Il riciclaggio di denaro sporco ha una nuova arena: i giochi online come Fortnite, World of Warcraft e altri. Il settore è scarsamente regolamentato e pertanto diventa luogo ideale per ripulire i profitti illeciti derivanti da droga ed armi.
I riciclatori di denaro non difettano certo di fantasia: merito dell’esperienza, certo, così come dell’evoluzione tecnologica che, senza che sua sua intenzione, offre spesso nuove opportunità inedite per i criminali. Lo dimostra il settore degli MMORPG. Basta un po’ di abilità informatica e una certa conoscenza dei lati oscuri della rete ed il gioco (criminale) è fatto.
Se state pensando a teste di legno, società fantasma o paradisi fiscali dimenticateli immediatamente! Il luogo di “riciclaggio” è l’ambiente virtuale anche se i ricavi illeciti sono più reali del denaro contante.
Il terreno di scontro: Fortnite
Fortnite è un gioco online molto famoso, sviluppato nel 2017 dalla società USA Epic Games. Nel settembre del 2018 ha raggiunto l’impressionante quota 200 milioni di utenti registrati con una crescita di oltre il 65% in appena cinque mesi. A gennaio, il quotidiano The Independent, in partnership con la società di sicurezza informatica Sixgill, ha rivelato come la piattaforma sia stata mezzo (ovviamente involontario) di varie operazioni di riciclaggio realizzate attraverso i cosiddetti V-bucks, la valuta utilizzata nel videogioco.
Utilizzando carte di credito rubate e/o clonate, i “riciclatori” avrebbero acquistato ingenti quantità di moneta digitale da rivendere a prezzo scontato sul dark web. Per far sparire ogni eventuale traccia gli acquisti effettuati sullo store ufficiale del gioco sarebbero stati realizzati in bitcoin rendendo di fatto le transazioni ancora più difficili (se non impossibili) da tracciare. I numeri assoluti dell’operazione criminale non sono comunque noti con certezza.
Il riciclaggio alla ricerca di una nuova frontiera virtuale
Per i criminali del riciclaggio di denaro, sostiene un’indagine della società informatica canadese Trulioo, i metodi tradizionali si scontrano con le stringenti regolamentazioni sperimentata negli ultimi anni da molti stati. Iniziative come l’Anti-Money Laundering Directive della UE relative alla Beneficial Ownership (NDG: le operazioni trasparenza sulle compagnie di facciata registrate nei paradisi fiscali) rendono il riciclaggio sempre più complicato e soprattutto rischioso.
Proprio per queste ragioni la ricerca dell’anonimato conduce i criminali in territori più o meno vergini dove i margini di manovra sono decisamente più larghi. Secondo le stime più recenti il gaming online fattura oggi oltre 170 miliardi di dollari a livello globale e per per le organizzazioni criminali rischia di apparire ancor più attraente di un comparto tradizionalmente profittevole come il gioco d’azzardo.
Il parere dell’esperto
«In generale i nuovi fenomeni, basati su tecnologie digitali, sono difficilmente controllabili e regolabili in modo immediato», dichiara Samuele Fraternali, Direttore dell’Osservatorio Gioco Online, l’ente promosso dalla School of Management, dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e da Sogei. «Il gioco d’azzardo legale online – che nel 2017 in Italia valeva circa 1,4 miliardi di euro – è controllato dai monopoli e si sviluppa in un mercato basato sulle licenze e caratterizzato da un numero limitato di operatori. Quello dell’entertainment, i videogiochi, per capirci, è al contrario un mercato meno regolamentato in cui chiunque può entrare offrendo il proprio prodotto. Nel gioco d’azzardo online conservare l’anonimato è quasi impossibile, nel gaming invece esistono su questo pochi controlli».
Denaro virtuale
Già nel 2013 Jean-Loup Richet (ricercatore presso lo United Nations Office on Drugs and Crime ed esperto di crimini online) notava che: «I giochi di ruolo online offrono ai criminali un sistema semplice per riciclare il denaro». La strategia, spiegava, consiste nell’apertura di vari account su molteplici piattaforme di gaming creando così le condizioni per movimentare il denaro. I cosiddetti giochi multiplayer sono un terreno ideale per queste pratiche. Tanto più che questi ultimi utilizzano crediti virtuali non regolamentati da una Banca Centrale e che possono essere rivenduti dai giocatori, ovvero trasformati in soldi veri. Sempre il Dott. Richet aggiunge:
«Con la crescita del mercato nascono nuovi servizi per i venditori. I siti forniscono anche carte prepagate che sono utili per chi ha intenzione di riciclare soldi».
L’anonimato dei pagamenti con BitCoin e la spropositata dimensione internazionale del gioco fanno il resto. Ancora Richet: «Cittadini di Paesi diversi partecipano ai giochi online. Utilizzando valute virtuali, i criminali possono inviare denaro a complici di altre nazioni. I soldi virtuali a quel punto possono essere convertiti in denaro reale mentre i criminali stessi spariscono senza lasciare traccia e senza che le autorità possano inseguirli».
Come il gioco d’azzardo?
La speranza, per gli inquirenti e le forze di polizia, è che l’espansione del settore possa accompagnarsi a una crescita della regolamentazione da aprte dei vari stati e soprattutto dei controlli non diversamente da quanto accade con il comparto scommesse. Il dottor Fraternali spiega: «Nel gioco d’azzardo si sono fatti molti passi in avanti. Per acquisire una licenza gli operatori devono dimostrare di avere soluzioni disponibili per combattere il riciclaggio di denaro e devono inoltre attenersi a una serie di linee guida».
Vedremo in futuro come si evolverà la faccenda!