO DI CESAREA
Il Vero Santo
Nonvivo
Scheletro
Millesetteceventoventotto anni.
Nato a Cesarea, Cappadocia, nel 96 d.C.
Rinato per la prima volta a Roma, Italia, Impero Romano nel 108 d.C.
Dimora a Ghoul Town
Nota 1
Giacinto era un giovane cristiano vissuto all'inizio del secondo secolo che viene ricordato dalla Chiesta Ortodossa e dalla Chiesa Cattolica come un martire ed un santo.
Nato a Cesarea, era membro di una famiglia cristiana. Null'altro che un ragazzino che serviva l'assistente dell'ambasciatore dell'Imperatore Traiano in Cappadocia. La sua improvvisa quanto imprevista mancata partecipazione alle cerimonie sacrificali alle divinità romane fu la causa della denuncia a suo carico: Cristiano. Il verdetto era forte e chiaro. Ma Giacinto, fregandosene della Morte, proclama la sua fede. Imprigionato, frustato e torturato, viene anche seviziato in una maniera particolarmente perfida: come pasto gli veniva offerta solo carne benedetta, pronta ad essere data in sacrificio agli dei pagani. Negli anni in cui il consumo di carne è vietato dal Giudaismo e dal Cristianesimo
Giacinto muore di fame nel 108 d.C., appena dodicenne.
Si dice che appena prima la sua morte i carcerieri l'abbiano visto confortato dagli angeli, che lo incoronavano Santo...o forse no?
Ufficialmente del suo corpo si sono perse le tracce.
Nota 2
La battaglia di San Jacinto fu una battaglia combattuta il 21 aprile del 1836 all'interno della Guerra di indipendenza del Texas, o meglio detta Rivoluzione del Texas, ad una trentina di km da Houston.
Il Generale Sam Houston sconfisse in soli 18 minuti una parte dell'esercito messicano, guidata dallo stesso Santa Anna, che fu fatto prigioniero poco dopo la battaglia.
La battaglia si concluse dunque con una schiacciante vittoria dei texani, che avevano combattuto al grido di "Ricordatevi di Alamo", meglio ricordata come "La Disfatta".
La conseguenza politica fu la nascita della Repubblica del Texas.
Il Presidente messicano dovette firmare la Dichiarazione di Indipendenza del Texas.
In questo modo nacque la Repubblica del Texas, una Repubblica giovane, fresca, indipendente e libera.
- SANTA MUERTE
La Morte
Nonviva
Spirito
Non è mai nata, non è mai morta
Dimora nell'Aldilà
Nota 1
Divinità sincretica messicana. Sebbene alcuni ritengano sia legata a Mictecihuatl, compagna di Mictlantecuhtli, Dio azteco della morte, altri sostengono che provenga da una religione africana, più precisamente quella Yoruba.
Un'altra versione la vuole originatasi negli anni sessanta da un abitante della regione di Veracruz che s'era calato troppo peyote.
La leggenda popolare, tramandata di bocca in bocca, narra dell'apparizione che la Madonna Morte avrebbe fatto a un popolano, per far in modo che la sua devozione avesse inizio, spiegando che era "in virtù dei sacrifici fatti dall'intero popolo messicano che essa concedeva loro questa speciale grazia e protezione". Un culto popolare quindi, non organizzato, senza ministri né chiesa, almeno fino al 2002.
Nota 2
Nonostante la Chiesa Cattolica Apostolica Romana abbia sempre condannato la Santa Muerte, i riti clandestini connessi con essa sono sopravvissuti fino a quando, ai primi degli anni '90, David Romo Guillén, allora sedicente arcivescovo della scismatica "Iglesia católica tradicional Mex USA" (e già allontanato dalla Chiesa Cattolica, nella cui gerarchia non risulta avesse mai ricoperto alcun incarico), ne formalizzò il culto..
La venerazione della Santa Muerte convive tranquillamente con quella data a tutti gli altri santi. Questo non deve sorprendere perché, anche se la sua immagine incute paura e certo timore (la classica faccia scheletrica avvolta in un mantello, con la falce in pugno, più, a volte, una bilancia e/o un globo terrestre in mano), nonostante la sua aria sinistra, la sua venerazione non dovrebbe avere niente a che vedere con il satanismo. I suoi devoti credono che la Santa Muerte sia una presenza spirituale benevola, un angelo di luce dotato di estremi Poteri, e sono fermamente convinti che la sua protezione sia la più potente in assoluto. Sembrerebbe che i più votati a essa siano criminali e delinquenti o, comunque, persone che conducano una vita pericolosa (e con questo, è molto simile all'argentino e paraguayano San La Muerte).
- EL VERDUGO
Il Boia
Nonvivo
Scheletro
Novantasei anni
Nato a New Orleans nel 1767
Rinato per la prima volta a New Orleans nel 1863
Dimora a Ghoul Town
Nota 1
Col Trattato di Parigi del 1763, la Spagna, che aveva ceduto la Florida alla Gran Bretagna, ottenne la Luisiana. Il primo governatore spagnolo arrivò nel 1766, ma già due anni dopo era messo in fuga da una ribellione. Ma dopo aver fatto fucilare i capi della rivolta ed aver imprigionato gli altri cospiratori, gli spagnoli ripresero in pugno la situazione.
