Benvenuti voi tutti! Come avete potuto dedurre dal titolo, oggi si parla di gemme, ovvero, citando paro paro da Wikipedia, «tutte quelle specie e varietà minerali (oltre ad alcune rocce ed alcuni materiali di origine vegetale od animale) che, suscettibili di taglio o lucidatura, possono essere utilizzate in lavori di gioielleria».
Nel corso della nostra Storia, alle gemme sono state sempre associate, oltre al loro valore commerciale, una vasta gamma di qualità esoteriche, delle quali possiamo trovare ampio riscontro anche ai giorni nostri (non c’è bisogno di rileggersi Deltora, basta andare in qualsiasi negozio New Age). Esse sono un perfetto escamotage quando dovete sganciare un po’ di danaro a quelle avide carogne amabili persone che sono i vostri giocatori, senza ricascare nel solito sacchetto colmo d’oro. Rappresentano una fonte di denaro facilmente trasportabile, anche se dalla difficile conversione, e in mano ad un mago/orafo competente (o a un giocatore intraprendente) possono diventare degli interessanti oggetti magici.
In questo articolo andremo dunque ad analizzare le caratteristiche generali delle gemme, i tipi di tagli, le varie specie esistenti e le proprietà che generalmente sono associate loro. Prima però un ringraziamento va a @Nihal06, la quale mi ha ricordato che in effetti non avevo mai scritto un articolo apposito sull’argomento.
Caratteristiche generali
Esistono in natura dozzine di tipi diversi di pietre preziose, ognuno con le proprie caratteristiche. In oreficeria, però, i criteri attraverso i quali si determina il valore di una gemma sono quattro: caratura, purezza, colore e taglio.
Caratura: indica il peso di una gemma. Il termine deriva dall’antico metodo di pesatura dei diamanti utilizzando i semi del carrubo (ritenuti generalmente uniformi in dimensioni e peso, e pertanto utilizzati come riferimento nelle misurazioni). Al giorno d’oggi un carato è l’equivalente di 0,2 grammi. Ogni carato è suddivisibile in 100 punti. Pertanto un diamante da due carati e cinquanta punti sarà l’equivalente di due carati e mezzo (0,5 grammi).
Purezza: indica il grado di cristallizzazione della gemma (difatti molte gemme, specialmente quelle che creano depositi estesi, come le ametiste o i quarzi, presentano variazioni anche notevoli nel grado di cristallizzazione, anche se comunque la maggior parte di queste irregolarità non è visibile a occhio nudo e richiede apposite lenti), e l’eventuale presenza d’inclusioni di altri minerali all’interno della gemma.
Colore: sebbene compaiano in quasi tutte le forme e i colori, con alcune più comuni di altre, le gemme rosse sono tra le più rare e quelle rosate tra le più comuni. Oltre al colore generico, contribuiscono anche la saturazione del colore, la luminosità della gemma e la sua tonalità.
Taglio: da esso dipende la brillantezza di una gemma, ovvero la massima quantità di luce che la gemma può riflettere. Ogni pietra ha il suo taglio ottimale, a seconda del tipo, delle dimensioni e della purezza.
Mentre le prime tre proprietà elencate dipendono dalle gemme individuali, il taglio è l’unica componente che dipende dal gioielliere, ed è anche la caratteristica che andremo a esaminare più in dettaglio, in quanto è la più facile da distinguere e ricordare, oltre a essere la prima cosa che i vostri giocatori noteranno in una gemma (posto che gliene mostriate un’immagine).
Innanzitutto bisogna distinguere tra due tipi di taglio: i tagli propriamente detti e i cabochon. I tagli propriamente detti sono tutti quelli che sfaccettano la gemma, mentre i cabochon sono quei tagli privi di sfaccettature.
Come regola generale i cabochon hanno solitamente un valore minore, e utilizzano gemme principalmente già opache di per sé, oppure con durezza inferiore a 7 (quindi naturalmente tendenti a rigarsi, e pertanto non adatte a un taglio sfaccettato). Il cabochon è usato anche nel caso di particolari gemme, come gli zaffiri stellati, che si vedrebbero private delle loro caratteristiche principali da un taglio a sfaccettatura. Sono inoltre i tagli più comuni per anelli o supporti piatti (come ad esempio nelle decorazioni di copertina di un libro).
I tagli propriamente detti invece sono dozzine (solo il diamante ne conta 40), e continuano ad aumentare. I più comuni sono il taglio a brillante (quello classico del diamante), la rosetta o mezza rosetta, a gradini e quello a tavola (usato per essere inserito su superficie piana), che potete tutti trovare nell’immagine qui sotto assieme a svariati altri.
Tipologie di gemme
Arriviamo adesso alla parte principale della nostra discussione, ovvero le varie classificazioni delle gemme e le loro supposte proprietà benefiche. Per comodità ho classificato le gemme secondo il loro minerale d’origine, con una sezione apposita in fondo per le gemme di origine animale e vegetale.
Berillio: questo minerale si presenta in numerose varietà e colorazioni, da quella trasparente (usata nell’antichità per le prime lenti e occhiali) alla verde (lo smeraldo).
Smeraldo: berillio colorato da cromo (o da vanadio, anche se in quel caso il nome smeraldo non è corretto), il suo valore è paragonabile in molti casi ai diamanti, e dipende principalmente dalla ricchezza del colore. Gli sono attribuite caratteristiche curative, sopratutto dai Veda indiani.
Morganite: colorata dal manganese, è solitamente rosa o più raramente arancio. Si credeva che aiutasse a combattere ansia, stress e depressione.
