Diritti e quant'altro

10/05/2008 21:01:58 e modificato da gemini il 10/05/2008 21:04:42

Salve a tutti,
cercherò di non dilungarmi troppo, dicendo comunque la mia ^___^
Rispondo innanzitutto riguardo l'uso del nome _per quanto celebre_ di un personaggio letterario; se rientra nella tipologia dei nomi che possono esistere indipendentemente dal testo originario (vedi Harold Potter o Harry Potter), non comporta alcuna violazione di copyright laddove venga usato in un contesto diverso. Diverso è invece il discorso riguardante il modo in cui è stato scritto nelle copertine dei testi e nelle locandine dei film, dove potrebbe invece vigere un Trademark (marchio registrato) come appunto nel caso del nome Harry Potter con la "P" serpeggiante a mo' di fulmine.
Un caso poi particolare è dato dai nomi unici e riconducibili ad un testo specifico: il nome Arwen ad esempio, per la maggior parte di voi indicherà inequivocabilmente un personaggio di Tolkien, l'utilizzo del quale consiglierebbe una liberatoria da inviare ai depositari dei diritti sugli scritti tolkeniani nella quale si specifica che lo si utilizzerà in un contesto diverso o, se utilizzato relativamente al SdA, che lo si farà loro preventivamente approvare. Diverso ovviamente il mio personale caso, in cui il gioco via chat si chiama per l'appunto Arwen, che è il nome di mia figlia e che è nata il giorno in cui il gioco è stato inaugurato (cose peraltro entrambe facilmente dimostrabili).

Torniamo ora all'argomento del thread e vediamo di inquadrare i concetti in modo semplice.
Se scrivo qualcosa, la paternità di ciò che scrivo è unicamente mia.
Se faccio riferimento a testi scritti da altri sono tenuto a:
- darne loro comunicazione;
- indicare con un asterisco, nota e riferimento bibliografico le parti del mio testo gravate da contaminatio.

Per quanto riguarda il copyright, ovvero la mia facoltà di distribuire il mio scritto, questa è totale se:
- i riferimenti alle opere di altri sono minimi, non riportano brani interi scritti da terzi ma solo semplici citazioni, non riprendono lavori di altre persone riscrivendoli solo in parte (plagio), non creano grave pregiudizio all'insegna del lavoro di altri (diffamazione);
- la distribuzione avviene in modo totalmente gratuito

Se invece il lavoro viene venduto, è necessario un accordo scritto con terzi solo nel caso questi detengano diritti proprio sull'oggetto del nostro testo; se scriverò un testo sull'infanzia di Tom Riddle prima di diventare Voldemort è evidente che la Rowling vada contattata prima di pubblicare il testo per definire eventuali royalties; se il testo invece fa riferimento ad un futuro in cui il mondo magico è scomparso da secoli e si è sviluppata una società mista magico-babbana i cui riferimenti al passato sono pressocchè inesistenti, in realtà non ci sarebbe nemmeno bisogno di citare le fonti, a meno di non far comparire casualmente nomi tipo Hogwarts e simili.

Poichè però se ho ben capito tu fai riferimento ad un romanzo storico non vedo a chi dovresti pagare eventuali diritti.
La storia è storia e non appartiene a nessuno; se il testo l'hai pensato e scritto tu non vedo chi possa rivendicare alcunchè. O.ò
Illuminami, plz: che cosa ti hanno scritto esattamente costoro? (magari inviamelo via MP, così non violiamo la netiquette e le regole del portale).

P.S. - Scusatemi, ma come sempre ho finito con l'essere prolisso =_=

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quota

11/05/2008 10:28:26

Piccola digressione:
quanto può costare registrare un proprio marchio/idea/logo/testo ecc... ?


tornando in topic non credo ci sia molto altro da dire, se non buon lavoro ;)

quota

11/05/2008 10:46:32

Se si tratta di un'opera letteraria o musicale la si può depositare presso la S.I.A.E. (ma in quel caso la tutela del lavoro è a carico tuo, paghi una tantum e dopo cinque anni il deposito va ripetuto, altrimenti la copia archiviata del lavoro depositato viene distrutta) oppure iscriversi direttamente alla S.I.A.E. (c'è un esame da superare e una tassa annua da pagare, ma spettano le royalties per i lavori tutelati).
Per quanto riguarda invece marchi e loghi la cosa è molto più varia e complessa: possono essere registrati a livello locale (regionale), nazionale o addirittura internazionale. In quest'ultimo caso la procedura di registrazione va effettutata singolarmente in tutti i Paesi in cui si richiede la tutela del marchio.
La giurisprudenza in materia è abbastanza rigida e sconsiglio vivamente tale procedura se non si ha un tornaconto economico; in ogni caso la prima pubblicazione sul web, così come il possesso degli schizzi iniziali di un logo di cui sia dimostrabile la data di realizzazione, ritengo siano già di per sè un valido sostegno in aula di tribunale. :-)

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quota

11/05/2008 16:27:10

Scusate....però continuate a parlare di depositi e soldi. ripeto: il diritto d'auore nasce con l'opera (sto parlado di opere, non di marchi che come dice Gemini è una cosa diversa, o di brevetti su invenzioni che vanno invece depositati credo). Poi è naturale che per dimostrare di avere la paternità di un testo sia bene averlo depositiato o protetto da qualche parte, ma se in tribunale uno riesce a dimostrare che è suo anche senza avere usato un notaio prima, la cosa è valida. Lavoro nel campo delle arti visive e vi assicuro che le mie opere sono mie, non devo depositarne le immagini da qualche parte prima di poter dire in pubblico che ho diritto di veto sulle riproduzioni per esempio, e quando si partecipa ad una esposizione si firma una liberatoria per l'ente organizzatore in modo che possa liberamente usare le immagini su cataloghi commerciali senza che uno poi per piantare grane voglia contributi economici a posteriori. Ovviamente, se me ne venisse sottratta una inedita e poi attribuita a terzi dovrei dimostrare che l'autore sono io, ma la cosa si può fare in diversi modi.

Per i testi, c'è questo, non so se sia valido:


http://www.costozero.org/wai/u2.html

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quota

11/05/2008 16:36:50

grazie delle delucidazioni esaustive come al solito :-)

quota

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