Nel 1788 e nel dicembre del 1794, New Orleans venne distrutta da due grandi incendi. Gli edifici andati distrutti vennero ricostruiti in stile iberico, anche se erroneamente vengono definiti francesi poiché la maggior parte di essi si trovano nel Quartiere Francese.
Sotto il dominio spagnolo iniziò a crescere l'industria legata alla lavorazione dello zucchero ed inoltre furono compiute importanti opere, come il Canale Carondelet, che collegava il Mississippi con il lago Pontchartrain, o la Cattedrale di San Luigi o il Cabildo. L'importanza commerciale di New Orleans crebbe ulteriormente quando la Spagna siglò un accordo commerciale con gli Stati Uniti che garantiva agli americani l'uso del porto della città. Scoppiarono però anche delle gravi epidemie dovute all'ambiente malsano e al traffico continuo di uomini e di merci.
Nel 1800, con la firma del Trattato di San Ildefonso, la Francia tornava in possesso di New Orléans, anche se nel 1803 venne venduta agli Stati Uniti.
Nel 1815 a New Orleans si combatté una battaglia tra inglesi e americani, passata alla storia come la battaglia inutile poiché al momento dello scontro era già stato firmato l'armistizio tra i due paesi.
Il suo porto divenne rapidamente uno dei più importanti degli stati che in seguito si definiranno Confederat anche grazie alla tratta degli schiavi africani, che qui come in nessun altro porto americano arrivarono in gran numero. Nonostante ciò va sottolineato che proprio a New Orleans viveva una delle più attive e floride comunità nere libere del paese.
Nel corso della guerra civile americana la città venne occupata quasi subito dai nordisti; ciò risparmiò a New Orleans distruzioni e spargimenti di sangue
Nota 2
"I was sittin in The Thirsty Devil, one sheet hung to the wind.
When the bat wings doors creaked open and a stranger sauntered in.
He moved his head from side to side and glared with a sunken eye.
I heard the spin of a rusty spur as he shook off the dreary night
He lowered his hat, checked his gun and headed toward the bar.
Walked on up beside me, I knew he’d traveled far.
In a voice as thick as mud he looked to the ‘keep and said:
“One shot of whiskey for myself and one for my new friend”.
The patrons whispered hushed and low, they seemed to be afraid
as if a ghost had stood right up and walked out of its grave.
His face was shallow and dirty, his skin like leather hide.
Sure he spoke like any man, but something wasn’t right.
So I twisted on my stool, turned to him and said:
“Thank you sir, but just the same, I’m chasin worms instead”.
He growled and shoved the drink my way, his eyes cold as death.
“I pick the drinks, you knock ‘em back, else draw against my hand”.
When it’s six to midnight and the boney hand of death is nigh
you better drink your drink and shut your mouth.
If you draw against his hand, you can never win.
Go ahead… drink with the living dead.
“Who the hell do you think you are?” my patience growin thin,
ut swallow hard, I had to do, when the story he began.
His lips curled back and words came forth starting up the tale
and every face inside that bar turned a shade of pale.
“My name is Stanton Cree and I died three years before.
I shot a man to steal his drink, at least that’s what they hung me for.
Now I’m cursed to walk the earth, and challenge every night
a man to match me, drink for drink, or by the bullet die”.
“Now wait a minute, mister, no one makes me a fool”.
I pushed the shot of whiskey back on over towards the Ghoul.
“I love a drink like any man but that’s a losin game,
to drink or draw against the dead would only be insane”.
Stanton Cree tipped his hat and laughed a wicked laugh.
“You see, the lord cursed my soul for killin that poor man.
There ain’t no choice so you must try to match me shot for shot.
If you win, then you’ll go free and I can finally rot”.
The barhop nodded slowly and I knew that I was screwed,
if I chose to duel the dead then I would surely lose.
So I took the glass and threw the shot into my throat.
I would match him drink for drink, no matter if I choked.
Whiskey, tequila, vodka, rum or gin,
ain’t no man that I can’t beat, be him live or dead.
So into the morning I matched him ounce for ounce,
til Stanton Cree fell over and a winner was announced.
Now he rests in his pine box and I still walk the streets,
but I don’t forget the night when death had chosen me.
There ain’t no fancy moral to go with this I fear,
unless you aim to kill a man and drink down his last beer!"
- NEZAHUALCOYOTL
L'Imperatore del Nord
Nonvivo
Mummia
Quattrocentoquarantaquattro anni
Nato a Texcoco nel 1402
Rinato per la prima volta a Texcoco nel 1472
Dimora a Texcoco
Nota 1
Acolmiztli Nezahualcóyotl (Texcoco, 28 aprile 1402 – 4 giugno 1472) è stato signore della città di Texcoco, nell'attuale Messico (stato precolombiano di Alcohuan), e poeta in lingua nahuatl.
