Il GDR via browser è un fenomeno che negli ultimi anni, soprattutto in Italia grazie all’avvento della conosciutissima e chiacchieratissima Extremelot, si è diffuso a livello esponenziale.
Così gli appassionati del leggendario gioco di ruolo da tavolo stile D&D si sono trovati catapultati nel medesimo mondo fantastico dalle possibilità pressocchè infinite, ma senza gli amici intorno ad un tavolo, bensì con un elenco enorme di sconosciuti intorno ad un sito.
Ma come è davvero nato il GDR interpretativo? Incredibile ma vero: nasce come trattamento psico-terapeutico. Uno dei primi utilizzatori, Jacob Levi Moreno, uno dei fondatori della psicologica moderna, lo presenta come il Teatro della Spontaneità.
Qui l’attore-paziente dà vita ad uno psicodramma in cui con nomi e ruoli diversi riesce ad esporre una situazione a lui conflittuale tramite una recitazione, che successivamente lo vede interpretare sia il ruolo del protagonista che quello dell’antagonista vivendo i sentimenti e le emozioni di ambo i ruoli e permettendo all’attore di provare un appagamento emotivo vastissimo.
Il role-playing game è attualmente nel mondo ludico rappresentato con un labirinto di mostri (se andiamo nel classico D&D dai toni medievaleggianti) oppure con un labirinto di menti, se lo scopo principale del gioco è il confronto posato sull’interazione con altri giocatori calati in altri ruoli conflittuali e non al proprio. Così nasce una differenziazione di fondo: il gioco dei combattimenti e il gioco degli enigmi. Ci sono regole?
Si, le regole ci sono come in ogni gioco, e a farle rispettare è il Master. Ma on line tutto cambia, il master non è il nostro vicino di casa che conosciamo da 10 anni e con cui siamo caduti insieme in bicicletta. In rete il master è un nickname con un simbolo diverso dal nostro, il cui giudizio non è sindacabile e che si deve occupare in modo equo di tutti gli utenti (o almeno tentare di esserlo con tutti, con umani e accettabili eccezioni).
Ma perché il master? La risposta è semplice: perché è un essere umano proprio come il giocatore e proprio come lui la sua mente può dar vita a tutte quelle casistiche che l’attore ricerca, con la sua visione delle cose, (anche se deve essere super partes) con le sue preferenze,(che deve abilmente nascondere), e con i suoi difetti (che deve ben mitigare).
I giochi di ruolo interpretativi, da quando hanno abbracciato la rete, si sono evoluti e con loro anche il concetto di GDR stesso è cambiato, gli attori sono tanti e non un gruppo ristretto di amici e/o confidenti, sono sconosciuti, sono incognite, ma soprattutto sono dietro uno schermo!
Tutto prende una forma diversa, i caratteri si nascondono dietro le digitazioni di una tastiera, nasce un nuovo concetto di timidezza, il monitor protegge tantissimo il giocatore e il gioco di ruolo può tramutarsi in un gioco di travestimento volto a coprire il marionettista, che può proteggere il suo carattere magari insicuro con un personaggio (PG) spavaldo, arrogante e invadente.
Nasce un nuovo culto del bello, il personaggio non ha i difetti fisici del giocatore (niente brufoli a 15 anni, niente dubbi o incertezze) è spesso e volentieri avvenente, estremamente intelligente e privo di quegli scrupoli sociali che in una situazione tipo una persona si farebbe.
Quindi noi appassionati del gioco di ruolo via browser cosa siamo? Gli ereditieri del buon GDR da tavolo? Pazienti autodidatti di psicoterapia? Oppure attori liberi dal panico da palcoscenico perchè la testiera e lo schermo ci fanno da scudo?
Credo che ognuno abbia la sua risposta e credo che ognuno non voglia la risposta di un altro a queste domande.