Per onestà intellettuale verso quest’elaborato, mi vedo costretto ad
ammettere che la scelta del mio “libro da tradurre” è cominciato come un
gioco: un’avida ma incerta caccia al tesoro tra le pagine del web alla ricerca
dell’opzione migliore tra gli infiniti prodotti culturali che albergano su
Amazon (sito infine prescelto per la selezione e il conseguente acquisto del
volume).
Data la mia consolidata predilezione per il genere fantasy, mi sono
concentrato su questo genere ma quando mi sono imbattuto quasi per caso
in questa “oscura” copertina dal titolo semplice e accattivante, ho impiegato
pochissimi minuti a capire che la mia ricerca era conclusa. Perché la parola
“Imaginarium” racchiude forse dentro di sé tutta la potenza, appunto,
immaginifica delle opere contenute in quest’antologia; la novità di tradurre
storie provenienti dalla cultura canadese, per altro, mi ha spinto ad
addentrarmi dentro questo inesplorato cammino. D’altro canto è ancora
piuttosto inconsueto sentir parlare di letteratura canadese in questo ambito,
se paragoniamo ad essa la letteratura dei loro cugini americani e inglesi che
si considerano, giustamente, i pionieri di questo genere.
Quindi ho avuto modo di comprendere a pieno il termine “speculativo”,
come iperonimo che raccoglie sotto di sé svariati generi letterari più o meno
conosciuti e affermati: fantasy, horror, fantascienza, cyberpunk, steampunk
e qualsiasi altro genere provi a valicare i confini del normale e del consueto
per affrontare apertamente temi che toccano nel profondo l’animo umano.
Forse è giusto citare le parole di Steven Erikson, incaricato di scrivere
l’introduzione di Imaginarium 2012, the best canadian speculative writing,
per comprendere meglio quello che intendo dire:
The writers in this collection have unleashed their imaginations. They have
pushed the notion of an explicable reality, and they have dragged […] the
human condition into strangely flavoured worlds. This is not escapism. This
is engagement: a dialogue with the present and real world, evoking the
tensions of sensibility peculiar to […] the genres of the Fantastic. In these
genres […] metaphors can be made real: intent can be given physical form
and the very purpose of storytelling are revive and given universal
significance: why? Because they evoke in readers the one crucial element so
woefully absent in “realist” fiction: a sense of wonder.
Quindi un’apparente seppur nitida rottura con il mondo del reale per
affrontare in maniera più diretta, tramite la forza dell’immaginazione, le
pulsioni e i timori dell’essere umano.
La raccolta presenta storie brevi, come pure poesie e filastrocche, e la scelta
del materiale su cui lavorare non è stato semplicissimo: alla fine ho
selezionato sei storie in base al genere letterario, alle peculiarità
morfologiche, sintattiche e di registro che avrebbero potuto favorire una
buona analisi di tipo traduttivo, e perché no, anche in base al piacere
scaturito dalla loro semplice lettura.
Le storie sono le seguenti:
] Clockwork Fagin di Cory Doctorow.
] Hawkwood’s Folly di Timothy Reynolds.
] The Education of Junior Number 12 di Madeline Ashby.
] Split Decision di Robert Runté.
] To live and Die in Gibbontown di Derek Künsken.
] On the Many Uses of Cedar di Geoffrey W. Cole.
Ho accennato in precedenza che la letteratura canadese si è approcciata da
poco al genere speculativo, infatti le pubblicazioni della totalità delle storie
presenti in quest’antologia sono del 2011; ma la coscienza generale dei suoi
scrittori più influenti si è ben presto consolidata, specialmente tramite siti
internet che aiutano la diffusione del materiale e delle idee; l’intenzione di
affermarsi come artisti del genere si sta rafforzando sempre più: il libro
oggetto della mia tesi rappresenta l’ennesima prova esemplare.
Inoltrandosi nei blog e nei siti web degli stessi autori che hanno scritto le
storie da me scelte, non è difficile notare come la coscienza collettiva si stia
muovendo verso il comune obiettivo di innalzare la letteratura canadese di
genere ai medesimi livelli di quella internazionale. La mia intenzione è
quella di trattare, come argomento principale, il movimento artistico e
letterario steampunk rappresentato soprattutto dalle prime due storie
(Clockwork Fagin e Hawkwood’s Folly) ma anche da The Education of
Junior Number 12, sebbene essa rientri più precisamente sotto la categoria
cyberpunk. Quindi passerò ad introdurre succintamente gli autori, insieme
ai pensieri e alle tematiche da loro espressi tramite blog, pubblicazioni e
interviste. Successivamente affronterò l’analisi comparativa delle storie
originali e delle loro traduzioni per ragionare sulle differenze linguistiche e
sui problemi riscontrati durante il lavoro di mediazione scritta.