Era figlio di Ixtlilxochitl I, tlatoani di Texcoco, e di Matlacihuatl, sorella di Chimalpopoca, tlatoani della città azteca di Tenochtitlan. Alla nascita ricevette il nome di "Acomiztli" (con il significato di "Leone possente").
Tezozomoc, re di Azcapotzalco, proseguendo la sua opera di conquista degli stati confinanti, prese Texcoco dopo un sanguinoso assedio nel 1418 e costrinse Ixtlilxochitl alla fuga insieme al figlio. Quando furono raggiunti dai soldati nemici il ragazzo assistette dalla cima di un albero all'ultimo combattimento e alla morte del padre. Acolmiztli vagò quindi per le foreste, continuando a sfuggire alle ricerche di Tezozomoc, e cambiò il suo nome in "Nezahualcoyotl" (che significa "Coyote affamato"). Trovò quindi protezione presso i parenti della madre a Tenochtitlan e vi trascorse del tempo imparando le arti della guerra e della politica.
Lasciò quindi la città e viaggiò per i paese, soggiornando per qualche tempo nella confederazione di Tlaxcallan, costituita da quattro città. Durante i suoi viaggi incontrò molti governanti, poeti, artisti, filosofi, politici e generali. Fu allievo del grande filosofo azteco Huitzilihuitzin e scrisse discorsi e poemi, acquistando grande fama.
Nel 1427 morì Tezozomoc e gli successe sul trono di Atzcapotzalco uno dei quattro figli, Quetzalayatzin, che quasi subito venne detronizzato dal fratello Maxtla. Contro costui Nezahualcoyotl riuscì a tessere una vasta rete di alleanze e a riconquistare la signoria paterna di Texcoco nello stesso anno. Poco dopo Atzcapotzalco fu presa dopo un lungo assedio e Maxtla ucciso dallo stesso Nezahualcoyotl.
Nota 2
Nezahualcoyotl governò con grande saggezza e fu conosciuto anche come poeta e filosofo.
Progettò un codice di legge basato sulla divisione dei poteri in base al quale vennero creati dei comitati per la finanza, per la guerra, la giustizia e la cultura. Fondò scuole per lo studio dell'astronomia, del linguaggio, della medicina, della pittura e della storia. Ricostruì la città, suddividendola in quartieri, ognuno dei quali possedeva una propria attività, con lo scopo di migliorare il tenore economico della popolazione. Ordinò la costruzione di templi, palazzi, giardini e strade. Intraprese interventi di idraulica: dighe per separare l'acqua salmastra dei laghi dall'acqua dolce e sbarramenti per evitare le inondazioni. Si dice che abbia personalmente progettato la diga sul lago Texcoco, chiamata col suo nome e ancora in uso un secolo dopo la sua morte. Costruì anche un giardino botanico e zoologico.
È conosciuto come "il re poeta" per le sue poesie giunte fino a noi, circa 30 composizioni, che trattano dei temi della morte, dell'enigma dell'uomo e della sua creazione divina. Era profondamente religioso e sembra venerasse un unico dio.
Alla sua morte gli successe il figlio Nezahualpilli.
- ATAHUALPA
L'Imperatore del Sud
Nonvivo
Mummia
Trecentotrentanove anni
Nato a Quito nel 1497
Rinato per la prima volta a Cajamarca il 1533
Dimora a Macchu Picchu
Nota 1
Atahualpa (Quito, 20 marzo 1497 – Cajamarca, 26 luglio 1533) è stato il tredicesimo e ultimo sovrano del Tahuantinsuyo, o Impero Inca, prima della conquista spagnola.
Giunse al potere dopo aver sconfitto il fratellastro Huascar nella guerra civile scoppiata dopo la morte del padre Huayna Cápac, colpito da una malattia infettiva (probabilmente vaiolo). Regnante de facto dal 1532 al 1533, non può essere propriamente considerato un Qhapaq Inca (imperatore), dal momento che non ottenne la carica né in seguito a una eredità diretta, né per una sorta di abdicazione a suo favore da parte del suo predecessore.
Nota 2
Il Machu Picchu ['matʃu 'piktʃu] è un sito archeologico inca situato in Perù, nella valle dell'Urubamba, a circa 2.430 m.s.l.m.
Il nome, deriva dai termini quechua, machu (vecchio) e pikchu (cima o montagna). La località è universalmente conosciuta sia per le sue imponenti ed originali rovine, sia per l'impressionante vista che si ha sulla sottostante valle dell'Urubamba circa 400 metri più in basso.
