Aperto nel 1997, ha rappresentato nel corso degli anni un’oasi felice per migliaia di persone. Lo scopo? “Essere quello che si vuole”
Lo chiamano «GDR by chat», e ci si gioca muovendo un «pg», ovvero un personaggio giocante. Poi ci sono i «png», quelli non giocanti, mossi dal Master, il cosiddetto Fato, che decide che cosa sta succedendo. Ci sono gilde, mestieri; c’è un governo e c’è una corte con i nobili. È un piccolo mondo. Un Granducato, volendo essere precisi. E ci si gioca su Internet, via chat, scrivendo ogni singola azione.
Si sceglie il personaggio – sesso e razza (Umano? Elfo? Mezzelfo? Ci sono anche i vampiri, volendo; o gli angeli) – e si seguono poche, ma efficaci regole (non si scrive maiuscolo; ci si rivolge agli altri personaggi solo con il voi, il saluto ufficiale è Atthemis, e ci sono due divinità, contrapposte e ugualmente riverite, Themis e Simeht). C’è una pagina gialla, come una pergamena nuova. In basso, c’è lo spazio per inserire le proprie azioni: una striscia bianca, semplice, in cui scrivere. In alto a sinistra ci sono le descrizioni: meteo, giorno, dove ci troviamo. In basso a destra, invece, c’è una lente di ingrandimento: se ci clicchi sopra, compare lo “status” del luogo.
Tra i giocatori di vecchio corso, extremeLot non è solo una land – una terra. È qualcosa di più. Qui, negli anni, le persone si sono innamorate, si sono conosciute; si sono sposate e hanno avuto dei figli. Il gioco – che ricorda molto alla lontana le dinamiche di D&D, e da lì prende la maggiore ispirazione – è diventato realtà.
Una volta, eLot – abbreviazione ufficiale, brevettata da chi lo frequenta - raccoglieva migliaia di giocatori: quasi ogni sera, fino al 2010, ospitava tra le 1000 e le 1500 persone. Lo scopo del gioco? «Essere quello che si vuole». Non ci sono obiettivi (se non quelli posti da un Master, durante una quest, una missione). E non ci sono regole (tranne quelle, rigidissime, fissate per i combattimenti).
L’unico limite è l’immaginazione: scrivi quello che il tuo personaggio deve fare; lo descrivi, racconti chi è, ma niente pensieri – quello è scorretto. E interagisci con gli altri. Ci si mandano missive «On», quindi riferite al gioco, interpretando un ruolo, o missive «Off», tra giocatori, per organizzarsi.
Ora eLot chiude: la notizia è di pochi giorni fa, data proprio da coloro che, nel 1997, l’avevano fondata. «Basta così, è il momento di dire fine». Negli ultimi mesi, colpa anche dei problemi tecnici del sito, gli accessi medi sono scesi a 200. Le gilde – gruppi di gioco che vanno dai Maghi ai Ladri fino ai Paladini – si sono svuotate. Nelle chat – che corrispondono alle stanze, e che sono numerosissime – sono rimasti pochi giocatori. I fedelissimi. Quelli che ancora ci credono.
extremeLot è stato uno dei primi GDR by chat d’Italia – secondo qualcuno, addirittura il primo. E ha fatto, a modo suo, anche un po’ di storia dell’Internet nostrano, quando ancora non c’erano i social network e l’ADSL. È stato un sogno. Un bel sogno, fatto di tante persone. Ha rappresentato una parte importante della community digitale italiana: quella che nella Rete ci è cresciuta, che ha sfruttato le chat per la propria voglia di sperimentare, di scrivere, di essere. Alla fine, come sempre, resterà un messaggio, quello che compare quando si effettua il log-out: «Saluti, tornate presto!» Perché chiude il sito, ma non il gioco. Per quello ci sarà sempre spazio.