Acquamarina: come si evince dal nome, questa pietra ha il colore del mare, e nell’antichità era vista come un portafortuna dai marinai, i quali ritenevano che gettare un gioiello con incastonata acquamarina nel mare in tempesta avrebbe protetto i naviganti dalla sua furia.
Quarzo: uno dei minerali più comuni nella crosta terrestre, il quarzo esiste in innumerevoli varietà, con un’ampia gamma di colorazioni.
Agata: caratterizzata dalla sua struttura a strisce, esiste in numerose varietà, tra cui l’agata muschiata, l’agata fortezza o quella lignea. Come varie altre gemme è considerata un portafortuna, e secondo alcuni testi persiani era possibile utilizzarla per dissipare o deviare tempeste.
Onice: di colore rossiccio oppure nero, chiunque abbia anche solo mai letto un manuale del giocatore di D&D è a conoscenza della sua reputazione come pietra associata alla morte.
Occhio di Tigre: chiamata così per l’effetto di gatteggiamento (non scherzo, esiste davvero) che la rende d’aspetto simile all’occhio di un felino, è vista come una pietra prettamente maschile, e il suo principale significato simbolico è la fortuna finanziaria.
Quarzo Ialino: detto anche cristallo di rocca, è associato con la divinazione o la chiaroveggenza.
Ametista: nome che deriva da un mito greco, l’ametista era considerata nell’antica Roma una pietra dei potenti (infatti è ancora oggi un elemento comune negli anelli cardinalizi), ma sopratutto è universalmente ritenuta capace di mantenere sobrio colui che la porta, indipendentemente dal quantitativo di alcol ingerito!
Corindone: sebbene quasi nessuno conosca il nome scientifico di questo minerale, a esso appartengono due tra le gemme più rare e preziose: rubini e zaffiri.
Zaffiro: anche se in teoria identifica tutte le varietà di corindone eccetto il padparadsha e il rubino, lo zaffiro è, nell’immaginario classico, rappresentato dalla sua varietà blu. Le proprietà mistiche di questa gemma variano. alcuni miti ritengono possa preservare i cadaveri (come nel caso dello zaffiro di Edward il Confessore). Lo zaffiro rappresenta simbolicamente il cielo, l’amore e la fedeltà.
Rubino: secondo tra le gemme più ricercate, unico competitore del diamante come pietra per eccellenza, il rubino si trascina dietro innumerevoli leggende, tra cui un’antica credenza guerriera birmana abbastanza macabra, secondo la quale colui che inserisse dei rubini sotto la propria pelle sarebbe stato invincibile in battaglia.
Diamante: gemma assai inusuale, in quanto composto da solo carbonio, il diamante è La pietra per eccellenza. Simbolo di purezza, perfezione, eternità, luce e chi più ne ha più ne metta, pochi sanno che era anche uno dei metodi d’assassinio preferiti dai sicari papali (avvelenamento tramite polvere di diamante nei cibi o nelle bevande). Non mi dilungherò su questa gemma, in quanto son più che sicuro che abbiate già le idee chiare su come utilizzarla.
Gemme di deriva organica: vista la definizione ufficiale di “gemma”, anche alcune sostanze di origine non-minerale, come l’ambra, il giaietto o le perle.
Ambra: per chiunque fosse giunto solo oggi sulla Terra, l’ambra è resina fossilizzata, ed è famosa proprio perchè durante questo processo può intrappolare detriti, da bolle di gas a piccoli animali, e conservarli intatti (cosa che ci permetterà poi di realizzare la nostra tanto agognata apocalisse con dinosauri). Vista questa sua bizzarria, è facile pensare a essa come ad un qualcosa che preserva oppure imprigiona. Meno nota è l’origine classica di questa gemma, che la identifica come raggi del sole caduti nel mare e solidificatisi, oppure la sua relazione con l’elettromagnetismo (la stessa parola elettricità deriva dal nome greco dell’ambra, ????????, pronunciata ?lékt?r).
Perla: una perla è un corpo rigido che si forma all’interno di vari molluschi attorno a un corpo estraneo. Sebbene quasi tutti i molluschi siano in grado di produrne, solo poche specie producono perle dalle caratteristiche necessarie per essere definite gemme. Nella mitologia cristiana sono simbolo di castità e onesta, in quella cinese si dice protegga dai fuochi, e in particolar caso dal respiro infuocato dei draghi. A buon intenditor…
Giaietto: il risultato del processo di decomposizione del legno, il giaietto è una pietra semipreziosa utilizzata già dall’antichità. Conta numerosi simbolismi mistici, essendo ritenuto una protezione contro il malocchio, nonché un ostacolo a qualsiasi cosa cerchi di perturbare lo status quo di chi la porta. Come l’ambra, è collegato all’elettricità per le sue capacità elettrostatiche.
Corallo: prodotto nostrano, specialmente il corallo rosso, era noto già nell’antichità ai popoli mediterranei (secondo la leggenda sarebbe stato creato dal sangue di Medusa sparso nel mare da Perseo). Era ritenuto una panacea contro il veleno dei serpenti e degli scorpioni, e di possedere capacità cangianti se posto sulla pelle di un ammalato. Un ulteriore superstizione era che proteggesse i bambini (era infatti spesso lavorato in piccoli amuleti).
E con questo si conclude la nostra piccola escursione nel mondo delle pietre preziose! Purtroppo l’argomento è talmente vasto e le gemme talmente tante che non mi è stato possibile fare una lista comprensiva. Per gli ardimentosi che vogliano approfondire, potete trovare tantissime info, inclusi anche dati più tecnici su http://www.gia.edu/.
Mi auguro che qualcosa qui in mezzo abbia colpito la vostra immaginazione o vi abbia convinto a fare i geologhi. Vi saluto e vi dò appuntamento al prossimo articolo.