La guerra civile Inca (1531-1532) e l'irruzione spagnola nel territorio di Cusco nel 1534 incisero profondamente sulla vita di Machu Picchu. La collettività rurale del posto era composta principalmente da mitmas, coloni di varie nazioni conquistate dagli inca e condotti a forza nell'area. Essi approfittarono del crollo del sistema economico della regione per tornare alle terre d'origine. La resistenza inca agli spagnoli, comandata da Manco II, nel 1536 convocò i nobili delle regioni vicine per integrare la corte del re nell'esilio di Vilcabamba, ed è molto probabile che la miglior nobiltà di Picchu abbia abbandonato la città in quel momento. Documenti dell'epoca indicano che la regione era, all'epoca, piena di "sfollati". Picchu sarebbe rimasta abitata e la sua esistenza attestata, come dimostra l'annotazione della città fra le colonie tributarie dell'encomienda spagnola di Ollantaytambo. Ciò non vuol dire necessariamente che gli spagnoli la frequentassero: sappiamo infatti che i tributi di Picchu erano versati ai colonizzatori una volta all'anno nel villaggio di Ollantaytambo, e non "riscossi" sul posto. In ogni modo, è chiaro che gli spagnoli conoscevano il luogo, sebbene non esistano indizi che ne apprezzassero l'importanza di un tempo. I documenti coloniali fanno anche menzione del curaca (forse l'ultimo) di Machu Picchu nel 1568: Juan Mácora. Il nome Juan indica che era stato almeno formalmente battezzato e perciò sottomesso all'influenza spagnola.
Un altro documento attesta che l'inca Titu Cusi Yupanqui, che regnava all'epoca su Vilcabamba, chiese che i frati agostiniani venissero a evangelizzare "Piocho" verso il 1570. Non è noto alcun luogo della zona il cui nome suoni simile a "Piocho" e non sia "Piccho" o "Picchu"; ciò che fa supporre a Lumbreras che i celebri "estirpatori di idolatrie" siano giunti sul posto e abbiano avuto che fare con la distruzione e l'incendio della Torre del Tempio del Sole.
Il soldato spagnolo Baltasar de Ocampo scrisse alla fine del XVI secolo di un villaggio di edifici suntuosissimi "in cima al fianco di una montagna", che conteneva anche una grande acllahuasi (Casa delle Elette), negli ultimi anni della resistenza inca. La descrizione breve che Ocampo fa dei luoghi riconduce a Picchu, ed è significativo che si riferisca al villaggio con il nome di "Pitcos". L'unico toponimo affine sembra essere Vitcos, ma individua un insediamento incaico completamente diverso a Vilcabamba. L'altro solo "candidato" possibile è naturalmente Picchu. Tuttavia, non è definitivamente accertato se si tratti dello stesso luogo. Secondo Ocampo, nel villaggio sarebbe cresciuto Túpac Amaru, successore di Titu Cusi e ultimo sovrano inca di Vilcabamba. Dopo la caduta del regno di Vilcabamba nel 1572 e la consolidazione del potere spagnolo nelle Ande Centrali, Machu Picchu si mantenne all'interno della giurisdizione di diverse haciendas che cambiarono spesso di mano fino all'avvento della repubblica (dal 1821). Ciò nonostante, era già diventato un luogo remoto, distante dalle nuove rotte e assi economici del Perù. La regione fu praticamente ignorata dal regime coloniale, che non edificò templi cristiani né amministrò nessuna popolazione della zona, ma l'uomo (chi?) se ne prese cura.
- MONTEZUMA
Il Saggio
Nonvivo
Zombie
Trecentosedici anni
Nato a Città del Messico nel 1466
Rinato per la prima volta a Madrid il 1520
Dimora a Madrid
Nota 1
Montezuma II, chiamato anche Motecuhzoma Xocoyotzin (1466 circa – Tenochtitlan, 29 giugno 1520), fu un tlatoani, un imperatore azteco che regnò dal 1502 al 1520. Montezuma II è conosciuto più comunemente come Montezuma: attualmente il numero si usa per distinguerlo dal suo omonimo, anche lui imperatore, Motecuhzoma I, che i cronisti indigeni chiamavano anche Huehuemoctezuma, ovvero Montezuma il vecchio.
In lingua spagnola il nome è Moctezuma. Il nome originale in lingua nahuatl è Motecuhzoma, e si pronuncia Mo-tek-w-zo-ma, che significa "colui che diventa sovrano con rabbia". Deriva da mo, possessivo in terza persona, tecuhtli,che significa "signore" e zoma, cioè "arrabbiato" o "dall'espressione arcigna".
Come detto, l'uso del numero progressivo è solo per distinguerlo dall'altro Montezuma, conosciuto come Montezuma I. Nella lingua nahuatl i due nomi son ben distinti: Montezuma I era Motecuhzoma Ilhuicamina e Montezuma II, Motecuhzoma Xocoyotzin. Il primo dei due nomi significa "uomo solitario che scocca una freccia verso cielo"; Xocoyotzin significa "giovane degno di onore", e si pronuncia Cho-co-yot-sin.
Montezuma II, erede di Ahuitzotl, era il sovrano della città di Tenochtitlan e tlatoani azteco.
