Alternative Gdr Service

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Nonostante la primavera fosse appena giunta, in quell'ultima settimana il sole sembrava aver preso fissa dimora nel loro piccolo paesino, al punto tale che qualche bambino aveva persino ritenuto fattibile un bagno all'esterno. Il ché era ammirevole considerando che la maggior parte del tempo, nella loro terra il clima abbastanza ritenuto e tutto sommato mite era di casa.

Kyhra con lo sguardo rivolto verso il sereno cielo dell'Anatolia, si portò istintivamente una mano alla fronte, al fine di proteggere gli occhi dall'abbagliante sole.

Eh sì, non c'era dubbio: c'era proprio un gran bel tempo da una settimana a quella parte. Non si trattava del solito sole malato primaverile, che solitamente rimane persino per la maggior parte del periodo estivo; si trattava, al contrario, di un sole caldo e vivace. Un sole del quale i raggi non raggiungevano semplicemente gli occhi degli abitanti di quelle terre, ma anche la pelle, le carni... e il cuore.

Sorrise soddisfatto - portandosi la mano che prima proteggeva gli occhi dalla luce su un fianco - al pensiero che forse quell'anno l'estate sarebbe stata abbastanza calda e che forse se la sarebbero potuta godere maggiormente rispetto a quella degli altri anni.

-Ehi, Kyhra!- lo chiamò ad un tratto una voce possente e burbera, che fece sobbalzare il giovane, il quale istintivamente fu portato a voltarsi. Il suo sguardo ambrato incrociò quello scuro di un uomo dalla corporatura robusta, anche se non molto alto, dalla rotonda faccia coperta dalla folta barba e dall'espressione severa in volto. -Si può sapere che stai facendo? Non ti pago certo per startene a guardare il cielo!-

Ecco che c'eravamo di nuovo... Neanche il tempo di distrarsi un attimo che già, come una sentinella, il suo datore di lavoro - uno dei commercianti di stoffa più rinomati del paese ed oltre - era pronto a riprenderlo e a farlo tornare "alla realtà".

-Scherzi, vero? Non ho fatto nulla di male, vecchio. Constatare che bel tempo che fa non ha mai danneggiato nessuno- rispose prontamente il giovane, cercando di giustificarsi per quella che effettivamente era la verità.

-Certo che danneggia! Danneggia i miei affari!- ribatté lui, indicando una serie di rotoli di tessuto di seta appena acquistati dal mercante quella stessa mattina. -E smettila con questo "vecchio"! Ti ricordo che, anche se mi conosci da quando eri piccolo, sono sempre...-

-... il mio capo, certo. Dove li metto questi, vecchio?- gli chiese, troncando subito il discorso, mentre sollevava due dei rotoli di stoffe su entrambe le spalle.

L'uomo lo fissò per un secondo in silenzio, concentrandosi sull'appellativo che, nonostante l'avviso di pochi istanti primi, era stato utilizzato ancora una volta dal giovane Kyhra. Allora sospirò e, scuotendo la testa più volte consecutivamente, esprimesse il suo disappunto. Non insistette oltre: sapeva che effettivamente parlare con quel ragazzo era peggio che parlare col muro. Era sicuro che forse se l'avesse chiesto al muro, avrebbe ottenuto più risultati.

Rinunciando al suo tentativo di "correggere" il suo aiutante, l'uomo gli indicò il posto predisposto al posizionamento delle nuove stoffe.

Fatto ciò, il mercante annunciò al ragazzo che l'orario era giunto e con solito fare disinvolto e incoraggiante aprì il proprio "negozio" anche quel giorno.

Una nuova giornata di lavoro era cominciata. Una nuova giornata di vita!

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