La personalità di Montezuma rifletteva più che altro quella di uno studioso (tlatimine), piuttosto che quella di un guerriero. Era sacerdote e capo del Calmecac, la scuola delle classi azteche più elevate. Secondo la leggenda lui non voleva essere imperatore, un tlatoani. Dopo essere stato eletto, scomparve e messaggeri furono mandati a cercarlo. Lo trovarono mentre faceva pulizia in un tempio.
Nel 1502, dopo avere assunto la carica, licenziò la maggior parte delle autorità e le rimpiazzò con i suoi ex-studenti. Il disprezzo della gente in generale lo costrinse a creare un rituale elaborato, tale da permettergli di vivere separato dalla gente comune.
Due suoi atti ufficiali fanno trapelare una personalità strana: creò un tempio speciale, dedicato agli dèi delle città conquistate, all'interno del tempio di Huitzilopochtli. Costruì anche un monumento dedicato a Tizoc, un tlatoani che era stato considerato debole ed incapace e che potrebbe essere stato avvelenato.
Durante il suo regno riuscì a far crescere a dismisura il potere di Tenochtitlan, fino a dominare le città sorelle, Texcoco e Tlatelolco.
Nota 2
Secondo la leggenda ci sono stati otto segni, durante i dieci anni che hanno preceduto l'arrivo dei conquistatori spagnoli, che avrebbero preannunciato il crollo dell'impero azteco: una cometa apparve in cielo, in pieno giorno; una colonna di fuoco (probabilmente la cometa) apparve nel cielo della notte; il tempio di Huitzilopochtli venne distrutto dal fuoco; un fulmine colpì il tempio di Tzonmolco; Tenochtitlan subì un'inondazione; gente strana con molte teste su un corpo solo fu vista camminare per la città (gli Aztechi non conoscevano i cavalli e credevano che animale e cavaliere fossero un corpo unico); si sentì la voce di una donna intonare un canto funebre per gli Aztechi; venne catturato uno strano uccello. Quando Montezuma guardò nei suoi occhi che erano come specchi, vide degli uomini dalle strane sembianze che sbarcavano sulla costa.
Nella primavera del 1519 ricevette le prime notizie di stranieri che erano sbarcati sulla costa orientale del suo impero. Montezuma inviò un ambasciatore con due costumi: uno di Tlaloc e l'altro di Quetzalcoatl. Ognuna delle due divinità azteche aveva delle particolari caratteristiche: Tlaloc aveva una maschera che lo faceva apparire come se indossasse un paio di occhiali; Quetzalcoatl aveva una maschera con la barba.
L'ambasciatore azteco, quando incontrò lo spagnolo Hernán Cortés, decise che il "conquistador" assomigliava a Quetzalcoatl, e lo vestì come il dio, poi informò Montezuma.
Cortez decise di marciare alla conquista di Tenochtitlàn.
Montezuma cercò di impedire la sua avanzata, gli inviò un maggior numero di regali ma il fascino dell'oro risultò irresistibile per gli spagnoli.
Montezuma inviò anche dei maghi, dei sacerdoti e perfino un suo ambasciatore, Tzihuacpopoca, che impersonava l'imperatore stesso. Montezuma offrì ancora regali quando Cortés arrivò vicino a Tenochtitlàn.
Così lo raccontano gli aztechi (compilato da Sahagún, dopo la conquista): "Offrirono agli Spagnoli insegne d'oro, di piume di quetzal e collane d'oro. Quando videro tutto questo, le loro facce erano sorridenti ed erano assai contenti (gli Spagnoli) e soddisfatti. Quando presero l'oro cominciarono a comportarsi come scimmie, stavano seduti proprio come loro, ed era come se avessero dei nuovi cuori, risplendenti. Perché la verità è, che quello era ciò che più bramavano. I loro toraci si ingrossavano e la bramosia li faceva impazzire. Bramavano l'oro, come maiali affamati".
Secondo un racconto di Hernando Tezozómoc, Montezuma inviò degli emissari a cercare il leggendario mago e profeta Huemac (la leggenda dice che lui predisse l'arrivo di Quetzalcoatl mille anni prima) per chiedere protezione ed essere suo servo. Tre volte inviò gli emissari e tre volte Huemac rifiutò. Raccomandò, invece, che Montezuma abbandonasse i lussi, i fiori ed i profumi, che facesse penitenza e mangiasse lo stesso cibo dei poveri, bevesse solo acqua bollita e, questo, forse, lo avrebbe aiutato a vincere. Questa è solo una leggenda ma riflette le paure più segrete di Montezuma.
L'8 novembre 1519, Montezuma incontrò Hernán Cortés, che lui credeva essere il dio Quetzalcoatl.
Quando Cortés arrivò a Tenochtitlan, Montezuma lo onorò con fiori del suo stesso giardino: per lui, il più grande onore.
Cortés ordinò di por fine a tutti i sacrifici umani: Montezuma accettò, il sangue del tempio sarebbe stato lavato via e le immagini degli dei aztechi sarebbero state rimpiazzate da icone cristiane. Montezuma accettò anche di essere battezzato e si dichiarò suddito del re Carlo V di Spagna.
Montezuma ricevette Cortés nel palazzo di Axayacatl, con tutti i suoi uomini e 3.000 alleati indios.
Montezuma non era un vigliacco — nella società azteca non sarebbe riuscito ad arrivare alla posizione di Tlatoani se non avesse dimostrato il proprio coraggio — eppure si comportò spinto dalla paura alla presenza di Cortés e si sottomise docilmente a tutte le richieste degli spagnoli.
Durante l'assenza di Cortés, il comandante lasciato in città, Pedro de Alvarado detto Tonatiuh, interruppe la celebrazione azteca di Toxcatl e uccise i personaggi più in vista delle classi nobili azteche, durante quello che fu chiamato "Il Massacro del Grande Tempio".
Si è calcolato che il numero dei morti sia stato tra i 350 e i 1.000. Il popolo si sollevò in rivolta e gli spagnoli fecero prigioniero Montezuma.
Il 29 giugno 1520, nel tentativo di calmare la folla inferocita, Montezuma apparve sul balcone del suo palazzo, facendo appello alla sua gente di ritirarsi. Il popolo rimase esterrefatto davanti alla complicità del loro imperatore con gli spagnoli e lo bersagliò di pietre e frecce. Lui morì poco tempo dopo l'attacco ma esistono diverse versioni su come avvenne effettivamente la sua morte.
Secondo gli informatori aztechi di Padre Sahagun, Alvarado "garrotò tutti i nobili che aveva catturato".
Cortés raccontò che era stato colpito a morte da una pietra (per alcuni storici il colpevole fu Cuauhtémoc ma la fonte non viene riportata).
Nel Codice Ramirez, scritto da un anonimo azteco convertito al cristianesimo, si criticano i sacerdoti spagnoli, perché invece di amministrare gli ultimi sacramenti a Montezuma, si preoccuparono solo di cercare l'oro.
Recentemente (2009) il British Museum ha rivisto le circostanze storiche della morte di Montezuma, sostenendo che il sovrano non morì per mano del suo popolo ma per mano degli spagnoli, dopo essere stato ridotto in prigionia. Sembra infatti che venne ucciso mediante l'ingestione forzata di oro fuso
Il nome di Montezuma è ancora il titolo di un casato spagnolo.
- HERNAN CORTES
Il Killer
Nonvivo
Zombie
Duecentottantanove anni
Nato a Medellín il 1485
Rinato per la prima volta a Città del Messico nel 1547
Dimora a Madrid
Nota 1
Hernán Cortés Monroy Pizarro Altamirano (Medellín, 1485 – Castilleja de la Cuesta, 2 dicembre 1547) è stato un condottiero spagnolo.
Abbatté l'impero azteco e lo sottomise al Regno di Spagna.
Cortés partì da Cuba alla volta del Messico il 18 febbraio 1519, con 11 navi, 100 marinai e 508 soldati. Aveva iniziato la sua spedizione come ribelle: infatti, per via di tensioni interne, il governatore di Cuba Diego Velázquez de Cuéllar ne aveva firmato la destituzione dall'incarico di suo segretario, ma in contemporanea Cortés partì con i suoi uomini verso il centro America. Dopo i primi sentori di dissidi, Cortés diede ordine di smontare i brigantini, conservando solo vele e gomene: in questo modo intendeva assicurarsi da possibili diserzioni.
Il successo della sua impresa fu reso possibile da una serie di circostanze favorevoli: Il sistema primitivo di dominio degli aztechi sulle popolazioni sottomesse, che si basava sul terrore, cannibalismo e torture, provocò una naturale aggregazione di tutte le popolazioni sottomesse intorno agli spagnoli che non praticavano il cannibalismo, sebbene Montezuma li tentasse mandandogli di continuo giovani e fanciulli bene in carne, in dono.
Sbarcati sulla costa messicana, furono accolti più o meno favorevolmente dalle popolazioni, l'imperatore azteco Montezuma II mandò quasi subito ambasciate.
In base a segni interpretati come premonitori ed agli stessi miti di fondazione, gli spagnoli furono inizialmente interpretati come emissari di Quetzalcoatl, una delle principali divinità azteche. Cortès non dimostrò solo in questa occasione le sue abilità, le sue doti politiche e di stratega che gli assicurarono la conquista dell'impero. La famigerata indecisione di Montezuma, la sua paralisi pragmatica si sommarono al risentimento che covava in alcune popolazioni mai sottomesse pienamente.
Aztechi e Spagnoli possedevano due forme diverse di comunicazione che determinarono la disfatta degli uni ed il trionfo degli altri.
Gli Aztechi privilegiano la comunicazione con il Mondo, con Dio, attraverso la divinazione, l'interpretazione dei presagi, la consultazione degli oracoli e del passato definiscono il senso della realtà attuale.
Gli spagnoli, fortemente religiosi, privilegiano tuttavia la Comunicazione Uomo-Uomo, ed a questo scopo si adoperano.
Giunto in Messico Cortes si affiancò degli interpreti: Gerónimo de Aguilar, uno spagnolo naufragato anni prima su quelle coste, in grado di parlare la lingua Maya e La Malinche (nome originale Malintzin, Doña Marina per gli spagnoli) figlia di un cacicco Atzeco, che conosceva sia il Nahuatl che la lingua Maya.
Scoperti i dissensi tra i popoli sottomessi agli Aztechi vi strinse presto alleanze. Da alcune popolazioni con cui venne in contatto Cortes, l'impero Azteco esigeva tributi in termini di tassazione e di vittime sacrificali.
Cortes ebbe buon gioco nel proporsi come riparatore di torti in missione per conto di Carlo V e del Cattolicesimo. Fu molto attento a controllare la condotta dei suoi uomini affinché non si lasciassero andare ad eccessi di cupidigia e di violenza poiché intendeva dissimulare la natura delle proprie.
Tale flessibilità spagnola così come la rigidità azteca si manifestavano anche in battaglia: gli aztechi seguivano un rituale tradizionale in guerra (gli abiti che indossavano per l'occasione, il luogo della battaglia, l'urlo prima di attaccare), facilitando con tale prevedibilità il lavoro dei conquistadores. In realtà gli aztechi cercavano di catturare vivi gli spagnoli al fine di sacrificarli agli dei. Per questo motivo essi attaccavano gli spagnoli uno per volta in quanto per un azteco prendere un prigioniero vivo al fine di sacrificarlo era un grande onore. Gli spagnoli invece combattevano all'europea, fendendo la spada su chiunque si trovava loro innanzi cagionando perciò moltissimi morti.
Così, quando Cortés entrò a Tenochtitlan accolto con tutti gli onori da Montezuma, aveva già con sé un esercito di circa 3000 indios.
Gli Spagnoli dopo qualche giorno di permanenza si accorsero che la situazione stava volgendo al peggio: gli Aztechi si stavano preparando per ucciderli tutti. Vennero anche a scoprire che una falange azteca aveva attaccato Vera Cruz, uccidendo molti spagnoli. A questo punto dopo aver pregato tutta la notte decisero che unica strada per salvarsi era quella di arrestare Montezuma, il quale per impedire la sollevazione popolare, disse ai suoi sudditi che andava volontariamente nella casa di suo padre dove alloggiavano gli spagnoli: l'imperatore entrò in amicizia con Cortes (una sorta di sindrome di Stoccolma), gli obbediva docilmente e accettò di far cessare i sacrifici umani.
Cortes lo lasciava libero di governare l'impero cercando di convertirlo alla vera fede.
Nota 2
C'è una storiella che circola da qualche anno a questa parte. Non si sa bene chi l'abbia inventata, chi altro la stia continuando a raccontare in giro continuamente, e ancora chi altro effettivamente riguarda oltre Cortes.
La storia narra sì le gesta del famigerato condottiero, l'annientamento dell'Impero Azteco, la gloria a casa, ma anche la vecchiaia, la noia di vivere, la morte di tutto ciò che lo circondava.
Ritirato a vita privata, muore come il più stronzo degli uomini. Nel sonno. Lui, che avrebbe potuto morire sul campo di battaglia come un vero conquistador, moriva a letto.
Perlomeno al suo ri-sveglio c'era qualcuno ad aspettarlo. Qualcuno che lui conosceva benissimo. In vita, tanto tempo fa.
Il suo nome è...
03/06/2013 08:45:24
Ah un'altra cosa.
Come detto sin dall'inizio, Ghoul Town è un Gdr Gothic Western.
Ora, onestamente, non lo so esattamente cosa voglia dire gothic western. Però mi sembrava che suonasse bene. Accusatemi pure di faciloneria, non me la prendo, davvero.
Ad ogni modo, volevo rassicurarvi.
E prendetevelo, suvvia, un sospiro di sollievo.
Su questo Gdr c'è la Resurgo.
Ma non solo una volta, no.
Per ben 9 VOLTE risorgerete! Che bellezza, eh? Sfido io a dire "Mi manca il mio vecchio pg".
Eheheheheheehh 👅
03/06/2013 09:13:07
03/06/2013 12:15:54
Sinceramente parlando, credo che tu stia sbagliando target. Una land gdr è per definizione qualcosa che per funzionare deve coinvolgere un buon giro di persone, mentre questa ambientazione è fin troppo particolare per poterne attirare più di ..una decina? probabilmente meno, nel lungo periodo.
Tralasciando la confusione evidente nelle idee (Definirlo Gothic Western senza sapere che vuol dire non è superficialità: E' non avere idea di che stai dicendo) l'ambientazione sembra buona per qualche campagna e qualche giocata costruita nell'arco di un paio di serata.
E' un pò come un ambientazione-parodia di D&D con cui ho avuto a che fare tempo fà, dove il barbaro girava con un maiale appresso e la Valkirya era moralmente costretta ad assistere tutti i feriti sul campo fino a guarigione (nemici inclusi). Quando l'ho giocata c'ho fatto delle risate enormi e mi sono divertito, ma non direi che ci si potrebbe fare sopra una land: semplicemente non era adatta come struttura.
A mio parere, questa non è adatta come struttura per un adattamento online. Troppo legata all'intervento master (doni dalla morte) e senza un grande scopo generale che possa fungere da collante fra il gioco di diversi giocatori, che siano ghoul o viventi....oltre al fatto che, francamente, come ti aspetti che giochi uno da teschio facendo il Leader se a fare 4 col dado è un imbecille? Ti aspetti che sia lui a continuare a giocare dipendendo completamente dagl'altri, o ti aspetti che gl'altri seguano ordini stupidi invece di gettarlo nel deserto e abbandonarlo lì?
03/06/2013 13:14:27
Io la trovo un'idea molto originale e divertente da giocare, ma non adatta ad una land online di lungo periodo.
Così come Tenochtitlan, la vedo più adatta all'interno di gruppi tipo Yourole.
Ciao e complimenti, perché ogni tanto mi capita di leggerti e devo dire che sviluppi in modo interessante le tue idee/ispirazioni :)
03/06/2013 13:46:41
03/06/2013 13:47:32
No capellona mia bella, non è voluto 😘
03/06/2013 13:52:16
Che cara.
Love you 👅
03/06/2013 14:13:41 e modificato da reese il 03/06/2013 14:14:51
Evidentemente è necessario un chiarimento.
Quando parlo di "Campagna" intendo una serie di giocate di durata limitata effettuate in un gruppo ristretto.
Quando ti chiedo come andrebbe giocato un teschio, non mi riferisco al "come ruolare". Mi riferisco, come ho scritto, a come può fare un player non particolarmente capace a giocare una cosa simile senza essere isolato o diventare la spina nel fianco dei player attaccati all'ambientazione.
Per essere ancora più chiaro: L'assegnazione del tipo di non-morto è determinata da un dado, giusto? Un player non particolarmente brillante fà quattro. Evviva. Diventa un teschio. Da quanto hai scritto, gl'altri non-morti dovrebbero vederlo come un potente leader...ma c'è un problema. Come detto, il player in questione non è ne un dio del gdr, ne un giocatore particolarmente portato al comando (Potrà sorprenderti, c'è chi non lo è). A questo punto, però, il player non ha scelta, giusto? Non può ritirare il dado sperando gli capiti qualcosa di meno.. privo di arti, per dire. Quindi comincia a comandare, giocandosi tutto ciò che implica poter prendere dimora su uno scaffale. Problema: Come già detto e ridetto, il player Non Sà comandare, quindi i giocatori meno "fortunati" ai dadi di lui si trovano di fronte a un dilemma: Che faccio? Seguo i suoi ordini, che sono oggettivamente cretini, strategicamente sucidi e magari pure vagamente mossi dal metaplay, o vado contro l'ambientazione giocandomi che uso il teschio come pitale?
Questo è il genere di problema a cui mi riferivo. Sentiti comunque libero di dare per scontata la mia passione per pg iperpompati e superpotenti e la mia totale incapacità di interpretare qualcosa di diverso dal macho di turno ;)
Riguardo al "Motivo" della land, quella trama generale di cui parlavo.. Ti pongo una semplice domanda, a cui il "motivo" dovrebbe rispondere: Perchè diavolo un cowboy non dovrebbe decidere di andarsene verso nord invece che avere a che fare con zombie e mostri vari? Sono certo che ci saranno gl'estimatori della caccia al non-morto, resta da vedere se il tuo interesse è fare una land in cui sono Tutti personaggi di quel genere (Visto che, per come l'hai spiegata, non c'è nessuna ragione per cui una famigliola di coloni non dovrebbe rimettersi sul carro e smammare -si legge "Mollare la land- .
Riguardo ai "Doni della morte".. sì, tutto sommato ha senso. Se come detto sopra miri a una land piena di non-morti e gente che dà la caccia ai suddetti, altrimenti non c'è ragione per cui qualcuno dovrebbe morire e ricevere capacità sovrannaturali...a meno che, ovviamente, tu non intenda lasciare totale libertà di suicidarsi a chiunque e regali poteri in giro, giusto?
Come ho detto, potendo scegliere il tipo di non-morto, giocando in un ambiente limitato e magari inserendo una trama, potrebbe essere qualcosa di piuttosto interessante da giocare. Per il resto... il bello di gdrcd è che ti dà la possibilità di portare avanti le tue idee senza togliere niente a nessuno, no?
Ps: Contando che "Gothic Western" non dice nulla e non permette di capire di cosa si tratta... sì, preferisco la pappardella sul Survival Horror Western (Ehi, aspetta! Non è una pappardella, tutto sommato! hai il mio permesso di riciclarlo, se credi.)
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